Per Jacques Sapir con
quest'atto di forza nei confronti di Cipro la BCE
ha gettato la maschera: si cerca l'accordo con la pistola
alla tempia. E le conseguenze saranno molto gravi, comunque vada.
Il
"blocco della liquidità" attuato dalla BCE a
Cipro è un atto di straordinaria gravità, le cui conseguenze devono
essere studiate attentamente. La decisione di Mario Draghi si
concentra su due aspetti: prima di tutto la BCE non alimenta più
la Banca centrale di Cipro di contante, in secondo luogo interrompe le
transazioni tra le banche di Cipro e il resto del sistema bancario
dell'area dell'euro. Quest'ultima misura è di gran lunga la più
grave.
Da
un lato, è una condanna a breve termine delle banche Cipriote (ma
anche delle società con sede a Cipro, che siano Ciprote o no) perché
ormai non possono più fare transazioni con il resto dell'eurozona.
D'altra
parte, equivale a un "blocco" economico, che in
diritto internazionale equivale a un "atto di guerra".
Questo per comprendere la gravità della decisione di Mario Draghi, che potrebbe anche essere oggetto di un ricorso dinanzi a un
tribunale internazionale. In altre parole, questa responsabilità assunta da Mario Draghi
potrebbe, un giorno, farlo comparire davanti a un tribunale,
internazionale o meno.
Per
l'interruzione dei rapporti tra le banche Cipriote e la zona Euro,
l'argomento adottato a giustificarla è il "dubbio" sulla
solvibilità di tali banche cipriote. E' ovviamente un pretesto,
perché di "dubbi" ce ne sono stati sin dallo scorso mese di
giugno. Tutti sanno che come conseguenza dell' "haircut"
imposto ai creditori privati della Grecia, le banche di Cipro sono
state notevolmente indebolite. La BCE a suo tempo non aveva reagito e
non aveva preso in considerazione la questione della
ricapitalizzazione delle banche come un problema urgente.
Decide
di farlo dopo la bocciatura da parte del Parlamento Cipriota del
testo dell'accordo imposto a Cipro da parte dell'Eurogruppo e della Troika.
Non
si poteva essere più chiari. Il
messaggio inviato da Mario Draghi è il seguente
:
O vi piegate a quello che
abbiamo
deciso o ne subirete le conseguenze. Questo non è solo un
messaggio, è un ultimatum, che ci dà la misura del fatto che tutte
le dichiarazioni sul "consenso" o "l'unanimità"
che avrebbe presieduto alla decisione dell'Eurogruppo sono solo delle coperture di quello che sembra essere un vero diktat.
Comunicato della Commissione Europea del 20 Marzo 2013
Sin
dall’autunno del 2011 le autorità di Cipro e la Commissione
europea hanno discusso la possibilità di fornire assistenza al Paese
nell’ambito di un programma.
A
luglio 2012 Cipro ha avanzato formalmente una richiesta di aiuto
nell’ambito di un programma, richiesta motivata principalmente da
problemi del settore bancario, che aveva dimensioni insostenibili per
l’economia cipriota. Con il governo precedente non è tuttavia
stato possibile raggiungere un accordo in merito.
Sabato
scorso gli Stati membri dell’Eurogruppo, compreso Cipro, hanno
finalmente raggiunto un accordo unanime su un programma che
rispettava le condizioni stabilite dagli Stati membri, dalla BCE e
dal FMI e hanno deciso di prestare a Cipro 10 miliardi di EUR. Tra le
condizioni poste figurava anche il raggiungimento di un livello di
sostenibilità del debito accettabile e il rispetto dei relativi
parametri finanziari.
Sebbene
il programma non corrispondesse pienamente alle proposte e alle
preferenze della Commissione, essa ha sentito il dovere di
appoggiarlo perché le alternative avanzate erano sia più rischiose
che meno efficaci per l'economia di Cipro.
Il parlamento cipriota ha respinto questo programma.
Spetta
ora alle autorità del Paese presentare uno scenario alternativo che
rispetti i criteri di sostenibilità del debito e i parametri
finanziari corrispondenti.
La Commissione ha fatto il possibile per aiutare Cipro e per
giungere a una soluzione costruttiva e regolata. Le decisioni,
tuttavia, sono prese dagli Stati membri e la loro cooperazione, come
quella di Cipro, è indispensabile. La Commissione è pronta a
facilitare il raggiungimento di una soluzione e mantiene i contatti
con Cipro, con gli altri Stati membri dell’Eurogruppo, con le
istituzioni europee e con il FMI.
Per
quanto riguarda il prelievo una tantum sui depositi al disotto dei
100.000 EUR, la Commissione ha chiarito in sede di Eurogruppo, prima
del voto del parlamento cipriota, che sarebbe stata accettabile anche
una soluzione alternativa che rispettasse i parametri finanziari,
preferibilmente senza effettuare alcun prelievo sui depositi al
disotto dei 100.000 EUR. Le autorità di Cipro non hanno accettato
questa alternativa.
Ma vi
è un messaggio nel messaggio.
Con
un solo gesto, Mario Draghi ha appena fatto saltare la finzione di
una decisione collettiva della BCE, perché il governatore della Banca
centrale di Cipro non ha dato il suo consenso.
Le regole
non sono state rispettate.
Quindi,
ha appena detto al mondo che le decisioni non sono prese
dall'Eurogruppo e dall'Unione europea, ma da lui, e da lui soltanto,
funzionario designato e non eletto, irresponsabile nel senso politico
del termine.
In
questo incidente si rileva nel modo più pieno la natura
profondamente tirannica
delle istituzioni
create nel quadro europeo. La retorica della cooperazione e della
competenza cedono il passo al freddo rapporto di forze e al senso del
potere.
Mette
fine all'ipocrisia di un accordo deciso all'unanimità (con la
pistola alla tempia).
Ne va anche del
"rispetto del voto" del Parlamento di Cipro, di cui è
chiaro che Mario Draghi si fa beffe.
Ora
le cose sono chiare, e in un certo senso, tanto meglio.
Ma
non bisognerà meravigliarsi se i partiti, spesso definiti
"populisti", che si oppongono alle istituzioni dell'Unione
europea saliranno rapidamente nei sondaggi. Ugualmente non bisognerà sorprendersi se nei paesi più colpiti dalla
crisi crescerà rapidamente la violenza contro le istituzioni europee
e i loro rappresentanti.
Perché
è nella natura delle cose che la tirannia chiama la violenza.
Qualunque
cosa accada, le conseguenze di questa decisione saranno drammatiche.
E'
possibile che il Parlamento Cipriota, messo sotto pressione, cambi
giudizio. Ma in questo modo entrerà in crisi aperta con il suo
popolo.
La
tradizione di violenza politica a Cipro non deve essere
trascurata.
E'
anche possibile che si arrivi al fondo di questa crisi e che Cipro
sia di
fatto espulsa
dalla zona euro a causa della decisione di Mario Draghi. Il
precedente stabilito in questo caso avrà implicazioni profonde per
tutti gli altri paesi. Nelle prossime
48 ore saremo informati sul corso degli eventi.
FONTE: http://vocidallestero.blogspot.it
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