giovedì 3 maggio 2012

PREAVVISO DI USCITA DALL’EURO – EURO BREAK UP WARNING

Il FMI ha ultimamente pubblicato numeri che danno la certezza matematica che l’Italia non può essere risanata e portata nei parametri dell’Eurosistema: è vero che dal 2008 al 2017 sarà leader nell’avanzo primario, ma questo conta ben poco rispetto al fatto che il suo pil, in quel periodo, calerà dell’1,7%, mentre quello USA aumenterà del 20,3, quello francese del 10, quello tedesco dell’8,8, quello cinese del 116. Il rapporto debito/pil italiano peggiora del 13,2%.
Ciò basta a porre l’Italia fuori del circolo dei paesi del Primo Mondo (già nella precedente fase di crescita era rimasta indietro di molti punti dall’Eurozona e dall’America) e ad escludere che possa rispettare il Fiscal Compact (riduzione del 20% all’anno della quota di debito pubblico eccedente il 60% del pil). Quindi, a breve termine, l’Italia sarà o fuori dall’Euro, oppure governata direttamente dai finanzieri del Meccanismo Europeo di Stabilità, cioè di Berlino, con costi, reazioni sociali, controreazioni repressive, potenzialmente estremi. Anche in Spagna e Grecia le ricette “europee” (cioè quelle dettate dalla Germania a tutela del suo c.d. “modello economico renano”), stanno portando l’economia al disastro. E continuano a venire imposte.
Le richieste di tasse e sacrifici da parte di un governo sono legittime se il governo dimostra che sono necessarie e idonee a un programma realistico e utile al paese. Quelle del governo Monti non sono necessarie, perché il governo dovrebbe prima tagliare spese pubbliche parassitarie e gonfiate, e non lo fa; non sono idonee, perché, conti alla mano, non risolvono la crisi ma paiono aggravarla con l’avvitamento fiscale; inoltre non rientrano in un programma di interesse nazionale, anzi non si capisce nemmeno che fine stia perseguendo il governo, date le grandezze sopra riportate.
I tagli previsti alla spesa pubblica indebita per beni e servizi sono di 4,2 miliardi su un totale di 147, quindi è chiaro che non si liberano risorse per investimenti produttivi né per alleggerimenti fiscali, ma rimane intatto il sistema di produzione di consenso e profitto partitico e mafioso mediante scialo e appalti gonfiati. Item per le opere pubbliche, sistematicamente gonfiate. E per la spesa per un personale elefantiaco e poco efficiente. Tagliare la spesa pubblica parassitaria significherebbe peraltro eliminare quel sistema e i suoi titolari, e ciò è impossibile per un governo che dipenda dai partiti.
Dato quanto sopra, ciò a cui sta lavorando il governo e chi lo appoggia, con tanti tagli e tante tasse, non è, non può essere, un piano di risanamento e rilancio del paese, che essi sanno benissimo essere irrealizzabile; dunque è un piano con un fine diverso. 
Probabilmente è un piano di liquidazione del paese (ossia di raccolta e distribuzione tra potentati esterni ed esterni dei valori in esso presenti: risparmio, proprietà private e pubbliche) e al contempo di sua collocazione, in posizione subalterna, entro una nuova architettura “europea” di poteri reali e formali, con un ampio haircut dei diritti e delle garanzie civili, politici, fiscali, sindacali; e con forte compressione fiscale e bancaria delle piccole imprese italiana, onde far posto nel mercato italiano ad imprese straniere.
Remunerando l’appoggio parlamentare dei partiti politici con la conservazione dei loro privilegi e feudi, si tiene insieme il paese per il tempo necessario a liquidare i suoi assets e a completare  il lavoro di ingegneria sociale. Poi, quando il paese salta, lo si fa cadere in una gabbia appositamente predisposta. Questo mi pare lo scenario più verosimile, anche se spero di sbagliarmi.
In tale scenario, è ovvio che i cittadini ritengano che le tasse siano non solo eccessive, ma anche contrarie agli interessi della nazione, perché esse vanno a sostenere un’operazione di quel tipo. Se uscire dall’Eurosistema è inevitabile, tanto vale uscire al più presto, prima che il processo di demolizione dell’economia nazionale produca ulteriori danni, e con ancora qualche soldo in tasca. Se ci lasciamo portar via le ultime risorse, dopo saremo in balia del capitale dominante sostanzialmente tedesco, mentre anticipando i tempi potremmo ripartire i danni con i paesi amici. Il popolo e le imprese hanno quindi interesse ad attivarsi per sventare il disegno di liquidazione del paese, rovesciando il tavolo. E a ricordare alla Germania che il Nazismo e la II GM sono conseguenza dell’austerità imposta ad essa stessa per il pagamento dei suoi debiti.  
In ogni caso, conviene prepararsi a un cambiamento valutario, quindi alla probabilità che i depositi bancari e gli altri crediti denominati in Euro siano convertiti in Lire o altra valuta, con una forte svalutazione rispetto all’Euro e con una perdita di potere d’acquisto. Contromisure preventive, oltre all’emigrazione, sono a)spostare i depositi in un idoneo paese estero (Svizzera, per esempio); b)convertire i depositi da Euro a valute forti, con scarso debito pubblico; c)investire in valori sganciati dalla valuta italiana.
04.05.12  Marco Della Luna

8 commenti:

  1. Sta a vedere che ci avevo indovinato senza saperlo, a mollare la barca prima che affondi! Bell'articolo, andrebbe incorniciato! Basterebbe un vero tecnico come l'economista Della Luna, per rimettere a posto i conti del belpaese. Ovviamente concordo con le contromisure, avevo anche provato a convincere qualcuno che fosse ora di andare via, ma le risposte non erano molto convinte. Bel post, complimenti.

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  2. Ci avevi visto benissimo, occhi di lince. Chi conosce Della Luna (e io ho il piacere di conoscerlo da qualche anno) sa che predica da anni di lasciare l'Italia; inascoltato dai più, ovviamente, anzi accusato di pessimismo da buontemponi e superficiali.
    Questo è un paese senza futuro, e senza più nemmeno un popolo purtroppo. Stiamo assistendo alla MERIDIONALIZZAZIONE DELL'ITALIA. Chi sa come andarono le cose per il glorioso Regno delle Due Sicilie può facilmente profetizzare il dramma che questo paese dovrà fronteggiare.. a meno che gli italiani si ricordino di essere un popolo di (ex) geni non secondi a nessuno.

    Un saluto

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  3. Io non me ne intendo molto di economia, ma un paio di cose mi sembrano poco verosimili.

    La prima è che una volta usciti dall'Euro, insieme alla svalutazione della Lira, si assisterebbe alla svalutazione dell'Euro... semplicemente perchè creerebbe un precedente secondo il quale ogni Nazione/valuta in difficoltà potrebbe svincolarsi.

    In secondo luogo pur essendo in sostanziale equilibrio tra import/export, è anche vero che siamo poveri per quanto riguarda le materie prime e le fonti energetiche... e con una moneta debole potrebbe compromettere l'ipotetico volano di crescita spinto dalla svalutazione stessa...

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  4. Io come al solito vengo al sodo senza vergogna:
    1) chi come me rimane qui cosa deve fare, praticamente? Scavarsi una fossa profonda 2 metri?
    2) le persone normali che hanno da parte due soldi cosa dovrebbero EFFETTIVAMENTE fare? Non ditemi "devono ritirare il denaro dalla banca" perchè adesso come adesso sarebbe una cazzata... non accettano più i contanti per importi uguali o superiori ai 1000 euro, se capita un'emergenza e non hai qualche cosa nel conto corrente come diavolo fai?
    E' sottinteso che non capisco una mazza di economia & co ma vorrei non continuare a fare la figura del pollo.
    grazie

    p.s. Elia... ribadisco... se davvero questo è un paese senza popolo e senza futuro allora questo tuo blog non ha alcun senso e tu stai solo sprecando tempo in maniera consapevole, tra l'altro.

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  5. Si ribadisco che questo è un paese senza popolo ma dico pure che ciò che facciamo (io compreso) non andrà perduto. Niente va perduto.

    Cosa fare con quei due soldi? Metti insieme le informazioni divulgate dal blog e sarai tu stessa a trarre le conclusioni. Ma lo dice anche Marco nel suo articolo.

    Stai bene e vai avanti senza vergogna

    Un saluto

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