A Buonabitacolo, piccolo paese del salernitano dove attualmente mi trovo per trascorrere qualche giorno di vacanza, in nottata è successo un episodio gravissimo: un carabiniere avrebbe causato la morte di Massimo Casalnuovo, un giovane di 22 anni.
Pare che il ragazzo, alla guida di uno scooter e privo di casco, non si sia fermato all'alt dei carabinieri e il maresciallo di pattuglia avrebbe (volontariamente) tirato un calcio o più calci allo scooter causando la perdita di equilibrio del conducente che, cadendo, avrebbe battuto violentemente la testa. Massimo Casalnuovo sarebbe morto ancora prima di raggiungere l'ospedale di Polla. Appena giunta notizia della morte di Massimo è esplosa la rabbia degli amici del ragazzo, ma anche di tanti comuni cittadini che avrebbero danneggiato alcune auto dei carabinieri. Da numerose testimonianze raccolte è emerso che il maresciallo fosse noto in paese per porre in essere comportamenti non proprio cristallini, in alcuni casi sconfinanti in veri e propri abusi di potere.
In queste terre - siamo a circa cento chilometri a sud di Salerno - il livello di sopportazione è arrivato ormai al limite: disoccupazione, emigrazione, lavori sottopagati, abusi di varia natura e molti altri mali tipici di degrado sociale, hanno generato una situazione intollerabile. Se poi si aggiungono episodi come quello accaduto in nottata, allora la ribellione pare, per alcuni, essere l'unica via d'uscita.
La violenza va sempre condannata, da qualsiasi parte provenga, anche quando arriva, come sembra in questo caso, dalle forze dell'ordine.
In queste ore stiamo intervistando vari testimoni per avere un quadro chiaro e attendibile della vicenda: quel ch'è certo è che la versione dei fatti apparsa stamattina sulla stampa locale ( e diffusa su internet) è già una versione largamente alterata di quanto realmente accaduto.
E questo potrebbe scatenare ulteriormente la rabbia di chi conosce i fatti, perché testimone oculare, per come si sono realmente svolti.
AGGIORNAMENTI
Nel pomeriggio, intorno alle 17.00, oltre centocinquanta ragazzi si sono spontaneamente e pacificamente riuniti per costituire un comitato cittadino con lo scopo di fare pressione (civile) a tutti i livelli affinché venga accertata la verità dei fatti.
In serata si terrà una veglia di preghiera per Massimo Casalnuovo.
AGGIORNAMENTO DEL 22 AGOSTO
Stupiscono le dichiarazioni rilasciate alla stampa dalle autorità locali. Scontato il rito del "attendiamo l'esito delle indagini". Ciò che invece non è scontato è fingere di non sapere che il maresciallo dei carabinieri fosse noto in paese per i numerosi soprusi e per gli abusi di potere. Molti ragazzi, da me personalmente ascoltati, affermano di essere stati picchiati più volte.
Ma di questo le "autorità locali", sindaco compreso, non sanno nulla? Dove vivono? Si sono preoccupati di ascoltare i loro concittadini?
Che tristezza queste burocratiche e diplomatiche dichiarazioni ufficiali.
Ci sono già delle verità: i precedenti (gravi) del maresciallo.
Perché le autorità tacciono su questo?
E come spiegano le "autorità locali" la manifestazione di rabbia scoppiata alla notizia della morte di Massimo? Tra i "rivoltosi" vi erano persone notoriamente pacifiche e tranquille. Tra i "rivoltosi" vi erano persino settantenni.
Come spiegano tutto questo?
Semplice: non lo spiegano, lo ignorano.
"Attendiamo l'esito delle indagini". Fantastico.
Vi terremo informati
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