Voi sapete tutti che sia la verità, ed
io con una lunga e intralciata definizione metafisica non riuscirei a rendervi
più chiaro il concetto che ne avete. Sapete ancora quale differenza passi fra
un errore e una menzogna.
Errore vuol dire offendere
la verità per colpa d'ignoranza, e quindi involontariamente; mentire
significa dire una cosa che si riconosce falsa in modo che sia creduta vera; ed
è quindi sinonimo d'ingannare.
Se uno ti domanda di tuo padre, e tu, credendolo fuori di casa, dici che è escito quando non è, tu dici una cosa contraria al vero, ma senza intenzione d'ingannare chi ti ha interrogato; per cui non puoi essere colpevole tutto al più di trascuranza o di leggerezza, per non esserti ben informato innanzi di soddisfare al desiderio di chi ti chiedeva di tuo padre.
Se invece di andare a scuola tu vai
con altri compagni a giuocare al pallone in piazza d'armi, e al tuo ritorno in
casa ti domandano i tuoi genitori che cosa tu abbia studiato in quel giorno e
tu inventi di botto una storiella per far credere che sei andato a scuola, tu
offendi la verità con l'intenzione d'ingannare il babbo e la mamma, e tu sei un
mentitore.
Gli uomini vivono in società per darsi
la mano gli uni agli altri, per controbilanciare la debolezza di ognuno nel
concorso di molti; è quindi naturale che debbano essere veritieri con chi li
interroga.
Quando un uomo ci dirige una domanda
per conoscere il vero, fa appello al nostro carattere di uomo sociale, ci
chiama a concorrere con lui in una ricerca qualunque, e noi rispondendo una
cosa per un'altra, commettiamo un'azione doppiamente immorale; e perchè
neghiamo in fatto l'aiuto che ci vien chiesto da un nostro fratello, e fingendo
di rispondere all'appello che ci è indirizzato, invece di una cognizione vera,
gli diamo una menzogna.
Dal piccolo al grande è come se invece
di una mano soccorrevole che ci domanda un uomo caduto in una fossa, noi gli
stendessimo un bastone irto di spine, perchè lo abbrancasse.
In una sola menzogna son sempre
racchiuse molte offese, e la primissima, e che non manca mai in alcuna bugia, è
quella che si dirige all'amor proprio di chi vogliamo ingannare.
Se siamo creduti quando diciamo il
falso, la posizione del nostro fratello è la più ridicola del mondo, perchè
ripetendo ad altri quanto gli abbiamo detto, sarà smentito, deriso o peggio. Se
invece la nostra menzogna non è tale da ispirare diffidenza, offendiamo sempre
uno dei più santi diritti che ha l'uomo di conoscere il vero, e la diffidenza
che inspiriamo offende l'umana dignità e amareggia l'animo degli onesti e dei
buoni.
Aggiungi a tutto questo le conseguenze
infinite di un fatto falso che noi gettiamo in mezzo ai rapporti della vita
sociale, in mezzo alle relazioni dell'amicizia e dell'amore, di tutti i vincoli
umani. - Immaginate per un istante lo scompiglio che può nascere da una
pietruzza gettata nel complicato meccanismo di una macchina a vapore, e potete
farvi un'idea palpabile degli effetti di una menzogna buttata dalla malizia in
mezzo ad una società d'uomini onesti e veritieri.
Si, il galantuomo crede sempre quanto
gli viene detto da un altr'uomo non ancora riconosciuto bugiardo. Egli non
inganna mai alcuno, e diffidando senza ragione di chi gli parla, sente di
fargli la più sanguinosa offesa.
Un dovere profondamente sentito
suppone sempre la piena coscienza dl diritto che gli corrisponde, e l'uomo
franco e sincero è disposto a credere gli altri uomini leali e sinceri. La
diffidenza a priori e senza fondate ragioni è prova sicura di carattere
malizioso, di puerile paura, di debolezza;
il proverbio che vorrebbe giustificarla è immorale e falso.
Cancellate pure quelle brutte e
sinistre parole che fanno torto grave a chi le ha scritte per la prima volta e
a chi le ripete: fidarsi è bene e non fidarsi è meglio.
Una delle tentazioni più facili a
mentire si verifica quando, dicendo la verità, sappiamo andare incontro ad una
pena meritata, per cui sperando di sfuggirla
con una menzogna, ce ne rendiamo colpevoli. Triste inganno! - Se vi ha
un mezzo di diminuire la gravezza della nostra colpa è quello di dire subito e
tutta la verità. In questo caso il confessare il proprio errore esige coraggio,
e l'uomo coraggioso deve sempre avere nell'animo una nobile dignità.
Voi dovete ricordarvi le tante volte
che i vostri genitori vi accordarono un generoso perdono e vi diminuirono il
castigo perchè aveste coraggio di confessare i vostri torti.
Anche i codici penali accordano sempre
un addolcimento alla pena, quando il reo confessa il suo delitto.
La confessione di una verità difficile
a dirsi è sempre una riparazione del peccato, perchè, obbligando l'animo nostro
ad un atto di coraggio, lo innalza e lo sublima, e umiliando il nostro amor
proprio, educa il nostro onore, per cui è assai probabile che per un'altra
volta ricadremo men facilmente nel male.
La menzogna invece aggiunge alla colpa
un'altra colpa e se noi riusciamo maliziosamente a sottrarci al castigo
imminente portiamo però con noi la pena del rimorso, la quale ci seguirà
dappertutto e sempre, quasi la verità volesse vendicare l'insulto ricevuto.
Né ciò basta; oltre all'avvilimento
che ci accompagna, tosto o tardi la falsità è scoperta, e quindi, oltre al
rimorso, ci meritiamo un castigo reso maggiore dalla colpa più grave di cui ci
siam fatti colpevoli.
Rare volte la bugia è fortunata,
perchè dovendo portar sempre con noi una contraddizione col fatto reale siamo
sempre in una posizione molto falsa, e cadiamo in ogni momento nel pericolo di
far scoprire l'inganno.
La più semplice menzogna ha moltissime
volte bisogno di puntellarsi su dieci e cento bugie diverse, e la memoria
facendosi spesso difetto, veniamo a negare oggi ciò che affermammo ieri. Ecco
perchè sia verissimo quel proverbio, che la bugia ha le gambe corte.
Quanti, dopo aver mentito per la
debolezza di un momento, si trovarono poi ravvolti in tale complicazione di
menzogne, che mille volte avrebbero voluto far ritorno sulla strada maestra
della verità, e mille volte maledissero l'ora in cui non ebbero il nobile
coraggio di dirla ad alta volce. E' qui il caso di dire che un sagrifizio è
sempre padre di gioie delicate e nobilissime: abbiate coraggio d'un momento, e
vi risparmierete cento giorni di tortura.
La menzogna ha un carattere tutto
particolare, ed è quello di essere il più delle volte un male irreparabile.
Se voi in un accesso d'ira offendete
un amico colle parole o cogli atti, potete colle scuse, colla generosità
dell'animo e le espansioni dell'affetto farvi stendere una mano indulgente e
riparare tutti i vostri torti.
Se trasportato dai sensi vi lasciate
trasportare dall'onda fragorosa del vizio, potete con un'ardita risoluzione
escire di botto e ritornare sul sentiero della virtù; ma una menzogna,
mostrando un carattere debole e vile, lascia sempre dietro a sé un'allumacatura
fetida e bavosa, che il tempo mal riesce a cancellare.
Voi potete vederlo in voi stessi. Se
un uomo che credevate veritiero, v'inganna, voi ne rimanete così amareggiato,
che da quel giorno non osate più interrogarlo, perchè chi ha potuto mentire una
volta potrà mentire cento volte, e voi lo guardate con diffidenza. Quando egli
parla o racconta, vi sorge subito involontario il pensiero: Dirà egli la
verità?
Il diritto, il bisogno di conoscere il
vero, è così profondamente radicato nell'animo nostro, che noi lo cerchiamo
avidamente così come l'assetato porge le labbra alla tazza che gli si offre. Se
invece dell'acqua, di cui stavamo pregustando voluttuosamente la frescura, noi
troviamo la coppa vuota, ne proviamo un tal doloroso contrasto che non lo
possiamo più dimenticare. In questo disinganno v'ha qualche cosa di così
crudele che il cuore umano vi si ribella con orrore.
Lo potete vedere nei bambini: offrite
loro un sassolino bianco invece di zucchero; li ingannerete una volta, non una
seconda.
In questo fatto elementare che vi ho
ricordato sta tutto un insegnamento dell'educazione.
Il bambino che conosce solo poche
parole, e le balbetta ancora assai male, sente già il vero e il falso; e se voi
per un frivolo vezzo vi divertite ad ingannarlo, egli si vendicherà presto di
voi ingannandovi alla sua volta. Avrete quindi ottenuti due pessimi effetti:
perdere l'autorità e il diritto di essere creduti, ed educare il vostro figlio
alla menzogna.
Diciamo pure altamente: non vi sono
mezze bugie, non vi sono piccole menzogne.
La verità è cosa troppo santa perchè
possa essere offesa impunentemente, è cosa troppo austera perchè si possa con
essa scherzare.
La bugia più innocente che dura solo
pochi minuti è sempre un'immoralità, e il figlio che voi volete educare alla
virtù per la china sdrucciolevole del male, potrà dall'inganno fatto per
ischerzo cadere giù nella menzogna più sfacciata e colpevole.
Se volete dunque educare i vostri
figli alla lealtà, non mentite mai a loro, anche quando sapeste che la menzogna
farà tacere il loro pianto, anche quando foste sicuri che la verità li farà
piangere.
Se domani gli uomini di un'intiera
nazione non sapessero mentire, diminuirebbe d'un tratto della metà il numero
delle piccole colpe e dei grandi delitti.
Il culto della verità, spinto anche
fino allo scrupolo, educa al coraggio, alla dignità, alla fermezza dell'animo,
alle doti che più sublimano il carattere dell'uomo.
Io ho sempre veduti i bugiardi uomini
deboli, codardi, egoisti; i veritieri li ho sempre trovati nobili, generosi,
grandi di mente e di cuore.
Se voi colle parole fate un
indovinello ingegnoso, che può essere creduto una verità od una menzogna, fate
una bugia gesuitica o dirò meglio una menzogna doppia, dacchè vi studiate
d'ingannare chi v'interroga, facendogli credere cosa diversa dal vero, e voi
stesso, persuadendovi che dite una verità. Fuggite queste arti abilissime di
gente abietta.
Dite sempre il vero; tutto, e ad alta
voce. Se non potete dirlo, tacete: la morale non può concedervi altro. In ogni
caso però il vostro silenzio sia assoluto, perchè si può mentire con un
sorriso, con un gesto, così come colle parole e cogli scritti.
Se dinanzi a voi si calunnia un vostro
nemico, e voi tacendo sorridete, fate credere a tutti che voi prestate fede
alle calunnie, e non avendo né il coraggio del male, né quello del bene, siete
in una volta sola un codardo e un mentitore.
Le esagerazioni sono sempre menzogne:
se, nel raccontare di una battaglia avvenuta, dite che 1000 morirono, quando
invece ne rimasero morti 900, dite il falso. Se nel parlar della collera d'un
vostro amico dite che fu fierissima, quando fu appena forte, mentite.
Quando dite di aver venduto un passero
bianco, mentre invece era grigio, voi mentite una terza volta. Non son questi
cavilli o scrupoli: sono le esigenze naturali della verità, la quale, non
potendo che essere intiera, cessa di esistere quando è smozzicata o offesa in
menoma parte.
Del resto, un uomo che presta tutta la
sua attenzione nel dire sempre e con tutta esattezza la verità, mostra tal
fondo di morale che la stima degli uomini lo ricompensa ad usura del coraggio
che dimostra nel proclamare le verità difficili, e della cura che pone nel non
dipartirsi mai da essa anche nei minimi dettagli.
Egli è consultato come un oracolo, e
le sue affermazioni, le sue negazioni e i suoi dubbi hanno valore di leggi nel
circolo degli uomini onesti. La gloria di essere creduto è una delle più belle
per un galantuomo, e a cui può aspirare ognuno, mentre né l'ingegno né gli
onori possono supplire allo sprezzo in che è tenuto l'uomo mentitore o inesatto
per abitudine; se avete dunque la memoria labile, mettete sempre innanzi alle
vostre asserzioni un mi pare, un credo, e così via.
V'ha una menzogna che la appena
bisogno d'essere nominata, per poter essere maledetta da ognuno che abbia
viscere umane. Quando inventate un fatto che può offendere la riputazione di un
altro uomo, voi siete un calunniatore, siete un infame.
Se voi, al conchiudere questo
capitolo, mi domandaste un precetto che recchiudesse in poche parole tutta la
legislazione della verità, vi riporterei le divine parole di Cristo:
Sia il vostro parlare, si, si; no, no.
TRATTO DA "Il bene e il male" - Paolo Mantegazza - Casa editrice Marzocco - FIRENZE (libro pubblicato nel 1943)
Se questa scienza, che tanti benefici apporterà all'umanità, non vorrà cogliere il significato umano delle sue scoperte, si rigirerà contro l'umanità
RispondiEliminaGiordano Bruno (1548-1600)
Dear colleagues and friends of Quantum Creativity world wide initiative in quantum art and science ,
Dear colleagues and friends of Quantum Creativity world wide initiative in quantum art and science ,
Egocreanet would be simulate the consciousness about the need of concept rethinking and overcoming the conceptual limits of mechanical thought that in our epoch degenerate a deep disaster of the living system in our planet in the transition between the collapse of the industrial society and the future knowledge society.
The QUANTUM TIME MATRIX , as an Eureka Moment of plurality of space-times dimensions, correspond to a tentative to develop a costructivistic approach to renewe knowledge by means an alternative thinking open to an international debate about better alternatives of our conception of space-time on the fundamental base of the overcoming the arbitrary dualism between subject and object of the brain's perception.
See in Italian and English in: http://www.edscuola.eu/wordpress/?p=53525,
---------------------->>>
see also QUASSI -HORIZON PROJECT with science and for society 2015 in : http://www.caosmanagement.it/194-developing-a-responsible-research-and-innovation-for-change;
---------------------------------------------------------------------------------------------------------
You can find the The QUASSI PROJECT premise written for a SEARCH FOR PARTNERS in:
https://www.academia.edu/8920976/QUASSI_PROJECT_SEARCH_FOR_PARTNERS.
see also in Facebook: https://www.facebook.com/hariohmshantihi?ref=bookmarks
---------------------------------------------------------------------------------------------------------
Our perception and understanding of the realities of environment are always mediated by space-time concepts.
Changing space-time concepts into the matrix dominion it is possible to understand the existence of an emergent reality that is not manifest to the perception of external based on senses and an false idea of objectivity.
The Quantum Brain reconstruction of reality in relation to the space-time matrix permits to better understand what we traditionally are not able to see so that we have difficult to get a scientific interpretation of the effective complexity of both, perceived reality& virtual-reality.
I suggest to read the ON LIFE MANIFESTO AN INITIATIVE OF LUCIANO FLORIDI in: https://www.academia.edu/9742506/The_Onlife_Manifesto_-_Being_Human_in_a_Hyperconnected_Era
EGOCREANET would participate to such “the Onlife Initiative,” a one-year project funded by the European Commission to study the deployment of ICTs and its effects on the human condition - Inspires reflection on the ways in which a hyperconnected world forces the rethinking of the conceptual frameworks on which policies are built .
see also.
For the English electronic version and the translations of the Manifesto in French, German and
Italia, please visit http://ec.europa.eu/digital-agenda/en/onlife-manifesto.
2 DG Connect manages The Digital Agenda of the EU. For further information see http://ec.europa/
eu/digital-agenda/en/inaugural-event.
3 The website of the project is available at http://ec.europa.eu/digital-agenda/en/onlife-initiative.
My best regards and cordiality's to all of you . Paolo Manzelli 08th/IAN/2015