Comunicato Stampa
Se ne parla in
una conferenza a FIRENZE il 27 ottobre 2012 con il Generale Fabio Mini.
Nel
1966, il professor Gordon J.F. MacDonald, allora direttore associato
dell’Istituto di Geofisica e Fisica Planetaria della University of California di
Los Angeles aveva scritto il libro "Unless Peace Comes"(“A meno che non venga la
pace”). Lo specialista in strategie di guerra ne intitolava un capitolo con una
domanda piuttosto inquietante: “COME DISTRUGGERE L’AMBIENTE? ”. Scriveva
MacDonald: "Tra i futuri mezzi per conseguire gli obiettivi nazionali con la
forza, una possibilità dipende dalla capacità dell'uomo di controllare e
manipolare l'ambiente del suo pianeta. Una volta ottenuta, questo potere
sull'ambiente fornirà all’uomo una nuova forza in grado di fare danni grandi e
indiscriminati. La nostra comprensione attuale del cambiamento ambientale
intenzionale rende difficile immaginare un mondo in cui si svolgerà la guerra
geofisica.“
Secondo MacDonald le armi geofisiche potevano diventare parte
dell’armamento di ogni nazione e rivelarsi particolarmente adatte per guerre
sotto copertura o segrete. Parlava di scioglimento o destabilizzazione delle
calotte polari, tecniche di impoverimento dell’ozono, ingegnerizzazione dei
terremoti, controllo delle onde oceaniche e manipolazione delle onde cerebrali
attraverso l'azione sui campi energetici del pianeta. Il ruolo che rivestiva il
prof. Mac Donald era tutt'altro che insignificante: nel 1966 era consigliere del
Presidente dgli Stati Uniti Lyndon B. Johnson ed in seguito diverrà membro del
consiglio per il controllo tecnologico sugli armamenti.
Nel 2007 sarà il
generale Fabio Mini ad affrontare apertamente la questione delle guerre del
futuro e dell' obiettivo del controllo ambientale. Lo farà in un articolo
pubblicato su LIMES. Scriveva qualche anno fa il generale Mini:
“La guerra
ambientale, in qualunque forma, è proibita dalle leggi internazionali. Le
Nazioni Unite fin dal 1977 hanno approvato la convenzione contro le modifiche
ambientali, il che rende ingiustificabile qualsiasi guerra proprio per i suoi
effetti sull’ambiente, ma come succede a molte convenzioni, quella del 1977 è
stata ignorata ed i militari hanno anzi accelerato la ricerca e l’applicazione
delle tecniche di modificazione del tempo e del clima, facendole passare alla
clandestinità. Se prima di quella data, l’uso delle devastazioni ambientali era
chiaro e se le modifiche ambientali anche gravissime erano codificate e persino
elevate al rango di sviluppo strategico o di progresso tecnologico, oggi non si
sa più dove si diriga la ricerca e come si orientino le nuove armi”.
Ma cosa
hanno a che fare queste autorevoli considerazioni sulla possibilità di usare
l'ambiente come arma col dibattito sull'importanza della lotta al riscaldamento
globale che investe l'opinione pubblica da almeno due decenni?
Tutti ci
stiamo rendendo conto della grave incidenza degli eventi atmosferici e dei
mutamenti climatici, ma è la CO2 il vero responsabile di questi cambiamenti, o
le responsabilità di questa situazione vanno ricercate in altri ambiti ?
Ed
ancora, la questione del riscaldamento globale non si sta trasformando in un
cavallo di Troia per introdurre una militarizzazione forzata dell'ambiente
attraverso tecnologie di intervento sull'atmosfera e sull'ambiente?
A seguito
di questi eventi atmosferici e climatici infatti, i governi ed gli esperti
stanno spingendo affinchè la lotta ai cambiamenti climatici diventi materia di
sicurezza e quindi ambito gestito dai militari.
I passaggi in questa
direzione sono già avvenuti, e sono in via di perfezionamento. La
militarizzazione completa del pianeta con la scusa di dover debellare il più
grande pericolo che l’umanità dovrà affrontare, il "Global Warming Antropico",
è già in atto.
La pressione sull’opinione pubblica viene attuato con ogni
mezzo. Il mondo si muove verso una militarizzazione non solo dello spazio, ma di
ogni ambito istaurando un sistema di sorveglianza elettronica globale.
Di
questo si parlerà in una conferenza dal titolo "LA GUERRA AMBIENTALE E' IN
ATTO: dalle mistificazioni sul Global Warming alle modificazioni globali della
Geoingegneria" che si svolgerà il 27 ottobre 2012 alle ore 15.00 a Firenze
presso la Sala Vanni di piazza del Carmine, a cui parteciperanno come relatori
il già citato generale Fabio Mini, il biologo Enzo Pennetta e il giornalista
Antonio Mazzeo.
Enzo Pennetta esaminerà la controversa questione del
riscaldamento globale e i suoi risvolti. Il generale Mini parlerà di "guerra
ambientale", mentre Antonio Mazzeo, affronterà il tema riportando l'esperienza
del Comitato NoMUOS, che da anni si batte contro l'installazione del MUOS a
Niscemi. Definito l'occhio del Pentagono in Sicilia il MUOS, un potente sistema
di antenne e radar, è ritenuto dagli Stati Uniti un elemento fondamentale del
sistema globale per la gestione delle guerre future e il controllo del pianeta.
Tre punti di vista, tre approfondimenti per aprire un dibattito su un tema
cruciale per il nostro presente e futuro.
La conferenza è stata voluta
fortemente da un gruppo di cittadini da qualche anno impegnati nella questione.
L'intento è aprire una seria discussione su scenari tanto preoccupanti quanto
concreti. Gli strumenti della guerra climatica sono in grado di destabilizzare
il suolo e le correnti atmosferiche, e di conseguenza l'ambiente in cui viviamo,
le nostre economie e dunque le nostre vite.
Per maggiori info sulla
conferenza: www.nogeoingegneria.com
Comunicato stampa ricevuto da Enrico Galoppini
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