venerdì 1 agosto 2014

LEZIONE DI CONTABILITA'


– Se ricordate – Disse il Prof Innocente, – la volta scorsa abbiamo parlato di Stato Patrimoniale d’impresa. Ed oggi, il nostro Primo Della Classe ci dirà in poche parole che cos’è lo Stato Patrimoniale – disse, facendo segno a Primo di avvicinarsi.
Primo andò alla lavagna, si collocò a fianco della cattedra e cominciò: – Lo Stato Patrimoniale è un prospetto ove si iscrivono gli elementi che accrescono il patrimonio, (colonna delle Attività), e gli elementi che riducono il valore del patrimonio, (colonna delle Passività).
– Molto bene Primo. Basta così. – Primo tornò al suo posto e il Prof Innocente continuò: – Per fare qualche esempio diciamo che tra le attività mettiamo tutti i crediti verso clienti, e tra le passività, per esempio, i pagamenti per cassa, le uscite di denaro contante. È chiaro fin qui? Vediamo ora le scritture contabili che registrano la concessione di un prestito della Banca ad un cliente. Facciamo un esempio:
Al sig Ignaro viene concesso un prestito diciamo di 100. Quindi la Banca annota tra le attività: Credito verso cliente: 100
Poi una seconda annotazione sempre nell’attivo, gli interessi, per esempio 5% per periodo, un altro credito che sarà riscosso in futuro: Ratei Attivi: 5
Viene poi una terza annotazione nel passivo: Uscite di Cassa: 100 il denaro ceduto in prestito al sig Ignaro.
– Scusi, Professore – disse interrompendo l’alunno Etico – Questa scrittura è falsa!
Sissignore, è un falso contabile: Come sarebbe a dire «uscite di cassa 100"? La banca non subisce alcuna perdita di cassa. Non vi è uscita di cassa, non vi è nessuna perdita. La banca non soffre alcuna riduzione di patrimonio, tranne forse a volte una minima quantità di contanti, «moneta spicciola».
Infatti la banca, quando dice di farti un prestito, mica ti dà monete di oro o d’argento; la banca finge di cederti ricchezza: finge una perdita di ricchezza. La banca ti da un assegno circolare; oppure un libretto di assegni, una carta di credito o un trasferimento scritturale elettronico, a costo nullo per sè. La Banca non perde alcuna ricchezza. Essa mette in circolazione solo promesse di pagamento che non verranno mai pagate, oppure annotazioni contabili e basta: È solo moneta fittizia che circola come fosse ricchezza ma che in realtà è soltanto unità di misura. Nessuna scrittura contabile o titolo di credito scoperto, in alcun modo è una passività, una riduzione di patrimonio, nè una perdita di esercizio a seconda di come la vogliamo osservare. Quindi, caro Professore, la terza annotazione contabile avrebbe dovuto essere: Profitti d’esercizio: 105
La banca, invece, scrivendo tra le passività ciò che in realtà è un profitto di esercizio, o una attività patrimoniale, commette un falso contabile. Il che è un crimine che le permette di evadere le imposte sui redditi che dovrebbe pagare allo Stato.

Risulta quindi in pratica che la banca da ad intendere di cedere ricchezza, mentre in realtà non cede un bel niente. Mentre al contrario, i pagamenti delle rate da parte dei cittadini, detto «riflusso», sono vera ricchezza, dato che i cittadini sono tenuti a «restituire» ricchezza che non hanno mai ricevuto e che non esiste neppure, convogliando in realtà un flusso di ricchezza autentica e garantita da beni reali, a senso unico, dalle proprie tasche in quelle di un’associazione di raffinati delinquenti.

Quel giorno, il professor Innocente, colto da un’improvviso malore si accasciò sul piano della cattedra ingombro di volumi di Economia politica, Tecnica bancaria e di Scienza delle finanze.

Eliseo Malorgio


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