Vorrei citare alcune righe scritte da Gustave Le Bon nel suo famoso “Psicologia delle folle”, pubblicato intorno al 1895:
“Oggi sappiamo che un individuo può essere messo in condizioni tali che, avendo perduto la personalità cosciente, obbedisca a tutti i suggerimenti di chi appunto tale coscienza gli ha sottratta, e commetta le azioni più contrarie al proprio temperamento ed alle proprie abitudini. Orbene, osservazioni attente sembrano provare che l’individuo immerso da qualche tempo nel mezzo di una folla attiva cada (…) in uno stato particolare, assai simile a quello dell’ipnotizzato nelle mani dell’ipnotizzatore. Un individuo ipnotizzato, dato che la vita del suo cervello rimane paralizzata, diventa schiavo di tutte le sue attività inconsce, dirette dall’ipnotizzatore a suo piacimento. La personalità cosciente è svanita, la volontà e il discernimento aboliti. Sentimenti e pensieri vengono orientati nella direzione voluta dall’ipnotizzatore”.
Non voglio- e non posso- fare un’analisi approfondita di questa parte dell’opera, né voglio soffermarmi sul significato di “folla attiva”… ma il concetto espresso da Le Bon mi sembra di grande attualità.
Quando, per vari motivi, la “personalità cosciente” tenta di riprendere vita, il suo mondo- la sua realtà- inizia inesorabilmente a crollare… un po’ come quando da bambini si scopre che babbo natale non esiste, o meglio, esiste ma non è chi avevamo immaginato! C’è sgomento, paura, rabbia… normalmente si attiva un meccanismo di difesa della nostra mente grazie al quale arriviamo alla conclusione che ciò che abbiamo letto o ascoltato non sia possibile, non sia vero.
Andiamo avanti soffocando di tanto in tanto quella vocina che ci sussurra che, in fondo, la nostra vita si basa su delle minchiate colossali.
E noi lo sappiamo.
Ma la vocina è scomoda, fastidiosa, per cui la rispediamo velocemente nell’abisso da cui è venuta intimandole di lasciarci in pace, di non rompere.
Non accettare la realtà preconfezionata è un atto coraggioso… presuppone il continuo mettere in gioco le nostre abitudini, opinioni, il nostro mondo… noi stessi, insomma. E’ difficile, anzi difficilissimo… posso paragonarlo solo allo scalare una montagna… sai che ogni goccia del tuo sudore, ogni ferita del tuo corpo, ogni respiro che ti brucia nei polmoni, è li per un motivo, indebolisce il fisico ma rafforza lo spirito perché conosci l’importanza del tuo obiettivo.
Purtroppo puoi solo spiegare agli altri come stai cercando di arrivare in cima, i tuoi progressi, le tue difficoltà, ma non puoi di certo costringerli a seguirti, né puoi scalare la montagna al loro posto, anche se è un tuo desiderio farlo, anche se non vorresti essere solo.
Purtroppo puoi solo spiegare agli altri come stai cercando di arrivare in cima, i tuoi progressi, le tue difficoltà, ma non puoi di certo costringerli a seguirti, né puoi scalare la montagna al loro posto, anche se è un tuo desiderio farlo, anche se non vorresti essere solo.
La “personalità cosciente” non deve essere forzata altrimenti si rischia che il viaggio intrapreso diventi un altro inutile obbligo piuttosto che rimanere libera scelta di provare a guardare la propria vita da un’altra prospettiva, più ampia, più vera.
Un viaggio di mille miglia deve cominciare con un sol passo (Lao-Tzu)
Roberta M.
VERO, VERO, VERO
RispondiEliminaMG
It's going to be ending of mine day, however before ending I am reading this impressive paragraph to increase my experience.
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