mercoledì 27 marzo 2013

A PROPOSITO DI PECORE


Luuungo articolo per dire poche cose e dove prevale l'insulto e il disprezzo (mi riferisco all'articolo "Che razza triste le pecore").
Le pecore sono animali snaturati dal'uomo da millenni con le selezioni. Protette da ovili, recinti, pastori e cani hanno perso il loro istinto. E vero ché possono buttarsi nel burrone al seguito del montone, ciò ché testimonia una cieca fiducia nel capo e un senso del gregge ché a noi uomini manca crudelmente, come è anche vero ché dalle parti dove sono nato sono ancora utilizzate per stabilire il miglior posto per costruire una casa perché percepiscono le linee energetiche ché quadrettano il terreno amplificate o diminuite dalla geologia dei suoli, ciò ché l'uomo non sa fare. Infatti, dove le pecore passano la notte su un terreno recintato è il posto energeticamente migliore per costruire le case degli uomini. Poi, e soprattutto, le tosiamo alla fine del'inverno quando le temperature sono ancora basse, facendole soffrire del freddo per sferruzzarci maglie calde,senza dimenticarci ché le rubiamo la prole per mangiarla allora ché la lunghezza del nostro intestino fa senza dubbi di noi vegetariani che sopportano anche una dieta onnivora di tanto in tanto e ché il loro latte ci nutre di sottili e sani formaggi. Prendere la vita di un animale è un crimine ché macchia gravemente il karma del'uomo.Questo a difesa della pecora!

A difesa dell'uomo, mio simile dal minus habens al genio voglio portare a l'attenzione dell' autore di "Ché triste razza le pecore" ché spesso quando gli alunni sono ignoranti è colpa della mancanza di bravura dei professori. Da secoli, se non millenni i figli del'uomo sono stati mantenuti nel'ignoranza, pochi eletti privilegiati hanno avuto accesso all'educazione. L'istruzione pubblica, a ben pensarci, data da pochi secoli, e portava ad un livello di istruzione molto limitato nell'arco di pochi anni di studio spurgati furbamente di tutto ciò ché avrebbe permesso di emancipare l'uomo dai poteri delle élites conservatrici, anzi, è stato annebbiato da una morale giudeo-cristiana ché impone la chiesa come mediatore per giungere al divino, chiesa devoluta in realtà a un dio ché non nominerò ma che di sicuro non ha niente ché vedere con Dio, Coscienza Creatrice del'Esistenza.

D'altronde, da più di mezzo secolo i poteri occulti ché controllano l'umanità studiano scrupolosamente strategie impietose per rendere più ignoranti ancora i figli degli uomini. L'impostazione di una società civile dove l'accesso a un divertimento ad oltranza, il consumismo, il sesso eretto a sport, la negazione di valori morali,la competizione che divide, il facile accesso alle droghe ecc.., è largamente diffuso dai media, dal'onnipresente pubblicità, coperta da politici delegati e pagati dal popolo e ché invece di tutelarlo lo avvilisce con menzogne ignobili curando gli interessi di privilegiati conservatori e ché vendono le loro anime per una fetta del benessere prodotto quasi esclusivamente dalle "pecore"; l'impostazione dunque di una tale società non è assolutamente casuale.
Se aggiungiamo ché per potere nutrire la sua famiglia, il figlio del'uomo si sottopone per amore a lavori difficili in condizioni spesso umilianti ché gli consentano a malapena di curare i suoi non lasciandogli di sicuro tanto tempo per studiare e ché in tanti casi accorciano drasticamente la vita, allora saremo portati a considerare con meno disprezzo "l'ignoranza" del'uomo comune vero eroe di questa società.

Rendendo omaggio al mio nonno bergamasco, libero pensatore spogliato dai suoi beni dai fascisti e costretto all'immigrazione per essersi ribellato contro la camicia nera imposta al suo primogenito, morto a 60 anni di cancro generalizzato causato dai "lavori" svolti in Austria a pulire le tubature dei primi impianti nazisti votati alle ricerche nucleari tramite l'impiego dell'acqua lorda, fatto scoperto all'inizio dei anni novanta quando durante la rilevazione delle sue spoglie si è trovato una salma integra per quanto era radioattiva, al punto di farne uno soggetto di studio scientifico; rendendo omaggio a mio padre, distolto da studi liceali dove eccelleva per emigrare a suo turno in Svizzera per contribuire ad aiutare la famiglia rimasta a Bergamo, rendendo omaggio a tutti gli operai umili ché hanno costruito LORO il paese dove viviamo, dico BASTA agli insulti, al disprezzo, basta chiamare pecore, cerebrolesi, ignoranti o minus habens, come lo ha fatto uno famoso e bravissimo giornalista parlando di un mio commento su un articolo. Senza i cosi detti lavoratori ignoranti produttori veri dell'abbondanza nella quale nonostante tutti viviamo, senza il loro sacrificio non saremmo mai giunti al benessere
Ai privilegiati istruiti, certi con tanti sacrifici personali, tanti grazie al sacrificio dei loro genitori "ignoranti" ed altri grazie alla loro appartenenza a una classe media, ribalto la critica. Non siamo noi responsabili di portare avanti la consapevolezza del turbido mondo nel quale viviamo, con umiltà, dando la mano ai più deboli, i meno istruiti, in modo di farci passare il traguardo tutti insieme. Poi ché senza la consapevolezza pazientemente e rispettosamente trasmessa al popolo "ignorante" non saremo mai abbastanza numerosi per ribellarci una volta buona contro il sistema ingiusto ché ci mantiene in schiavitù.

Claude Panzeri



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