lunedì 18 novembre 2013

E' TEMPO DI USCIRE ALLO SCOPERTO



IN RISPOSTA AI TANTI COMMENTI

Il messaggio a Garcia 

Nell’anno 1899, durante la guerra ispano-americana, un generale degli Stati Uniti, Garcia, venne assediato con le sue truppe sull’isola di Cuba.
Garcia fu obbligato a nascondersi nell’interno della giungla. Nessuno sapeva dove. Non aveva nessun contatto con i mondo esterno. Né lettere, né telegrammi potevano raggiungerlo, ma il presidente degli Stati Uniti, McKinley, doveva in tutti i modi prendere rapidamente contatto con lui.

Che fare?

Uno dei collaboratori del Presidente diede un consiglio: “Io conosco un uomo che riuscirà a trovare Garcia. Il suo nome è Rowan.”

Il presidente fece venire questo Rowan, gli porse una lettera dicendogli: “Consegnate questo scritto al generale Garcia e portatemi una sua risposta. ” Rowan rispose: “Sì, signor presidente, sarà fatto!“.

Come Rowan avesse sigillato lo scritto in seta oleata e se lo legasse al petto, come avesse raggiunto, in barca, dopo quattro notti di nebbia, le coste cubane, scomparendo nella giungla, come avesse portato a termine la sua missione, sono particolari sui quali non staremo a dilungarci.
           
Rowan non fece domande, le risposte se le cercò da sé.

Importante resta per noi il fatto che Rowan, prendendo in consegna la lettera, aveva detto: “Sì, signor presidente, sarà fatto!”. Questo era tutto! Non aveva fatto domande sciocche: dov’è Garcia? Come arriverò sull’isola? Dovrò affittare o comperare una barca? Come farò a ricercare un uomo nella giungla, come attraverserò le linee nemiche senza farmi scoprire? Da chi riceverò i soldi per pagare il viaggio?

McKinley gli aveva dato un incarico e lo lasciava rispondere a tutte le eventuali domande che il caso gli avrebbe sottoposto durante la sua missione. McKinley sapeva perfettamente che non era possibile prevedere tutte le situazioni.

Questa vicenda dall’aspetto tanto ovvio e comune, è stata pubblicata anni fa in una rivista con il commento che riassumiamo più avanti.
Fino ad oggi “Il messaggio a Garcia” è stato tradotto in quasi tutte le lingue del mondo ed è stato stampato in più di 40 milioni di copie.

Ed ecco il commento.

La figura di Rowan dovrebbe essere molto più nota; dovrebbe essere messa, come monumento, in molte università e scuole. I nostri giovani non hanno bisogno di scienza attinta dai libri, di cognizioni su ogni materia. Quello che necessita loro è acciaio nella colonna vertebrale e midollo nelle ossa; è quella forza di carattere che permette loro di restare fedeli al loro compito, che li pone in grado di concentrare le proprie energie, di affrontare gli eventi, di trasmettere il messaggio a Garcia.

Chi si impegna a cimentarsi in un’impresa qualsiasi e che per questo necessita del lavoro delle mani altrui si spaventerà sempre constatando l’ottusità dell’uomo medio, la sua incapacità o malavoglia a concentrarsi su qualcosa e portarlo a termine.

Indifferenza imperdonabile, negligenza, sbadataggine e scarso rendimento sono all’ordine del giorno, tanto che, spesso, l’impresa è destinata a fallire.

Volete che ve lo dimostri con un esempio?

Siete seduti alla vostra scrivania con sei impiegati a portata di voce.
Chiamate chi vi è seduto più vicino e gli dite: “Per favore consulti un'enciclopedia, e mi faccia una breve relazione sulla vita del Correggio”.

Il vostro uomo risponderà: “Sissignore!” e si metterà subito al lavoro? Certamente no! Vi guarderà stupefatto e vi porrà senz’altro varie domande di questo tipo: “Chi è Correggio? Dove la trovo l’enciclopedia? Quale enciclopedia? Fa parte dei miei compiti? Non si tratterà di Bismarck? Non potrebbe farlo il Carletto? Non sarebbe meglio che le portassi l’enciclopedia in modo che lei possa cercarsi personalmente le notizie? A cosa le serve?”.
Se anche voi rispondeste pazientemente a tutte queste domande e gli spiegaste dettagliatamente dove trovare l’informazione e a quale scopo vi serve, scommetto uno contro dieci che andrebbe diritto filato a chiedere aiuto al collega più vicino e, come conclusione, verrebbe a dirvi che Correggio non esiste.

Ho perso la mia scommessa?

Se siete furbi non vi prenderete neppure la briga di spiegare al vostro “assistente” che nell’indice Correggio si trova sotto la lettera “C” e non “K”; anzi, sorridendo dolcemente gli direte: “Già fatto”, e andrete a cercarvi da solo quello che vi serve.

Questa incapacità ad agire autonomamente, questa ottusità di spirito, questo non volersi dare da fare, è ciò che allontana nel tempo il vero socialismo. Gente che non si vuole dare da fare neppure per il proprio interesse come potrà agire per gli altri? Cosa faremo quando i frutti del loro lavoro dovranno andare a vantaggio di tutti?

“Guardi il mio contabile”, mi ha detto un giorno il direttore di una grossa impresa.
“Sì, e allora?“.

“Indubbiamente, quest’uomo è un abile contabile. Immagini, però, che io gli affidi una commissione da fare in piazza. Lei pensa che la eseguirebbe in modo soddisfacente? Forse, o forse si fermerebbe al bar e, giunto in piazza non si ricorderebbe neppure il motivo del suo incarico”.

Chi potrebbe affidare, a quest’uomo, un messaggio per Garcia?

Io conosco un uomo sotto molti aspetti veramente brillante, ma che non avrebbe la capacità di dirigere una propria impresa. Anche come impiegato vale poco, perché vive con il sospetto che il suo padrone lo opprima o che nutra l’intenzione di opprimerlo. Non sa impartire ordini, né riceverli. Se si dovesse affidargli il messaggio per Garcia, molto probabilmente risponderebbe: “Lo porti lei!“.


Perciò, in un mondo sempre più difficile, voglio spezzare una lancia in favore dell’uomo capace che si accanisce contro gli ostacoli e dirige gli altri.

Nella mia vita ho fatto lavori umili e mi sono guadagnato il pane con difficoltà, ma sono stato anche a capo di operai. Sì, io conosco le due facce della medaglia e posso affermare che in tutti e due i casi c’è da dire qualche cosa; tra l’altro anche questo: non necessariamente ogni datore di lavoro è altezzoso e avido di guadagno, così come non è detto che ogni povero debba essere virtuoso. Il mio amore e rispetto va a coloro che svolgono il proprio lavoro, indipendentemente che il capo sia presente o no; a coloro che prendono in consegna il messaggio a Garcia senza formulare sciocche domande e recondite intenzioni di gettare la lettera nel più vicino tombino o, sa Dio che altro ancora, ma tutto per non doverla recapitare.

L’uomo al quale penso non viene licenziato, né ha bisogno di mercanteggiare e, men che meno, di scioperare per un aumento di stipendio. Ciò che egli esige, gli viene concesso. Di lui si ha bisogno in ogni regione, in ogni città, in ogni paese, in ogni ufficio, in negozi, aziende e fabbriche. Il mondo lo cerca, lo chiama, ha bisogno urgentemente di lui. È l’uomo che porterà il messaggio a Garcia.

Riconoscete nella vostra attività un impegno personale o vi limitate ad eseguire?

Non so quale significato abbia per voi questa storia, ed il commento della rivista che l’ha pubblicata, che è riportato qui. È una storia vecchia, antiquata? O ci vuole forse dire questo: anche oggigiorno, chi vuole fare cose eccezionali deve essere pronto ad assolvere il suo incarico con ostinazione, nonostante difficoltà, contrarietà, insuccessi, deve assolvere la propria missione.

Cosa vuol dire?

Darsi da fare da soli.

Significa essere pronti a ragionare da soli, decidere da soli, agire da soli, assumersi la responsabilità di abbattere ogni ostacolo che incontriamo lungo il nostro cammino.

Hubbard Elbert G.


28 commenti:

  1. Alessandro Pivetti & Franca Pivetti presenti

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  2. Ciao Elia condivido da tempo la metafora di uscire allo scoperto, ma per farlo ci sono tanti modi, quello di mettere nel web il proprio nome mi sembra il più ingenuo (così facciamo un ulteriore favore a loro..), chi usa nickname può avere diversi motivi a prescindere da un fatto di responsabilità, dignità, coraggio ecc...

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    1. Scusami ma credi davvero che mettendo il tuo nick "loro" ovvero i servetti del sistema, non possano poi comunque rintracciare tutti i tuoi dati?! Figuriamoci. Non e' un valido motivo. Se hai validi motivi per non rendere pubblico il tuo nome puoi almeno inviarlo in forma privata, come ho fatto io.
      AM

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    2. Non è solo un problema di coraggio e dignità è anche un problema di mancanza di intelligenza e di autoconservazione.
      Abbiamo capito che chi ha interesse nel farlo non solo può usare la forza della legge quando e come vuole ma dispone di mezzi illimitati. E con "mezzi" intendo denaro con cui si sono comprati tecnologie e schiavetti. Tu krommino, ad esempio, sai benissimo che hanno addirittura la tecnologia per manipolarci mentalmente E NON SOLO, si parla di impianti, lasciando perdere le puttanate new age e gli alieni, stò parlando di tecnologia REALE, di pratiche già utilizzate nel campo delle neurobiologia e, proprio chi ha, in teoria, capito che tipo di realtà vive fa un discorso illogico del tipo "rimango anonimo perchè altrimenti per loro è più facile identificarmi". Assurdo, illogico e puzza davvero di alibi.
      Sei già stato schedato. Possono sapere di te quello che vogliono in qualunque momento, farti chiudere il tuo blog quando e se diventerà pericoloso con pochi click, possono venire a casa tua e sequestrarti quello che vogliono e perchè no, chiuderti in galera o farti "sparire". Possono farti quello che desiderano e sai perchè?! Perchè loro di te sanno tutto, ti conoscono bene e hanno il nostro denaro, se sparisci nessuno saprà nulla di te, nessuno a parte i tuoi parenti, amici e i coniglietti del sistema.
      E questo è possibile perchè siamo disuniti, perchè ci nascondiamo dietro cazzate, alibi illogici e inconsistenti frutto della paura, perchè lasciamo che intorno ad ognuno di noi si formi il vuoto cosmico nella falsa speranza di avere almeno il proprio culo, al riparo. Beh così non è. E il problema non è il potere ma i coglioni che ci si sono atrofizzati e i veri valori cristiani che sono stati spazzati via dall'animo umano.
      AM

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    3. Se è davvero così come dici, non ha senso mandare una mail in privato perchè ti beccano lo stesso....
      Un conto è essere schedato in massa, in questo caso vuol dire fornire una esigua lista di persone che si schierano apertamente contro il sistema ed è controproducente.
      Se avessi alibi da difendere non avrei fatto nessuna osservazione e me ne stavo zitto, non credi?

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    4. Scusate se mi intrometto..
      Quello che AM voleva dire è che,se non si è ancora capito,LORO sanno TUTTO o quasi di noi COMUNQUE!

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    5. 1) Gli alibi non servono PER la difesa ma sono essi stessi un MEZZO DI difesa. Per alibi si intendei "Scusa, pretesto con cui si giustifica un comportamento manchevole". L'alibi è a difesa di qualcosa.
      2) il sistema ha GIA' le sue belle liste. Nome inviato pubblicamente o privatamente che sia. Per questo ho scritto che non voler esporre NEMMENO IN PRIVATO il proprio nome e cognome in nome della "sicurezza personale" è un alibi. Non voglio ribadire come e perchè siamo necessariamente tutti schedati e controllati praticamente dalla nascita.
      Non ci conosciamo fra noi. Il sistema invece ci conosce benissimo. Questa è la triste e cruda realtà.
      3) se non si ha il coraggio e non si è capito perchè è ora di contarci, di sapere chi siamo, figuriamoci se si può passare a intraprendere azioni concrete, cioè quelle che realmente il sistema teme.
      Finchè non tireremo fuori coraggio e intelligenza e finchè non ritroveremo il vero significato di solidarietà faremo sempre il distruttivo gioco del sistema.
      AM

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    6. I motivi che hai elencato non mi riguardano, il motivo è strategico, qualsiasi azione deve essere comunicata in tot sede, bisogna agire nell'ombra senza usare i soliti mezzi di comunicazione imposti col fine di spiarci e controllarci. Se si pensa di fare tutto sotto la luce del sole ed avere la meglio, questa è illusione, significa avvantaggiarli come se già non lo fossero abbastanza. E' così difficile da capire?

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  3. Non è lasciando il proprio nome e cognome (comunque eccolo Bruno Franz) che si dimostra qualcosa. E' un'altra perdita di tempo, Elia lo sai anche tu.
    E' sul campo che bisogna andare oppure semplicemente "fermarsi". L'ho già detto altre volte, fermarsi tutti. Mi hanno dato del pazzo e forse hanno ragione. Ma siccome non siamo organizzati in quanto non abbiamo gli stessi mezzi loro, continuiamo a subire e a scrivere sui blog. L'informazione dei blog non si deve fermare ma bisogna iniziare ad andare sul concreto. Io ho inviato una marea di video, articoli e quant'altro al sindaco del mio paese ricevendo pochissimi riscontri all'inizio e poi basta, il silenzio.
    Quanti hanno fatto lo stesso? Martelliamo le istituzioni (o presunte tali). E insistiamo a farci prendere per pazzi che qualcuno ci sta seguendo. Ma non perdiamo la testa e facciamo in modo da non andare in difficoltà, perchè così diventa un autogoal. E alla fine ci autoescludiamo...

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    1. Purtroppo Bruno non hai torto...e sicuramente anche Elia lo sa..però bisogna fare piccoli passi ed in punta di piedi...cominciamo da questo.
      ..e poi il successivo sarà come ho detto ad Elia settimana scorsa via Skype METTERE MANO AL PORTAFOGLIO! Perché chi ha deciso di combattere in prima linea fino ad oggi a gratis anzi rimettendoci pure arriva ad un certo punto che non è che "non vuole" ma "non può più".. Quindi ad ogni conferenza,ad ogni meeting,anche con cadenza bisettimanale sul web(video conferenze,ecc) contribuire TUTTI(gli iscritti quanto meno altrimenti checcazzotiscriviafare?)anche con pochissimo ma cominciare a farlo......meglio poco che "un calcio nelle palle"no?!?
      ...tanto Elia,Rosario e company vengono comunque fatti passare per straccioni,accattoni e tutte quelle merdate che vomitano addosso i vari troll e debunker quindi vaffanculo!! Non ci si perde nulla anzi ci si guadagna,poco ma almeno la smettono di rimetterci bile,chiappe e skei!!!
      ...mi scuso per il limitato bonton verbale...ma oggi va cosi! Sono stufo!

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    2. Concordo con te Bruno, avere le palle non significa mettere nome e cognome, i coglioni poi ce li abbiamo tutti, si tratta solo di tirarli fuori scendendo in campo e martellando le istituzioni, ti capisco non sei l'unico "pazzo"... Come ha scritto di recente anche Gianni Lannes credo che il modo più efficace è quello di fermarsi tutti quanti con uno sciopero ad oltranza. il problema è convincere il gregge ad attuarlo.

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    3. Condivido pure io. Qui il vero problema è proprio svegliare la massa. Ma c'era da tenerlo in conto. Il potere ha tutto e ti programma affinchè non rompi le scatole, tanto sa che crederai ciecamente in lui.

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    4. E se la massa "non si sveglia" che facciamo?!? Crepiamo tutti?! Ci imbavaglieranno uno a uno e ci faranno fuori lentamente ma inesorabilmente?! Fuggiamo?! Il problema non è la massa ma chi dice di aver capito e poi non ha nemmeno il coraggio di inviare privatamente il suo nome e cognome!!!!!!
      Basta alibi!!!! E poi si parla di coraggio per scioperi di massa (controllati poi non si sa bene DA CHI).
      Non si disquisisce su avere o non avere le palle, si dimostra davvero di averle e basta. SE si posseggono metaforicamente oltre che biologicamente.
      La ragione, questa ormai morta e sepolta.
      Buona serata a tutti
      AM

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. So bene che l'anonimato è un illusione, è proprio ciò che tentavo, forse inutilmente, di far capire con i miei commenti sopra.
      AM

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Ancora, e per l'ennesima volta: ho firmato privatamente. Le mie ragioni sono cavoli miei ma non di certo legate alla "paura di essere rintracciata dal sistema".
      Ancora buona serata
      AM

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    4. Non è che il sistema ti rintraccia,siamo pratici, è evidente che sei il titolare di una linea telefonica privata,dai l'oppurtinità a tutto il mondo di sapere il tuo indirizzo di casa e il tuo numero privato,oltre a tutto quello che fai in rete.
      Non voler lasciare il nome su un blog aperto a tutti non è questione di nascondersi,ma più che altro di privacy che è ben differente !

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  5. scusate, ma non riesco a capire quale sia il grosso problema di dichiarare o no il proprio nome e cognome. Io personalmente mi sono sempre dichiarata, anzi ci ho messo anche la faccia e non mi pento. Solo un problema mi sono creata: con tutta la mia divulgazione ci ho rimesso parenti e amici. Non mi sembra male come situazione!
    Nadia

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    1. Non ci sarebbe nulla di male,ma come ripeto inserendo i miei dati anagrafici ,sul motore goggle consultabile dal pianeta intero ,magicamente compaiono il mio indirizzo e il mio numero telefonico privato....semplice!
      Se non fosse per questo "piccolissimo " particolare ,non ci sarebbe nessun problema!
      Io ci sono con o senza nome menzionato!

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  6. S T U P E N D A!
    Maurizio Girardi

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  7. PEPE PASQUALE.CONTRIBUIAMO TUTTI AD UN RISVEGLIO DI COSCIENZE CHE NONSTANTE TUTTO AVVERRA....MA NON SO QUANDO E A CHE PREZZO...BUONA VITA A TUTTI

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