lunedì 22 ottobre 2012

OBAMA Vs ROMNEY: LA SOLITA PAGLIACCIATA



TV e stampa ci stanno rincoglionendo con la “sfida”, quasi che fosse uno spareggio di un incontro di pugilato, tra Obama e Romney. 
Come noto in quel demenziale paese che sono gli Stati Uniti, si divertono con questi spettacoli da baraccone. Due candidati, appositamente scelti,  “lavorati” e finanziati, da Lobby e consorterie, si affrontano con una serie di domande e risposte, studiate a tavolino da appositi psicologi, sociologi ed esperti di sondaggi elettorali, che meglio sarebbe definire esperti di gonzi. Chi deve vincere è già stabilito e comunque chi vince, vince, non cambia nulla essendo democratici e repubblicani due facce opposte di una stessa medaglia.
Questa è la democrazia americana, carne di porco del potere finanziario: uno spettacolo da baraccone.

E questa democrazia, questa farsa, la stanno travasando, anzi già l’hanno esportata anche da noi che, come popolo, proprio sprovveduti non eravamo. Basta vedere da noi le moderne diatribe elettorali in televisione e le cosiddette “primarie” altra farsa oramai divenuta patrimonio dei nostri partiti.

Per fortuna i votanti stanno sempre più diminuendo.
Non che prima fosse tanto meglio, la democrazia è da sempre stata il regno dei furbi, dei farabutti e degli approfittatori. Vi ricordate la Napoli degli anni ’50 quando si regalavano ai poveri disgraziati una scarpa e poi se vinceva il candidato a cui si chiedeva il voto, si poteva ritirare anche l’altra?

E i milioni di volantini, pieni di cazzate, che imbrattavano le strade? E i party, cene, brindisi ecc., nei quali i democristiani erano maestri? E le lampade a forma di fiamma o i ciondolini con il Duce su una facciata e la fiammella dall’altra parte, regalati ai missisti? Ovviamente con il passare degli anni, l’effige del Duce veniva sempre più sostituita. Non ridete con queste cazzate, centinaia di mascalzoni ci sono andati al parlamento o nei consigli comunali.

Questa è la democrazia. 
E’ un dovere morale di tutti di starsene alla larga.  
Sempre e comunque.

Maurizio Barozzi

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