Ciao,
credo che hai tirato in ballo dei termini molto potenti e di facili
malinterpretazioni. "Filosofia", "fisica",
"scienza", "immaginazione", "esperimenti",
"panzane".
Sul fatto che esistono panzane ho la certezza.
Molto meno lo sono sul giudicare poco importante il concetto di
"immaginazione" ai fini della scienza. ('esperimenti fatti
sull'immaginazione', non frutto di)
La "parapsicologia",le "oobe", la vista remota, non vanno
sottovalutate; sono stati spesi milioni di dollari in passato per creare
apparati di task force al riguardo
Rispondi
scusate
ma tutto cio che e' prodotto dell'uomo e' immaginazione prima di diventare
realta' nel mondo materiale,tutto passa attraverso le nostre
percezioni(limitate) prima d'essere
Rispondi
Anche
a me vengono dubbi riguardo alla fisica quantistica, non perché non sia un
segnale evidente di crisi della cultura scientista.
Il vero problema è che la fisica quantistica (che viene messa in ogni piatto
come il prezzemolo) può diventare un ulteriore vettore di liquefazione, per cui
quando si ritiene opportuno acccomodare una qualche razionalità che crea
fastidio, si infila dentro l'incognita quantica, e l'equazione si aggiusta.
Naturalmente ritengo sbagliato tirare in ballo l'immaginazione, per il motivo
che TUTTA la realtà quotidiana si basa sula facoltà dell'immaginazione.
Infatti se andassimo a sindacare quanto la "vera scienza" sia invece
vero folle fantasticare di tecnici che seguono la propria ombra, avremmo
qualche sorpresa.
E' però comunque vero che alla fine lo scientismo deve esaurire l'ossigeno come
un pesce nella boccia.
Che oggi si producano aperture "quantistiche " non è importante per
il valore di tali formulazioni, quanto invece perché vuol dire che il pesce sta
tentando di balzare inutilmente fuori della boccia di vetro.
Quando appare una particolare formulazione di novità, non è detto che sarà
quella il futuro.
Ciò è dimostrato dalla Storia stessa del Cristianesimo degli inizi.
Ma anche dall'apparire contemporaneo di diverse formulazioni di una stessa
invenzione.
sono
d'accordo,ma oggi e' lo stesso sapere scientifico a creare delle domande che ci
mettono di fronte a una realta' totalmente da esplorare,basti pensare alle
percentuali spaventose di materia oscura,basti pensare all' origine del
fotone,al bog bang come fenomeno non riproducibile....credo che l'apertura
mentale e' fondamentale,ma il superamento e' qualcosa di piu' difficile da
raggiungere...prima d'intravedere un superamento bisogna vedere e capiire bene
i limiti...non credo che dottrine e scienze gia ben conosciute possano dare
risposte esaurienti,esse sono come un "toccasana" un
paliativo....credo che per raggiungere un superamento ci vuole il genio che si
move in un qualsiasi tipo di conoscienza....credo che la storia anche questo
conferma
Rispondi
Il ragionamento che fai - di una supremazia filosofica della scienza
d'avanguardia - è apparentemente corretto, solo apparentemente però.
Ti dovrebbe generare dei seri sospetti già soltanto il fatto che oggi la
ricerca è centrata nel campo della fisica delle particelle e del DNA, il che
comporta di avere come committente e padrone un gigantesco apparato
industriale, ciò a causa degli enormi costi della ricerca.
L'industria NON è alla ricerca della verità, ma del potere, e infatti smontare
DNA e atomo niente altro è che maggiorare il campo d'azione dell'apparato industriale,
riducendo gli spazi di Madre Natura.
Il potere industriale è per sua natura VECCHIO, basato sulla ripetizione di
stereotipi del passato, e infatti l'industria si esprime come ciclo
industriale, e come standardizzazione.
L'essere umano è stato “creato“ allo scopo di ampliare le possibilità offerte
dalla natura, e però purtroppo tale compito lo sta svolgendo in senso solo
negativo, prima facendosi schiavo di una “macchina sociale”, e poi seguendo le
cieche “volontà di potenza” di quest'ultima.
Interagire correttamente con la natura infatti non è violentarla, e questo
errore lo si pagherà molto caro, altro che guerra: ne vedremo delle belle.
La verità sull'uomo non si può trovare in un costosissimo acceleratore di
particelle, e neanche nelle speculazioni scientifico-filosofiche della
“spiritualità quantica”. Oggi il termine “quantico” lo mettono dappertutto,
come era del termine “turbo” negli anni '80.
Il fatto stesso di essere moda, sta a chiarire che non genera vera apertura
mentale.
E ciò per il motivo che l'approccio modaiolo alla DIVULGAZIONE della teoria dei
quanti è di tipo consumistico, quindi di conseguenza della faccenda quantistica
se ne depotenzia addirittura la reale possibile valenza rivoluzionaria.
Infatti i modelli sociali concreti, che pavlovianamente creano il sentire
collettivo, rimangono tali e quali anche dopo un'ubriacatura “quantica”.
E' sufficiente leggere con occhio critico questi “spiritualisti quantici “alla
Gregg Braden, alla Rhonda Byrne, alla Vadim Zealand, per capire di che si
tratta: il vecchio superuomismo dello scientista ottocentesco, parente del
darwinismo sociale e dell'eugenetica, che notoriamente è PRE-nazista.
Che il mito yankee della frontiera fosse legato all'eugenetica è abbastanza ben
comprensibile.
Lo stesso “problema quantico” si ripete nell'ufologia - che è fede nelle terre
yankee - la quale crea uno sfogo verso l'imponderabile che però non mette
minimamente in rapporto con l'ambito del già ponderato, della morale
individuale, dell'etica sociale, fino a consentire di queste ultime addirittura
la fluidificazione, come se venisse a definirsi come ambito autonomo e
superiore a quello limitato che A CAUSA DEI LIMITI crea la morale: una
fuga nell'infinito che ridicolizza ogni finitezza.
E questo perché si tratta sempre di ambiti che hanno la coloritura del “deus ex
machina”, quindi un aspetto in stile Harry Potter, di magica soluzione che
cancella il senso della realtà comune sottostante.
Potter è una chiara psy-op tesa a modellare in modo subliminale il pensiero dei
giovani verso un'ottica di superamento del limite.
Il capitalismo – come ha spiegato anche Fusaro – non vuole limiti, e quindi
deve travolgere la morale, che si fonda proprio sui limiti: ci si pone il
problema di come dividere il pane, se il pane è limitato.
Se appaiono gli alieni, sono azzerati i problemi di risorse limitate, di
organizzazione sociale, di senso ultimo del vivere.
Così è anche dell'attesa dei miracoli scientifici.
Non si tratta altro che di un ennesimo “mito della frontiera” spostato da
ambiti geografici yankee ad ambiti dell'infinitamente piccolo (atomo e DNA) o
dell'infinitamente grande ( altri mondi alieni).
La visione scientista in stile Piero Angela è fideistica, ed ha il senso
preciso di tamponare col mito del progresso ogni crepa dell'attuale mondo
tecnocratico, visto come un necessario ma transitorio momento di buio prima
della luce sfolgorante.
Ciò non a caso somiglia alla cavalcata del cowboy verso la valle
verdeggiante, ma anche al peregrinare degli ebrei nel deserto, verso la terra
promessa: un dolore, una fatica su cui è persino vergogna mettere l'accento.
Non c'è più quindi una tensione morale stoica, infinita, ma solo una
sopportazione del peso di una tecnologia a cui si è fidelizzati, in attesa
dello sbocco verso le meravigliose e progressive sorti.
Questo ciclico ripetersi pavloviano di schemi psicologici rifacentisi al mito
della frontiera è però come aumentare le dosi di oppio fino ad uccidere il
paziente, ma è esattamente quel che si vuole in certi ambienti, che debbono
arrivare a possedere la natura, quindi ad eliminare sostanzialmente l'uomo, per
sostituirlo col suo OGM transumanista.
il
pensiero, l'immaginazione, la filosofia arrivano dove gli strumenti attuali
anche i più avanzati non possono arrivare, ma è anche vero il fatto che non
hanno nessun valore scientifico dimostrabile.
Rispondi
+Marco Br Il rapporto tra il pensiero e le
realtà materiali nelle quali si può sviluppare una dimostrazione scientifica va
sviluppato, altrimenti rimane questione fideistica.
Il pensiero deve per forza rapportarsi con la materia attraverso l'analisi, che
è INEVITABILMENTE focalizzazione faziosa.
L'individuo della strada non dovrebbe farsi imboccare come un bambino su queste
faccende, pena il trasformarsi in un fedele di una fede scientista, calata
dall'alto come pacchetto completo: COME un deus ex machina che appare grazie ad
uno shock & awe..
Quello che si spaccia per comprensione della divulgazione scientifica è invece
ammaestramento pavloviano di fedeli tribali.
Da questa differenza scaturisce ad esempio il fatto che l'individuo non avverte
il sapore di banalità sul piano filosofico, che trasuda dalle pagine delle
riviste di divulgazione scientifica.
Leggere Focus o leggere Novella 2000 regala la stessa impressione subliminale.
E questo per quale motivo?
Ma perché la scienza pratica, la tecno-scienza, è analitica, e nell'analisi c'è
scelta arbitraria dei percorsi da sondare.
Tale arbitrio è per sua stessa natura una forma di linguaggio nascosto, una forma
di non neutralità, perché l'arbitrio nel suo essere una sequenza di vuoti e
pieni, di zero e di uno, può benissimo essere analizzato come si farebbe con un
messaggio radio proveniente dallo spazio, alla ricerca di forme di intelligenza
extraterrestri: nella casualità apparente c'è invece intelligenza.
SU QUESTA FAZIOSITA' NON SI E' RIFLETTUTO A SUFFICIENZA.
Quindi occorre distinguere BENE tra il valore dell'analisi scientifica di un
fatto specifico, e il valore della scelta di cosa analizzare e cosa non
analizzare: quindi anche sui limiti che si danno alle forme di analisi.
La scienza, poggiando solo su specifici percorsi storici di analisi, diviene
una dea bendata, pur vantandosi invece di avere gli occhi ben aperti.
Una domanda: ma perché il potere ufficiale della scienza psicologica oggi
psichiatrizza ogni realtà umana - nella forma stalinista del trasformare il
dissenso in malattia mentale - ma MAI costoro si sono sentiti di lanciare
allarmi riguardo alla follia di quella classe di tecnici di laboratorio
scientifico che invece hanno segni evidenti di squilibrio in direzione di
sadismo, cinismo, e via discorrendo?
Si finge che la fede scientista non faccia danni sul piano filosofico, con
ovvie ricadute sul piano della salute mentale, e quindi anche della capacità di
utilizzo dell'intelletto, fuori dei percorsi arbitrari stabiliti dalla macchina
industriale scientifica.
Oggi ragionare di argomenti tabù con l'uomo della strada diviene impossibile,
per le resistenze che il cervello crea ad un tale essere.
Ma questo sta a dimostrare che il pensiero dell'uomo della strada non è libero,
quindi non è suo.
E' un pensiero calato dall'alto, imposto a biscottini come è nei cani da circo,
e semplicemente si svolge secondo i passivi percorsi di ammaestramento.
SIAMO AL VIETATO PENSARE.
Questo ragazzo ha fatto un gran lavoro, merita di essere letto.
Le
panzane le dice la Chiesa da 2000 anni e mo basta.
Rispondi
Detto
in due parole,sicuramente qualsiasi tipo di "sviluppo" oggi e'
sottoposto a tutte le dinamiche economiche-industriali,ma e' anche vero che per
me i sistemi di mercato stanno frenando il NATURALE svolgersi ed evolveri della
tecnica.Intendo dire che anche l'intervento umano sul DNA(non apro la parentesi
sui limiti della morale)e' natura umana,se l'uomo e' nato per pensare,per
creare potenza che cambia il mondo,be allora ogni cambiamento che produce e'
qualcosa di assolutamente naturale,anche l'inquinamento in questo senso.Secondo
me si tratta di capire che le potenzialita' dell'uomo assopite o mai
risvegliate sono qualcosa di enormemente piu' grande di tutte le categorie che
esistono,ecco perche' il discorso immaginativo e' fondamentale,proviamo a pensare
un uomo d'inizio 900 con uno smartphone in mano...i telefonini odierni sono un
es di come abbiamo distorto(accorciato in questo caso)lo spazio tempo per la
percezione visiva e auditiva,cioe' se lo stesso principio lo si applica per la
percezione tattile hai il teletrasporto,che a noi oggi sembra pura
fantscienza,quasi inimmaginabile (quasi...).Un piccolo e semplice es per far
capire che la mia visione evolutiva deve per forza eludere i sistemi odierni
che a mio parere e' il momento di decadenza prima di una rinascita...forse sono
troppo ottimista,scusate scrivo con la pancia,un saluto
Rispondi
+salvatore cirillo Se estendi il naturale
all'infranaturale e al sovrannaturale, perdi il senso del termine, ed è quella
esattamente una liquefazione.
E' come dire "il Tutto", termine che da solo non porta da alcuna
parte, rimanendo inutilizzabile.
Vedi che di conseguenza quando un termine si fa totalizzante, quella è una
diminuzione di libertà, non un accrescimento.
E' come dire che UNA pappa particolare che passa il convento è LA pappa, tout
court.
Il mercato è SEMPRE tecnica, quindi è niente altro che il sistema nervoso del
mostro tecnocratico, e perciò frena nel senso che incide come componente su
altre componenti, come è degli ingranaggi di ogni apparato tecnico.
Però anche l'asfalto frena la ruota - si chiama grip - e così consente
all'automobile di essere potente, mentre un'auto che slitta nel fango può avere
500 cavalli, ma rimane ferma.
Il frenare la ruota, che è la funzione dell'asfalto, poi ha quella dimensione
non visibile nel rapporto immediato ruota-suolo, che è quella del tragitto del
percorso asfaltato: dove porta la strada asfaltata?
E lo stesso discorso - di una realtà diversa dall'apparenza tecnica - si può
fare riguardo alla "realtà aumentata" degli smartphones: si tratta
invece di una realtà diminuita, nelle stesse modalità per le quali la
divulgazione non è apportatrice di maggiore libertà ma di maggiore
vincolo.
Una cultura come la nostra attuale, che è venduta al mercato dello share
televisivo, è esattamente schiavizzante quanto più è appetibile e democratica.
Infatti si perde razionalità, e prevale il fideismo, divenendo la tecno-scienza
ancora più dipendente dal suo sistema nervoso, il mercato manipolato da pochi
sinistri illuminati.
Governare i desideri delle folle e da lì trarre l'autorità per imporre ai
tecnici "chierici traditori" una particolare priorità, è il trucco.
Ma tutti questi errori avvengono per il motivo che il più grande successo del
diavolo è quello di aver fatto credere alla sua inesistenza.
Perciò oggi "naturale" significa soltanto "ovvio",
"scontato", quindi nella direzione della moda tecnocratica totalizzante.
Per questo oggi gli umani vivono in un labirinto dai percorsi caotici e
contraddittori, ma non se ne accorgono, per il motivo che l'ondegggiante
mainstream è divenuto il baricentro dei singoli individui: si è stabili se si
ondeggia in armonia con la folla ubriaca di se stessa.
C'era una bella vignetta di Staino, nella quale la bambina chiedeva a Bobo
"papà è vero che..." eccetera eccetera. E il padre rispondeva:
"dipende... chi l'ha detto?".
FINE (per ora)
Il tuo commento ha avuto lo stesso effetto di un cosciotto di prosciutto lanciato in mezzo ad un congresso di vegani o del mazzo di fiori matrimoniale lanciato ad un gruppo di zitelle che hanno appena passato gli anta.
RispondiEliminaImpossibile determinarne le conseguenze.
Come PREMESSA al mio commento riassumo il percorso della conoscenza come mostratomi da un mio maestro di arti marziali orientali (ma credo che non si discosti dai concetti diciamo "occidentali", se non nella forma):
RispondiEliminaGli stadi della conscenza sono cinque:
1) osservazione (mia traduzione: se non ti accorgi di ciò che è intorno a te, come farai a comprendere?)
2) comprensione (mia traduzione: la realtà va non solo osservata ma va anche capita, nel senso "accolta" come la legge naturale che scolpita nel cuore dell'uomo quindi è più forte della legge positiva che è scritta su un pezzo di carta, la tradizione che è la narrazione del mito e della religione, della storia e della sua perversione, della scienza e della tecnica ma anche del teatro e della falsificazione, la patria che è la terra dei padri, etc.)
3) memorizzazione (non possediamo nulla se non ciò che ricordiamo, anzi noi siamo il ricordo continuo di un passato vivente)
4) replicazione (i precedenti passi si realizzano e si verificano nell'attuazione da parte del discente di ciò che ha fatto il maestro, altrimenti nulla è stato fatto di valido)
5) creazione (questo è l'atto del maestro, egli raggiunge il massimo della propria conoscenza, dopo aver superato il proprio maestro, nell'atto creativo con ciò portando avanti il lavoro di tutti i maestri prima di lui).
Orbene, la maggior parte delle persone (la cui opinione condiziona anche la nostra vita) è ferma al punto 1.
O, per meglio dire, il potere (al solo scopo di conservare ed estendere se stesso) fa in modo che quanti più individui possibile siano "distratti" dai mezzi di disinformazione di massa, concentrati su cose futili invece di sottolineare le cose importanti.
A riguardo del punto 2, anche quelli che vorrebbero saperne di più, sono avvolti in una tempesta di sabbia, un turbine di micro-informazioni (magari anche false e tendenziose) che hanno non solo lo scopo di non far capire niente ma anche di coprire quelle poche fonti "genuine" che, in quanto minoritarie, sono considerate dai comuni mortali "inaffidabili".
Stessa cosa per quanto riguarda il punto 3: il "sistema" fa in modo che vi sia una "damnatio memoriae" a riguardo di ciò che in passato era valido ed è stato scartato solo perchè "vecchio", "sorpassato", "obsoleto", etc. specie le società basate su autocrazie sacrali in cui vi erano dei limiti etico-morali (cioè uno scheletro di sane norme inviolabili e delle buone prassi che a tali norme si conformavano).
Per il punto 4 sembra che non ci sia niente da fare: se si prende in esame solo il dissesto idrogeologico, la cosiddetta società "avanzata" del terzo millennio non è nemmeno lontanamente in grado di uguagliare il Regno delle Due Sicilie od il fascismo. Tutto va in rovina, i boschi non sono più coltivati (cioè manutenuti) e persino i vecchi invasi per il deflusso delle piene occasionali sono stati ricoperti di terra, ci hanno fatto delle strade, intorno alle quali sono sorti "boschi" di case che, quando è venuta giù l'acqua sul serio, sono stati devastati da fiumi di fango (vedi Sarno nel 1998 fino alle più recenti tragedie "annunciate", altro che "imprevedibili").
Non parliamo proprio del punto 5: nella nostra società si assistye al fenomeno della "promozione del peggiore". Nel senso che solo chi è senza alcuna remora può andare vanti e salire l'ascensore sociale, gli altri si fermano davanti a scelte che, pur essendo possibili alla loro scienza, ripugnalo alla loro coscienza. Infatti la maggior parte dei creativi viene schiacciata dai vertici come un verme, senza pietà, anche con la complicità di chi sta affianco all' "alieno".
(segue 1)
(segue da 1)
RispondiEliminaA proposito di quel signore che scarta l'ipotesi di extraterrestri come se fosse una fantasia: degli scienziati che si sono fatti due conti, senza la hubris antropocentrica, hanno calcolato che, nel solo universo conosciuto (nel senso "visibile" ai telescopi terrestri od a quelli viaggianti nello spazio) vi sono milioni di possibili pianeti nelle condizioni della Terra, anche se, ovviamente, molto lontane da noi (la stella più vicina è Alpha Centauri che si trova a circa 2'000 anni luce dal Sole)
Allora alla domanda "come ne usciamo?" la mia risposta è: fare ancor di più quel che già sta facendo Elia ed una schiera di blogger alternativi al mainstream.
Cioè DIFFONDERE la CONOSCENZA VERA e COMBATTERE quella FALSA.