lunedì 1 ottobre 2012

TI AUGURO




Ti auguro in primo luogo di amare
e che, amando, tu sia riamato.
E se non è cosi, che sia breve il ricordo,
e finito il ricordo che tu non conservi  rancore.
Ti auguro che non sia così, ma se così fosse
che tu sappia vivere senza disperazione.

Ti auguro di avere amici
e che, anche se non fossero assennati e responsabili,
ti siano fedeli e leali, e che almeno
ce ne sia uno di cui ciecamente fidarti.

E, poiché è cosi la vita,
ti auguro di avere dei nemici.
Né troppi né troppo pochi, ma il numero giusto
per farti dubitare ogni tanto delle tue certezze,
e che tra di loro vi sia almeno uno nel giusto
affinché tu non ti senta eccessivamente sicuro di te.

Ti auguro di essere utile
ma non indispensabile
e che nei momenti bui,
quando non ti resta più nulla,
questo tuo essere utile sia sufficiente
per farti restare in piedi.

Ti auguro di essere tollerante
non verso chi commette piccoli errori,
cosa troppo facile, ma verso coloro
che sbagliano spesso e in modo irrimediabile,
e che dimostrando la tua tolleranza
ti sia di esempio agli altri.

Ti auguro da giovane di non maturare troppo rapidamente,
da maturo di non accanirti per ringiovanire
e da vecchio di non cadere nella disperazione.
Poiché ogni età ha il suo piacere
e il suo dolore, e dobbiamo lasciare
che entrambi scorrano dentro di noi.

Ti auguro anche di essere triste.
Non tutto l’anno, ma un giorno soltanto.
E che in questo giorno tu scopra
che ridere ogni tanto è bene,
ridere spesso è sciocco
e ridere sempre è malsano.

Ti auguro di scoprire ,
subito, prima di tutto
e nonostante tutto, che esistono
e ti circondano persone oppresse
e trattate con ingiustizia, e persone infelici.

Ti auguro di accarezzare un gatto,
gettare delle briciole a un passero e ascoltare un cardellino
che innalza trionfante il suo canto mattutino,
perché ti farà sentire bene
così, senza altro motivo.

Ti auguro di piantare un seme,
per piccolo che sia, e di accompagnarlo
durante la sua crescita
per scoprire di quante vite
è fatto un albero.

Ti auguro di avere denaro,
perché bisogna essere pratici,
e che una volta all’anno
ti metta davanti a esso e ti dica:
“E’ mio”,
solo perché sia chiaro
chi dei due è il padrone.

Ti auguro che nessuno
dei tuoi difetti muoia,
ma se qualcuno muore
che tu possa piangerlo
senza lamentarti
e senza sentirti in colpa.

Ti auguro infine che, uomo,
tu abbia una donna buona e che, donna,
tu abbia un uomo buono,
oggi e il giorno dopo, e che
esausti e sorridenti
parliate d’amore per ricominciare.

Se avrai tutte queste cose
non ho più nulla da augurarti.


Victor Hugo


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