"SCOPO IMMEDIATO DELL'AZIONE DEV'ESSERE LA RIFORMA DEGLI ANIMI. SECONDO LA MENTALITA' ATTUALE , NON C'E' E NON PUO' ESSERCI NE' VERITA' NE' ERRORE. NELLE MENTI A TAL PUNTO INFETTE, BISOGNERA' INTRODURRE NOZIONI FONDAMENTALI COME L'ESISTENZA REALE DELLA VERITA', I SUOI DIRITTI E L'INGIUSTIZIA DELL'ERRORE"
martedì 29 aprile 2014
IL NUOVO ORDINE DEI BARBARI
Se l'origine di molti eventi e
fenomeni (compresi quelli sociali, quali alcune tendenze di massa, mode,
ecc...) rimane così spesso nell'ombra dandosi l'apparenza che non ve ne sia
una, se non puramente accidentale o naturale, e dunque se l'apparenza delle
cose è in gran parte solo inganno (comprese le guerre, le fazioni politiche che
si combattono, le crisi finanziarie, i nuovi virus, o addirittura i terremoti),
sarebbe opportuno cercare di comprendere e conoscere quali siano le finalità e
i metodi di questa cospirazione che agisce in segreto col fine di
realizzare un nuovo sistema di mondo totalmente asservito ad una elite
dominante finanziaria satanica.
Da ogni evento o cambiamento che
avvenga nella società ci sono sempre due finalità: una presentabile che i media
possono divulgare e divulgano, ed un'altra, quella vera, che rimane invece del
tutto segreta.
TRATTO da IL REGNO DELL'ANTICRISTO ED ALTRI SCRITTI - Alessandro Guzzi
VLADIMIR LUXURIA FA LEZIONE AL LICEO DI MODENA IMPONENDO IL PENSIERO UNICO GENDER
Il Comitato “Sì alla famiglia”
denuncia le gravi anomalie dell’incontro avvenuto oggi in una scuola.
Relatori di parte e la proiezione di un video sconsigliato ai minori
L’intervento
di Vladimir Luxuria al Liceo Muratori di Modena rappresenta una
violazione del pluralismo e una vittoria del «pensiero unico». Lo
afferma in una sua nota il Comitato Sì alla famiglia, che riunisce numerose associazioni cattoliche ed evangeliche.
LE FAMIGLIE. Il comitato territoriale di Modena di
Sì alla famiglia, che ha già organizzato diverse iniziative in città,
premette che «l’omosessualità, le violenze – sempre da condannare – di
cui sono vittima le persone omosessuali, la necessità di rispettare
opinioni diverse sull’omosessualità senza bollarle frettolosamente come
“omofobia” sono certamente temi che fanno parte del dibattito culturale
odierno e che possono essere discussi anche a scuola» Il comitato si
dice «convinto che le persone omosessuali, come insegna il “Catechismo
della Chiesa Cattolica” debbano essere accolte con “rispetto,
compassione e delicatezza” e – come ci ripete Papa Francesco – non
debbano essere giudicate in quanto persone. Ma i comportamenti e le
leggi, a differenza delle persone, possono e devono essere giudicati – a
meno di cadere in un relativismo assoluto – e il modo della scuola
pubblica di formare a questo giudizio non può che essere quello di
mettere a confronto tesi diverse».
IL VIDEO SUI TRANS. L’intervento di Luxuria al
Muratori, prosegue Sì alla famiglia, «non rispetta questa esigenza di
pluralismo e rappresenta invece una vittoria del pensiero unico nella
forma della cosiddetta ideologia del gender e una negazione della
libertà di espressione e del contraddittorio». Il comitato lamenta che
le proteste dei genitori siano state ignorate e che nell’assemblea con
Luxuria sia stato anche proiettato «il video sulla transessualità del
regista Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif. Circa un mese fa, alcuni
genitori avevano chiesto di visionarlo, dal momento che l’autore stesso
suggerisce di non mostrare il filmato a minorenni. Una richiesta che non
è stata neppure discussa nel Consiglio d’Istituto».
SENZA CONTRADDITTORIO. Gli unici interventi al
Muratori – denuncia Sì alla famiglia – sono stati quelli di Luxuria, di
Alberto Bignardi (presidente di Arcigay Modena), della psicologa
Cristina Chiari e dell’insegnante di storia e filosofia Lorenzo Barani.
«Le loro idee sull’argomento – secondo il comitato – possono essere
intuite sulla base di quanto dichiarato dal presidente dell’Arcigay
Modena a un quotidiano locale: “È una vittoria perché il contraddittorio
non ci sarà …”». «Il contraddittorio negato al Muratori – conclude Sì
alla famiglia – ci sarà però in città, dove continueremo a testimoniare
che a Modena tante famiglie non sono d’accordo con quella che anche Papa
Francesco venerdì scorso ha chiamato la trasformazione delle scuole in “campi di rieducazione”
dove si nega la maturazione “in relazione alla mascolinità e alla
femminilità” in nome dell’ideologia di genere e si pratica la
“manipolazione educativa”».
lunedì 28 aprile 2014
PORNO-GAY AL GIULIO CESARE, SCATTA LA PROTESTA
28 apr – “Maschi selvatici, non checche isteriche”. Non sono uomini
che rivendicano la propria mascolinità. Ma studenti, in molti casi
nemmeno maggiorenni, che contestano i programmi scolastici del liceo classico Giulio Cesare.
Sono infatti queste le parole impresse sullo striscione dei militanti
di Lotta Studentesca che, questa mattina 28 aprile, hanno protestato
davanti alla storica scuola del quartiere Trieste
IL PROBLEMA – Bersaglio dei giovani il romanzo “Sei come sei” di
Melania Mazzucco che affronta il tema dell’omosessualità e che rientra
nelle letture proposte ad alcune classi del ginnasio.
La lettura prevista nell’ambito della “Strategia nazionale per la
prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate
sull’orientamento sessuale”, ha scatenato non poche polemiche ed ha
portato anche alla denuncia dei professori. Nel libro si racconta la storia di una ragazzina, Eva, nata da due papà. Anzi, da un’inseminazione artificiale con utero in affitto.
Un brano dal libro: nelle pagine 126 e 127 del citato romanzo, testualmente si legge: «(…) Nessuno
avrebbe mai sospettato che quel muscoloso, ruvido, stopper della
squadra di calcio dell’oratorio (…) la notte si stancava la mano sulle
foto di Jimi Hendrix, Valerij Borzov e Cassius Clay. Pure, benché
sapesse che Mariani Andrea non soltanto lo avrebbe respinto ma anche
tradito e sputtanato, un pomeriggio, quando dopo la partita indugiò
nello spogliatoio e si ritrovò solo con lui, Giose decise di agire –
indifferente alle conseguenze. Si inginocchiò, fingendo di cercare
l’accappatoio nel borsone, e poi, con un guizzo fulmineo, con una
disinvoltura di cui non si immaginava capace, ficcò la testa fra le
gambe di Mariani e si infilò l’uccello in bocca. Aveva un odore
penetrante di urina, e un sapore dolce. Invece di dargli un pugno in
testa, Mariani lasciò fare. Giose lo inghiottì fino all’ultima goccia e
sentì il suo sapore in gola per giorni. Il fatto si ripeté altre due
volte, innalzandolo a livelli di beatitudine inaudita».
Agli studenti di Lotta Studentesca la scelta però non è andata giù.
LE DICHIARAZIONI – “L’azione in questione”, ha dichiarato Andrea Di
Cosimo, responsabile di Lotta Studentesca, “è stata effettuata per
esprimere il nostro dissenso nei confronti della decisione di alcuni
docenti di sottoporre, agli alunni delle classi del ginnasio, la lettura
del romanzo ‘Sei come sei’, di carattere decisamente omosessualista e
fin troppo esplicito. E’ inaccettabile che al giorno d’oggi, con la
crisi che impera e con la disoccupazione a livelli record, vengano
presentati ai giovani studenti modelli di vita deviati e perversi come se fossero la normalità o rappresentassero una priorità.
Spetterà a noi ragazzi rialzare le sorti del nostro paese e non sarà di
certo attraverso la propaganda gay che ciò sarà possibile. Il nucleo
fondamentale della società è infatti la famiglia, quella tradizionale,
formata da padre, madre e figli ed è solo su questo modello che si
baserà il futuro della nostra nazione. Ci auguriamo che non si
verifichino più episodi di questo tipo e che romanzi del ‘genere’
vengano eliminati definitivamente dalla scuola pubblica”.
IL MOVIMENTO ROTTA DI COLLISIONE – Questa mattina, hanno manifestato
davanti al liceo anche gli studenti del coordinamento Rotta di
Collisione. Il loro motto è stato “emergenza omofollia!”, per condannare
i recenti eventi denunciati dal quotidiano la Stampa. Sul giornale era
infatti apparso un articolo in cui si riportava l’estratto di un libro
proposto ai ragazzi del liceo e contenente scene di sesso omossessuale.
“E’ assurdo che in nome del contrasto dell’omofobia si sia arrivati a distribuire materiale pornografico tra i minorenni.
Questi indottrinamenti mascherati da campagne di sensibilizzazione non
troveranno mai il nostro appoggio ne tantomeno il nostro silenzio. Il
Giulio Cesare, probabilmente tra i licei più famosi della capitale,
meriterebbe di finire sui giornali per le sue eccellenze, non creare
scandalo a causa di queste buffonate”, hanno dichiarato in una nota i
responsabili del movimento studentesco.
.romatoday.it
FONTE: http://www.imolaoggi.it
LA PAROLA "DIO" BANDITA DAI FILM DELLA DISNEY
28
apr – Guai a nominare Dio nel film per bambini della Disney, potrebbero
spaventarsi. A rivelarlo sono stati i musicisti Robert Lopez e Kristen
Anderson vincitori del premio Oscar per la migliore musica originale con
la loro hit “Let It Go” composta per la colonna sonora dell’eccezionale
successo Disney, il cartoon “Frozeen”.
La coppia di musicisti, che è unita anche nella vita, dato che i due
sono sposati ed hanno due figli, ha rilasciato tali sorprendenti
dichiarazioni a margine di un’intervista all’interno del programma radiofonico “Fresh Air”
condotto da Terry Gross sulla “National Public Radio” (NPR ). Robert
Lopez e Kristen Anderson hanno spiegato, dunque, come alla Disney “una
delle cose sulle quali è necessario fare attenzione sono le cose
religiose, e, in particolare, alla parola Dio“. In tal senso Lopez ha
specificato: “E’ una parola che puoi pronunciare in Disney, ma non si
può mettere nel film“.
La rivelazione ha suscitato le ire di molti commentatori cristiani
conservatori che avevano già attaccato il film per la sua presunta propaganda pro-gay e incitamento alla bestialità.
Il brano vincitore dell’Oscar “Let It Go” secondo alcuni,
costituirebbe, infatti, un incentivo a fare coming out, dal momento che
il personaggio di Elsa non ha alcuna figura maschile vicino a sé lungo
tutto il film. Mentre, i riferimenti alla “bestialità” sarebbero,
invece, da ritrovare nel rapporto ambiguo tra il personaggio di Kristoff
e la sua renna Sven. (L.G.)
FONTE: http://www.imolaoggi.it
domenica 27 aprile 2014
sabato 26 aprile 2014
venerdì 25 aprile 2014
4 DOMANDE A GRILLO... PER VOTARE M5S
Per una migliore qualità video
https://www.youtube.com/watch?v=Tq9Av5ncUs0&feature=youtu.be
giovedì 24 aprile 2014
mercoledì 23 aprile 2014
martedì 22 aprile 2014
lunedì 21 aprile 2014
VALDO VACCARO E IL PRESUNTO BESTIARIO DELLA CHIESA
Il grande
problema di questi tempi è riuscire non solo a vedere e comprendere qual sia la
Verità, nei vari campi, ma anche collegare adeguatamente le informazioni per
avere, finalmente, un quadro completo.
Spesso i
personali paletti mentali, vere e propri muri blindati, impediscono di fare i
giusti collegamenti fra ciò che si è capito, e
quindi non si ha una visione corretta della situazione in cui viviamo.
Come dire che il puzzle rimane sempre con qualche buco da
riempire, da colmare.
Ed è leggendo
un libro del dott. Vaccaro che mi sono resa ancora di più conto di quanto
ricercare e collegare la verità sia impresa ardua, impresa che, spesso, è tale
anche per le persone molto colte e preparate
come il dottore. Voglio precisare che stimo molto il dott. Vaccaro, per la
precisione dei suoi studi, per il fatto che divulga informazioni
contro-corrente e scientificamente vere, reali e proprio per questo contrarie
alla propaganda di Sistema che ci vorrebbe tutti (e purtroppo
ci sta avendo) malati cronici, allegramente
rimpinzati di medicine, con figli che si allattano direttamente
ai seni di mamma Big Pharma, pronti a fare lunghe
ore di coda dall’onnipotente medico per una ricetta, ma incapaci di rinunciare al panino americano
o alla bistecca alla brace.
Stimo il
dottore anche per il fatto che si espone parlando del terribile ma purtroppo
vero e sempre più noto fenomeno delle scie chimiche e lo ammiro poiché, come
pochi altri uomini, impiega gratuitamente il suo tempo nel rispondere alle
decine e decine di mail che riceve ogni giorno, utilizzando le sue conoscenze e
la sua pazienza, quest’ultima virtù sempre più
rara.
Proprio perché
stimo il dottore e lo reputo un esperto nel campo della nutrizione ho comprato
il suo libro “alimentazione naturale” ma non ho potuto fare a meno di provare
un moto di profonda delusione leggendo alcune sue affermazioni, specie a
partire da pagina 146, ovvero a partire dal capitolo “La chiesa Cattolica, una
forte ed eterna allergia agli animali”.
La prima
domanda che mi sono posta, da persona comune (che però qualcosa ha studiato), è
stata: “Ma perché parla solo della
chiesa cattolica?!” Difatti esistono altre due “grandi religioni”: l'ebraismo e
l'islamismo, ebbene, perché non parlare, a proposito dello stesso argomento,
anche di tali religioni? Al momento, rimane una
domanda senza risposta.
Comunque, ho
accantonato questo primo quesito e, andando avanti con la lettura, non ho
potuto fare a meno di notare come il capitolo fosse, e me ne dispiaccio
profondamente, infarcito di luoghi comuni che falsamente dipingono la Chiesa
Cattolica (quella vera, che non si identifica con gli attuali vertici vaticani)
come il male di tutti i secoli, quando, e credevo che il dottore lo sapesse
bene, il vero male di tutti i secoli è lo stesso male che si cela dietro il
fenomeno delle scie chimiche, male che non ha nulla a che vedere con la Chiesa
Cattolica e contro il quale, invece, la Chiesa si è scagliata e ha combattuto per secoli.
Per non
dilungarmi troppo voglio citare alcuni passi del capitolo che trovo
maggiormente significativi.
Il dott.
Vaccaro svolge il suo personale riassunto,
in pochi punti, di un discorso pronunciato da Mons. Caffara nella clinica
veterinaria di Bologna (discorso del maggio 2003, non ho il testo integrale di
tale discorso quindi mi baso su ciò che ha scritto il dottor Vaccaro) cito
testualmente:
1) Essenziale
diversità dell'uomo dall'animale
2) superiorità
ontologica (come essere) e assiologica (come valore) dell'uomo nei confronti
dell'animale
3) Essere persona
è più che essere animale, essere persona è meglio che essere animale
4) La natura non
ha in sé nulla di sacro e di divino
5) L'animale (che
stà nella natura) non ha in sé nulla di sacro e di divino.
6) È nella
obbedienza al Creatore che l'uomo esercita il proprio dominio su tutto il
creato
7) Esistono
doveri-diritti reciproci fra le persone, ma non esiste una correlazione del
genere fra persona e animale
8) L'uomo ha dei
limiti e paletti di comportamento. Tali limiti sono fondati sulla natura
ragionevole dell'uomo
9) Comportamenti
di obiettiva crudeltà verso l'animale non riguardano o interessano l'animale ma
sono eventualmente indegni dell'uomo che li pone in essere (perché l'animale,
sostanza inerte, non possiede dignità)
10) Comportamenti
di equiparazione dell'animale all'uomo non sono segno di rispetto verso
l'animale ma sono un atto di ingiustizia verso l'uomo stesso, perché lo
degradano della sua regale dignità.
Complimenti
vivissimi a Mons. Caffara.
Ha espresso
con rigore scientifico e brillante chiarezza, meglio di ogni altra autorità
religiosa, il vero e proprio bestiario della Chiesa, il nocciolo del pensiero
cattolico sull'argomento.
….”
Desidero commentare, per punti e brevemente (altrimenti scriverei una specie di tomo)
facendo soprattutto appello alla ragione ma anche al caro, vecchio, troppo
spesso dimenticato, buon senso:
1) Essenziale
diversità dell'uomo dall'animale
Il dott.
Vaccaro dovrebbe spiegare scientificamente perché questa prima affermazione del
Mons. Caffara dovrebbe essere falsa.
L'uomo E'
visivamente, logicamente e naturalmente diverso da tutti gli animali. Non si è
mai visto un animale costruire ponti, usare un linguaggio, per quanto
articolato, simile al nostro, fare calcoli con derivati, comporre sinfonie,
dipingere quadri, riproporre le proporzioni della realtà, fondare società
complesse (nemmeno le api costruiscono castelli, Chiese, ponti, e via
discorrendo, o hanno un diritto. Qualcuno ha mai sentito parlare del Diritto
delle api?!). Non si è mai sentito parlare della opera letteraria scritta da un
leone, per quanto sia un essere maestoso, bello e perfetto.
L'uomo è
dotato di ragione (ovvero è in grado di collegare logicamente i pensieri fra di
loro) e di intelletto. Gli animali no. Quindi affermare che l'uomo è per sua
essenza, per sua natura, già dalla nascita, diverso da TUTTE le creature
viventi è GIUSTO ed EVIDENTE. E questo è un fatto. Non un'opinione.
2) superiorità
ontologica (come essere) e assiologica (come valore) dell'uomo nei confronti
dell'animale
Anche questa
affermazione non capisco perché, secondo il dott. Vaccaro, sia falsa.
L'uomo E'
superiore alle bestie in quanto, come affermato in precedenza, è il solo essere
dotato di ragione, volontà e intelletto. Tale superiorità non riguarda la complessità
biologica (ovvero il livello cellulare o strutturale) ma riguarda sia la
natura, le caratteristiche peculiari, UNICHE dell'uomo, sia il suo valore. Per
“valore” si intende, anche “Pregio, importanza di qlco. dal punto di vista estetico,
culturale, storico, scientifico, morale ecc.: “ L'uomo quindi “vale” di
più degli animali. Certo. Per le ragioni sopra esposte. Quindi dare diverso
valore all'uomo e agli animali significa semplicemente riconoscere che esistono
diversità, fra loro, evidenti, di natura, e l'uomo che usa bene la ragione,
necessariamente riconosce tali diversità. Questo non significa che l'uomo può o
deve essere crudele con gli animali, assolutamente. Non confondiamo il rispetto
che l'uomo deve a ciascuna creatura con concetti che non c'entrano nulla.
3) Essere persona è più che essere
animale, essere persona è meglio che essere animale
Benché certe
volte si preferirebbe rimanere beatamente sdraiati al sole, come i gatti, o
essere sempre pieni di voglia di giocare, come i cani, essere uomini ci
permette di ammirare il Creato, ammirare la vita in ogni sua particolarità,
ammirarla e studiarla e stupirci di quanto sia meravigliosa.
Con le sue capacità intellettive e con la sua capacità di cogliere la
perfezione, la bellezza della natura, l'uomo dovrebbe (d'obbligo
il condizionale) esserne il custode quindi custodirla, proteggerla, amarla; l'uomo dovrebbe amare i suoi simili e il creato e le
creature similmente a come le ama Dio che,
per puro atto di amore, le ha create dal nulla. Questo è il VERO CREDO
CRISTIANO CATTOLICO. Solo l'uomo ha percezione della meraviglia dell'universo e
della magnificenza di Dio. Gli animali no. Certo essere uomo costa fatica,
costa sudore, dobbiamo lottare costantemente contro le nostre debolezze, contro
gli affanni della vita, contro i soprusi, contro chi ci deride, contro chi
tenta di usarci o sfruttarci o farci del male, dobbiamo lottare contro tutte le
asprezze della vita, ma nessun animale può
provare quello che proviamo noi quando guardiamo nostro figlio, quando ci
perdiamo nello sguardo della persona che amiamo, quando guardiamo un cielo
stellato, nessun animale è più vicino a Dio di noi. Essere uomo è un privilegio
di cui troppo spesso ci dimentichiamo.
4) La natura non
ha in sé nulla di sacro e di divino
Non so quale
fosse il contesto di tale affermazione del Mons. Caffara, il problema dei
riassunti è che estrapolando i concetti dal discorso si può sbagliare ad
interpretarli. Per sacro si intende: ciò che è strettamente correlato con la
religione con il culto, con la divinità.
Se il Mons.
intendeva dire che la natura non è sacra di per se ma è sacra in quanto l'uomo
le riconosce tale attributo allora è vero. Come è vero che nella natura non
esiste nulla di realmente divino. Mi spiego meglio: se voi dipingete un quadro
voi NON SIETE il quadro. Il quadro sarà espressione della vostra creatività,
delle vostre capacità, della vostra passione ma, certamente, voi e il quadro
siete due cose separate. La creazione NON COINCIDE con il creatore. E questo è
logico. I cristiani cattolici rispettano la natura e l'ammirano come opera di
Dio, espressione del suo amore divino. In questo senso la frase del Mons. è
corretta. Se il Mons. intendeva altro io non posso saperlo.
5) L'animale (che
stà nella natura) non ha in sé nulla di sacro e di divino.
Idem come
sopra con in più una riflessione: la ragione e la volontà sono proprie
dell'anima. Se un essere non ne è dotato dalla nascita, proprio come specie,
allora non ha nemmeno l'anima. Brutale ma logico. Questo, e lo ripeto, non significa che l'uomo non debba avere
rispetto degli animali o essere crudele, cioè fare del male per il semplice
gusto di farlo.
6) È nella
obbedienza al Creatore che l'uomo esercita il proprio dominio su tutto il
creato
Mons. Caffara
ha perfettamente ragione su questo. Ricordo che mesi fa lessi uno scritto
illuminante di Silvano Borruso dove faceva l'esempio dell' l'uomo e di una
locomotiva. Non è un discorso assurdo, mi
spiego: la locomotiva viene creata dall'uomo e lui solo, che l'ha costruita, sa
come funziona. Tale locomotiva viaggia su delle rotaie, dei binari, l'uomo le
ha costruite proprio per lei, per la locomotiva, essa non può funzionare senza
i binari, se infatti esce fuori da tali binari precipita in un burrone o, bene
che vada, si ferma.
La stessa cosa
vale per l'uomo. L'uomo è una creatura di Dio e solo Lui, in quanto suo
Creatore, sa come l'uomo “funziona”. L'obbedienza che l'uomo deve a Dio è
l'obbedienza del figlio che si fida del Padre, che sa che se segue le sue
indicazioni non cadrà in errore. Ed è invece ciò che successe col peccato
originale. L'uomo ha voluto fare di testa sua, ha mangiato la mela, l'unico
frutto proibito (a proposito... nell'eden non mi pare che l'uomo mangiasse
carne... ma lasciamo stare), l'uomo ha disubbidito a Dio, cadendo dal suo stato
di “perfezione” ad uno stato di “imperfezione”, cadendo, cioè verso uno stato
di dipendenza verso il peccato. Ma il discorso è lungo da affrontare, comunque,
solo l'uomo che obbedisce a Dio, alle sue leggi naturali, alle leggi del suo
Creatore può necessariamente aspirare a tornare al suo primario stato di
dominio sul creato. Altrimenti che succede? Succede che l'uomo si costruisce la
SUA morale, le SUE leggi, succede, cioè che si costruisce una società
malata in cui i piccoli uomini vengono obbligati
per LEGGE ad essere vaccinati, in cui CERTI PERSONAGGI si arrogano il diritto
di avvelenare milioni di persone e animali, con schifezze varie usando, per giunta!; i
loro soldi. Una società in cui la moneta non è proprietà del popolo ma è moneta
debito. L'argomento è vasto e importantissimo, consiglio la lettura della
fondamentale enciclica “Libertas” di Leone XIII.
7) Esistono
doveri-diritti reciproci fra le persone, ma non esiste una correlazione del
genere fra persona e animale
Anche
in questo caso non esiste motivo per cui l'affermazione del Mons. dovrebbe
essere definita non corretta. La correlazione diritto-dovere può esistere solo
fra esseri dotati di ragione difatti per diritto si intende “rivendicare
qualcosa”, mentre per dovere si intende “osservare gli impegni che si
contraggono”.
Ora, mi
sembra logico che i diritti siano rivendicabili sono da esseri dotati di
ragione e che gli impegni possano essere presi solo, ancora, da esseri dotati
di ragione. Discorso diverso, lo ripeto, è il rispetto di qualcuno o qualcosa
ma se si parla di correlazione fra diritto e dovere allora è logico che tale
correlazione sia riferibile solo a esseri dotati di ragione.
8) l'uomo ha dei
limiti e paletti di comportamento. Tali limiti sono fondati sulla natura
ragionevole dell'uomo
Poniamo per
assurdo che tale frase sia sbagliata allora dovremmo concludere che quelli che
ci avvelenano ogni giorno con le irrorazioni clandestine possono farlo, sono
liberi di farlo poiché loro pensano che sia giusto così.
L'uomo ha e
deve avere dei limiti, alcuni sono dettati da leggi prettamente fisiche (se
voglio volare come un uccellino non posso, c'è la forza di gravità) altri sono
dettati dalla sua ragione che, se ben utilizzata è perfettamente in linea con
la legge naturale, ovvero con la legge di Dio. Se ben utilizzata, ripeto.
9) comportamenti
di obiettiva crudeltà verso l'animale non riguardano o interessano l'animale ma
sono eventualmente indegni dell'uomo che li pone in essere (perché l'animale,
sostanza inerte, non possiede dignità)
Qui
bisognerebbe definire finalmente il GIUSTO concetto di dignità (di cui si può
leggere sempre, ad esempio, nell'enciclica “libertas” di Leone XIII). La VERA
dignità è collegata al concetto di ragione e di volontà (caratteristiche
ESCLUSIVE dell'anima, non quindi anche degli animali) ed esiste SOLO se la
ragione e la volontà sono finalizzate al bene. In questo senso, quindi,
l'animale non possiede dignità come non possiede dignità un pedofilo o un
omicida. E, ripeto ancora, la crudeltà non è praticata dai veri cristiani
cattolici. Basti pensare ad esempio che proprio in quei mille anni (definiti
ancora “secoli bui”) dell'epoca medievale è stata abolita, sotto la spinta
della Chiesa Cristiana Cattolica, la schiavitù (crudeltà non verso gli animali,
va bene, ma di certo esercitata verso gli uomini) che poi ha fatto la sua
ricomparsa, guarda caso, proprio nel Rinascimento (attenzione: gli schiavi
dell'epoca pagana erano considerati COSE, mentre i servi del medioevo erano
considerati PERSONE, con loro diritti).
10) comportamenti di equiparazione
dell'animale all'uomo non sono segno di rispetto verso l'animale ma sono un
atto di ingiustizia verso l'uomo stesso, perché lo degradano della sua regale
dignità.
Frase
giustissima di Mons. Caffara. Per tutto quello che ho esposto finora.
Avrei ancora
molto da dire, specialmente in riferimento ai capitoli successivi del libro
dove il dottor Vaccaro cita, e purtroppo, devo dire a sproposito,
l'inquisizione, Sant'Agostino, il medioevo e molto ancora ma, per ragioni
evidenti di spazio, mi limito a citare ancora solo un passo: “Il curriculum
stesso della chiesa cattolica è d'altronde estremamente ricco e significativo
in fatto di antropocentrismo. I prelati degeneri di oggi- non tutti per
fortuna, ma sempre troppi- vi trovano ampie giustificazioni alle loro idee
perverse e indegne di un essere pensante, specie se impegnato a predicare
valori quali la bontà, generosità, misericordia, gentilezza, tolleranza”.
La Chiesa
crede inevitabilmente nella centralità dell'uomo all'interno della creazione
poiché l'uomo, creatura di Dio, l'UNICA
dotata di corpo E di anima, fatto a Sua “immagine e somiglianza”, simile a Dio
ma da esso profondamente diverso si distingue da ogni altro essere. L'uomo
proprio perché creato da Dio a esso deve la sua vita, e la sua libertà si
esplica necessariamente nell'obbedienza verso il Suo creatore il quale rimane
il fine ultimo della vita di ogni vero cristiano cattolico. A differenza di
quanto afferma il dottor Vaccaro i veri cristiani cattolici pongono Dio e la
Sua regalità al centro della loro vita, al centro della loro società e NON
L'UOMO, cosa che invece fanno I MASSONI.
Il credo
cristiano cattolico non va confuso con l'antropocentrismo tipico, ad esempio,
del Rinascimento, in cui Dio e le sue leggi naturali sono state soppiantate da
una visione divinizzata dell'uomo, l'idea dell'uomo - Dio, idea che è alla base
del culto luciferino e quindi della massoneria, è il vero cancro della società
non la vera Chiesa Cristiana Cattolica che per secoli e secoli è stata l'UNICO
potente e vero baluardo di difesa contro certi poteri che oggi, purtroppo, e
non per caso, manovrano le nostre vite dietro le quinte e infestano ogni angolo
della nostra esistenza!
Non voglio
dilungarmi sul concetto di valore (ideale verso cui si tende) ma vorrei
ricordare al dottor Vaccaro che la tolleranza è un CONCETTO MASSONICO, non
cristiano, concetto nato con l'illuminismo che nulla ha a che fare con la
carità, vera virtù cristiana, dono di Dio, quella che ha aiutato la fioritura delle più belle e ricche
civiltà del vecchio continente, virtù che tanto manca in questo secolo davvero
buio e che ci aiuterebbe a risolvere tanti problemi che ci affliggono. Ricordo
poi al dottor Vaccaro che uno dei progetti dei “signori”che gestiscono
l'obbrobrio delle scie chimiche è proprio quello di portarci verso una UNICA
religione mondiale, religione che toglierà del tutto Dio dal suo trono e
metterà al suo posto non tanto l'uomo quanto il concetto distorto della natura,
ogni sacrificio umano (DI QUALSIASI TIPO) sarà fatto in favore della Natura.
Quindi,
rinnovando la mia stima verso il dottor Vaccaro vorrei che questo mio scritto
sia da sprone, per lui come per altri studiosi, per ricercare la Verità sempre
e comunque, senza pregiudizi, anche a costo di dover rivedere le proprie
convinzioni, anche se è dura, altrimenti si rischia di fare il gioco dello
stesso sistema che si cerca di combattere e cambiare.
Questo è un
bell'esempio del pensiero cristiano cattolico, su Dio, sul mondo, sulle
creature:
“Altissimu,
onnipotente bon Signore,
Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.
Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.
Ad
Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato
sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.
Laudato
si', mi Siignore, per sora Luna e le stelle:
il celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
il celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato
si', mi' Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.
Laudato
si', mi Signore, per sor'Acqua.
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato
si', mi Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato
si', mi Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.
Laudato
si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore
et sostengono infrmitate et tribulatione.
et sostengono infrmitate et tribulatione.
Beati
quelli ke 'l sosterranno in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato
s' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate
et benedicete mi Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.”
e serviateli cum grande humilitate.”
San Francesco
d'Assisi, più cristiano cattolico di lui!
Regine D.
domenica 20 aprile 2014
venerdì 18 aprile 2014
martedì 15 aprile 2014
venerdì 11 aprile 2014
TERZO MONDO ITALIANO
“Non cercate il ''terzo
mondo'' intorno all'Equatore. Non serve fare lunghi viaggi per capire che il
''terzo mondo'' è già presente in Europa ed in Italia: disoccupazione reale al
15%, disoccupazione giovanile al 40%, dissesto idrogeologico, debito pubblico,
perdita della sovranità nazionale, precarietà e terzomondizzazione del mercato
del lavoro, impoverimento culturale, abusivismo e micro criminalità endemica
dilaganti nelle città, governi eterodiretti dalle Banche e dalla UE.
Solo un
folle non si accorgerebbe che il terzo mondo è qui, ora, in gran parte
dell'Europa; e se non è un folle, allora è un insensibile ai disagi dei suoi
connazionali.”
Commento
di A.: “Cosa sta succedendo alla nostra Nazione noi lo sappiamo, crudele
sarà come spiegarlo ai nostri nipoti. Come faremo a dire che è stata la nostra
politica a svenderci e non la guerra?”
FONTE: http://generazione-identitaria.com/
giovedì 10 aprile 2014
BOCCHINO, CASALEGGIO E L'APPROSSIMAZIONE GRILLINA
Si acuisce la polemica
tra l'ex-senatore pentastellato e il guru del movimento sul fondo di sostegno
alle PMI e il caso rischia di finire in tribunale
Un paio di giorni fa mi ha colpito, girando per i social, un filmato
del Senatore Bocchino, uno dei quattro espulsi dal Movimento 5 Stelle,
che partecipando alla trasmissione di Rai 3 Agorà, faceva affermazione
pesanti: «questo fondo (per le piccole e media imprese dove vengono
depositati i contributi dei parlamentari del M5S, ndr) non aiuta le
imprese in difficoltà, ma aiuta le imprese che non sono in difficoltà,
perché c’è una commissione che decide e valuta il grado di affidabilità
delle imprese. In questa commissione ci sono le imprese in cui è
coinvolto Casaleggio, peraltro si apre la possibilità di un conflitto di
interesse»
A questo punto, presa dalla curiosità ho fatto una piccola ricerca
perché, in effetti, nonostante lo sbandieramento delle somme restituite
dal M5s ad ogni occasione, anche mediante fotografie dei Parlamentari
con maxi assegni, del Fondo PMI dove questi soldi vengono versati, in
giro ci sono ben poche notizie. Di conseguenza, in pochi hanno capito
realmente questi soldi che fine fanno. Quel che ho capito è che il fondo
in questione è un fondo istituito presso il Ministero per lo Sviluppo
Economico, gestito da Medio Credito Centrale Spa, con lo scopo di
favorire l’accesso al credito delle Piccole e Medie Imprese, attraverso
il rilascio di una garanzia pubblica sui finanziamenti erogati dalle
banche ed e` stato costituito nel 1996, sotto il Governo Prodi con la
legge n. 662/96.
In parole povere i soldi alle aziende continuano ad erogarli le
banche e il fondo serve a garantire gli istituti di credito che
altrimenti, probabilmente, non rischierebbero i propri capitali per
finanziare le piccole e medie imprese.
Il fondo fornisce la propria garanzia alle aziende che richiedono il
prestito direttamente alle banche. La garanzia concessa dallo Stato non è
gratuita: il costo varia in base alla dimensione dell’impresa, micro,
piccola e media e della sua localizzazione, viene calcolato sul valore
garantito una tantum. Nelle regioni in cui opera la Banca il costo
varia: 0,25% della micro impresa, 0,50% per la piccola, l’1% per la
media, una sola volta e non per tutto il piano di ammortamento. A questa
quota vanno aggiunte le classiche spese istruttorie dell’istituto di
credito che si fa carico della gestione integrale della domanda di
accesso al fondo.
Nell’affermazione che il Fondo non aiuta le imprese in difficoltà la
posizione del Senatore è condivisibile: è vero, infatti, che la
Commissione del Fondo valuta le domande di richiesta di finanziamento e
che quindi se il soggetto richiedente non è insolvente è difficile che
abbia riscontro positivo. Ma in che modo sarebbe coinvolto Casaleggio?
Perché le accuse di Bocchino? In che modo può interferire con il lavoro
della Commissione che decide le aziende da finanziare? Cerchiamo di
capire di più.
La Commissione è formata da 21 componenti, alcuni dei quali in
rappresentanza dei vari ministeri, altri in rappresentanza delle
organizzazione di categoria. Sono compresi infatti i rappresentanti di
Abi, Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confesercenti,
Confartigianato, Cna, Casartigiani, Imprese Cooperative, Imprese
Autotrasporto.
Il Senatore Bocchino ha parlato della presenza nella Commissione
della Confapri. Con cui effettivamente Casaleggio pare intrattenga
rapporti. Ma questa organizzazione nell’elenco non compare. A meno che
Bocchino non l’abbia confusa con la Confapi, presente in Commissione che
ci risulta essere tutt’altra organizzazione. Un errore di valutazione
che mette in risalto, però, il presappochismo e le logiche
grilline complottiste da sempre rivolte verso gli altri partiti e che
questa volta gli si sono ritorte contro dall’interno.
Intanto sul blog di Beppe Grillo, Casaleggio fa sapere di volersi
rivolgere al Tribunale. Come finirà questa lotta fraticida? Il loro
slogan “a riveder le stelle” sarà sostituito da un “a rivederci in
tribunale”? Alla fine le stelle staranno a guardare, ma anche gli
elettori, almeno i più attenti.
Patrizia Perrone
FONTE:http://www.linkabile.it/bocchino-casaleggio-e-lapprossimazione-grillina/#prettyPhoto
NON PERDETE MAI LA SPERANZA - INTERVISTA A WALLY BONVICINI
Si prega di divulgare.
G r a z i e
Per una migliore qualità audio video
https://www.youtube.com/watch?v=7ppibnBO3Vk
mercoledì 9 aprile 2014
lunedì 7 aprile 2014
CONOSCI TE STESSO E DIVENTA CIÒ CHE SEI
don Curzio
Nitoglia
Chi
è l’uomo?
L’uomo è un
composto di anima e corpo; il corpo è lo strumento di cui si serve l’anima per
conoscere ed amare, infatti “nulla si trova nell’intelletto e nell’appetito
razionale, se prima non è passato attraverso i sensi” (Aristotele).
Il corpo
possiede i sensi esterni (vista, tatto, gusto, udito ed odorato), quelli
interni (soprattutto la memoria e l’immaginazione); mentre l’anima ha due
facoltà nobili: l’intelletto per conoscere il vero e rifiutare il falso, la
volontà per amare ciò che è bene e respingere il male.
La ragione
prova con certezza che Dio esiste e che è causa dell’uomo. Partendo dagli effetti
contingenti e finiti, si risale ad un Ente necessario ed infinito che chiamiamo
Dio. Come pure dimostra che l’uomo ha un’anima spirituale, ossia semplice (non estesa
e composta) e perciò incorruttibile ed immortale. Ciò lo si prova a partire
dalle azioni dell’anima: conoscere e volere oggetti immateriali, universali e
spirituali, ad esempio l’onore, la giustizia, la felicità.
Quindi la
nostra ragione ci dimostra - con certezza - che siamo creati da Dio, che siamo
simili a Lui in quanto persone intelligenti e libere e ci insegna anche che il
nostro fine non può consistere in qualcosa di inferiore alla capacità di
conoscere ed amare il sommo Vero e il sommo Bene, ossia Dio; infatti le
ricchezze un giorno dovranno lasciarci, la bellezza
anche, il piacere pure, la gloria e la potenza allo stesso modo. Solo un Ente
infinito ed eterno può soddisfare le esigenze dell’animo umano assetato di
pace, serenità e vera gioia spirituale.
Questo è
l’uomo in astratto, ma quando si scende al concreto, ad esempio Antonio, Marco,
Giovanni, le cose si complicano, poiché “l’individuo è ineffabile” (Aristotele),
non è perfettamente definibile; ma lo si può solo descrivere grazie alle
caratteristiche che appaiono all’esterno. Il suo essere profondo, la sua natura
individuale resta un mistero che solo
Dio conosce. “Il cuore dell’uomo è malvagio ed insondabile, solo Dio penetra
nelle sue profondità” (Ezechiele).
Di qui
possono sorgere dei “problemi”, perché se non ci conosciamo veramente e
profondamente, la nostra serenità relativa in terra, la nostra vita spirituale
e la beatitudine piena in Cielo possono esserne compromesse.
Occorre
dare un senso alla vita
Ricordati
che sei figlio di Dio, “creato a sua immagine e somiglianza” (Genesi),
che hai un fine ed uno scopo ben preciso, quindi non devi essere
schiavo di falsi idoli, che possono distruggerti. Ad esempi umano (o
“timore dei mondani”) che vorrebbe impedirti di fare, parlare, esistere,
diventare in atto ciò che sei in potenza, un beato per tutta
l’eternità.
L’uomo,
intelligente e libero, se è cosciente della sua natura e del suo ruolo, non
deve sminuirsi né vergognarsi mai; solo chi non conosce se stesso ed è schiavo
di pregiudizi può provare vergogna di un “fantasma” che esiste solo nella sua
immaginazione ma non nella realtà.
È
l’immaginazione che “crea” fantasmi che possono condizionare il tuo
comportamento in bene o in male a seconda che le tue immagini o idee siano
positive o negative; sta a te farne buon uso. Cerca di vivere spiritualmente,
ossia facendo discendere tutte le tue immagini o idee, decisioni, comportamenti
e scelte, dalla tua spiritualità di uomo creato da Dio per la felicità eterna
ed infinita del Paradiso.
Le creature
sono solo mezzi utili al conseguimento del fine ultimo, onde ne devi usare
“tanto quanto ti aiutano ad arrivarvi, né più né meno” (S. Ignazio); per cui
devi essere “indifferente nella volontà” di fronte ad esse.
Ciò non
significa essere fatalisti o pigri, ma scegliere o accettare - se la vita ce le
impone - quelle creature che sono più utili, e spesso sono proprio quelle che
tu ami di meno, anzi che temi, a portarti, dopo la sofferenza affrontata, alla
felicità. La sola psicologia (come si vorrebbe oggi) non basta a risolvere i
tuoi problemi, poiché tu non sei solo un ente razionale
fornito di pensiero (o “psiche”), ma sei chiamato a partecipare alla vita
divina, tramite la grazia santificante; sei spirito e solo la spiritualità può
aiutarti pienamente, tanto più che sei ferito dal peccato originale. Inoltre se
il tuo pensiero può ammalarsi (pensieri negativi) il tuo spirito no, a
condizione che la tua sia una vera spiritualità e non un surrogato o una
superstizione, perché allora cadresti nel falso misticismo, che è una delle
aberrazioni più pericolose.
Per vivere
bene è necessario sapere chi siamo, avere uno scopo di vita, cercare di raggiungerlo,
anche se è arduo, senza scoraggiarci di fronte alle nostre deficienze che sono
coessenziali all’essere umano limitato, finito e defettibile per natura. Non
sono i problemi e le difficoltà o gli scacchi ed i fallimenti a rendere pesante
la nostra vita, quanto il significato che noi diamo ad essi. Se li vediamo come
qualcosa di insuperabile, di irrimediabile e definitivo, ci condanniamo da soli
a vivere da disperati, come Caino o Giuda; invece se li vediamo come elementi coessenziali
alla caducità della nostra natura, allora possiamo affrontarli con fiducia e sormontarli
serenamente, con l’aiuto di Dio che ci
conduce, passo dopo passo, per mano, verso il fine per cui ci ha creati.
I
sacerdoti o religiosi in genere, non debbono mai dubitare del
loro fine, della loro vocazione, dell’efficacia delle loro parole, delle loro
preghiere, delle loro azioni. Se nella loro vita entra l’insoddisfazione, la
mancanza di motivazione, la noia, la loro vocazione è in grave pericolo,
proprio a causa della non consapevolezza della grandezza della loro chiamata, del
loro ruolo e della loro missione.
Anche
l’iper-attivismo, l’eresia dell’azione, la mancanza di vita contemplativa,
l’indipendenza dalle regole, la paura del silenzio e della solitudine - non
riempiti da sane attività spirituali, intellettuali e caritative – possono condurli
alla rovina (Dom Chautard).
Bisogna
essere sereni, gioiosi ma mai dissipati; la parola è argento, però il silenzio
è oro, “il silenzio è Gesù Cristo” diceva S. Agostino, inoltre avrai osservato
che abbiamo due orecchie per ascoltare e una sola bocca per parlare...
“Ricordati
che devi morire”
L’animale
non lo sa, molti uomini di oggi fanno finta di non saperlo, vogliono
dimenticarlo, eppure è così per tutti ed occorre accettare questo fatto per
vivere serenamente, per essere equilibrati e maturi psicologicamente, per
ridurre i fantasmi e la paura che potrebbero scuotere la nostra pace interiore ed
il nostro equilibrio. Onde non devi fuggire
le
difficoltà ma viverle e sormontarle accettando la sofferenza che
inevitabilmente le accompagna (la solitudine, le malattie, la morte). Essere
sereno non dipende dal non incontrare inconvenienti o difficoltà (come pretende
la filosofia orientale), questo è impossibile, ma dipende dal tuo modo di
vedere le cose, dal tuo atteggiamento mentale.
Se vedi
tutto alla luce dell’eternità e del tuo fine, le difficoltà restano, ma
divengono sopportabili e
superabili (fanno parte della nostra vita). Perciò non dobbiamo incolpare gli altri
(“maledetto l’uomo che confida nell’uomo” recita il salmo) della nostra
sofferenza; solo noi stessi possiamo renderla insopportabile se la immaginiamo
troppo grande, senza un perché, disgiunta dal nostro fine.
Non
dobbiamo fondarci e appoggiarci sugli altri, siamo noi che dobbiamo vivere la
nostra vita e non farla vivere da un altro, altrimenti ci facciamo schiavi di
qualcuno e rinunciamo alla nostra libertà. Così non dobbiamo aspettarci la
felicità da un altro uomo, ma essa ci sarà data solo se affrontiamo e viviamo
serenamente - senza insofferenza per i nostri limiti - le difficoltà della
vita.
Nessun uomo
può renderti felice senza di te, così come nessuna creatura può darti la
felicità senza la tua capacità di dare un significato alla tua vita, con le sue
luci ed ombre, gioie e dolori.
La
vera personalità
Ogni uomo,
finito e ferito dal peccato originale, ha una personalità non perfetta, deficiente.
La personalità umana perfetta non esiste, tuttavia possiamo acquistarla,
rinunciando ai nostri lati negativi (che con l’esame di coscienza dobbiamo
mettere a nudo, come anche i ricordi depositati nella memoria [oggi la
chiamiamo – erroneamente –
“subconscio o inconscio”] di cui non abbiamo più coscienza esplicita) e
chiedere a Dio di far morire la nostra vecchia indole inferma perchè possa
vivere in noi la personalità del Verbo Incarnato, Gesù Cristo vero Dio e vero
uomo, con tutta la sua perfezione.
Questo è
stato il segreto della vita eroica dei santi che hanno vinto se stessi ed hanno
riprodotto nella loro vita quella di Gesù.
Non
esistono uomini psicologicamente perfetti e assolutamente normali, (solo i
santi, nella misura in cui hanno riprodotto le sembianze del Verbo incarnato
morendo a se stessi, lo sono). Vi sono uomini più o meno normali a seconda del
significato e dello scopo che danno alla loro vita e del lavoro che svolgono
per migliorare se stessi, togliendo da sé ogni disordine, con l’aiuto di Dio.
Essi si
sforzano: di avere uno scopo in ogni loro azione, che li nobiliti e li motivi,
cosicché nulla è impossibile per loro; di
usare ben la loro libertà che è la facoltà che sceglie i mezzi più atti a
cogliere il fine; di agire subito e con coraggio dopo aver preso una
risoluzione ben ponderata; di essere costanti, disciplinati, con volontà ferma
e virile; “nihil violentum durat”, non si può avere tutto e subito, ma
poco a poco si può acquistare qualcosa di importante e non
superficiale.
Le
deficienze di carattere, più che ereditarie sono effetto di una falsa lettura
che noi stessi abbiamo fatto di episodi della nostra infanzia soprattutto, ed
anche della nostra vita adulta (la morte di un familiare, ad esempio). Certo il
codice genetico ha la sua importanza, ma la nostra “forma mentis” il nostro
modo di interpretare gli avvenimenti, le circostanze del nostro passato,
dell’ambiente in cui siamo vissuti, sono ancora più importanti di esso, per lo
sviluppo di una personalità distorta, di una mentalità errata, che rendono
difficile il progresso spirituale.
“La grazia
presuppone la natura, non la distrugge ma la perfeziona” essa è “seme ed inizio
di vita eterna” (S. Tommaso). Ora se la nostra mentalità è incompleta, non
matura, non equilibrata, ne risentirà tutta la nostra vita spirituale.
L’ammiraglio
Nelson diceva: “datemi un gentleman ed io ne farò un ufficiale”. Ossia se
il soggetto è sano ed equilibrato, completo e maturo, potrà diventare un
“ufficiale”, un eroe o un santo. Altrimenti la sua vita spirituale rischia di
essere compromessa da una mentalità e personalità immature, incomplete.
Così non
potrà diventare un “ufficiale” o un santo, poiché non è un gentleman,
ossia un uomo completo, sano e retto.
Quindi, per
avanzare spiritualmente è necessario conoscere noi stessi, con tutti i difetti e
i pregi, per accettare e sormontare i primi ed arricchire i secondi, ma se
chiudiamo gli occhi di fronte alle nostre storture psicologiche non saremo
maturi per vivere spiritual- mente, anzi potremmo essere vittime di deviazioni spirituali
(falso misticismo) che son la cosa più pericolosa che possa capitarci.
I
genitori
È molto
comodo dare la colpa ai genitori di quello che ci succede nella vita, eppure il
genitore ideale, assolutamente perfetto (tranne S. Giuseppe e la Madonna) non
esiste.
Ogni
genitore è una creatura più o meno limitata. Ogni figlio avrà subito dei
“torti” inconsapevoli, così come avrà ricevuto tanto amore (e viceversa). Certo
vi sono casi speciali in cui il genitore, vuoi per morte prematura, vuoi per
malattia, vuoi per immaturità, non è stato un vero educatore del figlio, ma se
il figlio nasce e cresce male è soprattutto perchè ha male interpretato la carenza
del genitore, come fosse un «male assoluto da cui non si esce mai» (una sorta di
Shoah), “un passato che non passa” e che continua a far soffrire; invece
è un male relativo, ingigantito dalla nostra immaginazione o sensibilità
esagerata, e dal quale si può e si deve uscire, pensandovi soltanto per
evitarlo, sormontarlo e non esserne più vittime; cercando di ridurre tutti o la
maggior parte degli ostacoli alla nostra maturità mentale e crescita
spirituale.
La prima
tappa della vita spirituale è chiamata “purgativa” proprio perchè in essa ci si
purga dai difetti di carattere e dai disordini morali. Ora idealizzare il
genitore, o il capo, significa pretendere che essi siano perfetti, mentre solo
Dio lo è; così ci costruiamo nell’immaginazione degli idoli, che se non sono uomini
non sono neppure Dio, non stanno in cielo ma neppure in terra, son sospesi a
mezz’aria e prima o poi cadranno su di noi, facendoci quel male che noi abbiamo permesso
che ci facciano. Occorre vedere e non negare i limiti o gli errori dei propri genitori,
non per criticarli, ma per migliorarci, cercando di non ripeterli. Il passato
non deve paralizzare la nostra vita: per definizione è... “passato”, non esiste
più; il futuro non è ancora, quindi bisogna vivere nel momento presente, senza
vivere nel passato o sognare ad occhi aperti un futuro che non sarà mai come lo
abbiamo immaginato. Bisogna riappacificarsi con il proprio passato, se è stato
negativo, non cancellarlo dalla nostra memoria - sarebbe impossibile e nocivo -
ma trarne insegnamento. “La storia passata è maestra di vita presente”, per
vivere meglio, per vivere il presente senza ripetere gli errori passati. Se
vuoi andare avanti devi capire ed accettare, o meglio farti una ragione degli
errori passati, senza riviverli come “un passato che non passa”.
Non
aver paura, apriti a Cristo
La paura di
non saper affrontare un evento può preoccuparci, come quando eravamo scolaretti
e dovevamo risolvere un problema di
matematica, ma essa non deve diventare paralizzante, altrimenti sarebbe
patologica. Occorre passare all’azione (“sùrgite eàmus” disse
Gesù al Getsemani), scendere nella realtà che è sempre meno brutta di come ce
la rappresentiamo, soprattutto se vista alla luce di un passato difficile che
non vogliamo abbandonare, come se fossimo stati “gli unici” ad aver avuto
un’infanzia difficile, ad aver subito una “catastrofe”, basta con le geremiadi
interminabili.
La paura è
lo spazio che va dal nostro pensiero all’azione; se l’azione viene subito dopo
il pensiero togliamo lo spazio alla paura.
Certo occorre
progettare il futuro, scegliere, decidere ma poi passare all’azione con ferma
decisione, coraggio o speranza di riuscita. Il coraggio è fiducia nel futuro, è
l’esatto contrario della paura che è disperazione di fronte alla vita. La paura
è frutto del nostro scoraggiamento pessimistico, che ci fa vedere tutto alla
luce di un passato spiacevole e riviverlo continuamente, in modo da perpetuare
lo scacco; la paura è matrice degli eventi, e se bussa alla porta bisogna mandare
il coraggio ad aprire di modo che essa non appaia all’uscio ma scompaia.
Una sana
autostima, che non è presunzione, ma verità, in quanto ci fa vedere come creature
e figli di Dio, “nel quale possiamo tutto” (S. Paolo), ci aiuta a vivere con certezza
e fiducia, a bandire la paura e lo scoraggiamento, a non rimandare l’azione. Il
rinviare infatti nasconde una grossa insicurezza interiore, come la pigrizia
che non ci fa affrontare i problemi (equivale a ciò che fa lo struzzo il quale
nasconde la testolina tra la sabbia, lasciando allo scoperto il resto del suo
corpo), è una fuga dalla realtà. Per il cristiano, come per la filosofia del
senso comune, l’uomo non è solo anima (Cartesio) o solo corpo (Marx), ma unione
di anima e corpo. Quest’ultimo non è intrinsecamente cattivo, ma al contrario è
un utile strumento subordinato all’anima, di cui dobbiamo servirci, e non
servirlo come schiavi. Dobbiamo prendercene
ragionevolmente cura affinchè sia efficiente ed in buone condizioni (“mens
sana in corpore sano”), onde è opportuno non fumare e bere alcolici smoderatamente,
non mangiare disordinatamente (“ne uccide più la gola che la spada”;
“bacco, tabacco e venere riducono l’uomo in cenere” dice il proverbio), senza
diventare ipocondriaci o iscriverci all’“esercito della salvezza” (ogni eccesso,
è un difetto).
L’individuo
è eguale a sé e diverso da tutti gli altri
Non solo
occorre aver una sana autostima, ossia fidarsi di sé basandosi sull’aiuto
costante di Dio, ma bisogna fondarla sul fatto che ogni persona è unica,
irripetibile, diversa da tutte le altre; ha inoltre la dignità di sussistere in
una natura razionale e libera, onde ognuno deve essere convinto che è su questa
terra per svolgere un compito che è stato assegnato solo a lui,
per diventare ciò che è in potenza (ultimissimamente un beato del Paradiso con
il suo determinato grado di gloria).
Questo è il
segreto che ogni uomo deve scoprire e vivere: la sua unicità, il suo “scopo prossimo”
su questa terra e il suo “fine ultimo” in Cielo. Allora ognuno si sente
valorizzato, accettato da Dio (è quel che basta) e non teme più l’opinione
degli altri, le critiche, le calunnie. Queste sono solo parole, “soffi che
volano per l’aria e non ci torcono neppure un capello” (Imitazione di Cristo),
se ci fondiamo sulla nostra vera natura di fronte a Dio e a noi stessi;
altrimenti ci travolgono e ci spezzano, perchè viviamo al cospetto degli altri e
ne siamo dipendenti. La loro sentenza diventa una sorta di “giudizio
universale” che ci condanna per sempre; ma non è così.
«Tutti i
turbamenti del cuore – scrive L’Imitazione di Cristo - vengono dal
desiderio smodato di piacere agli uomini e dal timore di dispiacere loro».
Occorre diventare indipendenti dal giudizio degli altri e per far ciò devi
entrare nel profondo, nella “cella” della tua anima (S. Caterina da Siena) e
riflettere su ciò che sei, sul tuo fine, per trascendere le
contingenze umane in un rapporto di conoscenza ed amore reciproco con Dio. Non
devi vedere nel prossimo solo qualcuno che ti è nemico, un avversario da cui è bene
guardarsi, verso il quale devi stare in continua autodifesa, col timore ti
essere giudicato o non apprezzato e di sbagliare; la tua vita diventerebbe un
“inferno”, ti porterebbe all’isolamento (che non è la “beata solitudo, sola
beatitudo” di cui parla S. Agostino) ma la negazione della natura di
animale sociale che ti è propria; ricordati che l’uomo è un animale razionale,
libero e sociale e perciò devi realizzarti e diventare ciò che sei in potenza,
conoscendo il Vero, amando il Bene, in unione con altri uomini, ossia in
società, senza dare ad altri potere su di te (ti renderebbe schiavo), senza far
dipender il tuo stato d’animo dagli altri; vivi insieme agli altri la
tua vita, ma non dipendentemente dagli altri, in maniera servile, ma di fronte
a Dio, trascendendo te stesso e gli altri.
Attenzione
all’invidia
L’invidioso
è un povero “disgraziato”, sofferente, immaturo psicologicamente, che per
affermarsi e sentirsi superiore cerca di render inferiori gli altri, li umilia,
li ferisce, li ridicolizza, li guarda con sufficienza dall’alto in basso
(vittima di un “complesso di superiorità”), li condanna, egli mette a fuoco i
difetti dell’altro, senza considerarlo nella sua totalità (unione di anima e
corpo), come persona umana creata da Dio, con difetti e qualità, ma sempre con
la capacità di rispondere alla chiamata di Dio (che poi è l’essenziale).
L’invidioso
non fa la parte di Dio che chiama a redenzione, ma quella del diavolo che
spinge a disperazione e alla dannazione.
Infatti
l’invidioso vuol metterti in condizione di inferiorità, focalizzando un tuo
difetto e riducendoti solo a quello, vuole minare la tua integrità di animale
razionale e di figlio di Dio. Nel medioevo il diavolo era dipinto col color
giallo o verde (non rosso), poichè è invidioso e geloso che l’uomo possa
salvarsi mentre lui è dannato per sempre. L’invidioso diventa giallo e poi
verde quando è afflitto dalla sua insana passione, come il collerico diventa
nero, il timido arrossisce, il pauroso impallidisce.
Fuggi
l’invidioso: se ti attacca difenditi senza prestare troppa attenzione al tuo
difetto, pensando piuttosto all’insieme della tua persona. D’altronde «Dio
permette che i suoi eletti, per non insuperbirsi, abbiano qualche infermità,
qualche difetto che li umili veramente» (S. Tommaso).
L’unico che
può giudicarti è Dio che non conosce invidia e gelosia ma che è l’Amore stesso
sussistente. Trascenditi entrando in rapporto con Lui, non permettere
all’invidioso di condizionarti, di schiavizzarti, ti distruggerebbe, ti
porterebbe alla disperazione e alla perdizione. Fa il contrario di ciò che
vorrebbe indurti a fare. Serenamente, tranquillamente, ignoralo come un
moscerino “fastidioso” che non vale la pena di essere schiacciato ma solo
scacciato.
Ottimismo
o pessimismo?
Il
pessimismo afferma la vittoria del male sul bene, esso si oppone all’ottimismo
non perchè neghi l’esistenza del bene ma solo in quanto afferma la
preponderanza del male sul bene (al contrario, l’ottimismo). Se l’essere coincide
col bene si può teorizzare un ottimismo radicale, mentre il male essendo privazione
(di bene) non può essere assolutizzato, lo si
negherebbe totalmente. Tu sai che la natura, l’essere è qualcosa di positivo, addirittura
la tua anima è “immagine e somiglianza” del Signore (se vivi in grazia di Dio).
Tuttavia il peccato originale ci pone in uno stato di lotta continua, contro il
demonio, i mondani e la triplice concupiscenza (orgoglio, avarizia e lussuria)
che alberga in noi. Sei sottoposto alla sofferenza e alla morte, ma
l’intelligenza e la volontà hanno conservato la capacità di conoscere il vero e
rifiutare l’errore, di amare il bene e odiare il male. Inoltre Dio si è
incarnato per noi, per la nostra salvezza e dà a ciascuno la grazia sufficiente
a salvarsi. Perciò, nell’ottica cristiana, l’ottimismo prevale sul pessimismo, anche
se l’uomo ferito dal peccato di Adamo è più incline a fare il male che il bene,
poichè è più proclive a seguire i sensi (la sua parte animale) che la retta
ragione e la fede (la sua parte razionale e spirituale). Ma tu sai che
l’esistenza terrena, anche se irta e difficile, deve preparare quella eterna.
Infine la vittoria assoluta e definitiva dell’ottimismo si fonda
sulla libertà individuale, sull’immortalità dell’anima individuale e sulla Provvidenza
di Dio che ci guida per mano, passo passo, durante la nostra vita travagliata, al
regno dei Cieli.
Tuttavia se
l’uomo è libero può anche peccare, se l’anima è immortale può andare
all’inferno per sempre, se Dio è Provvidenza l’uomo può rifiutarla; ma
occorre che tu sappia che la speranza di usar bene la tua libertà, di salvarti
ed andare in Cielo a ringraziare la divina Provvidenza, è una “certezza di
tendenza”. Faccio un esempio, quando prendo l’automobile, il treno o l’aereo
per andare a
Palermo, ho la speranza o certezza di tendenza verso il traguardo, mentre
reputo solo remotamente possibile che non vi giunga, per
incidente, malessere, sciopero.
Ora l’uomo
normale per agire non prende in considerazione le possibilità remote ed
eccezionali, altrimenti non si muoverebbe più (è possibile che alzandomi dal letto
scivoli e cada per terra, rompendomi l’osso del collo, ma non lo prendo in
considerazione, altrimenti impazzirei). Sono certo di tendere ed arrivare a
vestirmi e presentarmi al lavoro.
Così è per
la vita, spero e sono certo di tendere e di giungere al traguardo, una buona e santa
morte in grazia di Dio e il Paradiso.
Per cui in
definitiva è l’ottimismo che prevale sul pessimismo, la speranza sulla
disperazione, l’essere sul possibile, il certo sull’incerto.
È pur vero
che nell’ordine soprannaturale sono pochi a riuscire a cogliere il fine per loro
“accidia” e non per “malvagità” di Dio (S. Tommaso). Tuttavia se vuoi
sinceramente salvarti e unirti a Dio, abbi fiducia nella sua onnipotenza soccorritrice
e certamente ti salverai. Non è una certezza assoluta ma di tendenza
o speranza e la speranza è un’àncora, forte, stabile e stabilizzante.
«Nulla mi
può spaventare, se Tu sei con me, o Signore, e Tu sempre lo sarai, finché io speri
in Te. Così io mi sento al riparo da tutte le disgrazie... Perciò son risoluto
di vivere senza preoccupazioni o turbamento, e di gettare nel Tuo cuore paterno
tutte le mie pene... Questa fiducia in Te non ha mai ingannato nessuno.
Dunque io
sono sicuro che sarò eternamente felice, perché fermamente spero di esserlo, e
perché sei Tu, o mio Dio, quegli da cui lo spero» (Beato Claude de la
Colombière).
Occorre
perciò che tu indebolisca i tuoi pensieri negativi o “neri”, per rafforzare, con
equilibrio, quelli positivi; cerca di veder il lato bello di tutte le cose,
anche le più atroci (pensa alla morte in croce di Gesù: umanamente parlando è scoraggiante,
deprimente, invece vista con l’occhio della fede è la salvezza del genere
umano). Cerca di allenare il tuo cuore al sorriso, alla serenità in qualsiasi
circostanza, soprattutto le più drammatiche, questo ti aiuterà anche se gli avvenimenti
esterni sono tristi, il tuo interno deve sempre restare sereno, fiducioso nell’aiuto
di Dio, propenso a dargli ragione; anche se nell’immediato non capiamo perché ci
mandi quelle prove (pensa a Gesù che nasce in una stalla, al freddo e al gelo,
senza che la Madonna e S. Giuseppe si lamentino, si preoccupino, sereni e
fiduciosi nell’aiuto di Dio) conserviamo la fiducia in Lui.
Un po’ di
auto-ironia non guasta, non prenderti troppo sul serio, non fare il “voto di
serietà”, come i calvinisti e i mormoni. Il diavolo è sempre triste perché è
dannato per tutta l’eternità, ma tu che sei ancora vivo hai la possibilità
reale di salvarti, Dio ti ha creato per questo, onde «un santo triste è un
triste... “santo”» (S. Filippo Neri).
Ridi di
cuore e risolverai molti problemi. Ti racconto un esempio. Una mia zia ebbe una
vita molto travagliata, ma un carattere molto forte. Tra le tante disgrazie vi
fu il fallimento del ricco marito. L’ufficiale giudiziario che si era recato a
compiere il pignoramento dei mobili (qualche giorno dopo la morte della unica
figlia ventenne), le fece una proposta sconcia; mia zia scoppiò in una gran
risata, l’ufficiale... scomparve e mia zia sapeva riderne ancora in vecchiaia,
nonostante le avversità che l’accompagnarono nel resto della sua vita ed anche post
mortem.
Sii
più maturo per poter crescere spiritualmente
La vita
spirituale, come ogni vita, implica crescita, sviluppo, maturazione, e questa
si svolge in un incontro continuo tra grazia divina (spirituale) e risposta
umana (ossia offerta e prodotta da intelletto e volontà). La crescita
spirituale si realizza utilizzando i processi mentali della persona: Occorre non
disgiungere l’antropologia o psicologia dalla spiritualità, dacché la grazia edotta
da Dio a partire dalla potenza dell’anima umana, poi perfeziona la razionalità e
la libertà dell’uomo (S. Tommaso).
I disturbi
e l’immaturità del pensiero umano possono impedire la sana crescita spirituale
in quanto possono comportare una dissociazione
dalla realtà e una fuga in un mondo immaginario. In un certo senso la santità
consiste nel recuperare lo stato di “giustizia originale”, in cui si raggiunge
l’integrità o rapporto pieno e maturo tra corpo e anima e la piena
sottomissione del corpo allo spirito. Tuttavia non bisogna idealizzare troppo
ed esagerare (sarebbe l’errore per eccesso, una sorta di
naturalismo pelagiano); asserendo che solo le persone psicologicamente e
fisicamente perfette possono svilupparsi spiritualmente, si correrebbe il
rischio di demoralizzare, nel cammino spirituale, i soggetti psicologicamente
limitati, mentre abbiamo esempi di santi affetti da anomalie psicologiche (S.
Teresina, Pio IX, Liebermann, S. Paolo Apostolo), sormontate con l’aiuto di Dio
e l’impegno ascetico. “Il mondo è bello perchè è vario” e “lo Spirito soffia dove vuole”
(Vangelo), “ogni spirito loda il Signore”.
Non mi
sembra neppure di poter dire che il progresso della vita spirituale necessiti assolutamente
di un abbassamento della natura umana, onde solo i “deboli” sono privilegiati da
Dio, significherebbe confondere l’eccezione con la regola (è l’errore per
difetto, una sorta di religione dei deboli per essenza, che conduce ad un
soprannaturalismo esagerato e falso).
La verità
si trova in medio et cùlmen tra queste due concezioni che non si
escludono a vicenda, ma debbono integrarsi, dacché una sola teoria spiega solo
parzialmente il problema e quindi non lo risolve.
Lo sviluppo
umano comporta una crescita fisica ed un progresso cosciente e libero.
Così la
crescita spirituale presuppone:
a)
lo sviluppo conoscitivo:
che
permette al soggetto di conoscere sempre meglio il sovrannaturale per amarlo sempre
di più (“nihil volitum nisi praecognitum”, Aristotele);
b)
lo sviluppo morale:
la fede
senza le opere è morta;
c)
lo sviluppo affettivo-emotivo:
che risente
dell’infanzia e del rapporto coi genitori del soggetto. I parenti
psicologicamente maturi e forti possono favorire nel soggetto l’ottimismo, il
realismo, il buon senso, la fiducia, l’altruismo, il coraggio di agire, che pur
non essendo di per sé qualità spirituali, favoriscono comunque una sana vita
spirituale; mentre quelli immaturi normalmente trasferiscono le loro
problematiche ed insicurezze affettivo-emozionali sui figli, i quali possono
correggersi con lo sforzo ascetico e la grazia divina. Essi non sono determinati
o necessitati ma inclinati ad un comportamento non completo dal quale possono
uscire se vogliono.
d)
lo sviluppo sociale:
non è
adattamento passivo all’ambiente, alla moda, al conformismo, ma apertura
intelligente, saggia e prudente; riconoscimento del valore altrui, alla
comprensione dei difetti e pregi di ogni creatura e alla possibilità di
redenzione insita in ciascuno che non si ostini di vivere nel passato e di
resistere alla grazia.
«La prima
via purgativa dello sviluppo spirituale o vita ascetica, corrisponde –
grosso modo - alla pubertà, i 12-14 anni, in cui l’essere umano comincia
a svilupparsi fisiologicamente e psicologicamente, ed inizia a diventare un
uomo atto a generare, cessando di essere un bambino;
la seconda
via illuminativa o mistica iniziale, corrisponde all’adolescenza, in
cui si continua a crescere dalla pubertà e si tende alla maturità, dai 15 ai 20
anni;
la terza
via unitiva o mistica perfetta, corrisponde alla maturità dell’adulto,
che ha completato lo sviluppo e si trova nella maturità fisiologica e
psicologica; è cresciuto negli anni, possiede un certo grado di discernimento, di
prudenza, di giudizio e di equilibrio, ossia è giunto al pieno sviluppo delle potenze
intellettuali e morali, al compimento e perfezione. Essa è imperfetta dai
21 ai 35 anni e perfetta dopo i 35 anni» (Garrigou- Lagrange).
La
spiritualità comporta tutti questi elementi (conoscenza e amore di Dio, di sé e
del prossimo, ossia sana vita morale individuale e sociale). È errato
misconoscere il sano sviluppo della sfera affettiva nel cammino spirituale, che
è acquisito nelle prime esperienze familiari e che ci permette di controllare più
facilmente le nostre reazioni, modificare e
correggere i sentimenti negativi (sfiducia, disistima, indegnità, vergogna,
senso di colpa, paura). Questi hanno origini lontane, sono sepolti nella
nostra, memoria anche se non ne abbiamo piena coscienza attuale ed esplicita, e
possono influire sulla nostra vita individuale e sociale. I difetti dovuti ad una
carente sfera affettiva possono essere corretti con la direzione spirituale,
l’esame di coscienza, la meditazione, la conoscenza di sé e soprattutto la
fiducia in Dio.
TRATTO dalla rivista Sodalitium
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