Una
volta mi cadde un bicchiere dalle mani. Si frantumò sul pavimento. Ebbi la
sensazione di aver distrutto per sempre un oggetto bellissimo. Era trasparente,
perfetto nelle sue rotondità.
Lo
avevo rotto per una distrazione durata una frazione di secondo. Avevo per
sempre cancellato dal pianeta una cosa che era li, per i fatti suoi.
Mi
arrabbiai. Mentre raccoglievo i cocci, guardavo i riflessi della luce sui pezzi
di vetro che mi si paravano dinnanzi e riflettevo su come la luce cambiasse in
base a come il vetro si era rotto.
Così,
pensai di farci qualcosa, presi i pezzi più grossi e li sistemai in una
ciotola.
Li
misi sul davanzale della finestra dell'orto. Ogni mattina, intorno alle 6 e
mezza, quando mi svegliavo e andavo in cucina a prendere il caffè, la luce
dell'alba, i raggi di quel sole timido che svegliava il mondo, si rifrangevano
in quei pezzi di vetro e illuminavano la parete della mia cucina in un modo
straordinario, da togliere il fiato, sul serio. E in quei raggi rifranti sul
muro io ci vedevo ogni giorno la mia volontà di rendere tutto ciò che vedevo
rotto, una cosa diversa, utile, anche solo nella sua rinnovata bellezza.
Così
decisi di applicare questo mio motto a tutte le cose che via via andavo
scoprendo durante le mie ricerche. Se avevo appena scoperto che ci irrorano con
dei composti chimici a base di metalli pesanti, capivo che oltre
all'avvelenamento e alla depopolazione c'era sicuramente un altro motivo e
scoprivo così la ghiandola pineale.
La
bellezza di questo minuscolo pezzetto di carne, che secerne ciò che ci è
necessario a regolare il nostro flusso sonno\veglia, che serve a 'vedere' la
realtà al completo, un pezzetto di carne che da millenni non usiamo perché non
sappiamo stimolarlo, una conoscenza da sempre celata, una conoscenza che ci
avrebbe messi in relazione l'uno all'altro e all'universo e alle sue leggi
sempre in bilanciamento...e mentre scoprivo che solo pochi sanno usarla e non
divulgano i metodi per farlo, scoprivo che ci si può provare e che mangiando
bene, frutta, tanta frutta, eliminando le tossine della carne, potevo provarci,
almeno quello. Senza star lì ad abbracciare dottrine new age, mi son sempre
state un pò antipatiche, quelle cose tutte regolate, un pò posticce a dire il
vero, potevo provare ad aprire il terzo occhio. E allora giù di tappetino e
respiri profondi.
Io
però zitta non riesco a stare, la meditazione pare sia star lì fermi in
silenzio, concentrarsi, servirebbe del tempo, appena stendevo il tappetino
invece, la mia moka gorgogliava il suo gruu gruuu e dovevo alzarmi, che nervi,
dovevo poi ricominciare. No!
E poi pensandoci bene, insomma, stai lì, ferma, non sei utile a nessuno, val meglio la pena scrivere un articolo e pubblicarlo, magari qualcuno lo legge e capisce che quello che stiamo vivendo è un immenso film, la proiezione di noi stessi relegati a carne da macello. Nasciamo, viviamo, affanni quotidiani per un pò di cibo spazzatura e poi? Nulla. Si muore spaventati, pieni di rimorsi e di cose non dette, come se questa vita fosse davvero uno stupido nulla. Io invece, mentre guardavo il mio tappetino da yoga e a braccia conserte aspettavo poggiata con il fianco alla cucina che la moka finisse di gorgogliare, ebbi una strana, stranissima intuizione.
E poi pensandoci bene, insomma, stai lì, ferma, non sei utile a nessuno, val meglio la pena scrivere un articolo e pubblicarlo, magari qualcuno lo legge e capisce che quello che stiamo vivendo è un immenso film, la proiezione di noi stessi relegati a carne da macello. Nasciamo, viviamo, affanni quotidiani per un pò di cibo spazzatura e poi? Nulla. Si muore spaventati, pieni di rimorsi e di cose non dette, come se questa vita fosse davvero uno stupido nulla. Io invece, mentre guardavo il mio tappetino da yoga e a braccia conserte aspettavo poggiata con il fianco alla cucina che la moka finisse di gorgogliare, ebbi una strana, stranissima intuizione.
Io non avrei mai saputo aprire il mio terzo occhio, se questo
significava star ferma e cercare di non pensare, magari per giorni al buio e
tutti gli esercizi che c'è scritto in giro che bisogna fare per anni. Aprire il
terzo occhio, quello che è in cima alla piramide massonica degli illuminati,
l'occhio di Ra, la luce, lucifero...Non volevo quel tipo di illuminazione. Il
mio intuito mi diceva che non volevo quello, non mi serviva.
Io,
non ne ero sicura ma era un sapere antico che veniva su come il caffè, un
ruscello che mi stava scorrendo nel corpo, un crescendo di sapienza, che non
riuscivo a decodificare, ma stava arrivando e mi pervadeva di certezza, non
servivano dottrine, non serviva il tappetino, e non serviva stare in silenzio,
la chiave era che la bellezza della luce, si era rotta. E io dovevo usare i
cocci per creare qualcosa di pari bellezza, ma che non fosse l'occhio
massonico, dovevo combattere quei paradigmi che avevano portato l'umanità al
nulla di oggi. Era come se avessi trovato il mio cammino.
Forse
aprire il terzo occhio era un'altra cosa, non era il bicchiere ma i cocci. Io
non dovevo credere a nulla, solo a quello che sentivo dentro e io sentivo che
dovevo fare. Fare, svegliare la gente, far ricordare la meravigliosa natura
buona che c'è dentro ogni essere umano che governa il proprio istinto di
bestia.
A furia di cercare poi, ero arrivata al punto in cui trovavo
tutto e il contrario di tutto ed era così incredibile scoprire che tutto ciò
che credevo reale fosse stato costruito per occultarci la bellezza di ciò che
non conosciamo e non conosceremo mai, se non ci svegliamo dal torpore di questa
vita di consumi e acquisti e denaro e cattiveria e nulla.
La strana intuizione, si, stavo capendo che infondo io lo sapevo già, io sapevo
già tutto. Da tempo, un tempo lontano. Io non so spiegarlo bene, forse il mio
gate con dio é il caffè che gorgoglia fuori dalla moka. Le mie domande non
hanno sempre una risposta, a volte mi arrendo ma sono certa, io sono certa che
l'uomo vincerà su se stesso, su quella luce vana che ci fanno credere sia
l'obiettivo da raggiungere.
E'
così facile per me. Lo vedo. Io lo vedo come sarebbe l'uomo se si
deprogrammasse da tutto ciò che crede sia certezza. Se scavasse un attimo lo
troverebbero tutti il ruscello, che timidamente, come il caffè, comincerebbe a
rifluire e riconnetterci con la natura e con tutti coloro che abbiamo accanto,
capiremmo cos'è l'amore finalmente, ora, intuisco, è solo possesso scambiato
per amore. Ora le parole governavano le nostre menti, non governiamo noi le
parole, ora ci serve il leader, ora abbiamo bisogno di menzogne rassicuranti,
se invece quel ruscello fluisse dentro di noi, tutto tornerebbe perfettamente
bilanciato, non avremmo bisogno di nulla e il dramma di una società
completamente assoggettata e demolita nella sua meravigliosa natura, finirebbe
all'istante.
Il sapere è lì, mi manca così poco, manca così poco per averlo. E' sempre stato lì a nostra disposizione, la pace, l'amore, sono lì, basta così poco davvero. Io lo so. L'ho sentito. E' stata la strana intuizione davanti alla moka.
Il sapere è lì, mi manca così poco, manca così poco per averlo. E' sempre stato lì a nostra disposizione, la pace, l'amore, sono lì, basta così poco davvero. Io lo so. L'ho sentito. E' stata la strana intuizione davanti alla moka.
Un
nuovo modo di concepire la vita si ricreerebbe senza troppi sforzi, ora non
potete immaginarlo, siete ancora con il bicchiere in mano.
Era
davvero una strana intuizione, mi aveva lasciata un pò confusa a dire il vero.
In fondo, i massoni, queste cose le sanno da sempre e si tramandano i segreti da
sempre per linea di sangue e affiliazioni rituali, evocano energie negative, le
usano, ci sfruttano senza pietà, non hanno anima e se ce l'hanno la votano al
male. I segreti dovrebbero essere banditi per sempre. Il segreto è una cosa
tolta all'universo. E l'universo resta sbilanciato.
La
conoscenza dovrebbe essere di tutti e buona e utile. La conoscenza andrebbe
pretesa.
Nessuno
dovrebbe accettare che pochi sappiano cose e che questo renda il nostro pianeta
un campo di guerra. Non si tratta di corsi e ricorsi storici come qualcuno mi
ha detto. Qui si tratta di una storia lunga millenni fatta di capitoli tutti
volti ad un unico epilogo, il loro nuovo ordine mondiale.
Io non lo voglio, io non voglio lasciarmi morire senza aver
fatto nulla.
Non è facile per nessuno accettare che il bicchiere che abbiamo in mano sia
pieno di arsenico, ma vi garantisco che
i cocci che proiettano luce meravigliosa sono tutto quello che sarebbe questo
mondo malato che ci fanno credere l'unico possibile.
Chiara Lyn Russo
per Elia Menta e i lettori del blog
Grazie Chiara,
RispondiEliminabellissimo l'articolo utile a far capire concetti semplici e nello stesso tempo profondi e veri da sempre.
Carmen
S P L E N D I D A Lettera.
RispondiEliminaMaurizio Girardi
Grazie Chiara Lyn Russo
RispondiEliminaun post meraviglioso il tuo, una poesia, un canto.
Il mio cuore ha preso a battere più forte.
Tina
Una riflessione molto sentita, che viene dal profondo.
RispondiEliminaCiao
Grazie di cuore.
RispondiEliminaSplendido certo, innegabile. E adesso cosa facciamo? Stiamo ad aspettare il prossimo post... Ancora più vero e più pesante perché la situazione sarà peggiorata... e forse sarà l'ultimo perché il buio ci avrà definitivamente isolati, o forse cancellati. Bruno
RispondiElimina