lunedì 29 luglio 2013

L'UOMO CREA IL VALORE, IL PARASSITA SE NE APPROPRIA



STRALCIO DI EMAIL RICEVUTA DA ACCADEMIA DELLA LIBERTA'

Seguendovi in questi mesi ho imparato tanto, ma soprattutto ho avuto conferma dell'esistenza di un enorme potenziale umano presente sul territorio nazionale, siamo in tanti, consapevoli delle nostre potenzialità, coscienti di poter tracciare percorsi alternativi a quelli imposti dall'alto, e con la voglia di mettersi in gioco. Il “nemico” cerca in tutti i modi di tenercelo nascosto. Le menti libere ci sono, occorre solo un piano d'azione concreto, attuabile da subito, io ci sto e sono pronto a lavorarci. So per certo che nessuno dall'alto ci aiuterà, che dalla politica oggi non possiamo attenderci nulla di buono, perchè li conosciamo, sappiamo da dove vengono, chi ce li manda, e dove vogliono arrivare, non c'è salvezza per noi nei loro piani. Occorre passare all'azione con quello che abbiamo oggi a disposizione, e tralasciare anche di chiedere, o perlomeno smettere di pensare che chiedendo ai governanti ci possa esser concesso ciò che vogliamo, nemmeno a pretenderlo con la forza, nemmeno se fossimo in rapporto 1000 a 1. E' mia opinione che perderemmo inesorabilmente, perchè il “nemico” è preparato a questo genere di attacchi. Occorre piuttosto fregarli su di un terreno sul quale mai si aspetterebbero d'essere attaccati, sul piano delle idee, della creatività, dell'organizzazione, della coordinazione, perchè ci reputano stupidi e incapaci di organizzarci.
Il vostro operato è lodevole, fate un lavoro eccezionale, fondamentale.
Quando si arriva a comprendere il significato di “bene”, di “valore”, di “lavoro” di “denaro” e il rapporto che intercorre fra essi, l'azione diventa conseguenziale.

Se si conviene che:
· il “bene” è ciò che si desidera in quanto è conveniente alla natura umana, è utile ad uno scopo, e posseduto rende tranquilli, felici, soddisfatti;
· il “valore” è il riconoscimento del beneficio che se ne trae da un qualsiasi bene, oggetto o azione;
· il “lavoro” è l'attività dell'uomo che implica il dispendio di energie fisiche ed intellettive per raggiungere uno scopo prefissato,
· il “denaro” è al tempo stesso “bene” in quanto è prodotto dal lavoro dell'uomo ed è utile ad uno scopo, ma è anche la rappresentazione del “valore” in quanto è tale lo scopo per il quale è prodotto.

(Auriti docet)

Possiamo provare a rispondere ad alcune fondamentali domande:
·    Dove è il valore, nel bene o nel denaro?
Nel bene, in quanto se ipotizzassimo l'inesistenza del denaro il bene continuerebbe ad essere utile e desiderabile dall'uomo, viceversa, ipotizzando l'inesistenza del bene il denaro perderebbe ogni valore e significato.
·    Chi produce il valore?
Colui che produce il bene.
·   Chi produce il bene? (L'uomo o la banca?)
L'uomo.
·   Di chi è il valore? (Dell'uomo o della banca?)
Dell'uomo
·   Cosa centra il denaro in tutto questo?
Rappresenta il valore del bene, è un simbolo economico.

Riassumendo:
Il valore è il bene,
il bene è frutto del lavoro dell'uomo
il valore è dell'uomo
il denaro rappresenta il valore
il denaro è dell'uomo.

Quindi? Io, col mio lavoro produco il bene, che ha valore, in quanto è desiderabile da qualcun altro. Creo beni che scambio con altri beni, non importa quale sia il particolare mezzo o il metodo di scambio, importa che io ottenga il bene, che ci siano beni da scambiare e si trovi un accordo fra le parti. Sembra che questa fondamentale verità sia la chiave per scardinare il sistema, dato che di beni da scambiare ce ne sono a sufficienza, dato che la stragrande maggioranza degli uomini è capace di produrre valore, dato che di lavoro da fare ce ne sarebbe a iosa, perchè farci paralizzare dalla privazione del mezzo di scambio, perchè non mettere in pratica ciò che abbiamo capito? Io sono pronto, da domani stesso, ad offrire il mio potenziale valore in cambio di altro valore al di fuori del circuito dell'euro, possibile che non si riesca a studiare un meccanismo per eludere questa appropriazione indebita del valore? Cosa dovremmo chiedere e a chi, se ciò che ci occorre è già in nostro possesso? Se chi crea il valore è l'uomo? Se mai ci fosse stato un tacito accordo fra governanti e governati, beh è saltato. Il “contratto sociale” è stato violato, siamo legittimati ad agire senza chiedere il permesso a nessuno. Non ho le capacità e le conoscenze per formulare una proposta nel dettaglio, ma in linea di massima, se l'ostacolo alla fruizione dei beni, e quindi al lavoro, è la carenza di denaro in circolo, mi sembra ovvio che dovremmo cominciare a lavorare, produrre valore, scambiare valore, senza l'ausilio del loro denaro, o magari solo in parte tanto per cominciare, coprendo le spese e i costi delle materie prime con la loro moneta, ed inventarci una nuova modalità di scambio per la parte di valore rimanente. Non è detto che si debba per forza stampar moneta, la butto li, si potrebbe creare una banca dati che registri la creazione e le transazioni di valore prodotto dall'uomo, che contenga tutte le prestazioni, i servizi, i prodotti offerti dai partecipanti al circuito. All'interno di questa banca dati si potrà riscuotere, direttamente sotto forma di beni, la parte di compenso spettante per la fornitura del proprio lavoro. Il tutto regolato e garantito dalla stipula di un nuovo “contratto sociale” al quale ogni uomo è libero di aderire. La moneta di scambio potrebbe essere il valore del lavoro dell'uomo. Lavoro in permuta. Una sorta di evoluzione del baratto che permetta al valore di spostarsi nello spazio e nel tempo, in stretto rapporto con l'economia reale. Ma anche no. Discutiamone, studiamo, troviamo il modo e facciamolo, cosa altro abbiamo da perdere?

Siamo un popolo di inventori, creativi, abbiamo un potenziale immenso, e permettiamo che tutto ciò venga represso. <<E lo dici a noi?>> direte voi, <<a noi che già lo sappiamo e lo diciamo tutti i giorni?>>. Se mi rivolgo a voi è per farvi presente che io ci sto, ci proverei subito, ne vogliamo parlare? Per come la vedo io non ci occorrono mobilitazioni di massa con mazze e forconi, e nemmeno la comprensione approfondita del funzionamento del sistema da parte di tutti, basterebbe innescare un circuito virtuoso, che funzioni, e con un po' di visibilità aderiranno in massa, senza nemmeno chiedersi perchè la cosa funzioni. D'altra parte in quanti si chiedono come e perchè le loro banche funzionano? L'esperimento di Auriti ci insegna anche questo. Mi rivolgo a voi perchè siete l'unico canale che conosca capace di raggiungere al tempo stesso studiosi, economisti, pensatori, imprenditori, avvocati, legislatori, tecnici, tecnologi, liberi professionisti, associazioni, persone sensibilizzate verso queste tematiche, il miglior pubblico desiderabile, ciò che occorre per elaborare insieme un piano d'azione e una proposta. Altra cosa che reputo importante, e che vorrei rilevare, è la necessità di fare rete tra le aziende e i liberi professionisti italiani, allo scopo di essere più competitivi verso il mercato estero. Ci vogliono un popolo di meri consumatori e distruggono la nostra economia attaccandoci su tutti i fronti, abbandonando interi settori all'oblio, il resto lo facciamo noi con la nostra naturale predisposizione a “farci le scarpe” l'uno con l'altro. So che esistono realtà industriali ed artigianali italiane davvero positive in regioni quali Toscana, Emilia Romagna, dove si fanno delle politiche di sostegno alle imprese, si danno vita a filiere produttive che usufruiscono di tutta una serie di servizi organizzati dalla regione, addirittura sentivo parlare in alcuni casi di condivisione del pacchetto clienti. In altre regioni, specie al sud, non mi risulta presente questo tipo di mentalità. Col mio lavoro ho avuto un po' a che fare con le imprese del sud, grandi potenzialità, tanta creatività, tanta voglia di lavorare, imprenditori instancabili, ma di visione corta. E' vero, il governo non è dalla nostra parte, non ci mettono in condizione di innovarci, a stento si sopravvive, ma, piuttosto che scannarci fra noi per raccogliere le briciole di un mercato interno distrutto, magari potremmo sederci intorno ad un tavolo e condividere qualcosina con gli altri per ottenerne molto di più tutti insieme. Potrei fare moltissimi esempi pratici, ma rimanendo sul vago, una serie di aziende sinergiche potrebbero cooperare per la nascita di filiere, potrebbero finanziare delle ricerche per la progettazione di prodotti innovativi, risolvere problemi comuni ingaggiando tecnici e professionisti, creare consorzi energetici per il fabbisogno interno e locale d'energia, puntare sulla qualità e l'innovazione piuttosto che tentare di fare la concorrenza alla Cina. Certo, possiamo continuare a lagnarci, potremmo dire che in altre nazioni tutto ciò si affronta a livello politico con la pianificazione a diverse scale, e che quindi dovremmo chiedere ai nostri politici di varare un piano industriale. Ma, avendo preso atto dei fatti, onestamente, sarebbe possibile credere ad una tale eventualità? Credo sia l'ora di cominciare a pensarci da soli.

La Fiat vuol spostare la sua produzione all'estero? Io officina meccanica, io carrozziere, io fonderia, io industria chimica, io industria elettronica, io ingegnere, io designer, io tappezziere, che faccio? Chiudo? Fanculo la Fiat! Ma abbiamo davvero bisogno della Fiat per fare auto? Mettiamoci insieme, finanziamo un progetto, in tanti si può fare, inventiamoci un prodotto, un marchio, diventiamo una potenza. Non ci sono i soldi? Mettiamoci d'accordo, discutiamone, chi ha denaro mette denaro, chi non ne ha mette lavoro, è un investimento che ogni uno potrebbe fare. Da una parte c'è da affrontare un rischio, ogni impresa è un rischio, dall'altro c'è la possibilità di chiudere se domani la Fiat sposta tutto all'estero. La soluzione politica purtroppo non arriverà, perlomeno a breve, sta a noi inventarci qualcosa, all'interno di quel range di azioni che ancora ci sono concesse. Occorre trovare una soluzione rapida da mettere in pratica per correre ai ripari subito. Ciò che dovremmo chiederci è: con chi e per cosa dovrei collaborare? A chi occorrono le mie competenze? Chi ha i miei stessi obbiettivi, problemi, necessità? Magari qualcuno con le nostre stesse esigenze è a due passi da noi e non lo sappiamo, beh, troviamo il modo di saperlo. Ancora una volta io sono pronto. Sono pronto a sedermi al tavolo con gli altri e ragionare sul da farsi, mettere in gioco il mio potenziale per ottenere qualcosa di più tutti insieme. Discorsi utopici? Di utopica c'è solo la pretesa che qualcuno dall'alto ci aiuti. 

Costruiamo qualcosa di concreto qui, per noi, e nel rispetto della dignità umana. Basta fuggire all'estero, che se ne vadano loro. Io ci voglio provare.

Spero a presto, calorosi saluti

Mail firmata

3 commenti:

  1. Certo la creazione e gestione del denaro è un semplice servizio, una utility, al pari della rete del gas, dell'energia elettrica, del servizio idrico e non dovrebbe esistere signoraggio, interesse, riserva frazionaria etc. Purtroppo noi "Sapiens" siamo per la maggior parte "personaggi" del sogno degli Arconti, i capufficio dei banchieri,che ci conoscono meglio di quanto noi conosciamo noi stessi e dalle latebre dei nostri cuori alimentano il desiderio insano di firmare contratti bancari, di giocare al "trading borsistico", di guardare compiaciuti un estratto conto senza riconoscere il mostricciattolo anatocistico e questo non è neanche il peggio.
    Anche se l'invito che tu giustamente riporti, l'esortazione dell'Aligero Dante a non essere "pecore matte" per non far ridere i vassalli degli Arconti, fosse riportato nella Costituzione Italiana ed il Protocollo dei Savi fosse commentato alle elementari, dubito che saremmo in acque migliori.
    In ogni caso "lunga vita a Victor Orban" ed anche a te per il lavoro che fai nel blog, poi ognuno, se vorrà e se potrà, combatterà la sua battaglia per L'Anima, poichè di questo si tratta.

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  2. É un bell’articolo, peccato che il sillogismo fallisce al punto “il denaro rappresenta il valore”.
    Valore e danaro / moneta sono due categorie che non hanno a che fare tra loro, se non nell’equivoca visione del mondo tipica dei materialisti, per i quali NON esiste lo spirito.
    Il VALORE è un bene SPIRITUALE e misura le categorie INTERIORI, mentre il DANARO è una misura dei beni MATERIALI (prodotti e servizi).
    Il danaro è una specie di SANGUE che permette la CIRCOLAZIONE dell’energia di scambio nel sistema sociale (inteso come dualismo impresa/lavoro) ma è, purtroppo, utilizzato anche come ACCUMULATORE di CAPACITA’ di SPESA e, quando se ne accumula troppo (come succede nel caso di quel CANCRO odierno che si chiama CAPITALISMO), ne rimane troppo poco per far vivere il resto della società.
    Il valore NON può essere capitalizzato, perché non è misurabile col danaro, ma questa incongruenza NON è evidente alla maggioranza delle persone che NON è stata educata in modo adeguato, a riguardo.
    Tra l’altro la relazione in cui può e deve entrare il danaro è:

    Guadagno = prezzo (di vendita) – costo (di produzione)

    Ed ovviamente ancora una volta in tale formula NON interviene il valore.

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