giovedì 5 settembre 2013

TE LA DO IO LA GERMANIA



BERLINO - A prima vista, il piccolo lotto di terra di Christel Paweski, con gli gnomi nel giardino e le aiole di fiori, sembra il simbolo del confortevole pensionamento tedesco. Nascoste tra i fiori ci sono file di patate, peperoni e cavoli, cui la ex infermiera tende con cura.

Ma il suo giardinaggio non è un hobby, è sopravvivenza. Con la sua magra pensione, la Paweski non si può permettere di comprare la verdura in negozio. La sua difficoltà, e quella di milioni di altri tedeschi che vivono al di sotto o vicini al limite della povertà, è emersa nella campagna per le elezioni nazionali del 22 settembre, quando la Paweski ha affrontato in lacrime la cancelliera Angela Merkel sulla televisione nazionale, domandandole se la leader del paese si era dimenticata del numero crescente di pensionati e lavoratori poveri esclusi dal successo economico della Germania.
"Non volevo piangere di fronte a lei," ci ha raccontato la Paweski nella sua pericolante e poco riscaldata baracca di legno dove ha passato gli ultimi quattro brutali inverni di Berlino, prima di trovare un appartamento abbordabile. "ma poi mi sono ricordata di come andavo a letto con tre pullover e tre paia di calzini d'inverno perchè non avevo un riscaldamento adeguato."
La Paweski, che ha lavorato in un ospedale e una casa di riposo prima di andare in pensione sei anni fa, ce la fa appena a tirare avanti con la sua pensione statale e il contributo casa di 723 euro, di cui paga 310 euro per l'affitto e l'elettricità.
Il racconto della madre divorziata che dipende dalle distribuzioni di cibo e dall'orto - e ancora a volte fa la fame per comprarsi da vestire - non va d'accordo con l'immagine della ricca Germania come oasi di prosperità in un'Europa in crisi economica.
Berlino ha incoraggiato la Grecia, la Spagna e l'Italia a imitare la serie di riforme economiche cominciate un decennio fa, che hanno fatto diminuire il costo del lavoro e aumentato la competitività della Germania.
Ma molti economisti dicono che le riforme, cominciate dal predecessore della Merkel, di centro-sinistra, hanno anche fatto scendere i salari reali e pericolosamente avvicinato centinaia di migliaia al limite della povertà. La Germania è anche uno dei pochi paesi europei senza un salario minimo, il che mette ulteriore pressione sui ceti più bassi.
Da quando la Merkel è andata al potere nel 2005, il numero di persone considerate in o prossime alla povertà è cresciuto di circa 400.000, toccando i 12 milioni, secondo l'Ufficio Federale di Statistica. In Germania, una persona è a rischio povertà se guadagna meno del 60% del reddito medio, ovvero meno di 869 euro mensili al netto delle tasse. C'è stato anche un aumento drammatico delle persone che dipendono dagli aiuti alimentari, il cui numero è più che raddoppiato per raggiungere il milione e mezzo, secondo Jochen Bruehl, presidente dell'associazione nazionale delle dispense alimentari.
Poi, l'Istituto per la Ricerca sul Lavoro stima ci siano dai tre ai cinque milioni, su ottanta milioni di tedeschi, che vivono in povertà nascosta, rifiutando spesso per orgoglio di richiedere gli aiuti statali cui avrebbero diritto.
Marcel Fratzscher, presidente dell'Istituto Tedesco per la Ricerca Economica, con sede a Berlino, chiama il calo della disoccupazione dal 12% del 2005 al 6,8% di oggi "sicuramente un grande successo." "Ma" -prosegue- "c'è un significativo numero di tedeschi il cui reddito oggi è più basso di quanto fosse dieci anni fa."
Questo soprattutto perché l'inflazione, specialmente il costo di alimentari, elettricità e affitto, ha sopravanzato i salari, lasciando i lavoratori con meno soldi a fine mese. Secondo i dati forniti il mese scorso dal Ministero dei Lavoro, un tedesco su 10 con lavoro a tempo pieno oggi ha un secondo o perfino un terzo lavoro per tirare avanti. Questi sono spesso "mini-lavori" che fanno guadagnare fino a 450 euro al mese, in nero. I critici dicono che questi lavori, che offrono meno benefici e sicurezza, hanno perfino cominciato a rimpiazzare i contratti a tempo pieno in alcuni settori, come i ristoranti e il commercio al dettaglio.
Anche un numero crescente di pensionati ricorre ai mini-lavori per arrivare a fine mese. Intanto, anziani che frugano nell'immondizia per trovare bottiglie di vetro da restituire in negozio in cambio di pochi centesimi sono diventati una scena comune in molte città tedesche.
Bruehl dice che il numero di tedeschi che vanno alle distribuzioni alimentari sarebbe anche più alto se lo stigma sociale che ne consegue non fosse così forte. "All'inizio erano soprattutto disoccupati o senza tetto. Ora ci sono anche persone che si rendono conto che non ce la fanno più. Non ci sono più aree dove risparmiare."
Lo sfidante principale della Merkel, Peer Steinbrueck del Partito Socialdemocratico, cavalca la questione e promette di introdurre un salario minimo nazionale di 8,5 euro, a vantaggio di circa sette milioni di lavoratori. Steinbrueck propone anche di aumentare le tasse per il 5% più ricco, un piano che trova il consenso di elettori come la Paweski. "I milionari dovrebbero stringere la cinghia per una volta", dice la Paweski, che nel 2005 ha votato per la Merkel.
La Merkel, che ha ferventemente predicato l'austerità all'estero, ha detto che prenderà il caso della Paweski seriamente, avendo forse in mente che i sondaggi danno i voti per il centro-sinistra pari a quelli del centro-destra.
"Non l'ho dimenticata," ha detto dopo l'appello sentito della Paweski.

Frank Jordans - Associated Press

(Tradotto da Mandragola per perchiunquehacompreso.blogspot.it)


  

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