mercoledì 1 ottobre 2014

LA VERITA' E LA BUGIA



Voi sapete tutti che sia la verità, ed io con una lunga e intralciata definizione metafisica non riuscirei a rendervi più chiaro il concetto che ne avete. Sapete ancora quale differenza passi fra un errore e una menzogna.
Errore vuol dire offendere la verità per colpa d'ignoranza, e quindi involontariamente; mentire significa dire una cosa che si riconosce falsa in modo che sia creduta vera; ed è quindi sinonimo d'ingannare.

Se uno ti domanda di tuo padre, e tu, credendolo fuori di casa, dici che è escito quando non è, tu dici una cosa contraria al vero, ma senza intenzione d'ingannare chi ti ha interrogato; per cui non puoi essere colpevole tutto al più di trascuranza o di leggerezza, per non esserti ben informato innanzi di soddisfare al desiderio di chi ti chiedeva di tuo padre.
Se invece di andare a scuola tu vai con altri compagni a giuocare al pallone in piazza d'armi, e al tuo ritorno in casa ti domandano i tuoi genitori che cosa tu abbia studiato in quel giorno e tu inventi di botto una storiella per far credere che sei andato a scuola, tu offendi la verità con l'intenzione d'ingannare il babbo e la mamma, e tu sei un mentitore.
Gli uomini vivono in società per darsi la mano gli uni agli altri, per controbilanciare la debolezza di ognuno nel concorso di molti; è quindi naturale che debbano essere veritieri con chi li interroga.

Quando un uomo ci dirige una domanda per conoscere il vero, fa appello al nostro carattere di uomo sociale, ci chiama a concorrere con lui in una ricerca qualunque, e noi rispondendo una cosa per un'altra, commettiamo un'azione doppiamente immorale; e perchè neghiamo in fatto l'aiuto che ci vien chiesto da un nostro fratello, e fingendo di rispondere all'appello che ci è indirizzato, invece di una cognizione vera, gli diamo una menzogna.
Dal piccolo al grande è come se invece di una mano soccorrevole che ci domanda un uomo caduto in una fossa, noi gli stendessimo un bastone irto di spine, perchè lo abbrancasse.
In una sola menzogna son sempre racchiuse molte offese, e la primissima, e che non manca mai in alcuna bugia, è quella che si dirige all'amor proprio di chi vogliamo ingannare.

Se siamo creduti quando diciamo il falso, la posizione del nostro fratello è la più ridicola del mondo, perchè ripetendo ad altri quanto gli abbiamo detto, sarà smentito, deriso o peggio. Se invece la nostra menzogna non è tale da ispirare diffidenza, offendiamo sempre uno dei più santi diritti che ha l'uomo di conoscere il vero, e la diffidenza che inspiriamo offende l'umana dignità e amareggia l'animo degli onesti e dei buoni.
Aggiungi a tutto questo le conseguenze infinite di un fatto falso che noi gettiamo in mezzo ai rapporti della vita sociale, in mezzo alle relazioni dell'amicizia e dell'amore, di tutti i vincoli umani. - Immaginate per un istante lo scompiglio che può nascere da una pietruzza gettata nel complicato meccanismo di una macchina a vapore, e potete farvi un'idea palpabile degli effetti di una menzogna buttata dalla malizia in mezzo ad una società d'uomini onesti e veritieri.
Si, il galantuomo crede sempre quanto gli viene detto da un altr'uomo non ancora riconosciuto bugiardo. Egli non inganna mai alcuno, e diffidando senza ragione di chi gli parla, sente di fargli la più sanguinosa offesa.

Un dovere profondamente sentito suppone sempre la piena coscienza dl diritto che gli corrisponde, e l'uomo franco e sincero è disposto a credere gli altri uomini leali e sinceri. La diffidenza a priori e senza fondate ragioni è prova sicura di carattere malizioso, di puerile paura, di debolezza;  il proverbio che vorrebbe giustificarla è immorale e falso.
Cancellate pure quelle brutte e sinistre parole che fanno torto grave a chi le ha scritte per la prima volta e a chi le ripete: fidarsi è bene e non fidarsi è meglio.



Una delle tentazioni più facili a mentire si verifica quando, dicendo la verità, sappiamo andare incontro ad una pena meritata, per cui sperando di sfuggirla  con una menzogna, ce ne rendiamo colpevoli. Triste inganno! - Se vi ha un mezzo di diminuire la gravezza della nostra colpa è quello di dire subito e tutta la verità. In questo caso il confessare il proprio errore esige coraggio, e l'uomo coraggioso deve sempre avere nell'animo una nobile dignità.
Voi dovete ricordarvi le tante volte che i vostri genitori vi accordarono un generoso perdono e vi diminuirono il castigo perchè aveste coraggio di confessare i vostri torti.
Anche i codici penali accordano sempre un addolcimento alla pena, quando il reo confessa il suo delitto.
La confessione di una verità difficile a dirsi è sempre una riparazione del peccato, perchè, obbligando l'animo nostro ad un atto di coraggio, lo innalza e lo sublima, e umiliando il nostro amor proprio, educa il nostro onore, per cui è assai probabile che per un'altra volta ricadremo men facilmente nel male.

La menzogna invece aggiunge alla colpa un'altra colpa e se noi riusciamo maliziosamente a sottrarci al castigo imminente portiamo però con noi la pena del rimorso, la quale ci seguirà dappertutto e sempre, quasi la verità volesse vendicare l'insulto ricevuto.
Né ciò basta; oltre all'avvilimento che ci accompagna, tosto o tardi la falsità è scoperta, e quindi, oltre al rimorso, ci meritiamo un castigo reso maggiore dalla colpa più grave di cui ci siam fatti colpevoli.
Rare volte la bugia è fortunata, perchè dovendo portar sempre con noi una contraddizione col fatto reale siamo sempre in una posizione molto falsa, e cadiamo in ogni momento nel pericolo di far scoprire l'inganno.
La più semplice menzogna ha moltissime volte bisogno di puntellarsi su dieci e cento bugie diverse, e la memoria facendosi spesso difetto, veniamo a negare oggi ciò che affermammo ieri. Ecco perchè sia verissimo quel proverbio, che la bugia ha le gambe corte.

Quanti, dopo aver mentito per la debolezza di un momento, si trovarono poi ravvolti in tale complicazione di menzogne, che mille volte avrebbero voluto far ritorno sulla strada maestra della verità, e mille volte maledissero l'ora in cui non ebbero il nobile coraggio di dirla ad alta volce. E' qui il caso di dire che un sagrifizio è sempre padre di gioie delicate e nobilissime: abbiate coraggio d'un momento, e vi risparmierete cento giorni di tortura.
La menzogna ha un carattere tutto particolare, ed è quello di essere il più delle volte un male irreparabile.
Se voi in un accesso d'ira offendete un amico colle parole o cogli atti, potete colle scuse, colla generosità dell'animo e le espansioni dell'affetto farvi stendere una mano indulgente e riparare tutti i vostri torti.
Se trasportato dai sensi vi lasciate trasportare dall'onda fragorosa del vizio, potete con un'ardita risoluzione escire di botto e ritornare sul sentiero della virtù; ma una menzogna, mostrando un carattere debole e vile, lascia sempre dietro a sé un'allumacatura fetida e bavosa, che il tempo mal riesce a cancellare.

Voi potete vederlo in voi stessi. Se un uomo che credevate veritiero, v'inganna, voi ne rimanete così amareggiato, che da quel giorno non osate più interrogarlo, perchè chi ha potuto mentire una volta potrà mentire cento volte, e voi lo guardate con diffidenza. Quando egli parla o racconta, vi sorge subito involontario il pensiero: Dirà egli la verità?
Il diritto, il bisogno di conoscere il vero, è così profondamente radicato nell'animo nostro, che noi lo cerchiamo avidamente così come l'assetato porge le labbra alla tazza che gli si offre. Se invece dell'acqua, di cui stavamo pregustando voluttuosamente la frescura, noi troviamo la coppa vuota, ne proviamo un tal doloroso contrasto che non lo possiamo più dimenticare. In questo disinganno v'ha qualche cosa di così crudele che il cuore umano vi si ribella con orrore.
Lo potete vedere nei bambini: offrite loro un sassolino bianco invece di zucchero; li ingannerete una volta, non una seconda.
In questo fatto elementare che vi ho ricordato sta tutto un insegnamento dell'educazione.
Il bambino che conosce solo poche parole, e le balbetta ancora assai male, sente già il vero e il falso; e se voi per un frivolo vezzo vi divertite ad ingannarlo, egli si vendicherà presto di voi ingannandovi alla sua volta. Avrete quindi ottenuti due pessimi effetti: perdere l'autorità e il diritto di essere creduti, ed educare il vostro figlio alla menzogna.
Diciamo pure altamente: non vi sono mezze bugie, non vi sono piccole menzogne.
La verità è cosa troppo santa perchè possa essere offesa impunentemente, è cosa troppo austera perchè si possa con essa scherzare.
La bugia più innocente che dura solo pochi minuti è sempre un'immoralità, e il figlio che voi volete educare alla virtù per la china sdrucciolevole del male, potrà dall'inganno fatto per ischerzo cadere giù nella menzogna più sfacciata e colpevole.
Se volete dunque educare i vostri figli alla lealtà, non mentite mai a loro, anche quando sapeste che la menzogna farà tacere il loro pianto, anche quando foste sicuri che la verità li farà piangere.

Se domani gli uomini di un'intiera nazione non sapessero mentire, diminuirebbe d'un tratto della metà il numero delle piccole colpe e dei grandi delitti.
Il culto della verità, spinto anche fino allo scrupolo, educa al coraggio, alla dignità, alla fermezza dell'animo, alle doti che più sublimano il carattere dell'uomo.
Io ho sempre veduti i bugiardi uomini deboli, codardi, egoisti; i veritieri li ho sempre trovati nobili, generosi, grandi di mente e di cuore.
Se voi colle parole fate un indovinello ingegnoso, che può essere creduto una verità od una menzogna, fate una bugia gesuitica o dirò meglio una menzogna doppia, dacchè vi studiate d'ingannare chi v'interroga, facendogli credere cosa diversa dal vero, e voi stesso, persuadendovi che dite una verità. Fuggite queste arti abilissime di gente abietta.
Dite sempre il vero; tutto, e ad alta voce. Se non potete dirlo, tacete: la morale non può concedervi altro. In ogni caso però il vostro silenzio sia assoluto, perchè si può mentire con un sorriso, con un gesto, così come colle parole e cogli scritti.
Se dinanzi a voi si calunnia un vostro nemico, e voi tacendo sorridete, fate credere a tutti che voi prestate fede alle calunnie, e non avendo né il coraggio del male, né quello del bene, siete in una volta sola un codardo e un mentitore.
Le esagerazioni sono sempre menzogne: se, nel raccontare di una battaglia avvenuta, dite che 1000 morirono, quando invece ne rimasero morti 900, dite il falso. Se nel parlar della collera d'un vostro amico dite che fu fierissima, quando fu appena forte, mentite.
Quando dite di aver venduto un passero bianco, mentre invece era grigio, voi mentite una terza volta. Non son questi cavilli o scrupoli: sono le esigenze naturali della verità, la quale, non potendo che essere intiera, cessa di esistere quando è smozzicata o offesa in menoma parte.

Del resto, un uomo che presta tutta la sua attenzione nel dire sempre e con tutta esattezza la verità, mostra tal fondo di morale che la stima degli uomini lo ricompensa ad usura del coraggio che dimostra nel proclamare le verità difficili, e della cura che pone nel non dipartirsi mai da essa anche nei minimi dettagli.
Egli è consultato come un oracolo, e le sue affermazioni, le sue negazioni e i suoi dubbi hanno valore di leggi nel circolo degli uomini onesti. La gloria di essere creduto è una delle più belle per un galantuomo, e a cui può aspirare ognuno, mentre né l'ingegno né gli onori possono supplire allo sprezzo in che è tenuto l'uomo mentitore o inesatto per abitudine; se avete dunque la memoria labile, mettete sempre innanzi alle vostre asserzioni un mi pare, un credo, e così via.
V'ha una menzogna che la appena bisogno d'essere nominata, per poter essere maledetta da ognuno che abbia viscere umane. Quando inventate un fatto che può offendere la riputazione di un altro uomo, voi siete un calunniatore, siete un infame.

Se voi, al conchiudere questo capitolo, mi domandaste un precetto che recchiudesse in poche parole tutta la legislazione della verità, vi riporterei le divine parole di Cristo:
Sia il vostro parlare, si, si; no, no.


TRATTO DA "Il bene e il male" - Paolo Mantegazza - Casa editrice Marzocco - FIRENZE  (libro pubblicato nel 1943)



1 commento:

  1. Se questa scienza, che tanti benefici apporterà all'umanità, non vorrà cogliere il significato umano delle sue scoperte, si rigirerà contro l'umanità
    Giordano Bruno (1548-1600)

    Dear colleagues and friends of Quantum Creativity world wide initiative in quantum art and science ,

    Dear colleagues and friends of Quantum Creativity world wide initiative in quantum art and science ,

    Egocreanet would be simulate the consciousness about the need of concept rethinking and overcoming the conceptual limits of mechanical thought that in our epoch degenerate a deep disaster of the living system in our planet in the transition between the collapse of the industrial society and the future knowledge society.

    The QUANTUM TIME MATRIX , as an Eureka Moment of plurality of space-times dimensions, correspond to a tentative to develop a costructivistic approach to renewe knowledge by means an alternative thinking open to an international debate about better alternatives of our conception of space-time on the fundamental base of the overcoming the arbitrary dualism between subject and object of the brain's perception.

    See in Italian and English in: http://www.edscuola.eu/wordpress/?p=53525,
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    see also QUASSI -HORIZON PROJECT with science and for society 2015 in : http://www.caosmanagement.it/194-developing-a-responsible-research-and-innovation-for-change;
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    You can find the The QUASSI PROJECT premise written for a SEARCH FOR PARTNERS in:
    https://www.academia.edu/8920976/QUASSI_PROJECT_SEARCH_FOR_PARTNERS.

    see also in Facebook: https://www.facebook.com/hariohmshantihi?ref=bookmarks
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    Our perception and understanding of the realities of environment are always mediated by space-time concepts.
    Changing space-time concepts into the matrix dominion it is possible to understand the existence of an emergent reality that is not manifest to the perception of external based on senses and an false idea of objectivity.

    The Quantum Brain reconstruction of reality in relation to the space-time matrix permits to better understand what we traditionally are not able to see so that we have difficult to get a scientific interpretation of the effective complexity of both, perceived reality& virtual-reality.

    I suggest to read the ON LIFE MANIFESTO AN INITIATIVE OF LUCIANO FLORIDI in: https://www.academia.edu/9742506/The_Onlife_Manifesto_-_Being_Human_in_a_Hyperconnected_Era

    EGOCREANET would participate to such “the Onlife Initiative,” a one-year project funded by the European Commission to study the deployment of ICTs and its effects on the human condition - Inspires reflection on the ways in which a hyperconnected world forces the rethinking of the conceptual frameworks on which policies are built .

    see also.
    For the English electronic version and the translations of the Manifesto in French, German and
    Italia, please visit http://ec.europa.eu/digital-agenda/en/onlife-manifesto.
    2 DG Connect manages The Digital Agenda of the EU. For further information see http://ec.europa/
    eu/digital-agenda/en/inaugural-event.
    3 The website of the project is available at http://ec.europa.eu/digital-agenda/en/onlife-initiative.

    My best regards and cordiality's to all of you . Paolo Manzelli 08th/IAN/2015

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