martedì 29 ottobre 2013

NOI O IL POTERE. SCEGLI



Siamo nella fase decisiva.
Milioni di persone conoscono la vera realtà e altri milioni hanno compreso, o anche solo intuito, che questo mondo ha qualcosa che non va, qualcosa di malato, deviato, dis-umano.
Abbiamo scoperto di giocare una partita truccata ed è per questo chi gestisce il sistema ha paura.
La paura di chi ha il potere, quello vero, quello che permette di imporre la morte di milioni di persone con poche parole, è misurabile attraverso il livello di violenza, più o meno palese, più o meno crudele, esercitata nei nostri confronti.

Eclatanti esempi della violenza utilizzata dal sistema sono le proposte di legge degli ultimi mesi, da quelle che vogliono impedirci di poter diffondere la realtà dei fatti storici, a quelle che stabiliscono che il non-normale è più normale del normale a quelle che impediranno, probabilmente, di scambiarci informazioni anche sulla rete o di dire liberamente la nostra opinione anche sull’Europa e sull’euro.  Il diritto, figlio dell'attività dello spirito umano, strumento nato per gestire, migliorandola, la vita collettiva, si è trasformato nel mezzo preferito dal sistema per ingabbiarci e limitarci.

All'uso distorto e degenerato del diritto si accompagna la violenza fisica, quella palese, e mi riferisco anche e soprattutto all' “incidente” stradale subito da Antonio Marcianò. Antonio e Rosario Marcianò si impegnano da anni e con coraggio nello scoprire e diffondere la verità sul fenomeno delle scie chimiche e proprio per questo hanno subito e subiscono insulti, molestie, intimidazioni da parte dei servi di un sistema che colpisce pochi per colpirne milioni. Se noi lo permetteremo.

E' bene chiarirlo una volta per tutte: chi ha in mano il potere, chi DAVVERO prende quelle decisioni poi vigliaccamente eseguite dai loro servi, chi ha deciso di stringere la morsa per strappare agli Stati ogni residuo di indipendenza usurpandone i poteri, chi ha deciso di toglierci ogni briciola di libertà non solo vuole renderci completi schiavi ma vuole anche il nostro totale abbruttimento fisico, morale, spirituale
Chi detiene il potere vuole svuotarci da tutto ciò che contraddistingue gli esseri umani dagli animali.
Ci vogliono schiavi. E bestie.
E' ora di dirlo con tutta la voce che abbiamo in corpo, di comprenderlo e diffonderlo per poter finalmente agire di conseguenza.
Si può utilizzare egoisticamente una bestia solo come mezzo di trasporto, soltanto per i propri personali scopi, difatti; volendo, un cavallo lo si può sovraccaricare di materiale da trasportare per chilometri, fin quasi allo stremo. Ma frustrarlo ai fianchi, far uscir fuori il suo sangue, picchiarlo selvaggiamente anche dopo che ha svolto il lavoro, picchiarlo fino a fargli piegare le ginocchia, fino a farlo accasciare esanime al suolo, significa che non lo si vuole utilizzare SOLO come mezzo di trasporto, come schiavo.
Significa che si è mossi da ODIO profondo nei suoi confronti. Un odio cieco e viscerale.
Ed è cosi che si comportano gli uomini attualmente al potere, quei componenti di quelle antiche dinastie che per secoli si sono infiltrate e poi hanno gestito, guidato, le sorti di intere nazioni. E non si fermeranno se noi non li costringeremo a fermarsi, se noi non li contrasteremo energicamente ed efficacemente, se noi non riusciremo a trasformare le nostre parole in fatti superando finalmente inutili divisioni e dannosi egoismi, vincendo la vigliaccheria che ci paralizza. 

Chi non crede ancora che questa sia una guerra fra chi vuole ripristinare quel naturale e sano ordine che per millenni ha permesso al genere umano di vivere e di creare, quell'ordine che per millenni ha permesso all'uomo di esprimersi, di migliorare la sua realtà, di essere libero poiché al servizio del creato, e chi vuole il caos distruttivo, chi non crede che questa sia una reale  spietata guerra fra la vita e la morte o è un illuso o è un ignorante o entrambi. In ogni caso ugualmente subirà gli effetti di questa guerra; e chi invece ha deciso consapevolmente di nascondere la testa sotto la sabbia è bene che sappia che la codardia non lo salverà.
Certo - si potrebbe obiettare - la codardia, almeno nei casi estremi, fa vivere a volte qualche anno in più, ma chi afferma ciò cade nella tipica trappola di noi uomini “moderni” del ventunesimo secolo: noi dimentichiamo troppo spesso che l'unica cosa certa nella vita è la morte, che la nostra morte ci è vicina e ci accompagna fin dalla nascita senza mai toccarci, fino al momento in cui avvertiamo quel tocco e senza bagagli o valigie dovremo partire per il grande viaggio nei mondi sconfinati dell’aldilà.

Eclissati nella propria codardia si potrebbe anche vivere, forse, per qualche anno in più, magari ben nascosti dietro uno scudo di egoismo, ma la morte prima di prenderci per mano si diverte a far proiettare alla mente le immagini a ritroso della propria vita: egoismi, pochezza, codardia, assenza di dignità divengono allora torture insopportabili a cui stare di fronte.
La dignità è definita come: “Considerazione in cui l'uomo tiene se stesso e che si traduce in un comportamento responsabile, misurato, equilibrato”.
Quindi si sputa sulla propria dignità quando si va a elemosinare un lavoro, non si ha dignità quando si ha paura di dire la verità, non si ha dignità quando si comprano giornali e riviste gestite dagli schiavi del sistema, non si ha dignità quando si accende la tv, non si ha dignità se non si è pronti a rischiare per salvaguardare quella aberrante parola pronunciata dagli stupidi per gli stupidi: la “reputazione”. Non si ha dignità se pur avendo capito che ora è in gioco il proprio futuro e quello delle generazioni che verranno, si rimane con le mani in mano.
Si è già persa la dignità e non si è perciò esseri umani ma solo proiettate ombre di bestie se si lascia da solo chi da anni si batte per la verità e per il bene degli italiani. Non si ha dignità se non si decide che si è responsabili del proprio e dell'altrui futuro o non si è pronti a passare dalle parole ai fatti.

Noi siamo gli occhi, le bocche, le braccia, la forza del potere. Senza di noi non possono fare nulla, sono solo pochi uomini, pochi, feroci e parassiti sanguisughe.
E loro lo sanno bene, per questo hanno paura. Hanno paura di vederci agire in maniera pacifica, uniti, insieme, organizzati. Hanno paura di vederci decidere di non dare più il nostro consenso al nostro dissanguamento, al nostro sterminio, hanno paura di vederci decidere che ora i nostri occhi, le nostre bocche, le nostre braccia sono al NOSTRO servizio. Hanno paura di vederci decidere di tornare ad aiutarci reciprocamente, come per decine di secoli avvenne.
Hanno paura di vederci agire uniti, compatti, determinati.

Ora abbiamo bisogno di uomini.
Ma esistono ancora gli uomini veri?
Lo vedremo nelle settimane e nei mesi che verranno.

Al momento giungono solo flebili segnali.


"Nulla si ottiene senza sacrificio e senza coraggio. Se si fa una cosa apertamente, si può anche soffrire di più, ma alla fine l'azione sarà più efficace. Chi ha ragione ed è capace di soffrire alla fine vince.

(Gandhi)

 AM


3 commenti:

  1. Cara AM i flebili segnali io li vedo come indistinguibili, purtroppo. Faccio fatica a vedere segnali di consapevolezza e risveglio. Faccio fatica a mantenere la fiducia che mi spinge ad andare avanti. Sono sincero: lotto e spingo verso un'azione assolutamente pacifica, ma vera, tangibile. Ma forse sono anche pronto a gettare la spugna perchè la massa passerà dal sonno alla morte senza accorgersene. E questo mi fa imbestialire. Bruno

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  2. Ciao Bruno.
    I segnali forti provengono dalle persone come te, che si espongono, si impegnano e lo fanno poichè hanno un grande senso di responsabilità e ritorniamo quindi al concetto di dignità ma non voglio ripetermi. Credo invece che nel caso della massa non possa esserci un "risveglio" (termine abusato tra l'altro dalle varie correnti di pensiero di stampo new- agiano e che per questo voglio, d'ora in poi, evitare come la peste) bensì un "iniziare a comprendere" in che realtà davvero vivono. E questo inizio a comprendere deve essere necessariamente salito di molto poichè il sistema ha deciso di stringere la morsa soprattutto negli ultimi tempi. Credo fermamente che questo sia il momento in cui ogni uomo può e DEVE dimostrare, nel limite delle sue possibilità, da che parte stà e se davvero umanamente vale oppure se è venuto qui solamente per consumare (ossigeno, risorse naturali varie, beni inutili di cui il sistema fa credere di avere bisogno,...) in altre parole se è venuto qui per vivere da essere umano o per vegetare.
    Una volta ho letto una frase che li per li mi fece incazzare e il cui senso era, in parole povere: indipendentemente dal risultato che poi si ottiene, se SENTI che fare quel qualcosa è GIUSTO allora fallo.
    "Ma come?!" Pensai. "Che cavolo lo faccio a fare se poi magari non serve a niente?!". Lo pensai perchè noi umani siamo abituati a ragionare SEMPRE, in ogni situazione, in termini di profitto: mi conviene non mi conviene, se ho il risultato che voglio lo faccio se no vaffanculo, invece non dovrebbe essere sempre così. La logica del profitto a ogni costo, questo vero e proprio cancro, ci ha portati dove siamo adesso, in una società in cui la maggior parte della gente si fa i cazzi suoi, ognuno zappa e custodisce il suo orticello, divisi e deboli, una società in cui bene e male, giusto e sbagliato, vengono mischiati in un calderone infernale in cui non si capisce più niente. Pecore allo sbaraglio. Pochi uomini hanno conservato il senso, il vero significato del "fare qualcosa perchè dentro di me sento che è GIUSTO farlo". Fare qualcosa poichè proprio non si può fare a meno di farla. Ci sarebbe da dire molto altro ma mi fermo altrimenti scrivo un papiro e poi non voglio annoiare.
    Buona giornata!
    AM

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  3. Attenti....qui il popolino, non dorme . Ma sonnecchia ,con gli occhi socchiusi aspettando il passaggio del carro dei vincitori. Per poi salire alla svelta sopra, per poter dire "anch'io ho fatto qualcosa" ....( chi ha votato Berlusconi? Io no , diranno...).
    Quindi amici miei dopo aver pulito il sistema,puliamo anche il resto...perché non c'è "peggior sordo di colui che non vuol sentire" . E in Italia siamo pieni.

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