Vi ricordate? Ne avevamo parlato a novembre (ospitando anche alcuni articoli di Marco Della Luna), il piano Monorchio Salerno, l'ipoteca sulle nostre case a favore dello Stato: ci avevano attaccato con insulti irripetibili, nessuno ci voleva credere! Bene, il piano va avanti, ora ne parlano tutti!
Eccovi l'analisi di Galli:
Lo Stato che mette un’ipoteca sul 10 per cento del valore della tua casa. E in cambio ti consegna obbligazioni che pagano interessi certi ma minimi e forse ti esenta dall’Imu. Oppure e insieme lo Stato che ti obbliga a comprare con parte, ancora il 10 per cento del tuo patrimonio finanziario, dei tuoi soldi (non quelli di stipendi e pensioni) le quote di un Fondo dove sono tutti i beni dello Stato. Ancora in cambio ci sono quelle obbligazioni a rendimento sicuro ma basso. Lo Stato, cioè l’Italia, che in questo modo elimina in venti anni 900 dei suoi duemila miliardi di debito pubblico. La più raffinata e gigantesca rapina ai danni della tua casa e del tuo risparmio o una soluzione funzionante ed equa che usa il patrimonio privato per il bene pubblico senza massacrarlo quel patrimonio? Prima di emettere sentenza in un senso o nell’altro pensateci un po’, la risposta non è così netta come appare d’istinto e talvolta l’istinto inganna. Comunque non è un’idea o un piano del governo, se qualcuno ci obbligherà a farlo sarà la realtà.
L’Italia infatti è tra i paesi con il maggior debito pubblico al mondo. D’accordo la spending review e il pareggio di bilancio, bene le misure anti spread e passi il ritorno dell’Imu, ma nessuna di queste misure contribuirà in alcun modo a ridurre il debito che grava sulla testa degli italiani. E allora come fare per tornare ad un debito inferiore al 100% del Pil ed incamminarsi verso quel rapporto debito / Pil al 60% che l’Europa vorrebbe? Un paio di idee ci sono e vertono entrambe sul semi paradosso per cui l’Italia è enormemente indebitata ma gli italiani no, tutt’altro. E allora le ricchezze degli italiani potrebbero fungere da garanzia per ridurre il debito comune attraverso l’emissione di titoli di Stato garantiti dalla ricchezza, immobiliare o finanziaria che sia, degli italiani che avrebbero in cambio, ad esempio, l’esenzione dall’Imu. Questi titoli così fortemente garantiti costerebbero allo Stato meno in termini di interessi, consentendogli di riacquistare i più onerosi titoli oggi in circolazione e risparmiando quindi un bel po’ di miliardi di interessi che sarebbero dirottati alla riduzione del debito. Per ora è solo un’idea e nemmeno del governo, ma vista la necessità di ridurre il nostro debito…
Scrive La Repubblica: “In prima linea, sul tavolo fin dal settembre scorso ma oggi sponsorizzata anche dall’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato, c’è il piano firmato da Andrea Monorchio (già Ragioniere generale dello Stato) e dal giurista Guido Salerno. La proposta è stata presentata al Cnel, qualche giorno fa, con il nome in codice di ‘Tagliadebito’ e si articola in tre opzioni. Obiettivo: ridurre il debito al 60 per cento in vent’anni a quota 1.140 miliardi, naturalmente mantenendo inalterato il pareggio di bilancio. Il primo intervento consiste nel pagare i debiti dello Stato alle imprese con titoli pubblici al ritmo di 3 miliardi al mese in due anni (circa 70 miliardi): dunque con un percorso più serrato di quanto stabilito dal recente decreto sviluppo.
La seconda operazione è più complessa: lo Stato emetterebbe una serie speciale di titoli pubblici garantiti da una ipoteca sul 10 per cento delle proprietà immobiliari italiane, i proprietari delle case avrebbero in cambio titoli speciali con rendimenti pari al tasso di sconto e, nel caso di volontarietà, sarebbero esentati dall’Imu. La mega-garanzia immobiliare verrebbe conferita ad un fondo presso Bankitalia e i titoli emessi verrebbero sottoscritti e utilizzati dalle banche agenti per avere liquidità presso la Bce: queste risorse servirebbero al Tesoro per riacquistare sul mercato i vecchi titoli di Stato (il 10 per cento del patrimonio immobiliare vale circa 500 miliardi). La terza gamba del piano prevede la costituzione di un ‘Fondo patrimonio Italia’ al quale verrebbero conferite grande aziende di Stato (Eni e Enel, ad esempio) e tutto il patrimonio immobiliare. Il Fondo emetterebbe titoli, con rendimento pari tasso di sconto, che verrebbero dati in ‘concambio’ in modo forzoso agli italiani (tranne pensionati e lavoratori dipendenti) che sarebbero coinvolti per il 10 per cento del proprio patrimonio. Visto che la ricchezza finanziaria degli italiani è di circa 4.000 miliardi, la riduzione del debito sarebbe di circa 400 miliardi. In alternativa l’operazione di ‘concambio’ potrebbe essere limitata ai soli titoli di Stato posseduti dalle banche. Qualcosa di simile ha proposto recentemente, a titolo personale, il presidente della Consob, Giuseppe Vegas: fondo pubblico con patrimonio dello Stato, emissione titoli con tripla “A”, tassi bassi e concambio con vecchi titoli da ritirare sul mercato”.
Come diceva spesso anche l’ex premier Silvio Berlusconi l’Italia è indebitata ma gli italiani sono ricchi, e la loro ricchezza ha due forme: immobiliare e finanziaria. Pensare di attingere a questa ricchezza con una patrimoniale è difficile e sconsigliato, difficile perché gli italiani sono bravi a “nascondere” i loro patrimoni al fisco e sconsigliato perché il carico fiscale che grava su chi le tasse le paga è innegabilmente già oltre il massimo sostenibile. Ma questa ricchezza può comunque tornar utile, almeno come garanzia.
Sul debito che abbiamo noi paghiamo ovviamente degli interessi pari a circa 84 miliardi annui, come degli interessi (alti, la media oscilla tra il 4 e il 5 per cento) paghiamo sui nuovi titoli di Stato che l’Italia emette. Una via per ridurre il debito sarebbe quella di limare gli interessi che paghiamo sui nostri titoli di Stato. Al momento paghiamo molto perché i nostri titoli sono meno garantiti rispetto a quelli tedeschi, e da qui la differenza tra noi e loro, lo spread, ma se i nostri titoli fossero altrettanto o più garantiti allora pagheremmo molto meno. Da questo ragionamento le due idee che Repubblica riporta: usare il patrimonio immobiliare e finanziario degli italiani come garanzia.
Con questo sistema l’Italia potrebbe emettere titoli di Stato molto più economici in quanto ad interessi da pagare che le consentirebbero di riacquistare i vecchi e più cari titoli oggi in circolazione, riducendo così interessi da pagare e debito. Bella idea, ma perché gli italiani dovrebbero dare come garanzia la propria casa (o almeno una quota di questa) o parte del loro patrimonio? A parte che sarebbero verosimilmente obbligati da una legge dello Stato, ma avrebbero anche un ritorno, come ad esempio l’esenzione dall’Imu per i proprietari di immobili che aderissero volontariamente al progetto.
Una iniziativa di questo tipo non sarebbe certo conveniente per tutti, rimanendo alla casa, ma il discorso è valido anche per le ricchezze finanziarie, per chi sugli immobili specula non sarebbe certo una prospettiva conveniente mentre, per chi nella casa in questione vive, sarebbe senza dubbio accettabile.
Al momento si tratta solo di idee, anche se la riduzione del debito è una necessità, ma idee che, toccando la ricchezza “privata” degli italiani, faranno certo andare su tutte le furie qualcuno. Eppure, una soluzione per il nostro debito va trovata, e se come disse Rino Formica “il convento è povero ma i monaci sono ricchi”…
Riccardo Galli
Presidente Lega Italica
Daniele Dragone
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