Scandalo
dopo scandalo, si compone il quadro d’insieme di ciò che i politici e i partiti
effettivamente fanno, perseguono, negoziano: la lottizzazione e
l’intercettazione delle risorse pubbliche e delle prebende private, lecite e
non.
Nessuno di loro può dire di essere diverso, di essere onesto,
che si tratta di mele marce isolate o isolabili. Tutti sapevano di che vive il
sistema politico-amministrativo, i partiti. Hanno scientemente accettato di far
parte di esso, vi hanno trovato il loro posto, il loro reddito. Non mi risulta
che qualcuno abbia solo sbirciato dentro, e poi si sia ritirato in disgusto e
denunciando le mangerie. Nel web (http://www.youtube.com/watch?v=ngWs2j_T6p0&feature=related)
si trovano accuse allo stesso Giorgio Napolitano, oggi fustigatore
dell’immoralità politica, di essersi fatto rimborsare, come parlamentare
europeo, il prezzo pieno dei biglietti aerei, € 900, quando invece viaggiava
low cost a 90. La cosa suscitò scandalo in Germania nel 2004.
Soprattutto
non possono non sapere i dirigenti, i segretari, i parlamentari, i membri
del governo, i consiglieri e governatori regionali, etc. etc. Volete che i
vertici dei rispettivi partiti non sapessero che cosa facevano Penati, Lusi,
Fiorito? Avete dimenticato gli studi criminologici da cui risultavano le quote
di spartizione tra DC, PSI, PSI, cioè 40-40-20%? Persino chi giurava guerra al
sistema e strillava, si è di regola fatto assimilare.
Sono
dunque tutti compartecipi, tutti politicamente e moralmente omologati, anche se
non tutti penalmente colpevoli. Non è possibile risanare il sistema togliendo
singoli elementi, le mele marce.
Non è
possibile, perciò, risanare-rinnovare il sistema per via giudiziaria: i pm e i
giudici trattano per legge esclusivamente casi singoli e limitatamente ai
profili penali, mentre il male è dell’insieme e non limitato all’aspetto
penale. Non è possibile nemmeno se i pm forzano la realtà ravvisando reati in
comportamenti che reato non sono.
L’avv.
Carlo Taormina ha ragione: il reato commesso da Fiorito non è il peculato –
delitto grave, a danno della pubblica amministrazione e perseguibile d’ufficio,
e che consiste nel prendersi beni o denari pubblici – bensì l’appropriazione
indebita – reato lieve, che consiste nel prendere o trattenere beni o denari
privati di cui si ha il possesso, e che non è perseguibile d’ufficio, ma solo a
querela del privato danneggiato, ossia, nella fattispecie, del PDL o del gruppo
consiliare. Anzi, siccome è chiaro che i partiti, nella realtà empirica, si
fanno e si gestiscono proprio per procurare quei guadagni privati, e altri,
così come una società imprenditoriale si fa per procurare guadagni ai soci,
allora non c’è nemmeno l’appropriazione indebita. Fiorito ha riscosso dividendi
sull’utile aziendale.
Ad
essere franchi, ci troviamo al cospetto di un crimine più grave, ma non
previsto e non punito ossia l’associazione per delinquere della classe
politica, finalizzata a distrarre beni e denari pubblici per realizzare
profitti privati, facendo transitare il grisbi attraverso rimborsi elettorali
ai partiti, gruppi parlamentari, consiliari, giornali di partito,
fondazioni, altre forme di spesa pubblica; transito realizzato attraverso
atti legislativi e deliberativi di vari livelli.
I
partiti e i politici sono legittimati ad esistere al fine dello svolgimento di
due precise funzioni:
-rappresentare
i cittadini, collegandoli alle istituzioni;
-gestire
la cosa pubblica bene e nell’interesse generale.
Lo
fanno?
No.
Non
rappresentano i cittadini, ma gruppi di interesse particolari, compreso il
proprio gruppo o casta; e gestiscono la cosa pubblica molto male e
nell’interesse di quei gruppi particolari, nonché di interessi stranieri.
Costano, nuocciono, non rappresentano, sono privi di legittimazione.
L’azione
risanante a una simile degenerazione non può essere interna al sistema malato,
perché per riuscire deve eliminarlo; non può venire dal palazzo, né dai
tribunali, né dalle urne – e in effetti non è venuta, nonostante Mani Pulite,
nonostante le riforme elettorali, nonostante i cambi di maggioranze, di moneta,
di nome dei partiti… la matrice di mentalità, di prassi, di formazione è sempre
quella, e non la si cambierà mettendo in pista un trentenne carino e un
omosessuale dichiarato.
L’azione
realmente riformante può essere solo esogena al sistema: la rivoluzione
popolare, che spazza via tutti, o la conquista straniera. Si sta realizzando la
seconda, attraverso lo spread, il debito, le cessioni di sovranità. Una conquista
capitalistica. Senza che nessun politico rilevi che la formalizzazione della
subalternità della posizione italiana entro il MES e gli altri apparati europei
cui si sta cedendo la sovranità è in conflitto con l’art. 11 della
Costituzione, che consente la limitazione della sovranità nazionale solo sulla
base della parità. Il take-over del capitalismo straniero, segnatamente
tedesco, è oramai tanto avanzato e difficilmente reversibile, che il regime
italiano (o europeo? eurotedesco?) può permettersi, per recuperare consenso
popolare mentre porta a compimento l’operazione, di sforbiciare – magari per
ora solo sulla carta – qualche mangeria dei livelli inferiori della politica,
per qualche centinaia di milioni: Ovviamente non può colpire quelle dei
livelli alti, per centinaia di miliardi. E soprattutto alleggerendo, dietro
l’ostentazione di controlli fiscali teatrali quanto stupidi, i controlli
seri sui principali evasori fiscali, ossia banche e assicurazioni, come risulta
dal seguente comunicato:
“Dall’indagine è emerso che, in Italia, i principali evasori
sono gli industriali (32,7%) seguiti da bancari e assicurativi (32,2%),
commercianti (10,8%), artigiani (9,4%), professionisti (7,5%) e lavoratori
dipendenti (7,4%). … “Per combattere l’evasione fiscale bisogna
privilegiare i controlli sostanziali sui grandi contribuenti anziché quelli
formali fatti sui lavoratori dipendenti/ autonomi – ha affermato Vittorio
Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani –
E’ necessario riformare il fisco italiano e la riscossione dei tributi,
istituendo Lo Sportello del Contribuente presso tutti gli organi diretti ed
indiretti della pubblica amministrazione, seguendo ciò che avviene nei
principali paesi europei. I grandi contribuenti sono diventati maestri
nell’evasione fiscale e la stanno esportando anche negli altri paesi europei.
“.> CONTRIBUENTI.IT – ASSOCIAZIONE CONTRIBUENTI ITALIANI >
E
allora, realisticamente, meglio seguire le indicazioni del Prof. Claudio Pioli,
già deputato nella “legislatura breve”, e propugnatore dei principi di F. von
Mises:
In una situazione in cui molte variabili hanno comportamenti
rigidi o anelastici che dir si voglia, quali i consumi di base in gran parte
“primari” della popolazione, non resta che avere il coraggio richiesto ad
altri paesi in altre sedi: cancellare la metà del debito pubblico per ritornare
nei parametri di Maastricht (60% del PIL).
Sappiamo infatti che la vera lotta all’evasione che conta non
verrà mai fatta, per cui è meglio ridimensionare il debito, che non si
rimborserà mai a tassi “liberi” di mercato (in quanto il tasso d’interesse
deve misurare, tra l’altro, il rischio d’insolvenza dell’emittente…), sia
cancellandone una parte del valore nominale (sostituzione dei titoli di credito
o cancellazione delle scritture informatiche, quando non esiste la sostanza,
diciamo così, cartolare del credito), sia realizzando in cinque anni 500
miliardi di introiti dalla vendita di beni pubblici.
Ma per riuscire a venderli, bisogna che il mercato torni a
tirare, che i soldi girino, quindi bisogna dar crediti ragionevoli alle imprese
produttive, abbattere le tasse sugli immobili e sul lavoro, e rilanciare gli
investimenti infrastrutturali di lungo termine.
08.10.12
Marco Della Luna
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