domenica 1 gennaio 2012

UN VERO RIVOLUZIONARIO - HANS CASSONETTO


Hans dormiva nella spazzatura nonostante una villa e gli alloggi "Solo per strada si sentiva libero"


BOLZANO
Era morto la notte di Natale, solo come un cane nelle vie deserte del centro di Bolzano, lambito dalla fiamme di un focherello acceso con pochi cartoni per far fronte al freddo intenso. Era detto Hans Cassonetto perchè era dai bidoni della spazzatura che traeva quasi tutte le cose che gli erano necessarie per vivere. Tutti i bolzanini conoscevano il clochard piccolo di statura, che girava per la città vestito di stracci. Ora che è morto è venuta a galla la sua storia, che vede anche un conto in banca da 250 mila euro, una villa lasciata in eredità assieme ad alcuni terreni.


Hans Cassonetto, al secolo Giovanni Valentin, classe ’45, fin da ragazzo mostra insofferenza per la vita «regolare», ben presto se ne va di casa, lasciando la famiglia solida, borghese, con qualche bene al sole. Decide di lasciare tutto e di sparire, vagando per le città attorno al paesino di Laives dove era nato. A Bolzano lo vedevano in molti, con la sua bassa statura talvolta per rovistare nei bidoni ci finiva dentro e spuntavano fuori soltanto le sue gambette rinsecchite. Hans Cassonetto non chiedeva mai la carità, ma non era raro che qualcuno si fermasse e che gli «allungasse» qualche sigaretta o qualche banconota da 5 euro. Lui ringraziava con la sua aria mite e poi proseguiva nel suo girovagare tra i bidoni.

La sera, quando il freddo di Bolzano si faceva pungente, eccolo cercare tra i rifiuti qualche pezzetto di cartone, le assicelle di qualche cassetta, per accendere un fuoco. Da ultimo la sua abitudine era stata segnalata ai pompieri da qualche cittadino che temeva che potesse causare un incendio. Ora che il clochard è morto è trapelata la storia dell’eredita, della quale, prima, si favoleggiava soltanto tra i barboni come lui: l’anziana madre morta qualche anno fa, l’eredità lasciata al figlio «scapestrato», una lontana cugina incaricata di avvertirlo del lascito. Hans risponde alla donna che andrà a portare un fiore sulla tomba della madre, ma che a lui i soldi non servono. «Hans - racconta la donna - diceva che solo così poteva sentirsi libero». I soldi rimasti serviranno a pagare il suo funerale. Per la ingente somma che rimarrà, la cugina propone: «Sarebbe giusto donare una parte di quel danaro alle associazioni che si occupano dei senzatetto».


Da LA STAMPA - Quotidiano torinese
________________________________________________________
Perché ho definito Hans Cassonetto UN VERO RIVOLUZIONARIO?
Provate a riflettere...
Elia Menta

Nessun commento:

Posta un commento

Scrivi un tuo commento: