Siamo al 70esimo posto al mondo come libertà di stampa, siamo considerati la
seconda nazione più corrotta nel campo dell'informazione in tutta Europa,
seconda soltanto alla Bulgaria. Ma siamo pur sempre la prima, come livello di
piattezza, servilismo, mancanza di informazione alla cittadinanza, sia tra i 28
paesi della Unione Europea che tra quelli della zona euro. Come "aderenza
ai fatti reali che accadono nel mondo", l'Onu ci posiziona al 172esimo
posto al mondo.
Come dire: gli italiani vivono sotto una cappa di mistificazioni, non-notizie,
zero informazioni reali.
In compenso abbiamo solerti giornalisti che informano i contribuenti su quante
siano -effettivamente- le ore di sonno a disposizione di un pregiudicato
sentenziato in via definitiva e già condannato in primo grado per lenocinio,
falso in atto pubblico, dichiarazione mendace nel corso di un processo.
Ieri sera è andata in onda sul canale La7 una trasmissione dal titolo
"Piazza Pulita" che fa disonore al giornalismo, sia professionale che
dilettantistico. Non solo si sono dilungati su sciocchezze varie, ma hanno
presentato come scoop una telefonata tra Berlusconi e un'altra persona che ha,
a dir poco, del clamoroso. Il punto è che la telefonata fatta ascoltare era
recitata da doppiatori, quindi nessun cittadino normale ha capito nulla di ciò
che stavano facendo e l'obiettivo (dal punto di vista dell'informazione) che è
stato raggiunto è stato quello di aumentare lo stato di confusione nel paese,
nelle menti, nelle orecchie di chi ascolta. Quella telefonata rivelava che il
presidente Napolitano, venuto a conoscenza del fatto che i giudici avevano
sanzionato la Mondadori a pagare il danno a De Benedetti, aveva scelto di
chiamare i giudici, farsi spedire la sentenza, far riaprire la camera di
consiglio, eventualmente far alterare la sentenza cambiandola a sfavore di
Berlusconi, presentato quindi come autentica vittima di estorsione da parte del
Presidente.
Forse, in assoluto, il fatto più grave mai avvenuto nella storia della
Repubblica Italiana.
Immediata la risposta del Quirinale: "i fatti presentati nel corso della
trasmissione sono destituiti di ogni fondamento e le illazioni relative al
presidente attribuite a Berlusconi sono di chiaro intento diffamatorio".
Le cose, pertanto, sono due: o Napolitano mente e quindi ha ragione Berlusconi,
come La7 sostiene, oppure i giornalisti di La7 mentono e quindi sono dei
falsari, oppure sono dei dilettanti cialtroni che non si rendono conto che cosa
voglia dire fare informazione.
Personalmente non ho la minima idea su chi sia l'autore della telefonata, nè mi
interessa saperlo.
Penso che tale servizio giornalistico appartenga a una pagina davvero
indecorosa della professionalità, perchè obbliga -se uno vuole essere coerente-
a spostare la propria indignazione da Berlusconi a Napolitano, sposando la
causa sostenuta dagli avvocati del cavaliere e dalla Santanchè: non sarebbe un
delinquente bensì una vittima di un complotto organizzato dalle sinistre, visto
che il presidente è in combutta con De Benedetti per scucire la grana al povero
Berlusconi che non riesce a dormire.
Lo ritengo di uno squallore insostenibile e mi auguro che si stenda un velo
pietoso su questo episodio.
Fine della premessa, diciamo così, pedagogica.
Utile e necessaria per introdurre l'argomentazione del giorno, la notizia bomba
del giorno, prima pagina da ieri pomeriggio in tutto il mondo planetario, con
l'eccezione della Repubblica Italiana.
La notizia è la seguente:
"Dalle ore 6 di questa mattina, 1 ottobre 2013, l'amministrazione Usa è
fallita".
Non è roba da poco, se permettete.
Il fatto ha comportato l'immediato licenziamento di 800.000 dipendenti
pubblici.
Il fatto ha comportato il crollo dei bpt statunitensi sul mercato.
Il fatto comporta la necessità da parte di 1 milione di persone di andare a
lavorare sapendo che non verranno pagati.
Il fatto ha un costo di 300 milioni di dollari al giorno che -dati alla mano-
se non si interviene provocherà entro la fine di ottobre un crollo di tutti i
derivati legati alla spesa pubblica statunitense e un'accelerazione
esponenziale dei meccanismi di recessione che determinerà, inevitabilmente,
l'esplosione di una crisi finanziaria planetaria.
E' il prezzo della pace.
E' il conto che i colossi finanziari e la destra occidentale hanno presentato
al mondo per punirli, visto che Obama e Rouhani (il premier mussulmano
iraniano) hanno "osato" parlarsi tra di loro, hanno "osato"
aprire un tavolo di colloqui e hanno fatto sapere che "stanno osando"
porre fine al cosiddetto scontro di civiltà tra Occidente e Asia Minore aprendo
una stagione di coesistenza pacifica tra mondi diversi, tra etnie distinte, per
investire risorse sia economiche, che politiche, che psicologiche, nel
risolvere i veri problemi dell'umanità: lavoro e occupazione.
Il tutto è nato perchè Barack Obama ha finito per cedere ai consigli di Bill
Clinton e soprattutto a quelli dei premi Nobel per l'economia Joseph Stiglitz e
Paul Krugman: "vai a vedere il loro sporco e immondo bluff". I
repubblicani al Congresso, infatti, frustrati perchè non c'è più la guerra
sulla quale investire, hanno ricattato il governo in carica: "o si
cancella la riforma sanitaria, o si abbatte il debito e si tagliano 500
miliardi di dollari subito all'istruzione, alla sanità, ai servizi pubblici,
oppure noi blocchiamo costituzionalmente l'emissione di moneta per impedire che
superi il tetto consentito e quindi mandiamo lo Stato in default".
Obama non ha ceduto.
Non solo.
Ha sostenuto pubblicamente che "il debito non è il vero problema, quella è
una illusione, è una cartina di tornasole; il vero problema è avviare un piano
mondiale di investimenti massicci nel mondo dell'economia reale per creare
subito occupazione".
La destra repubblicana ha scelto i licenziamenti perchè evidentemente vuole la
guerra civile.
E' l'inizio dell'atto definitivo dello scontro tra iper-liberisti e keynesiani,
tra i fautori e cultori del servizio privato (da una parte) e gli accesi
sostenitori del servizio pubblico (dall'altra parte); tra chi vuole andare a
colpire "anche" gli interessi dell'oligarchia privilegiata e chi,
invece, vuole far pagare soltanto il contribuente.
L'Italia segue il trend: andare allo scontro.
"No alla cittadinanza": questo è diventato il mantra in Usa,
nell'Europa liberista e nell'Italia piddina-berlusconiana-montiana per
seguitare a portare avanti fino in fondo il piano di austerità e rigore basato
sulla truffa del debito pubblico da coprire.
E' bene cominciare a dibattere di queste cose, apparentemente grandi numeri e
temi vasti che esulano dalle autentiche esigenze quotidiane di tutti noi,
cittadini abbandonati al nostro destino. Ma non è così.
Questa è la guerra vera nel mondo di oggi.
Non sono riusciti a farla in Syria e allora decidono di farla contro la
popolazione inerme bombardandola invece che con i missili con le tasse,
con la corruzione, con le falsità, con le bugie, con le mistificazioni, con
l'espoliazione del bene pubblico, con l'annientamento mafioso e nazista dei
ceti più deboli e disagiati.
Se non altro sapere come stanno le cose per fare una scelta di schieramento.
Informatevi, la rete è piena di link a proposito.
Così CNN on line (il sito giornalistico più seguito al mondo, circa 200 milioni
di utenti al giorno) riferisce la notizia, facendola scrivere a Lisa Desjardin,
una giornalista moderata, squisita professionista.
Il testo si apre così: "Il gioco delle galline è fallito. Nessuno dei due
contendenti ha strizzato l'occhio e il prezzo lo pagherà per intero tutta la
cittadinanza. Noi americani abbiamo assistito in diretta televisiva, nel corso
della notte, all'impasse politica e alla dichiarazione ufficiale di default
governativo. Da oggi, ufficialmente, inizia lo smantellamento di tutti i
servizi pubblici a favore della cittadinanza".
http://edition.cnn.com/2013/10/01/politics/government-shutdown/
Ezra Klein, grande editorialista di Washington Post, ha scelto il grande
impatto della sobrietà oggettiva.
Pubblica in prima pagina la fotocopia della nota ufficiale, firmata dai
responsabili dell'amministrazione, presentandola così: "Abbiamo
ricevuto da Sylvia Matthews Burwell, capo dell'ufficio budget e responsabile
dei servizi pubblici dell'amministrazione in carica la seguente notizia, con la
quale ci ha gentilmente informato che dalle 9 del mattino del 1 ottobre 2013
ogni servizio pubblico per la cittadinanza americana viene chiuso e interrotto
fino a data destinarsi".
http://www.washingtonpost.com/blogs/wonkblog/wp/2013/10/01/heres-the-memo-that-just-shut-down-the-government/
Il New York Times gli dedica, invece, molto più spazio e il titolo a piena
pagine è il seguente: "Il Governo chiude per l'impasse" e sotto
"800.000 persone licenziate; un altro milione, da oggi, vanno a lavorare
senza paga".
Government Is Shutting Down in Impasse http://www.nytimes.com/2013/10/01/us/politics/congress-shutdown-debate.html?
800,000 Face
Furloughs; a Million More Are to Work Without Pay
http://www.nytimes.com/2013/10/01/us/politics/congress-shutdown-debate.html
E poi tutta una serie di analisi argomentate e dibattute da diverse voci.
Trovate il tutto
qui: http://www.nytimes.com/2013/10/01/us/politics/congress-shutdown
Infine, il più importante organo di informazione televisivo e on-line dedicato
esclusivamente alla finanza e all'economia, Bloomberg, di proprietà del sindaco
di New York: "la chiusura del governo provoca 800.000 licenziamenti per
via del fallimento del Congresso; costerà all'economia nazionale 300 milioni di
dollari al giorno; crollano i buoni del tesoro, ma gli investitori sostengono
che il default potrebbe non durare a lungo".
U.S. Shutdown Idles 800,000 as Deadlocked Congress Fails
http://www.bloomberg.com/news/2013-10-01/government-shutdown-begins-as-deadlocked-congress-flails.html
http://www.bloomberg.com/news/2013-10-01/government-shutdown-
E così, il popolo americano, da questa mattina dibatte di politica, si occupa
della realtà, argomenta sul proprio futuro, sul significato del liberismo,
ormai smascherato nella maniera più impietosa: agenti di colossi finanziari,
camerieri e maggiordomi assunti sotto diverse fogge, il cui unico obiettivo
consiste nella difesa a oltranza degli interessi di una esigua oligarchia del
privilegio e della rendita. A costo di applicare il muoia Sansone con
tutti i filistei.E' esattamente ciò che stanno facendo anche in Italia, perchè
gli Usa, come è noto, mostrano e segnalano sempre i trend. E' bene
saperlo. Penso lo stiano capendo anche i bambini.Se non li mandiamo via al
più presto, manderanno loro a casa tutti noi, perchè questa è la strategia
dell'Aspen Institute, del club Bilderberg, dei membri della Trilateral.Per
tutte queste persone, da Letta a Berlusconi, da Monti a Passera, noi cittadini
siamo semplicemente, nè più nè meno, che un danno collaterale.
Siamo numeri, non persone.Se non ci facciamo sentire, vedere, e non esibiamo la
nostra identità, seguiteranno a pensare che neppure esistiamo.
Che Sansone s'arrangi e crepi sotto le macerie.
Peggio per lui che si è fidato di Dalila e si è fatto tagliare i capelli. Non è
colpa nostra.
Quindi, il conto, non lo paghiamo noi: è bene spiegarlo a chiare lettere.
Sergio Di Cori Modigliani
FONTE: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it
Link: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/10/scontro-al- congresso-usa-lo-stato-piu.html
1.10.2013
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