Intervista di Fabio Polese a Marco Cedolin
Nei giorni scorsi hai scritto che “sicuramente Luca (Abbà ndr) ha molto da insegnarci, anche dal letto di ospedale, perché ha rifiutato di morire dentro, come stiamo morendo tutti noi”. Giorno dopo giorno divorati dall’inutile, aggiungo io. Molta gente ha “vomitato” sentenze senza neanche farsi qualche domanda sul perché un giovane sia determinato a combattere per la salvaguardia della terra in cui è nato e nella quale vorrebbe continuare a vivere. Marco Cedolin, te che vivi in Valsusa e da tempo partecipi alla protesta contro il treno ad alta velocità, ci spieghi perché vi battete?
Fondamentalmente per una ragione molto semplice. La polazione della Valsusa desidera continuare a vivere in un “salotto” (sia pur già devastato profondamente da troppe infrastrutture pesanti) dove si può coltivare la terra, respirare aria pulita e godere di boschi e montagne fra i più belli del mondo. Nessuno aspira a trasferirsi in un “corridoio di transito”, dove manca l’acqua, la terra si trasforma in smarino tossico, l’aria è ammorbata dalle fibre di amianto e le persone si ammalano. Rifiutare la decisione d’immolare la propria vita e quella dei propri figli sull’altare del mercato, mi sembra una motivazione oggettivamente incontestabile. Poi ne esistono molte altre, il TAV brucerà il denaro dei contribuenti italiani ridotti alla fame, nella costruzione di un’opera assolutamente inutile.....e priva di qualsivoglia prospettiva di ritorno economico, ingrasserà la mafia e le banche a detrimento dell’interesse dei cittadini, e potremmo continuare a lungo su questa falsariga.
In molti dei tuoi articoli scrivi, che dietro la costruzione della tratta per il treno ad alta velocità, c’è la “mafia del cemento”. Cerchiamo di essere più chiari…
Dietro alla costruzione di tutte le grandi infrastrutture esistono tutta una serie di soggetti (che per semplicità sono uso definire mafia del cemento e del tondino) che traggono dalla costruzione dell’opera utili miliardari, a fronte di un solo soggetto (il cittadino) che viene deprivato della propria capacità finanziaria, per sostenere economicamente la cementificazione. La mafia del cemento e del tondino non è composta solamente dai clan mafiosi che pur esistono e sono presenti in maniera radicata sul territorio, ma anche dai partiti politici, dalle banche, dagli industriali d’accatto e da tutti quei soggetti che ricaveranno dall’operazione pesanti utili finanziari. Desidero sia ben chiaro che gli utili derivano dalla mera costruzione dell’opera e non dalla sua gestione che comunque sarà in perdita e peserà sulle spalle del contribuente.
Mi è capitato di leggere di tutto. Su internet ho letto che il “movimento no tav” cercherebbe il morto essendo strumentalizzato non so da chi e da cosa. Credo che questi siano pensieri molto pericolosi e sintomo di una visione della realtà errata. Il “movimento no tav” esiste da oltre vent’anni, una volta per tutte, ci dici chi c’è dietro a questa protesta?
Dietro questa protesta ci sono i cittadini valsusini che difendono la terra in cui vivono e moltissime persone residenti in tutta Italia che hanno ormai ben compreso quale truffa alligni all’interno di un progetto demenziale come quello per i treni ad alta velocità. Non ci sono partiti politici o politicanti impegnati a costruirsi una carriera, così come non ci sono lobby d’interesse di qualsivoglia natura, ma solo cittadini, che non vogliono “il morto” ma desidererebbero vivere in pace nel loro territorio. Davvero qualcuno pensa che sia divertente sacrificare il proprio tempo ed i propri affetti ad una causa che ti porta a rimanere in strada, con il rischio di venire picchiato e arrestato, per decine di ore, sotto il solleone, così come nelle gelide notti d’inverno? I partiti ed i mestieranti della politica hanno spesso tentato (e altrettanto spesso riprovano) di cavalcare la protesta, al fine di governarla ed utilizzarla a proprio beneficio, ma fortunatamente sempre con scarso successo.
Sei sicuro? Sempre oggi ho letto che i “no tav” sono solo antagonisti che vogliono giocare a fare la guerra…
Si legge anche che la scure fiscale dell’usuraio Mario Monti farà salire il pil del 12% negli anni a venire e che in Siria i contractors finanziati dagli USA, dalla UE e da Israele rappresenterebbero il popolo siriano. Questo non è un problema di antagonismo, ma di cattiva stampa, quale si manifesta regolarmente il circo mainstream.
Ma poi chi l’ha detto che gli “apatici moderni” siano meglio dei giovani che vogliono il cambiamento?
Più che una questione generazionale, ritengo si tratti di un problema caratterizzato dal sonno della coscienza. La stragrande maggioranza degli italiani di ogni età continua a dormire, mentre da fuori gridano “al fuoco, al fuoco” e rischierà di svegliarsi troppo tardi.
Più che una questione generazionale, ritengo si tratti di un problema caratterizzato dal sonno della coscienza. La stragrande maggioranza degli italiani di ogni età continua a dormire, mentre da fuori gridano “al fuoco, al fuoco” e rischierà di svegliarsi troppo tardi.
Marco, secondo te, perché ora si scende in piazza solamente alla chiamata del partito di turno o del sindacato? Dov’è finita la voglia di lottare per i propri diritti?
La volontà di lottare per i propri diritti presuppone la consapevolezza di averne. E’ proprio questa consapevolezza che oggi manca drammaticamente. Le vecchie generazioni hanno mandato il cervello in stand by e le nuove sono state educate a pensare che tutti i diritti siano solo appannaggio della grande finanza e delle multinazionali, che disporranno delle loro vite come meglio credono, perché così è scritto nel “grande libro” della crescita e dello sviluppo.
Torniamo al treno ad alta velocità. Perché bisogna dire no?
Perché si tratta di un’opera costosissima e devastante, priva di qualsivoglia prospettiva di ritorno economico. Non lo affermo io, ma lo dicono la maggior parte degli economisti liberisti (non cooptati dalla mafia del tondino e del cemento) che hanno affrontato la questione, ad iniziare da Marco Ponti e molti altri.
Quale futuro per gli abitanti della Val Susa?
Due futuri, perfettamente antitetici fra loro. Se i cittadini troveranno la forza per resistere e continueranno sulla strada della protesta ad oltranza, potranno aspirare a vivere ancora in una valle alpina, sia pur con tutte le nocività che già sono presenti. Se questa forza non ci sarà, non resterà che un corridoio di transito, spoglio e devastato, destinato ad accogliere frotte di passeggeri e tonnellate di merci che nella realtà non esistono e non esisteranno mai.
Nessun commento:
Posta un commento
Scrivi un tuo commento: