Mercoledì 23 maggio i consiglieri Locci e Staccioli
presentano la mozione contro l’istituzione di un organismo internazionale che gestisca il Fondo Salva-Stati
Conferenza stampa con l’economista Lidia Undiemi e alcuni consiglieri delle Regioni Veneto, Marche e Basilicata
“Fermiamo la deriva tecnocratica della politica italiana ed europea”. Parte dal Consiglio regionale della Toscana la battaglia contro il meccanismo Esm, meglio noto come Fondo Salva Stati. Promotori dell’iniziativa i consiglieri Dario Locci e Marina Staccioli (Gruppo Misto), autori di una mozione contro l’approvazione del trattato europeo che istituisce l’Esm.
La battaglia adesso diventa un caso nazionale: mercoledì prossimo, 23 maggio 2012, mentre un gruppo di ministri italiani volerà a Berlino per discutere proprio di questo, Locci e Staccioli ospiteranno a Palazzo Panciatichi, sede dell’assemblea toscana, l’economista di Wall Street Italia Lidia Undiemi, ispiratrice della mozione e promotrice della battaglia contro l’Esm sul piano nazionale ormai da diversi mesi. Saranno inoltre presenti alcuni consiglieri regionali di Veneto, Marche e Basilicata, che hanno deciso di “esportare” l’iniziativa nelle rispettive Regioni.
“Con il trattato Esm – spiegano Locci e Staccioli – si istituisce un organismo finanziario internazionale, all’interno del quale i Paesi aderenti dovranno negoziare scelte di politica nazionale, non in qualità di Stati sovrani, ma di soci e di debitori, al fine di ottenere la liquidità necessaria per evitare il default”.
“Gli Stati europei stanno abdicando al proprio ruolo – dichiarano i consiglieri – mettendo la politica nazionale nelle mani di un gruppo di banchieri, che di fatto detterà la linea dei Governi, godendo, oltretutto, di completa immunità per le proprie azioni. Basta guardare ciò che sta succedendo alla Grecia per capire a cosa andiamo incontro”. Ma bloccare il Fondo Salva Stati è ancora possibile. “Il trattato deve essere ratificato dal Parlamento – spiegano – ed è attualmente in discussione al Senato. Nel silenzio più totale della stampa e delle Istituzioni”. “Non è ammissibile – sostiene la Undiemi – che la sovranità nazionale possa essere condivisa con una organizzazione intergovernativa che si propone di concedere finanziamenti agli stati in difficoltà in cambio della possibilità di potere imporre ‘rigorose condizionalità’ che graveranno probabilmente sulle spalle del popolo. La strategia europea ‘aiuti finanziari in cambio di cessione di sovranità’ sta spingendo la Grecia verso una insostenibile austerità – prosegue la studiosa – e rischia di travolgere anche l’Italia”.
Lidia Undiemi
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