Abbiamo
urgente necessità di conoscere, fin dove è possibile, le caratteristiche di un’arma
infinitamente, straordinariamente potente, Invincibile. Molto più potente delle
armi che i poteri occulti usano contro le popolazioni mediterranee al fine di
ridurle in schiavitù. È un’arma passata in disuso, svilita, non più presa in considerazione,
anzi derisa, disprezzata, abbandonata, ma che dovremmo urgentemente riprendere
in pugno.
Ma
svilita e disprezzata da chi? Da chi ha interesse a dissuaderci dall’usarla, da
coloro che sarebbero immediatamente annientati se avessimo tutti noi l’intelligenza,
il buon senso di riprenderla e di impugnarla.
Ascoltiamo
dunque che cosa pensa, circa l’influenza, gli effetti fisici reali, constatabili,
di quest’arma, il Premio Nobel francese Alexis Carrel, 1873-1944, medico
fisiologo e chirurgo vascolare, e dunque per niente un teologo.
Riportiamo
qui un brano significativo di questo medico, in origine ateo, che aveva
osservato e constatato sbigottito le stupefacenti guarigioni avvenute a Lourdes
essendo egli testimone oculare presente presso l’Ufficio medico di quella
località; sbigottimento identico a quello causato dal Messia allorchè, circa
2000 anni fa, diede la vista ad uno cieco dalla nascita.
Estratto
da «La Prière» (La Preghiera) 1941 di Alexis Carrel:
«La
preghiera è sempre seguita da un risultato, se fatta in condizioni convenienti.
Nessun uomo ha mai pregato senza imparare qualcosa. Tuttavia è considerata oggi
(1941) un’abitudine caduta in disuso, una vana superstizione, un residuo di
barbarie. Noi ignoriamo completamente i suoi effetti. Per quali cause?
innanzitutto la scarsezza della sua pratica. Il senso del Sacro sta scomparendo
presso la società moderna. Il numero dei francesi che prega abitualmente non
oltrepassa il quattro o cinque per cento della popolazione probabilmente. Oltre
a ciò la preghiera è spesso sterile poichè la maggior parte di chi prega, è
egoista, bugiardo, orgoglioso, fariseo, incapace di fede e di amore verso il
prossimo. Gli effetti della preghiera, quando si producono, spesso ci sfuggono.
La risposta alle nostre domande viene data in modo lento, insensibile, quasi
non udibile. La piccola voce che sussurra questa risposta nel nostro intimo viene
facilmente soffocata dai rumori del mondo (oggi sempre più assordanti). I risultanti
materiali sono anch’essi oscuri. Si confondono con altri fenomeni. Pochi uomini,
anche tra i sacerdoti, hanno occasione di osservarli in modo preciso. E i medici,
per scarso interesse, lasciano spesso passare inosservati, senza studiarli i casi
allo loro portata. Inoltre gli osservatori sono spesso sviati dal fatto che la risposta
non è quella che si attendevano. Per esempio uno chiede la guarigione da una
malattia organica. Egli resta malato, ma subisce una profonda trasformazione
morale. L’abito della preghiera, benchè eccezionale nell’insieme della
popolazione, continua con relativa frequenza tra i gruppi rimasti fedeli alla religione
dei nonni. In tali gruppi è ancora possibile studiare l’influenza della preghiera,
e fra gli innumerevoli effetti di essa, il medico ha l’opportunità di osservare
gli effetti psicofisiologici e curativi.
La
preghiera agisce sullo spirito e sul corpo in un modo che sembra dipendere dalla
sua qualità, dalla sua intensità e dalla sua frequenza.
È facile
conoscere la frequenza della preghiera e fino ad un certo punto la sua intensità.
La sua qualità (cioè le sue proprietà caratteristiche), invece resta sconosciuta
perchè non abbiamo il modo di misurare la fede o la capacità di amare gli altri
ed il Padre. Tuttavia il modo di vivere di colui che prega, può illuminarci
sulla qualità delle invocazioni che egli innalza a Dio.
La
preghiera, perfino quando è di debole valore, cioè quando è solo recitazione macchinale
di formule, anche così esercita un effetto sulla condotta. Essa fortifica il
senso del Sacro ed il senso morale. Negli ambienti in cui si prega persiste il
senso del dovere e della responsabilità, si nota tra le persone una minor
gelosia e malvagità e qualche bontà verso il prossimo. A parità di sviluppo intellettuale,
il carattere e il valore morale sono più elevati negli individui che pregano,
anche in modo mediocre, che non in quelli che non pregano.
L’influenza
della preghiera si fa chiarissima quando è abituale e veramente fervente. Essa è
in certo modo paragonabile a quella di una ghiandola a secrezione interna, come
la tiroide o la ghiandola surrenale, per esempio. Essa consiste in una sorta di
trasformazione mentale organica. Tale trasformazione si compie
progressivamente. Si direbbe che nella profondità della coscienza si accenda
una fiamma. L’uomo si vede così com’è. Scopre il suo egoismo, la sua cupidigia,
i suoi errori di giudizio, il suo orgoglio; si piega all’adempimento del dovere
morale, tenta di acquistare umiltà intellettuale. Così gli si apre dinanzi il regno
della Grazia ..... A poco a poco si produce una pacificazione interiore, un’armonia
delle attività nervose e morali, una maggiore resistenza alle avversità, alla
povertà, alle preoccupazioni, alla calunnia, la perdita delle persone care, il
dolore, la malattia, la morte, nasce la capacità di sopportare senza
accasciarsi.
Così
il medico che vede il malato mettersi a pregare può rallegrarsi. La calma generata
dalla preghiera è un aiuto potente alla terapeutica.
Tuttavia
la preghiera non può essere peragonata alla morfina, poichè essa produce
insieme alla calma un’integrazione delle attività mentali, una specie di fioritura
della personalità. Talvolta l’eroismo. La preghiera imprime nei suoi fedeli un
sigillo particolare. La purezza dello sguardo, la tranquillità del contegno, la
gioia serena dell’espressione, la virilità della condotta, e quand’è necessario
la semplice accettazione della morte, del soldato o del martire. Tali manifestazioni
rivelano la presenza del tesoro nascosto nel fondo degli organi e dello
spirito. Subendo quest’influenza anche gli ignoranti, i tardi, i deboli, i poco
dotati utilizzano meglio le loro forze intellettuali e morali. La preghiera,
come pare, solleva gli uomini al di sopra della statura mentale loro propria
per eredità o per educazione. Questo incontro con Dio li ricolma di pace. E
pace si irradia da loro. E pace essi portano ovunque vadano. Disgraziatamente
non c’è ora nel mondo che un minimo numero di individui consapevoli, che
sappiano realmente pregare. Gli effetti curativi della preghiera, in tutte le
epoche, hanno attirato l’attenzione degli uomini. Ancor oggi, negli ambienti in
cui si prega, si parla spesso di guarigioni ottenute per effetto di suppliche
indirizzate a Dio o ai suoi Santi. Ma quando si tratta di malattie suscettibili
di guarire spontaneamente o con le cure ordinarie, è difficile sapere quale sia
stato il reale agente della guarigione. Solo nei casi nei quali qualsiasi
terapeutica è inapplicabile o fallita, i risultati della preghiera possono
essere constatati sicuramente. L’Ufficio Medico di Lourdes ha reso un grande
servizio alla scienza dimostrando l’autenticità di queste guarigioni. La
preghiera ha talvolta un effetto, per così dire, esplosivo.
Vi
sono malati che sono stati guariti quasi istantaneamente da affezioni come il lupus
al viso, il cancro, le infezioni renali, le ulcere, la tubercolosi polmonare, ossea
o peritoneale. Il fenomeno si manifesta quasi sempre allo stesso modo: Un grande
dolore, poi il senso d’esser guariti. In alcuni secondi o in poche ore i sintomi
scompaiono, le lesioni si rimarginano. Il miracolo si manifesta con una accelerazione
estrema dei processi di guarigione, mai osservata finora da
chirurghi
e fisiologi.
(fine
della prima parte - da A. Carrel, La preghiera).
(Seconda
parte - da A. Carrel, La preghiera).
Perchè
questi fenomeni si producano, non c’è bisogno che preghi il malato. Bambini
ancora incapaci di parlare, e non credenti, sono stati guariti a Lourdes. Ma,
al loro fianco, qualcuno pregava. La preghiera fatta per altri è sempre più feconda
di quella fatta per sè stessi. L’effetto della preghiera sembra dipenda dall’intensità
e dalla qualità. A Lourdes (nel 1941), i miracoli sono molto meno frequenti di
quanto fossero quaranta o cinquant’anni fa. Il fatto è che i malati non trovano
più quell’atmosfera di profondo raccoglimento che vi regnava un tempo. I
pellegrini sono diventati turisti e le loro preghiere sono diventate inefficaci.
Tali
sono i risultati della preghiera dei quali io ho una sicura conoscenza. Accanto
ad essi ce n’è una moltitudine di altri. La storia dei Santi, anche moderni, ci
riferisce molti fatti meravigliosi. E non c’è dubbio che la maggior parte dei
miracoli attribuiti, per esempio, al Curato d’Ars, siano veri. Quest’insieme di
fenomeni ci introduce in un mondo nuovo, l’esplorazione del quale non è ancora
cominciata e che sarà feconda di sorprese. Quel che noi già sappiamo
chiaramente è che la preghiera produce effetti tangibili. Per quanto strano ciò
possa apparire, noi dobbiamo considerare vero che chi domanda riceve e che a
chi batte viene aperto.
Insomma
tutto ciò accade come se Dio ascoltasse l’uomo e gli rispondesse. Gli effetti
della preghiera non sono un’illusione. Non bisogna ridurre il senso Sacro all’angoscia
dell’uomo davanti ai pericoli che lo circondano e ai misteri dell’universo. Nè
bisogna fare della preghiera una pozione calmante, un rimedio contro la nostra
paura della sofferenza, della malattia e della morte. Qual è dunque il
significato del senso Sacro? E quale posto assegna la natura stessa alla preghiera
nella nostra vita? In realtà è un posto molto importante. In tutte le epoche
gli uomini dell’occidente hanno pregato. La città antica era principalmente un’istituzione
religiosa. ...
I nostri antenati del Medio Evo
coprivano di cattedrali e di cappelle i territori della cristianità. E ai
nostri giorni ancora, al di sopra di ogni villaggio s’innalza un campanile. Con
le chiese, come con le università e le officine, i pellegrini venuti dall’Europa
instaurarono nel Nuovo Mondo la civiltà occidentale. Nel corso della nostra
storia pregare è stato un bisogno elementare come quello di conquistare, di
lavorare, di costruire o di amare.
A dire
la verità il senso Sacro sembra essere un impulso che proviene dal più profondo
della nostra natura: un’attività fondamentale. Le sue variazioni in un gruppo
umano sono quasi sempre legate a quelle di altre attività basilari, il senso
morale ed il carattere, e talora il senso estetico.
Ma
proprio a questa parte tanto importante di noi stessi abbiamo permesso di atrofizzarsi
e spesso di scomparire.
Bisogna
ricordare che l’uomo non può, senza pericolo, comportarsi secondo il piacere
della propria fantasia. Per riuscire, la vita, dev’essere guidata da regole invariabili
che dipendono dalla sua stessa struttura. Corriamo un grave rischio quando
lasciamo morire in noi qualche attività fondamentale, sia di ordine fisiologico,
intellettuale o spirituale. Per esempio la deficienza dei muscoli, dello scheletro,
ed anche delle attività non razionali dello spirito, in certi intellettuali, è
disastrosa quanto l’atrofia dell’intelligenza e del senso morale in certi
atleti.
Ci
sono innumerevoli esempi di famiglie prolifiche e forti, le quali non
produssero che dei degenerati, o si estinsero, dopo la scomparsa delle credenze
ataviche e del culto dell’onore.
Noi
abbiamo imparato, attraverso una dura esperienza che la perdita del senso morale
e del senso Sacro, nella maggioranza degli elementi attivi di una nazione, porta
alla decadenza di essa e al suo asservimento allo straniero. La caduta della Grecia
antica fu preceduta da un fenomeno analogo. È evidentissimo che la soppressione
delle attività mentali volute dalla natura (Divina) è incompatibile con la
riuscita nella vita.
In
pratica le attività religiose e quelle morali sono legate le une alle altre. Il
senso morale svanisce poco dopo il senso Sacro. L’uomo non può costruire, come voleva
Socrate, un sistema di morale indipendente da ogni dottrina religiosa. Le società
nelle quali scompare il bisogno di pregare, generalmente non sono lontane dal
processo di degenerazione. Per questo appunto, tutti gli uomini civili, –
increduli o credenti allo stesso modo – devono interessarsi a questo grave problema
dello sviluppo di ciascuna attività basilare di cui l’essere umano è capace.
Per
quale ragione il senso del Sacro ha una funzione importante nella riuscita della
vita? Per mezzo di quale meccanismo la preghiera agisce su di noi? Qui lasciamo
il dominio dell’osservazione e entriamo in quello dell’ipotesi. Ma l’ipotesi,
sia pure audace, è necessaria al progresso della conoscenza. Bisogna ricordarsi
che l’uomo è un tutto indivisibile composto di tessuti, liquidi organici e coscienza.
E dunque esso non è interamente compreso nelle dimensioni dello spazio
e del tempo. La coscienza infatti, pur risiedendo nei nostri organi, si prolunga
allo stesso tempo al di là della realtà fisica. D’altra parte il corpo vivente
che sembra indipendente dal suo ambiente materiale, cioè dall’universo fisico, è
in realtà inseparabile da esso, essendo legato dal suo incessante bisogno di
ossigeno dell’aria e di altri elementi che la terra ci fornisce. Possiamo
credere di essere immersi in un’atmosfera spirituale della quale non possiamo
fare a meno così come non possiamo fare a meno dell’universo materiale della
terra e dell’aria. Quest’atmosfera spirituale null’altro sarebbe che l’Essere
che rimane presente in tutti gli esseri e che tutti li oltrepassa, ....Dio.
La
preghiera dunque, potrebbe essere considerata come il mezzo di comunicazione
tra la coscienza ed il suo proprio ambiente spirituale e materiale.
Come
un’attività biologica che dipende dalla struttura umana. Come una funzione
normale del corpo e dello spirito.
Riassumendo
il senso sacro riveste in relazione alle altre attività dello spirito un’importanza
singolare poichè ci mette in comunicazione con la misteriosa immensità del
mondo spirituale. Per mezzo della preghiera l’uomo va a Dio e Dio entra in lui.
Pregare appare cosa indispensabile al nostro sviluppo completo.
Non
possiamo vedere la preghiera come un atto al quale si affidano solo i deboli di
spirito, i mendicanti o i vigliacchi. «È vergognoso pregare», scriveva
Nietzsche.
In
realtà non è vergognoso più di quanto lo sia bere o respirare. L’uomo ha bisogno
di Dio come ha bisogno di acqua e di ossigeno. Giunto all’intuizione, al senso
morale, al senso estetico e alla luce dell’intelligenza, il senso Sacro rende possibile
il pieno sbocciare della personalità. Non c’è dubbio che la piena riuscita nella
vita richieda lo sviluppo integrale di ciascuna delle nostre attività fisiologiche,
intellettuali, affettive e spirituali. Lo spirito è ragione e sentimento.
E' dunque necessario amare la bellezza di Dio.
Eliseo Malorgio
Articolo davvero molto bello.
RispondiEliminaVorrei ringraziare anche il signor Malorgio che si impegna per rendere molti temi fondamentali, semplici e capibili.
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