E’ ormai risaputo
che presso l’Agenzia delle Entrate ci siano dei falsi dirigenti. La questione è
stata appurata sia dal TAR del Lazio che nel 2011 con sentenza n. 06884 (REG.
PROV. COLL.) condannò l’Agenzia delle Entrate [1] ma anche il giudice della
Commissione Tributaria Provinciale di Messina con la sentenza n. 128/2013 [2]
ha affrontato in modo molto serio il problema, annullando
le cartelle esattoriali emesse sulla base dei tributi iscritti a
ruolo ma firmati da un falso dirigente, la cui nomina, tra l’altro, era
già stata sospesa dal Giudice del lavoro.
In Sicilia però la
questione sta avendo dei risvolti che l’Agenzia delle Entrate non avrebbe mai
potuto immaginare.
Infatti molti altri cittadini/contribuenti una volta
ricevute le cartelle esattoriali firmate da quello stesso dirigente, stanno
facendo ricorso ben sapendo che potranno essere annullate.
Sulla
questione della nomina di quel falso dirigente dell’Agenzia delle entrate di
Messina, c’è sempre stato un acceso scontro tra sindacati e l’Agenzia delle
Entrate. Sembrerebbe infatti che quel dirigente in particolare avrebbe avuto
meno titoli di altri per essere promossa ma, nonostante quattro
sentenze del giudice del Lavoro contrarie alla sua nomina, quel dirigente non è
stato ancora rimosso dal suo incarico presso l’Amministrazione Finanziaria.
A dispetto
di tutte le condanne avute, l’Agenzia delle Entrate continua ad
appellare tutte le sentenze della magistratura ordinaria,di
quella amministrativa,ed ora anche di un
giudice del contenzioso tributario.
La linea
difensiva dell’Agenzia delle Entrate?
Dichiara di essersi
comportata in conformità delle norme che
regolano l’istituto delle nomine dirigenziali ma questo non è
assolutamente vero.
L’Agenzia
delle Entrate dando incarico di dirigenti a semplici
funzionari non in possesso della qualifica relativa, eccede nel suo potere
di deroga a norme Costituzionali (art.97 c.3), e lo fa al di fuori
delle ipotesi tassativamente previste dalla legge, senza indicazione di un
termine di durata e senza che l'ente provveda poi a bandire le procedure
concorsuali per l'accesso alla qualifica dirigenziale e sostituire così le c.d.
“reggenze di fiducia”.
Anche la Corte Costituzionale si è
espressa in merito alla questione, con le sentenze n. 103 e 104 del 2007, n.
161 del 2008 e n. 69 del 2011, negando la costituzionalità di “una dirigenza
di fiducia” e ribadendo la necessità di selezionare i dirigenti sulla
base di criteri selettivi imparziali e trasparenti, nel pieno rispetto
delle norme della Costituzione.
La logica conseguenza non può che essere
l’inesistenza di tutti gli atti che questi funzionari reggenti e non dirigenti
hanno firmato e trasmesso all’Agente della Riscossione (per es. Equitalia).
La situazione paradossale ma positiva per
tutti i contribuenti/cittadini vessati , è che la situazione dei falsi
dirigenti non è limitata solo all’Agenzia delle Entrate di Messina ma riguarda
ben 800 dirigenti dell’Agenzia delle Entrate sparsi su tutto il territorio
nazionale.
Per chi volesse approfondire gli argomenti
delle false dirigenze, si riportano di seguito altri link sulla questione.
Articolo a cura dell’avv. FLORIANA BALDINO del
foro di Trani (BT) . Per contatti scrivere a: florianabaldino@gmail.com
Ciao Elia ho trovato questa notizia in rete su un noto sito poco serio... ne sai qualcosa?
RispondiEliminase fosse anche parzialmente vera sarebbe interessante
http://affaritaliani.libero.it/cronache/cappellacci-sardegna-zona-franca180313.html
Pare proprio di si.
EliminaGrazie.
Un saluto.
Elia