sabato 31 dicembre 2011

"QUALCUNO E' COMPLICE ALL'INTERNO DI QUESTO PARLAMENTO"



Capito in che situazione siamo?
Dove sono il Presidente della Repubblica, il Governo, i parlamentari, i partiti, i media (vi risulta che TV e stampa nazionale hanno dato notizia dell'intervento di Scilipoti?); dove sono i  sindacati, dove sono le associazioni di categoria?
E soprattutto DOVE SONO GLI ITALIANI?

CAPITE CHE NESSUNO CI DIFENDE? CAPITE CHE O CI DIFENDIAMO DA SOLI, ORGANIZZANDOCI, O L'ITALIA SARA' UN INFERNO? 
CI PORTERANNO VIA  TUTTO, GIORNO DOPO GIORNO, IPNOTIZZANDOCI CON LE LORO CHIACCHIERE E CON LE LORO BALLE.

NON CI LASCERANNO NEMMENO GLI OCCHI PER PIANGERE.
A PROPOSITO DEI SUOI COLLEGHI UN PARLAMENTARE HA DETTO :" QUI SONO TUTTI DEI DELINQUENTI".

Elia Menta

giovedì 29 dicembre 2011

IL CAMMINO INTERMINABILE

UE, SPREAD, MERCATI, MONTI E PRESA PER IL CULO



E ora si passa alla fase due. Cosi viene chiamato il saccheggio di beni pubblici - cioè dello stato, cioè in teoria di tutti noi - e così viene chiamata la favola della crescita. Ma, e si sa, se qualcosa crescerà sarà solo la già gigantesca presa per il culo.
Scusate la terminologia, ma mi sono limitato semplicemente a scrivere una parola, mentre il governo quel certo atto a danno degli italiani l'ha già praticato e continuerà, purtroppo, a praticarlo. Ho quindi osato mettere nero su bianco la parola culo - peraltro di uso molto comune - perché mi sono detto: se gli italiani rimangono zitti e immobili subendo l'atto vero e proprio, perché mai dovrebbero offendersi se io faccio solo uso della parola e non compio l'atto? 
E se anche la chiesa e il Papa - sempre così pronti e tempestivi a condannare coloro che commettono "peccato" -  non hanno per niente stigmatizzato l'atto osceno del Governo, perché mai allora dovrebbero condannare me per l'uso, in questo caso appropriato, di una parola che si limita a identificare una certa parte posteriore dell'anatomia umana?

Elia Menta

martedì 27 dicembre 2011

CRACK DISORDINI DECLINO - PER L'EUROPA RITORNO ALLE MONETE NAZIONALI



Stante il conclamato fallimento dell'euro è ormai imminente per i paesi dell'EuroZona il ritorno alle vecchie monete. Per l'Italia significa il ritorno alla lira. 
Il passaggio potrebbe essere pilotato riducendo quindi gli effetti negativi che un passaggio "selvaggio" comporta, ma i professori del governo e gli inquilini del parlamento, per motivi che non stiamo qui ad elencare, non lo faranno. 

Preparatavi ad affrontare almeno un decennio di grandi sacrifici, sofferenze e avversità.
Non fate i soliti italiani, preparatevi. E bene. Anche psicologicamente. Anzi, soprattutto psicologicamente.

Elia Menta

L'ECONOMIA E L'INFELICITA' DEGLI UOMINI - TIZIANO TERZANI


Per correr dietro montagne d'illusioni l'uomo ha smarrito sé stesso.

lunedì 26 dicembre 2011

Ora sappiamo cosa voleva dire Bini Smaghi. Saltiamo, e lui è saltato.

Ora sappiamo cosa voleva dire Bini Smaghi. Voleva dire Saltiamo in aria, è confermato. Draghi si assuma le responsabilità. Voglio che si metta agli atti che io mi ero dissociato”. E salta come i topi dalla classica nave. Precisamente questo. Saltiamo in aria.
Ieri è trapelata una notizia che non può più lasciare incertezze. La notizia è questa: la Swift, che è l’agenzia belga che gestisce i codici elettronici per le transazioni finanziarie (si legga codice Swift, Iban ecc.) è stata contattata da due banche di “stazza globale” che le chiedevano di fornirgli i vecchi codici per i sistemi di gestione delle vecchie valute europee, cioè Drakme e Lire. Cioè: diteci i codici per tornare a scambiare Drakme e Lire nei pagamenti. Non so se si è capito. Sanno che saltiamo in aria, si stanno preparando alla nostra uscita dall’Euro, all’esplosione dell’Eurozona, adesso, oggi. Sto parlando di quelli che le cose le sanno davvero, non i politici che voi ascoltate, ma le mega banche. E non solo.
Il governo britannico ha dato ordine alle sue forze di sicurezza di preparare l’evacuazione di emergenza dei cittadini inglesi da Spagna e Portogallo, nel caso di “una implosione delle banche” di questi due Paesi.
Fonte: il Wall Street Journal.
Ancora: i tassi sui titoli di Stato britannici a 10 anni hanno toccato ieri il minimo storico dal 1890. No, non ho sbagliato a scrivere, non è 1980, ma proprio 1890. Mettete le due notizie insieme: chi sa le cose, sa che l’Euro salta in (almeno) Italia e Grecia; chi sa le cose, si avventa sui titoli di Stato della Gran Bretagna che ha moneta sovrana, se ne frega dell’enorme debito pubblico inglese (149,1% del PIL, fonte: The Office for National Statistics UK) e li compra mentre si liberano dei nostri. Il governo inglese vede crollare i tassi che paga (per loro fortuna), i nostri schizzano alle stelle (per nostra rovina).
Ancora: le grandi banche francesi sono fallite, sono già fallite, perché chi sa le cose, sa che la loro esposizione al debito italiano e greco è enorme, impossibile da saldare per Italia e Grecia con la moneta Euro, e soprattutto impossibile da saldare perché noi saltiamo in aria. La maggiori banche italiane falliranno con le francesi, che si trascineranno le tedesche, le austriache e poi tutto il resto. Per salvare le banche, occorrerebbe un Quantitative Easing (un salvataggio fatto dalla Banca Centrale Europea a forza di denaro pompato nelle riserve delle banche fallite) nell’ordine di dieci volte i miseri 489 miliardi di Euro che Draghi gli ha messo a disposizione. (non sarebbero soldi dei contribuenti, come erroneamente tutti strillano, ma semplicemente denaro inventato dal nulla dalla BCE a fronte di collaterale delle banche)
Bini Smaghi questo chiedeva ieri l’altro. Ma salvare le banche non è solo immorale (andrebbero nazionalizzate, e poi salvati i non-speculatori e le aziende), è anche inutile, perché anche se le banche si ritrovassero con le riserve piene di soldi, non tornerebbero a prestare a economie ridotte da straccioni dalle politiche di austerità che ci hanno imposto. Risultato: le banche ci fanno fallire sia che le si salvi, sia che non lo si faccia e le si lasci fallire.
A fronte di questo, ecco cosa ha fatto Draghi. Nulla, anzi, ha ribadito il suo NO al salvataggio dei titoli di Stato dei Paesi come Italia e Grecia: “La scorsa settimana, la Bce ha praticamente azzerato l'acquisto di titoli di Stato sul mercato secondario” (fonte Il Sole 24 Ore). Tradotto per tutti: il nocciolo del reattore nucleare sta fondendo, Draghi si è girato dall’altra parte, e nel farlo ha anche chiuso i circuiti di raffreddamento del nocciolo. Saltiamo in aria, si torna alla Lira ma senza un’economia da sani di mente come la Modern Money Theory, cioè sarà un macello sociale mai visto in 60 anni. Questo è ciò che ci aspetta al 99,9%. Saltiamo e la Swift lo sa bene, le banche lo sanno bene.
p.s. (E se invece accade lo 0,1%? In quel caso faranno l’Euro a due velocità, cioè la kosovizzazione dell’Italia, stesso macello, nulla cambia. Oppure la BCE soffoca Draghi nel suo bagno, e compra titoli dell’Eurozona sborsando 5 o 10 mila miliardi di Euro, non 211 miliardi come ora. Ma anche questo sarà solo un tampone che non dura. Perché il dramma è l’Euro in sé. E' L'EURO. 
Mi fermo qui, mancano poche ore a tortellini e panettone. Ma io sono un giornalista...) 

Paolo Barnard
25.12.2011

domenica 25 dicembre 2011

INTERMEZZO - CELEBRATION CHI HA PAURA DELLA NOTTE


Ottima musica anni '70 con l'indimenticabile PFM.
Oggi invece predomina la musica che altera le funzioni cerebrali. 

sabato 24 dicembre 2011

__________SE LA GENTE USASSE IL CUORE

PREGHIERA A GIORGIO NAPOLITANO


Egregio Signor Giorgio Napolitano,

la preghiamo con tutto il cuore, la smetta. 
La smetta di impaurire gli italiani con le sue continue uscite;
la smetta di pensare che gli italiani sono tutti sciocchi e creduloni; 
la smetta con i suoi "possiamo farcela" quando milioni di italiani sono depredati proprio dalle istituzioni che lei sostiene di rappresentare;
la smetta di raccontare non-verità;
la smetta di fare gli interessi della finanza;
la smetta di tradire il popolo italiano.

La preghiamo di ritrovare il vero amor patrio, non quello ipocritamente sbandierato;
la preghiamo di ritrovare la coscienza morale degna di un Presidente della Repubblica;
la preghiamo di essere davvero vicino al suo popolo;
la preghiamo di pensare a coloro che soffrono, a coloro che non hanno un lavoro, a coloro che rischiano di perderlo, a coloro che il lavoro ce l'hanno precario;
la preghiamo di pensare ai milioni di piccoli imprenditori, artigiani, commercianti, al popolo delle partite iva;
la preghiamo di pensare al futuro dei nostri giovani, alla loro istruzione, all'accesso all'istruzione;
ma la preghiamo di pensare anche al presente dei nostri anziani pensionati a cui sono stati scippati, dal quel Monti da lei "nominato", euro necessari alla loro sopravvivenza.

La preghiamo di fare IL NOSTRO PRESIDENTE
E NON IL RAPPRESENTANTE DI INTERESSI CONTRAPPOSTI AI NOSTRI.

La preghiamo di avere uno scatto di orgoglio e tornare ad essere libero da nefaste influenze e imparare ad amare davvero l'Italia e gli Italiani.

Lo faccia. E allora sì che passerà alla storia e rimarrà nei nostri cuori.

Buone feste a Lei e alla sua famiglia

Con affetto. 
Elia Menta

L'AMICIZIA



Dedicata a TUTTI i miei amici.

Buone Feste


venerdì 23 dicembre 2011

PAOLO FERRARO: LETTERA APERTA AL CSM


Torneremo a parlare del Progetto Monarch. Ricordate: nulla è come appare! 
Siate amanti della ricerca e della verità. 



Ivan Heyn suicidato? Mah!



I personaggi scomodi, o comunque ingombranti, fanno spesso strane morti, il più delle volte "suicidandosi". Altre volte vengono coinvolti in scandali a sfondo sessuale (che poca fantasia ma visto che la massa beve le notizie perché smettere?) che ne decretano il suicidio politico o d'immagine. Altre volte ancora, come nel caso di Ivan Heyn, si mettono insieme le due cose: suicidio, dicono si sia impiccato, o gioco sessuale finito male. 
Heyn era un giovane economista - 34 anni - sottosegretario al Commercio Estero del Governo argentino e si trovava a Montevideo, Urugay, dove è stato trovato impiccato in una camera d'albergo, per partecipare al vertice del Mercosur (Mercato comune dei paesi del sud America).


Elia Menta


Questo il commento di Mauro (lo trovare nei commenti). 

Ha sfidato il Fondo Monetario Internazionale : Un anno e mezzo fa, nel corso di una riunione del Fondo Monetario Internazionale, si era scontrato con Strauss Kahn rifiutandosi di accettare e seguire le indicazioni del fondo che vedevano con preoccupazione l’alta inflazione in Argentina (circa il 30%).

Due giorni fa uscendo da una riunione ristretta con i delegati del Fondo Monetario Internazionale, l’economista ha pronunciato la frase “io questo non lo posso proprio fare”. Da quel momento è sparito e nessuno l’ha più visto.
Dieci ore dopo è stato trovato impiccato nella sua suite dell’albergo.

Questo il suo pensiero espresso rispondendo ad una conferenza stampa:
Che cosa me ne importa a me di avere una inflazione al 3% come avete voi in Europa essendo infelici tutti, se io posso dare felicità alla mia nazione con una inflazione al 30%? Lo so da me che va abbassata, ho studiato economia anch’io. Lo faremo. Ma lo faremo soltanto quando ci saremo ripresi tutti. Non prima. La felicità ha valore soltanto se può essere condivisa collettivamente, è una teoria economica, questa, e mi meraviglio che lei che viene dal Primo Mondo non lo sappia. La felicità per pochi privilegiati, non è vera felicità, è avidità bulimica. E’ un peccato mortale.[...]


IL MONOPOLIO DEL MAGICO

L'ho ricevuto, via posta, proprio alcuni minuti fa. E' il nuovo libro, fresco di stampa, dell'amico Guido Sgaravatti che ringrazio di cuore per lo speciale dono natalizio. 
"Possono essere molti i motivi per cui si inizia a scrivere un libro; lascio volentieri al lettore il compito di elencarli. Quello che a me interessa sapere sono le ragioni per cui io sento la necessità di scrivere un libro - di cui a momento conosco solamente il titolo: Il Monopolio del Magico - che mi si impone da dentro senza che io lo voglia. So che le pagine che scriverò verranno poi da sole. Dovrò parlare di monopolio e di magico. Guardandoli da lontano, con distacco, sembrano concetti in grado di litigare tra di loro ma le conciliazioni sono sempre possibili. Il monopolio è freddo, razionale, sa di condizionamento economico, mentre il magico è tra i concetti uno dei più roventi e nebulosi.
Non sarà compito facile farli accomodare."

"La magia pervade la religione, la politica, il mercato, l'arte, la finanza e la scienza e non va confinata a livello di gioco superstizioso.
Il monopolio del magico è stato difeso al costo di milioni di vite umane nel corso dei secoli e questo testo mira a svelare ciò che non viene pubblicamente detto."

Titolo: IL MONOPOLIO DEL MAGICO
Autore: GUIDO SGARAVATTI
Editore: CLEUP
Pagine: 272


Guido Sgaravatti (Abano Terme - 1925) è pittore, scultore.

Interessato alla psicologia del profondo, è studioso di Yoga dall'immediato dopoguerra.
Tra le sue pubblicazioni: La logica dell'irrazionale (1978), Patañjali / Yoga-Sutra (traduz. e commento, 1992), Vedere la mente (2002), Il mito di Tara Verde (2005), Il Pianeta dei Folli (2008).


Elia Menta

2008: CRISI ECONOMICA GLOBALE. COME ACCADDE DAVVERO?


Comprendere come pochi individui senza scrupoli - tirando i fili della finanza internazionale - possono mettere in crisi il mondo, impoverire i popoli, minare le fondamenta delle istituzioni democratiche, preparare il terreno alla più strisciante delle dittature. Il tutto nella più totale acquiescenza delle masse che, simili a zombie, vengono astutamente distratte, agevolmente manipolate, sistematicamente spaventate, diabolicamente derubate.

Bravi loro, fessi noi. E siamo solo all'inizio. 
"Il bello deve ancora venire", diceva quello. 

Elia Menta

mercoledì 21 dicembre 2011

IL FARE



Monia Benini per Voi. 
Guardate e Ascoltate. Attentamente.

IL PIANO FURTIVO DI DRAGHI

Mario Draghi ha elaborato un piano per togliere dall’incudine il sistema bancario dell’UE e per tirare una martellata sui rendimenti delle obbligazioni sovrane allo stesso tempo. Il direttore della Banca Centrale Europea ha annunciato di voler lanciare il 21 dicembre un programma emergenziale di assistenza alla liquidità, che fornire prestiti “illimitati” alle banche in difficoltà a tassi minimi (1 per cento) fino a tre anni.
Gli analisti di mercato credono che Draghi stia creando un incentivo destinato alle banche per acquistare obbligazioni sovrane ad alto rendimento dai paesi con problema del debito utilizzando denaro a poco prezzo che prendono in prestito dalla BCE. Se, ad esempio, una banca contrae un prestito per 5 miliardi di euro all’1 per cento e compra lo stesso valore di debito italiano a dieci anni, avrà un guadagno netto del 7 per cento dallo scambio. È un inatteso carry trade, un sussidio diretto dalla banca centrale. I prestiti della BCE sono istituiti per alleggerire gli stress per le banche affamate di liquidità e allo stesso tempo abbassare il costo di finanziamento di quei governi che sono mazziati dalla crisi del debito. 

Il piano di Draghi è in effetti una sorta di alleggerimento quantitativo fatto entrare dalla porta di servizio, la principale differenza è che le banche vengono usate come intermediari dell’acquisto di bond. Ma, alla fine dei conti, è la stessa cosa, il che vuole dire che la BCE ha stampato soldi in cambio di collaterali rischiosi che stanno rapidamente perdendo di valore. Il metodo fu già introdotto dalla Fed quando rilevò 1,45 trilioni di riserve di titoli appoggiati sui mutui (MBS) che erano posseduti dalle banche statunitense. Tre anni dopo non c’è ancora alcun mercato per queste fetenzìe indesiderate che hanno gonfiato i bilanci della Fed di oltre due trilioni di dollari.

Draghi ha dovuto mininizzare quello che sta facendo per ragioni politiche. Una qualsiasi voce riguardo un alleggerimento quantitativo farebbe infuriare gli evangelisti dell’hard money alla Bundesbank. E così la BCE ha diffuso un comunicato stampa che minimizza in modo estremo gli impatti e le dimensioni potenziali del programma dicendo che è solo progettato “per sostenere i prestiti bancari e l’attività del mercato monetario”.
Esatto. Draghi deve anche nascondere il fatto che la nuova struttura elude “la clausola di non salvataggio” (Articolo 123) del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea. Alla banca centrale è strettamente proibito di fornire un finanziamento monetario agli stati membri. Me, come abbiamo visto, il programma è destinato a spostare i capitali verso il debito sovrano, fornendo quindi un supporto fiscale ai governi. In altre parole, l’astuto Draghi sta eludendo le regole e sta furtivamente attuando operazioni da “prestatore di ultima istanza. Ce n’è abbastanza per mettere in agitazione parecchie persone a f Berlino.
Se il piano di prestiti alle banche per acquistare obbligazioni sembra particolarmente tortuoso, è perché lo è davvero. Draghi sta cercando di costruire una plausibile negabilità per le sue iniziative. Ma i politici sanno cosa sta succedendo. Basta ascoltare cosa ha detto il presidente francese Nicholas Sarkozy quando la BCE ha rilasciato il suo primo annuncio. Questo viene dalla Reuters:
Il Presidente francese Nicolas Sarkozy ha detto che l’aumento di dotazione di fondi della BCE significa che i governi dei paesi come Italia e Spagna possono contare sulle proprie banche per acquistare le loro obbligazioni. “Ciò significa che ogni stato può affidarsi alle proprie banche, che avranno liquidità a loro disposizione”, ha riferito Sarkozy ai giornalisti alla riunione di Bruxelles. (Reuters)
Capito? Sarkozy sa cosa sta succedendo ed è d’accordo. Probabilmente si sta anche immaginando che i prestiti non verranno mai ripagati totalmente. E come potrebbero ? la gran parte del debito che la BCE accetterà è stato massicciamente inflazionato negli anni della bolla. I prezzi del debito sovrano potranno abbassarsi come successo ai prezzi delle case negli Stati Uniti. In altre parole, non saranno restituiti. La BCE verrà soffocata da una gigantesca e puzzolente sfilza di asset tossici, come gli asset-backed securities (ABS) con una sola A, tra cui figurano i mutui per l’acquisto di case e i prestiti alle piccole imprese. Alla fine le perdite verranno passate ai contribuenti dell’eurozona proprio come le perdite della Fed verranno passate ai contribuenti statunitensi. Non ci sarà alcuna differenza.
Nel frattempo, Draghi avrà portato un po’ di respiro all’affannato sistema bancario dell’UE e posticipato la sua morte certa. È degno di nota il fatto che i mercati finanziari sono al momento congelati e le banche non sono in grado di vendere azioni; per questo sono effettivamente diventate distretti della BCE. Solo la settimana scorsa le banche dell’UE hanno preso a prestito 292 miliardi di euro dalla BCE con altri 41 miliardi di finanziamenti a un mese. Se non ci fosse l’ancora di salvezza della banca centrale, il sistema sarebbe già in agonia.
Quello che sta accadendo alle banche dell’UE avvenne anche alle banche statunitensi dopo lo scoppio della bomba a tempo dei mutui subprime. Quando la loro scorta di titoli basati sui mutui (mortgage-backed securities, MBS) ha dovuto subire una serie di downgrade, la loro protezioni sui capitali si stava deteriorando e i bilanci andavano in rosso. Molte delle maggiori banche della nazione erano tecnicamente insolventi. Poi arrivarono il TARP e il QE1 e poi sapete il resto. Questo è il motivo per cui Draghi sta facendo del suo meglio per fornire alle banche una pronta infusione di liquidità. La situazione sta peggiorando giorno dopo giorno e i politici non sono stati in grado di attivare con successo una qualsiasi delle tre strutture proposte per i prestiti di emergenza: l’EFSF, l’ESM o la struttura da 200 miliardi di dollari del FMI. Tutte e tre sono ancora in fasi diverse di incubazione, e per questo Draghi ha l’onore dell’azione.
Ovviamene, la cosa più logica da fare sarebbe riconoscere che eravamo in presenza di una mostruosa bolla dei prezzi degli asset e agire di conseguenza; ridurre il valore delle obbligazioni in mano ai possessori, falcidiare i detentori di azioni, ristrutturare le banche e fornire sostegno al debito garantendo tassi di interesse sostenibile. Ma ciò non accadrà mai, perché la grande finanza ha un controllo asfissiante sul sistema, e questo è il motivo per cui Draghi – un ex direttore di gestione di Goldman Sachs – sta tirando le file. Non ci sarà nessuna ristrutturazione bancaria o nessun haircut, soprattutto se Draghi non ne fa mai menzione, ma solo altri salvataggi fino a distanze siderali.
Quindi, quanti collaterali farlocchi si prenderà la BCE?
Bene, secondo il blog del Financial Times (FT.Alphaville), ci sono circa 7,1 trilioni di euro di prestiti alle grandi e alle piccole e medie imprese nei bilanci delle banche dell’eurozona. E sono sette trilioni con la “T”. Ecco un estratto dal post:
[…] Pensavamo che avrebbe condiviso con voi i pensieri di Goldman su quanto valutare questi prestiti concessi alle grandi e alle piccole e medie imprese come collaterali. È una quota molto al di sotto dei 7,1 trilioni di euro, ma si tratta comunque di un grosso cambiamento:
Dal report di Goldman: “Non è chiaro quanti di questi 7,1 trilioni di dollari alla fine verranno considerati collaterali. Ciò dipende in primo luogo dal limite dimensionale (per i prestiti individuali) e dal rating minimo IRB [Internal Rating Based] […] ma le prime aspettative sono per una quota che va tra 20% e il 50% di prestiti alle grandi aziende che verranno presi come collaterali, prima che vengano praticati gli haircut.” (“Let there be credit claim collateral”,ft.com/alphaville)
Quindi la BCE potrebbe decidersi a una grande espansione dei propri bilanci, forse per una cifra pari ai tre trilioni di euro di fanghi tossici e senza mercato che andrà a ripulire dai bilanci delle banche. Nel frattempo, le banche dissipatrici che hanno provocato il macello con i loro prestiti avventati e una povera gestione del rischio faranno soldi scambiando i titoli italiani e spagnoli ad alto rendimento con prestiti a basso tasso di interesse dal dissimulatore Draghi.
Ci sono in ogni caso gli scettici, quelle persone che non credono che la magia miracolosa di Draghi spinga le banche a comprare più debito sovrano. Date un’occhiata l’International Finance Review:
È improbabile che le banche vengano in aiuto dei paesi appesantiti dal debito, e molte hanno già in progetto di ignorare le pressioni politiche per dover utilizzare il denaro a poco prezzo fornito dalla Banca Centrale Europea per finanziare gli acquisti di obbligazioni sovrane. […]
Bruciate dalle perdite con la Grecia e sotto scrutinio degli azionisti, le banche hanno tagliato le proprie esposizioni verso i debiti sovrani più deboli d’Europa nei mesi recenti. I banchieri di primo piano dicono che taglieranno ancora, malgrado le pressioni per utilizzare i prestiti a lungo termine ora messi a disposizione dalla BCE per comprare il debito governativo come parte di carry trade sancito ufficialmente.
Quando gli investitori ti chiedono costantemente cosa hai sui libri contabili e il consiglio di amministrazione ti dice di ridurre la tua esposizione, non conta niente l’aspetto economico dello scambio”, ha detto il tesoriere di una della più grandi banche europee. “Se comprerò obbligazioni italiane? No.”
Questo punto di vista riecheggia i commenti del direttore esecutivo di UniCredit Federico Ghizzoni, che questa settimana ha detto ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa che usare il denaro della BCE per comprare debito governativo “non sarebbe logico”. La banca è stata tradizionalmente una dei maggiori acquirenti di titoli di Stato italiani, e ne ha quasi 50 miliardi sui propri bilanci.
Un simile approccio ha inferto un duro colpo ai politici europei, che avevano sperato nell’utilizzo del denaro della BCE da parte della banche per poter guadagnare dal carry trade, aiutando nel frattempo i governi.” (“Banks resist European pressure to buy government, IFR)
Ma, anche se il tortuoso salvataggio di Draghi potrebbe funzionare, non si tratta di un affare già fatto. Le banche sono sempre più restie dal caricarsi di bond governativi che stanno rapidamente perdendo quota. Le banche dell’UE sono già appese a un filo per i 650 miliardi di euro di passività solo per quest’anno. Ci vogliono sprofondare ancora di più?
Forse sì e forse no. Non lo sappiamo per certo fino all’avvio delle Operazioni di Rifinanziamento a Lungo Termine di Draghi (LTRO) del 21 dicembre. Sarà quando i nodi giungeranno al pettine.
Se il piano avesse successo e se gli interessi sui debiti sovrani dovessero calare mentre il sistema bancario viene lentamente nutrito fino a tornare in salute, in quel caso le azioni di Draghi saliranno di molto. In effetti, è lui l’uomo più potente in Europa perché sarà in grado di dettare la politica economica semplicemente aggiustando la quantità di debito sovrano che accetterà come collaterale dalle banche. Questo è l’obbiettivo nascosto di questa struttura di emergenza per la liquidità, quello di mettere la grande finanza in posizione privilegiata così da poter imporre misure di austerità al cilicio alle nazioni inguaiate dal debito grazie alla manipolazione forzosa dei rendimenti dei bond. È un modo infallibile per travolgere i governi rappresentativi e per affidare le leve del potere ai banchieri non eletti. Ma allora, non c’è proprio niente di nuovo, giusto?
DI MIKE WHITNEY
Counterpunch
(TRADUZIONE A CURA DI COMEDONCHISCIOTTE)

martedì 20 dicembre 2011

Ma il parlamento non è in conflitto d'interessi quando vota leggi relative alla retribuzione dei parlamentari?



La nostra più grande paura è di essere potenti al di là di ogni misura

La Bce aiuta le banche. E le banche aiutano noi…



Probabile che l’affermazione sia passata inosservata, e già questo la dice lunga sulla pessima abitudine a dare moltissime cose, anzi troppe, per scontate. Dice Draghi: la Bce deve finanziare le banche con misure straordinarie «per dare la possibilità agli istituti di continuare a prestare a imprese e famiglie».
Tecnicamente è corretto. Complessivamente è fuorviante. L’impressione che si cerca di dare, e non è affatto la prima volta, è che le banche siano delle istituzioni quasi solidaristiche le quali, bontà loro, hanno come scopo principale (e massima soddisfazione) la fornitura di denaro a chi ne ha bisogno. O meglio: non tanto a chiunque – tipo lo speculatore che se ne servirà per un’operazione di Borsa, oppure chi è già ricco di suo ma trova vantaggioso farsi anticipare una certa somma e diluirne nel tempo il rimborso – quanto alle «imprese e famiglie». Ovvero, nell’immaginario collettivo, la parte più sana della società. Le famiglie come estensione dell’individuo nella sua sfera personale e affettiva. Le imprese come motore di quell’economia produttiva che è talmente utile da risultare irrinunciabile.
E le stesse banche, quindi, come angeli custodi delle une e delle altre: maestose e tuttavia discrete, equanimi nel giudizio e nondimeno misericordiose nel portare soccorso, circonfuse di luce sovrumana e con appese alle ali, eccezionalmente ampie e robuste, una miriade di sacchetti colmi di monete. O piuttosto di fruscianti bigliettoni. Oppure ancora di documenti che attestino l’apertura di una congrua linea di credito, in ossequio alle recenti disposizioni sulla tracciabilità e alla più generale battaglia per abbandonare il denaro contante in favore di quello elettronico, e virtuale.
Una classica operazione propagandistica. Che per un verso utilizza le stesse tecniche degli spot commerciali, senza peraltro qualificarsi apertamente come messaggio  pubblicitario, e che per l’altro fa leva sull’autorevolezza del personaggio. L’intento, che d’altronde è analogo a quello che si cerca di ottenere anche per la Bce, è di farlo percepire come un soggetto indipendente e super partes. Un uomo delle istituzioni, anziché un esponente di vertice di quel mondo finanziario che è il primo responsabile della crisi tuttora in corso. Non solo un esperto di prim’ordine, cosa che ne fa un Tecnico (con la maiuscola) della medesima, magnifica tempra di un Monti, ma un individuo probo e quanto mai affidabile anche in senso etico. Ergo, il testimonial ideale.
Chiarito il meccanismo comunicativo, o se si preferisce manipolativo, torniamo al contenuto. All’idea delle banche che non vedono l’ora di rendersi utili erogando prestiti a tante brave famiglie e a tanti operosi imprenditori. Non già, come si ostinano a ritenere alcune minoranze palesemente prevenute, a meri fini di lucro, e con metodi che sono già alquanto discutibili nella fase istruttoria e che non di rado diventano brutali in caso di ritardi, o peggio, nella restituzione delle somme dovute. Al contrario: per puro, o prevalente, spirito di collaborazione, come può constatare chiunque abbia necessità di una somma e non disponga di adeguate garanzie…
Draghi torna a raccontarci la versione più edulcorata e fittizia. Quella che confonde l’utilità incidentale e accessoria della funzione creditizia con le motivazioni di chi la svolge. Un conto è che le banche servano anche alla popolazione nel mentre perseguono i loro obiettivi di profitto; ben altro è che tale servizio costituisca una priorità e anteponga i riflessi positivi che può avere sul piano sociale al tornaconto dei banchieri e dei loro soci.
La differenza è decisiva. Perché da un lato ci ricorda che le banche sono degne di una qualche tutela solo rispetto a questo specifico aspetto della loro attività, visto che altrimenti si (s)qualificano come strutture finanziarie di investimento privato, che non vanno certo aiutate ma sorvegliate attentamente, se non addirittura vietate tout court. E perché dall’altro ci spinge a chiederci come mai un settore tanto delicato, e remunerativo, debba essere consegnato nelle mani dei privati, invece che mantenerlo in ambito pubblico o, se non altro, incentivarne la gestione da parte di cooperative ispirate agli autentici principi della mutualità.
È un’intera ottica, a dover essere ribaltata. L’inefficienza dello Stato non è un destino, così come le liberalizzazioni e le privatizzazioni non sono un toccasana. Il vero vizio è nell’egoismo che acceca. E che, proprio come nelle banche, induce a preoccuparsi solo delle cifre. A scapito delle persone. A scapito dei popoli.

Federico Zamboni
20.12.2011

Napolitano: predicare bene, razzolare male

lunedì 19 dicembre 2011

Madredeus


Una voce Divina che riappacifica col mondo e dona nuova linfa alla vita.
Una iniezione di armonia e serenità.  

Le buone idee come nascono?

DAI VOCE ALLA TUA VOCE




Un video per la crisi, un video per te per la tua famiglia, ma soprattutto un video per capire ciò che siamo, ciò che siamo diventati... 
Inermi e passivi a tutto ciò che comporta il modo imposto di vivere.
SE TI RISPECCHI IN QUESTO VIDEO CONDIVIDI GRAZIE.

By Igienista Mentale

COME INVENTARE MALATTIE E CREARE FALSI AMMALATI



In nome del denaro (e del potere) big pharma agisce senza scrupoli anche quando in gioco c'è la salute dei cittadini. 
Il documentario presenta prove inconfutabili di come il sistema funziona  e di quali complicità e connivenze esso si avvale. 
Un documento video da diffondere senza esitazione.

Elia Menta

PERCHE' IL CAPITALISMO E' IN CRISI


Il sistema capitalistico è alle corde e il suo crollo dato ormai per scontato. 
Ma quali sono le sue contraddizioni interne? E quali le sue perversioni? 

MONTI, NAPOLITANO E IL TERRIBILE SOSPETTO

Per la prima volta il paese vive intensamente, sempre più intensamente, il  terribile sospetto di essere tradito dal suo governo in carica, col presidente della Repubblica che appoggia gli atti politici del medesimo governo e ne co-assume quindi le responsabilità morali, politiche e giuridiche. Tradito in favore di potentati finanziari privati e predatori, causa e beneficiari dell’attuale dissesto, e degli interessi di una Germania sopraffattrice che strumentalizza le istituzioni europee nel proprio egoistico interesse, sfruttando il fatto di essere il paese più potente, con grossi avanzi commerciali, finanziatore di altri (Francia), quindi in condizione di dirigere il gioco dell’UE a proprio comodo.
Berlusconi poneva platealmente problemi di rapporti con la mafia, di corruzione politica e morale, se non addirittura di perversione o psicopatia, ma non di fare una politica intesa a danneggiare programmaticamente l’Italia per favorire lo straniero. Mai un governo aveva suscitato questo problema come problema centrale, nemmeno il precedente governo di uomini della Goldman-Sachs, che però aveva lavorato per arrivare dove siamo oggi. In realtà tutti i governi hanno applicato le ricette dettate dalle mendaci dottrine neoliberiste e neomonitariste, i dogmi della liberalizzazione finanziaria, della finanziarizzazione dell’economia, e della riduzione della spesa pubblica come mezzo di risanamento – con tutto quanto ne è derivato. Quindi tutti i governi, consapevolmente o no, hanno lavorato in questo senso. Però solo oggi divengono percepibili a vasti strati sia i meccanismi azionati, che le intenzioni e i tornaconti. E solo oggi, in parlamento, in politica, nei mass media, si dà voce al sospetto che sia in atto un vero e proprio tradimento del paese da parte di chi ne ha assunto la guida, anche in relazione alla sua storia concreta, legata a Goldman Sachs, Gruppo Bilderberg e Trilateral Commission, cioè alla cupola mondiale dei poteri finanziari forti.
Di fatto, in una situazione di recessione in atto e dovuta non certo a mancanza di capacità produttiva o di domanda potenziale di lavoro e di consumi, bensì a carenza di liquidità, il governo Monti sta togliendo quel poco di liquidità che ancora restava, così da assicurarsi che la recessione continui e che non se ne esca, e che quindi si crei in breve un’emergenza occupazionale, soprattutto per i giovani, una recessione sicuramente superiore al 2%, un calo delle entrate, un avvitamento fiscale. Monti stesso ha dichiarato che le crisi, le emergenze, sono utili, perché con esse si possono guidare i popoli verso i cambiamenti desiderati.
E così, a quel punto il governo sarà “costretto” a privatizzare e liberalizzare sottocosto per poter pagare stipendi e pensioni, e con questa emergenza potrà semi-regalare i migliori assets nazionali rimasti a quel grande capitale finanziario di cui è emanazione. Il governo dirà, per giustificarsi, che il mancato risanamento, per il quale era stato messo al potere, non è colpa sua, ma dei sindacati e delle lobbies che gli hanno impedito di attuare per intero il suo programma, e che quindi quelle categorie di oppositori dovrebbero essere ora punite con maggiori sacrifici. Alle prevedibili proteste della società civile, è prevedibile come risposta un giro di vita autoritario e poliziesco.
Perciò io oggi dico: Monti, siccome con ciò che stai facendo sai bene che incontrerai forte opposizione sociale e lobbistica, se non sei sicuro di riuscire a risanare e rilanciare il paese, con tutti i tuoi geniali interventi, dillo ora, poni le condizioni ora, per andare avanti, in modo esplicito e chiaro: domani non sarai credibile. Così chiamerei il suo bluff.
I capi partitici lasciano che il governo proceda con la sua azione, perché il governo riempie di nuove tasse la loro mangiatoia (“Qui sono tutti malviventi” dice l’on.le Razzi), e perché pensano di evitare di assumersi direttamente la cruenta responsabilità delle misure impopolari, e contando così di salvare il rapporto con l’elettorato. Forse non riflettono che perderanno credibilità e legittimazione tanto nel caso che Monti risani e rilanci – perché si dimostrerà che essi sono incapaci mentre i tecnici sono capaci – quanto nel caso, secondo me certo, che metta il paese in ginocchio: in tale caso, infatti, essi avranno la colpa di avergli consentito di rovinare e assoggettare gli Italiani.
Perciò ai politici che lo sostengono, direi: lasciate i vostri partiti, mollate i vostri segretari-padroni, fondate assieme alla Lega Nord e alle forze della (vera) sinistra non rappresentate in parlamento un parlamento popolare non bancario, alternativo. Chi oggi e domani vota Monti, quando il bubbone scoppierà, non potrà far finta di non aver capito ciò che Monti sta facendo oggi, non potrà dire di averlo aiutato in buona fede. Persino un grande leader sindacale ha detto che la manovra Monti la poteva fare anche suo zio, che non sa un tubo di economia: hanno composto un governo di accademici solo per far credere eccellente e scientifica una manovra economica di deliberata recessione. Quindi, al contrario, chi per tempo si sarà dissociato da questo governo, e avrà denunciato la sua policy, quello potrà divenire un beniamino della nazione.
Mantova, 18.12.11  Marco Della Luna
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Su questo blog sono mesi che si parla apertamente di tradimento delle Istituzioni e del ruolo decisivo svolto da Giorgio Napolitano. Ricordo, tra l'altro, un post da me pubblicato tempo fa dal titolo inequivocabile:"Presidente della Repubblica o funzionario BCE?"
Trattamento non meno incisivo è stato riservato al governo Monti e ai suoi professori e banchieri.


Quindi il sospetto di cui scrive l'Avv. Della Luna, che ho il piacere e l'onore di conoscere personalmente da qualche anno, è ben più di un sospetto: ci sono fatti precisi e un giorno magari mi prenderò cura di elencarli tutti.


Elia  menta

domenica 18 dicembre 2011

QUANDO SAREMO FRATELLI UNITI



Gloria gloria, canzone scritta da Mimmo Cavallo con Pino Aprile. 
La canzone è un inno al Regno delle due Sicilie, alla speranza che la verità possa un giorno trionfare e l'Italia unita - ibrido frutto di un'invasione vergognosa e dolorosissima - sanare le sue ancora profonde e laceranti ferite.
Elia Menta

venerdì 16 dicembre 2011

Per il mio, anzi per il NOSTRO Paese


La battaglia continua. 
Contribuite a fermare i predatori e i loro complici e conniventi per salvare il NOSTRO PAESE. 

UNA GUERRA SEGRETA



Nessuno ne parla, ma anche l'Italia è stata teatro di una massiccia guerra diplomatica combattuta dagli USA contro le produzioni agricole italiane, al fine di imporre gli OGM. La mobilitazione dei vertici USA per "uccidere i draghi" italiani (no, non quel Draghi!) ostili alle loro multinazionali.

Monia Benini

CACCIARE MONTI?

Tagli e tasse sono o non sono uno strumento di tipo idoneo a risolvere la situazione italiana, rilanciando l’economia e riducendo il debito pubblico? I mercati di cui dobbiamo curarci sono soltanto quelli finanziari, o anche quelli della produzione, del lavoro e del consumo, ossia della ricchezza reale?

Tagli e tasse di Monti (e dei suoi predecessori) considerano solo i mercati finanziari, non quelli dell’economia reale. Infatti, aiutano a far quadrare i conti nell’anno riducono il deficit di bilancio, ma riducono automaticamente anche il pil, quindi il gettito fiscale, negli anni successivi (la manovra Monti lo riduce dell’1,5% nel 2012), generando così il bisogno di aumento della pressione fiscale per compensare che rimangia il valore della manovra, lasciando un peggioramento netto. 

Inoltre, il loro effetto depressivo sul morale e sulla propensione a consumi e investimenti, aggrava la crisi dell’economia reale e stabilizza il trend discendente. Si chiama avvitamento fiscale, ed è una spirale maligna, una spirale recessiva senza via d’uscita. La Grecia ha imboccato tale via con le manovre di risanamento imposte dalla BCE e dall’UE.

I mercati sanno queste cose, prevedono che tali manovre peggioreranno la situazione, quindi sale lo spread e scende la borsa. Intanto, i dati sul pil vanno così male che se ne sospende l’aggiornamento e la divulgazione. E le aziende chiudono in massa a fine anno.
Monti stesso conosce benissimo questi meccanismi, tanto è vero che, come gli ricordano Giavazzi e Alesina, fino a prima di divenire senatore a vita e premier, raccomandava di evitare simili manovre, cioè esattamente quelle che sta eseguendo ora come premier. Ha un piano preciso.
Paesi che hanno adottato politiche di risparmio fiscale attraverso tagli massicci della spesa pubblica, come l’Italia fa da molti anni, non solo non hanno migliorato la loro situazione debitoria, ma si sono ritrovati, nel medio termine, con una spesa pubblica maggiore e un crescente indebitamento, a causa degli effetti di tale policy su istruzione, salute, manutenzione, infrastrutture, ordine pubblico, economia reale, morale generale, fisiologia complessiva del sistema-paese.
Allora la domanda diventa: perché e per chi Monti fa cose che sa nocive all’Italia? Perché Napolitano lo ha nominato? Quale dottor Morte glielo ha prescritto come rimedio?
Alla Camera, l’on.le Dal Lago, della Lega Nord, non sola, l’ha accusato di operare per conto della grande finanza internazionale, colpevole e beneficiaria dell’attuale crisi, nonché Germania. In effetti, Monti, anche con la decisione che lo Stato italiano garantisca i debiti delle banche italiane, sta spremendo questo paese per fargli pagare interessi e debiti vero lo straniero. Interessi e debiti molto discutibili.
In effetti, la priorità della politica di questo governo appare essere quella di rimborsare le banche tedesche e francesi detentrici di debito pubblico italiano. Poi, spremuto lo spremibile, la sua missione sarà compiuta, ovviamente non dovrà curarsi di essere rieletto dagli Italiani, che allora non conteranno più nulla, perché li avrà tanto impoveriti, che questi dovranno cedere tutto ciò che rimarrà loro, anche in termini di diritti, al capitale straniero, in cambio di un filo di credito e di aiuti.
Il recente audit della Fed ha svelato che essa ha emesso liquidità per 16.000 miliardi di Dollari negli ultimi 4 anni prestandoli praticamente senza interesse e senza scadenza a grandi banche speculative, che li usano per comperare i btp italiani (e di altri paesi) e lucrano a costo zero il 6-7% l’anno – ossia noi regaliamo loro il decine e decine di miliardi l’anno. Non è da stupirsi, se un governo bancario agisce in modo di far continuare questo trasferimento di ricchezza, cioè in modo che l’Italia, torchiando i propri cittadini e sbriciolando, svendendo e privatizzando le proprie imprese, onori i propri debiti verso quella finanza internazionale del Bilderberg e della Trilateral, da cui lo stesso Monti viene.
Precisamente, è in corso un processo guidato dalla Fed in cui i grandi banchieri che fanno capo ad essa stanno comprando il mondo attraverso il loro potere di emettere Dollari a migliaia e migliaia di miliardi, in segreto e a costo zero, mentre greci e italiani e altri popoli vengono sottoposti a privazioni, tassazioni e immiserimento per fare manovre di qualche decina di miliardi di Euro, perché Berlino si oppone a che la BCE si comporti da banca centrale di emissione, come la Fed, emettendo Euro come quella emette Dollari – cosa possibile, perché Dollari ed Euro sono fiat money, e perché USA ed Europa sono pieni di fattori di produzione inoperosi soltanto perché vi è carenza di liquidità.
Questo è l’assurdo: le banche centrali hanno la possibilità di emettere denaro a costo zero, e la esercitano massicciamente, per molte migliaia di miliardi, ma per darli gratis alle grandi banche affinché facciano speculazioni e crisi sempre più gravi. Crisi, ci insegnano, significa però anche anche opportunità – per chi le scatena, ovviamente. Alla gente invece si dice che il denaro scarseggia, che bisogna stringere i cordoni per evitare l’inflazione, che bisogna fare tagli, pagare più tasse, rinunciare allo stato sociale, andare in pensione verso i 70 anni.
La manovra di risanamento, in tale situazione, sarebbe presto fatta: la BCE emetta denaro vincolato a finanziare le attività produttive e di infrastrutturazione, cioè ad attivare i fattori di produzione (lavoratori inclusi), onde rilanciare la produzione, i consumi e il pil, quindi anche il gettito fiscale. Sacrifici, tagli e tasse, non solo sono inefficaci, ma sono controproducenti, sono l’opposto di ciò che gioverebbe, e bisogna essere in mala fede per insistere su di essi. Certo, bisognerebbe, anche, tagliare la spesa improduttiva, parassitaria. E separare l’attività bancaria di credito da quella speculativa. Ma anche su questo i banchieri e i loro governi non ci sentono.
Il governo Monti, dopo la sua presentazione come il governo delle genialità e dell’indipendenza, non ha solo deluso per la pochezza culturale e la distruttività delle sue manovre. Ha anche rivelato, in pochi giorni, di essere retto, in parlamento e fuori di esso, dalla combinazione del peggio, ossia, da una parte, dalla tutela della casta, della partitocrazia, dei privilegi, delle spese parassitarie e clientelari, degli interessi stranieri ed elitari, a danno del popolo italiano. E, dall’altra parte, dalla pratica di spaventare la gente e mantenerla nell’angoscia. Perché non c’era problema quando il debito pubblico era al 115% del pil, e lo spread al 3, mentre al 120%, e 5 di spread, improvvisamente, siamo sul baratro e dobbiamo farci governare dall’eletto della finanza? Ma, come dice Monti, abbiamo bisogno delle crisi per rendere i popoli malleabili: http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=1b190309063811a
E che dire di qualche suo ministro, scelto tra chi ha fatto perdere gran parte del capitale a qualche grande banca che dirigeva, ed è stato liquidato da questa a peso d’oro? Quando una banca perde moltissimo in acquisizioni di altre banche (pagandole a un multiplo del loro vero valore) o in erogazione di crediti (finanziando soggetti che si sa incapaci di rimborsarli), c’è sempre qualcuno che guadagna altrettanto.
Se c’è una cosa chiara, oramai, è che il popolo italiano non si salverà se non insorgerà e non caccerà Monti e il suo governo commissariale di banchieri-liquidatori. Ma non basterà cacciare il governo Monti: bisognerà pensionare anche chi lo ha voluto, nominato e glorificato, ossia Napolitano, il quale da giovane, aderendo al comunismo a guida sovietica, aspirava ad aprire le porte dell’Italia alla dittatura comunista, e ora, da vecchio, ha avuto l’onore di aprirle alla provvidenza finanziaria.
E non basterà: ancora più importante è liberarsi dei parlamentari e dei partiti politici che hanno dato la fiducia a Monti in parlamento: una classe politica che oramai la gente sa avere, nel suo complesso, un’unica competenza: quella del farsi i razzi suoi a spese della società – una classe politica che non può rappresentare né gestire la cosa pubblica, e va eliminata come condizione per potersi aver un’amministrazione funzionale.
Ma anche questo non è sufficiente: se pensiamo a tutto l’insieme di manovre che hanno messo il Monti al potere, al gioco dei ruoli della Commissione Europea, della BCE, della Merkel, alle agenzie di rating – e se pensiamo a come a Papandreou è stato impedito di indire il referendum, a come lo si è sostituito col governo Goldman-Sachs di Papademos (dopo che la stessa Goldman Sachs aveva aiutato, nel proprio interesse, il governo greco a taroccare i propri bilanci, producendo così l’attuale disastrosa crisi) – se pensiamo a tutto ciò, è chiaro che non ne possiamo saltar fuori nemmeno una rivoluzione di tipo francese.
Dovremmo esser capaci di uscire dell’Euro, che non è una moneta unica ma un insieme di cambi fissi come il defunto SME, senza una banca centrale che protegga i vari debiti pubblici dalla predazione speculatrice. Dovremmo uscire dall’Unione Europea, che non è l’Europa, ma uno strumento nelle mani dei forti per spremere i deboli e impedire che facciano concorrenza. Dovremmo uscire dal WTO, che ci deindustrializza inondandoci di merci scadenti. Dovremmo fare come gli islandesi, ripudiare i debiti verso le banche estere, dotarci di una banca centrale di emissione nazionale, e – prevedendo le ritorsioni del sistema finanziario globalista – renderci indipendenti non solo finanziariamente, ma anche in quanto alle materie prime, e soprattutto al petrolio. Dovremmo metterci contro quasi tutto il mondo e renderci autarchici. E tutto ciò sotto il fuoco dei potentati finanziari che andremmo a sfidare.
L’impresa è dunque impossibile, improponibile. L’architettura globale dei poteri reali è troppo vasta, alta e potente, anche militarmente. Una rivoluzione popolare in Italia o in Grecia non basterebbe perché non libererebbe dagli strumenti di dominio finanziario, che sono al di sopra dei confini e dei singoli popoli. La rivoluzione dovrebbe essere mondiale, per riuscire. Quindi è una via impossibile. L’unica via razionale è vivere la propria vita al meglio e per quanto possibile, sperando che questo “nuovo ordine mondiale” crolli per vizi interni, come sono falliti i precedenti tentativi storici di creare nuovi mondi e nuovi uomini, ossia per l’incapacità di comprendere e governare la complessità sia dell’essere umano che del sistema-mondo. Sperare che crolli, e che allora si possa iniziare una nuova partita.

Marco Della Luna
16.12.2011

Si danno arie da esperti ma poi alla prima domanda tremano e crollano



Nei salotti televisivi o dalle pagine dei loro giornali si danno arie da grandi esperti, fanno i fighetti, i saputelli, ma alla prima buona domanda tremano, arrossiscono, farfugliano parole sconnesse, mentono, si arrampicano sui vetri, crollano indecorosamente. 
Sono queste le persone di cui abbiamo paura? 

Depredati e umiliati: vita distrutta per milioni di italiani


Un grazie a torello82 per la realizzazione del video.

giovedì 15 dicembre 2011

Recessione!



Piove sul bagnato: recessione e anche caro vita. Aumentano infatti i prezzi di gas, acqua, elettricità (+ 6,3%), carburanti, trasporti (+ 6,9%). 
E la crescita promessa dal Governo dei professori ? E l'equità? 
Promesse... come al solito, come sempre. Tecnici o non tecnici si ingegnano tutti per spremerci come limoni. 

Alla faccia della crescita e dell'equità sbandierate.

mercoledì 14 dicembre 2011

Da tenere in casa. Di questi tempi è indispensabile


"Vaselina pronto uso
fa scivolar l'abuso
 il dolore attutisce
a colui che lo subisce.

Il Governo è proprio inetto
non si cura del nostro retto
quindi cari italiani
proteggiamo i deretani".

Elia Menta

Carl Gustav Jung e l'omologazione di massa