STRALCIO DI EMAIL RICEVUTA DA ACCADEMIA DELLA LIBERTA'
Seguendovi in questi mesi ho
imparato tanto, ma soprattutto ho avuto conferma dell'esistenza di un enorme
potenziale umano presente sul territorio nazionale, siamo in tanti, consapevoli
delle nostre potenzialità, coscienti di poter tracciare percorsi alternativi a
quelli imposti dall'alto, e con la voglia di mettersi in gioco. Il “nemico”
cerca in tutti i modi di tenercelo nascosto. Le menti libere ci sono, occorre
solo un piano d'azione concreto, attuabile da subito, io ci sto e sono pronto a
lavorarci. So per certo che nessuno dall'alto ci aiuterà, che dalla politica
oggi non possiamo attenderci nulla di buono, perchè li conosciamo, sappiamo da
dove vengono, chi ce li manda, e dove vogliono arrivare, non c'è salvezza per
noi nei loro piani. Occorre passare all'azione con quello che abbiamo oggi a
disposizione, e tralasciare anche di chiedere, o perlomeno smettere di pensare che
chiedendo ai governanti ci possa esser concesso ciò che vogliamo, nemmeno a
pretenderlo con la forza, nemmeno se fossimo in rapporto 1000 a 1. E' mia
opinione che perderemmo inesorabilmente, perchè il “nemico” è preparato a
questo genere di attacchi. Occorre piuttosto fregarli su di un terreno sul
quale mai si aspetterebbero d'essere attaccati, sul piano delle idee, della
creatività, dell'organizzazione, della coordinazione, perchè ci reputano
stupidi e incapaci di organizzarci.
Il vostro operato è lodevole,
fate un lavoro eccezionale, fondamentale.
Quando si arriva a
comprendere il significato di “bene”, di “valore”, di “lavoro” di “denaro” e il
rapporto che intercorre fra essi, l'azione diventa conseguenziale.
Se si conviene che:
· il “bene” è ciò che si
desidera in quanto è conveniente alla natura umana, è utile ad uno scopo, e
posseduto rende tranquilli, felici, soddisfatti;
· il “valore” è il
riconoscimento del beneficio che se ne trae da un qualsiasi bene, oggetto o
azione;
· il “lavoro” è l'attività dell'uomo
che implica il dispendio di energie fisiche ed intellettive per raggiungere uno
scopo prefissato,
· il “denaro” è al tempo
stesso “bene” in quanto è prodotto dal lavoro dell'uomo ed è utile ad uno
scopo, ma è anche la rappresentazione del “valore” in quanto è tale lo scopo
per il quale è prodotto.
(Auriti docet)
Possiamo provare a
rispondere ad alcune fondamentali domande:
· Dove è il valore, nel
bene o nel denaro?
Nel bene, in quanto se ipotizzassimo l'inesistenza del
denaro il bene continuerebbe ad essere utile e desiderabile dall'uomo,
viceversa, ipotizzando l'inesistenza del bene il denaro perderebbe ogni valore
e significato.
· Chi produce il valore?
Colui che produce il bene.
· Chi produce il bene?
(L'uomo o la banca?)
L'uomo.
· Di chi è il valore?
(Dell'uomo o della banca?)
Dell'uomo
· Cosa centra il denaro in
tutto questo?
Rappresenta il valore del bene, è un simbolo economico.
Riassumendo:
Il valore è il bene,
il bene è frutto del lavoro dell'uomo
il valore è dell'uomo
il denaro rappresenta il
valore
il denaro è dell'uomo.
Quindi? Io, col mio lavoro
produco il bene, che ha valore, in quanto è desiderabile da qualcun altro. Creo
beni che scambio con altri beni, non importa quale sia il particolare mezzo o
il metodo di scambio, importa che io ottenga il bene, che ci siano beni da
scambiare e si trovi un accordo fra le parti. Sembra che questa fondamentale
verità sia la chiave per scardinare il sistema, dato che di beni da scambiare
ce ne sono a sufficienza, dato che la stragrande maggioranza degli uomini è
capace di produrre valore, dato che di lavoro da fare ce ne sarebbe a iosa,
perchè farci paralizzare dalla privazione del mezzo di scambio, perchè non
mettere in pratica ciò che abbiamo capito? Io sono pronto, da domani stesso, ad
offrire il mio potenziale valore in cambio di altro valore al di fuori del
circuito dell'euro, possibile che non si riesca a studiare un meccanismo per eludere
questa appropriazione indebita del valore? Cosa dovremmo chiedere e a chi, se
ciò che ci occorre è già in nostro possesso? Se chi crea il valore è l'uomo? Se
mai ci fosse stato un tacito accordo fra governanti e governati, beh è saltato.
Il “contratto sociale” è stato violato, siamo legittimati ad agire senza
chiedere il permesso a nessuno. Non ho le capacità e le conoscenze per
formulare una proposta nel dettaglio, ma in linea di massima, se l'ostacolo
alla fruizione dei beni, e quindi al lavoro, è la carenza di denaro in circolo,
mi sembra ovvio che dovremmo cominciare a lavorare, produrre valore, scambiare
valore, senza l'ausilio del loro denaro, o magari solo in parte tanto per
cominciare, coprendo le spese e i costi delle materie prime con la loro moneta,
ed inventarci una nuova modalità di scambio per la parte di valore rimanente.
Non è detto che si debba per forza stampar moneta, la butto li, si potrebbe
creare una banca dati che registri la creazione e le transazioni di valore
prodotto dall'uomo, che contenga tutte le prestazioni, i servizi, i prodotti
offerti dai partecipanti al circuito. All'interno di questa banca dati si potrà
riscuotere, direttamente sotto forma di beni, la parte di compenso spettante
per la fornitura del proprio lavoro. Il tutto regolato e garantito dalla
stipula di un nuovo “contratto sociale” al quale ogni uomo è libero di aderire.
La moneta di scambio potrebbe essere il valore del lavoro dell'uomo. Lavoro in
permuta. Una sorta di evoluzione del baratto che permetta al valore di
spostarsi nello spazio e nel tempo, in stretto rapporto con l'economia reale.
Ma anche no. Discutiamone, studiamo, troviamo il modo e facciamolo, cosa altro
abbiamo da perdere?
Siamo un popolo di
inventori, creativi, abbiamo un potenziale immenso, e permettiamo che tutto ciò
venga represso. <<E lo dici a noi?>> direte voi, <<a noi che
già lo sappiamo e lo diciamo tutti i giorni?>>. Se mi rivolgo a voi è per
farvi presente che io ci sto, ci proverei subito, ne vogliamo parlare? Per come
la vedo io non ci occorrono mobilitazioni di massa con mazze e forconi, e
nemmeno la comprensione approfondita del funzionamento del sistema da parte di
tutti, basterebbe innescare un circuito virtuoso, che funzioni, e con un po' di
visibilità aderiranno in massa, senza nemmeno chiedersi perchè la cosa
funzioni. D'altra parte in quanti si chiedono come e perchè le loro banche
funzionano? L'esperimento di Auriti ci insegna anche questo. Mi rivolgo a voi
perchè siete l'unico canale che conosca capace di raggiungere al tempo stesso
studiosi, economisti, pensatori, imprenditori, avvocati, legislatori, tecnici,
tecnologi, liberi professionisti, associazioni, persone sensibilizzate verso
queste tematiche, il miglior pubblico desiderabile, ciò che occorre per
elaborare insieme un piano d'azione e una proposta. Altra cosa che reputo
importante, e che vorrei rilevare, è la necessità di fare rete tra le aziende e
i liberi professionisti italiani, allo scopo di essere più competitivi verso il
mercato estero. Ci vogliono un popolo di meri consumatori e distruggono la
nostra economia attaccandoci su tutti i fronti, abbandonando interi settori
all'oblio, il resto lo facciamo noi con la nostra naturale predisposizione a
“farci le scarpe” l'uno con l'altro. So che esistono realtà industriali ed
artigianali italiane davvero positive in regioni quali Toscana, Emilia Romagna,
dove si fanno delle politiche di sostegno alle imprese, si danno vita a filiere
produttive che usufruiscono di tutta una serie di servizi organizzati dalla
regione, addirittura sentivo parlare in alcuni casi di condivisione del
pacchetto clienti. In altre regioni, specie al sud, non mi risulta presente
questo tipo di mentalità. Col mio lavoro ho avuto un po' a che fare con le
imprese del sud, grandi potenzialità, tanta creatività, tanta voglia di
lavorare, imprenditori instancabili, ma di visione corta. E' vero, il governo
non è dalla nostra parte, non ci mettono in condizione di innovarci, a stento
si sopravvive, ma, piuttosto che scannarci fra noi per raccogliere le briciole
di un mercato interno distrutto, magari potremmo sederci intorno ad un tavolo e
condividere qualcosina con gli altri per ottenerne molto di più tutti insieme.
Potrei fare moltissimi esempi pratici, ma rimanendo sul vago, una serie di
aziende sinergiche potrebbero cooperare per la nascita di filiere, potrebbero
finanziare delle ricerche per la progettazione di prodotti innovativi,
risolvere problemi comuni ingaggiando tecnici e professionisti, creare consorzi
energetici per il fabbisogno interno e locale d'energia, puntare sulla qualità
e l'innovazione piuttosto che tentare di fare la concorrenza alla Cina. Certo,
possiamo continuare a lagnarci, potremmo dire che in altre nazioni tutto ciò si
affronta a livello politico con la pianificazione a diverse scale, e che quindi
dovremmo chiedere ai nostri politici di varare un piano industriale. Ma, avendo
preso atto dei fatti, onestamente, sarebbe possibile credere ad una tale
eventualità? Credo sia l'ora di cominciare a pensarci da soli.
La Fiat vuol spostare la sua
produzione all'estero? Io officina meccanica, io carrozziere, io fonderia, io
industria chimica, io industria elettronica, io ingegnere, io designer, io
tappezziere, che faccio? Chiudo? Fanculo la Fiat! Ma abbiamo davvero bisogno
della Fiat per fare auto? Mettiamoci insieme, finanziamo un progetto, in tanti
si può fare, inventiamoci un prodotto, un marchio, diventiamo una potenza. Non
ci sono i soldi? Mettiamoci d'accordo, discutiamone, chi ha denaro mette
denaro, chi non ne ha mette lavoro, è un investimento che ogni uno potrebbe
fare. Da una parte c'è da affrontare un rischio, ogni impresa è un rischio,
dall'altro c'è la possibilità di chiudere se domani la Fiat sposta tutto
all'estero. La soluzione politica purtroppo non arriverà, perlomeno a breve,
sta a noi inventarci qualcosa, all'interno di quel range di azioni che ancora
ci sono concesse. Occorre trovare una soluzione rapida da mettere in pratica
per correre ai ripari subito. Ciò che dovremmo chiederci è: con chi e per cosa
dovrei collaborare? A chi occorrono le mie competenze? Chi ha i miei stessi
obbiettivi, problemi, necessità? Magari qualcuno con le nostre stesse esigenze
è a due passi da noi e non lo sappiamo, beh, troviamo il modo di saperlo.
Ancora una volta io sono pronto. Sono pronto a sedermi al tavolo con gli altri
e ragionare sul da farsi, mettere in gioco il mio potenziale per ottenere
qualcosa di più tutti insieme. Discorsi utopici? Di utopica c'è solo la pretesa
che qualcuno dall'alto ci aiuti.
Costruiamo qualcosa di concreto qui, per noi,
e nel rispetto della dignità umana. Basta fuggire all'estero, che se ne vadano
loro. Io ci voglio provare.
Spero a presto, calorosi saluti
Mail firmata
Certo la creazione e gestione del denaro è un semplice servizio, una utility, al pari della rete del gas, dell'energia elettrica, del servizio idrico e non dovrebbe esistere signoraggio, interesse, riserva frazionaria etc. Purtroppo noi "Sapiens" siamo per la maggior parte "personaggi" del sogno degli Arconti, i capufficio dei banchieri,che ci conoscono meglio di quanto noi conosciamo noi stessi e dalle latebre dei nostri cuori alimentano il desiderio insano di firmare contratti bancari, di giocare al "trading borsistico", di guardare compiaciuti un estratto conto senza riconoscere il mostricciattolo anatocistico e questo non è neanche il peggio.
RispondiEliminaAnche se l'invito che tu giustamente riporti, l'esortazione dell'Aligero Dante a non essere "pecore matte" per non far ridere i vassalli degli Arconti, fosse riportato nella Costituzione Italiana ed il Protocollo dei Savi fosse commentato alle elementari, dubito che saremmo in acque migliori.
In ogni caso "lunga vita a Victor Orban" ed anche a te per il lavoro che fai nel blog, poi ognuno, se vorrà e se potrà, combatterà la sua battaglia per L'Anima, poichè di questo si tratta.
É un bell’articolo, peccato che il sillogismo fallisce al punto “il denaro rappresenta il valore”.
RispondiEliminaValore e danaro / moneta sono due categorie che non hanno a che fare tra loro, se non nell’equivoca visione del mondo tipica dei materialisti, per i quali NON esiste lo spirito.
Il VALORE è un bene SPIRITUALE e misura le categorie INTERIORI, mentre il DANARO è una misura dei beni MATERIALI (prodotti e servizi).
Il danaro è una specie di SANGUE che permette la CIRCOLAZIONE dell’energia di scambio nel sistema sociale (inteso come dualismo impresa/lavoro) ma è, purtroppo, utilizzato anche come ACCUMULATORE di CAPACITA’ di SPESA e, quando se ne accumula troppo (come succede nel caso di quel CANCRO odierno che si chiama CAPITALISMO), ne rimane troppo poco per far vivere il resto della società.
Il valore NON può essere capitalizzato, perché non è misurabile col danaro, ma questa incongruenza NON è evidente alla maggioranza delle persone che NON è stata educata in modo adeguato, a riguardo.
Tra l’altro la relazione in cui può e deve entrare il danaro è:
Guadagno = prezzo (di vendita) – costo (di produzione)
Ed ovviamente ancora una volta in tale formula NON interviene il valore.
Condivido!
EliminaGrazie Alex.
Stai bene.
Elia