mercoledì 2 maggio 2012

LA SCENEGGIATA E LA VITTORIA



La domanda è d'obbligo: quanti italiani sono a conoscenza della sceneggiata che sta andando in onda su tutti i media secondo la quale NOI abbiamo un debito e che se non paghiamo questo benedetto debito facendo sacrifici e sacrifici e poi ancora sacrifici rischiamo il fallimento come paese?

Perché la chiamo sceneggiata? Perché come sappiamo il debito è un trucco, come direbbe un prestigiatore,  un artifizio, come direbbe un dotto, una truffa, come la chiamano i legali e come pure noi da anni la definiamo.

Quanti italiani, allora, sono a conoscenza di questa sceneggiata? 
La domanda non è retorica, e mira a far prendere coscienza di una vittoria di cui purtroppo si parla poco: chi ha informato gli italiani di questa truffa messa in atto alle loro spalle da politici, sindacalisti, giornalisti e chi più ne ha ne metta? La TV ricca, quella ufficiale, quella di stato o dell’imprenditore sceso in politica con 32 denti ben lucidati? La carta stampata tutta in mano a grossi gruppi imprenditoriali culo e camicia col potere finanziario internazionale? La sinistra che si sgola per gridare ai quattro venti che “no, i diritti dei lavoratori non si toccano” ma che sotto banco ha svenduto la nostra sovranità con i suoi Prodi condottieri? I grandi sindacati che parlano di aria fritta e dirottano le coscienze su temi secondari, diseppellendo vecchi e arrugginiti arnesi che chiamano  manifestazioni di piazza, roba che  pure i bambini han capito essere meno di una scampagnata di nostalgici recidivi ubriachi? O dai cosiddetti “esperti”, disposti a prostituirsi senza vergogna ?

Insomma, i milioni di italiani che conoscono la truffa della moneta debito e del debito pubblico truffa, da chi l’hanno “imparata”? Pensateci.

Sommersi da montagne di menzogne fin dai tempi dell’asilo, costretti a studiare su libri lava cervello, allevati alla sottomissione a qualsiasi “autorità”, imbevuti di slogan fascinosi e velenosi, pompati da contrapposizioni ideologiche, distratti dalla società dello spettacolo, schiacciati da una macchina manipolativa infernale che urla in continuazione “tu  non sei nessuno” e da varie ed eventuali altre avversità,  molti di noi si sono prima rianimati poi organizzati poi improvvisati "giornalisti" (scusate per l'offesa) ed hanno iniziato con fatti, pazienza, coraggio, pochi mezzi e buoni argomenti a divulgare l’indivulgabile a milioni di italiani. Perché allora non riconoscersi questa vittoria? Se qualcuno ama sentirsi un perdente si accomodi pure.

Personalmente non solo continuerò la mia battaglia quotidiana, ma ritengo pure di averla già vinta.

Sognatore? Si, per fortuna.

Elia Menta


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