domenica 7 settembre 2014

VALORE E POTENZA DELLA PREGHIERA


Abbiamo urgente necessità di conoscere, fin dove è possibile, le caratteristiche di un’arma infinitamente, straordinariamente potente, Invincibile. Molto più potente delle armi che i poteri occulti usano contro le popolazioni mediterranee al fine di ridurle in schiavitù. È un’arma passata in disuso, svilita, non più presa in considerazione, anzi derisa, disprezzata, abbandonata, ma che dovremmo urgentemente riprendere in pugno.
Ma svilita e disprezzata da chi? Da chi ha interesse a dissuaderci dall’usarla, da coloro che sarebbero immediatamente annientati se avessimo tutti noi l’intelligenza, il buon senso di riprenderla e di impugnarla.
Ascoltiamo dunque che cosa pensa, circa l’influenza, gli effetti fisici reali, constatabili, di quest’arma, il Premio Nobel francese Alexis Carrel, 1873-1944, medico fisiologo e chirurgo vascolare, e dunque per niente un teologo.
Riportiamo qui un brano significativo di questo medico, in origine ateo, che aveva osservato e constatato sbigottito le stupefacenti guarigioni avvenute a Lourdes essendo egli testimone oculare presente presso l’Ufficio medico di quella località; sbigottimento identico a quello causato dal Messia allorchè, circa 2000 anni fa, diede la vista ad uno cieco dalla nascita.

Estratto da «La Prière» (La Preghiera) 1941 di Alexis Carrel:
«La preghiera è sempre seguita da un risultato, se fatta in condizioni convenienti. Nessun uomo ha mai pregato senza imparare qualcosa. Tuttavia è considerata oggi (1941) un’abitudine caduta in disuso, una vana superstizione, un residuo di barbarie. Noi ignoriamo completamente i suoi effetti. Per quali cause? innanzitutto la scarsezza della sua pratica. Il senso del Sacro sta scomparendo presso la società moderna. Il numero dei francesi che prega abitualmente non oltrepassa il quattro o cinque per cento della popolazione probabilmente. Oltre a ciò la preghiera è spesso sterile poichè la maggior parte di chi prega, è egoista, bugiardo, orgoglioso, fariseo, incapace di fede e di amore verso il prossimo. Gli effetti della preghiera, quando si producono, spesso ci sfuggono. La risposta alle nostre domande viene data in modo lento, insensibile, quasi non udibile. La piccola voce che sussurra questa risposta nel nostro intimo viene facilmente soffocata dai rumori del mondo (oggi sempre più assordanti). I risultanti materiali sono anch’essi oscuri. Si confondono con altri fenomeni. Pochi uomini, anche tra i sacerdoti, hanno occasione di osservarli in modo preciso. E i medici, per scarso interesse, lasciano spesso passare inosservati, senza studiarli i casi allo loro portata. Inoltre gli osservatori sono spesso sviati dal fatto che la risposta non è quella che si attendevano. Per esempio uno chiede la guarigione da una malattia organica. Egli resta malato, ma subisce una profonda trasformazione morale. L’abito della preghiera, benchè eccezionale nell’insieme della popolazione, continua con relativa frequenza tra i gruppi rimasti fedeli alla religione dei nonni. In tali gruppi è ancora possibile studiare l’influenza della preghiera, e fra gli innumerevoli effetti di essa, il medico ha l’opportunità di osservare gli effetti psicofisiologici e curativi.
La preghiera agisce sullo spirito e sul corpo in un modo che sembra dipendere dalla sua qualità, dalla sua intensità e dalla sua frequenza.
È facile conoscere la frequenza della preghiera e fino ad un certo punto la sua intensità. La sua qualità (cioè le sue proprietà caratteristiche), invece resta sconosciuta perchè non abbiamo il modo di misurare la fede o la capacità di amare gli altri ed il Padre. Tuttavia il modo di vivere di colui che prega, può illuminarci sulla qualità delle invocazioni che egli innalza a Dio.
La preghiera, perfino quando è di debole valore, cioè quando è solo recitazione macchinale di formule, anche così esercita un effetto sulla condotta. Essa fortifica il senso del Sacro ed il senso morale. Negli ambienti in cui si prega persiste il senso del dovere e della responsabilità, si nota tra le persone una minor gelosia e malvagità e qualche bontà verso il prossimo. A parità di sviluppo intellettuale, il carattere e il valore morale sono più elevati negli individui che pregano, anche in modo mediocre, che non in quelli che non pregano.
L’influenza della preghiera si fa chiarissima quando è abituale e veramente fervente. Essa è in certo modo paragonabile a quella di una ghiandola a secrezione interna, come la tiroide o la ghiandola surrenale, per esempio. Essa consiste in una sorta di trasformazione mentale organica. Tale trasformazione si compie progressivamente. Si direbbe che nella profondità della coscienza si accenda una fiamma. L’uomo si vede così com’è. Scopre il suo egoismo, la sua cupidigia, i suoi errori di giudizio, il suo orgoglio; si piega all’adempimento del dovere morale, tenta di acquistare umiltà intellettuale. Così gli si apre dinanzi il regno della Grazia ..... A poco a poco si produce una pacificazione interiore, un’armonia delle attività nervose e morali, una maggiore resistenza alle avversità, alla povertà, alle preoccupazioni, alla calunnia, la perdita delle persone care, il dolore, la malattia, la morte, nasce la capacità di sopportare senza accasciarsi.
Così il medico che vede il malato mettersi a pregare può rallegrarsi. La calma generata dalla preghiera è un aiuto potente alla terapeutica.
Tuttavia la preghiera non può essere peragonata alla morfina, poichè essa produce insieme alla calma un’integrazione delle attività mentali, una specie di fioritura della personalità. Talvolta l’eroismo. La preghiera imprime nei suoi fedeli un sigillo particolare. La purezza dello sguardo, la tranquillità del contegno, la gioia serena dell’espressione, la virilità della condotta, e quand’è necessario la semplice accettazione della morte, del soldato o del martire. Tali manifestazioni rivelano la presenza del tesoro nascosto nel fondo degli organi e dello spirito. Subendo quest’influenza anche gli ignoranti, i tardi, i deboli, i poco dotati utilizzano meglio le loro forze intellettuali e morali. La preghiera, come pare, solleva gli uomini al di sopra della statura mentale loro propria per eredità o per educazione. Questo incontro con Dio li ricolma di pace. E pace si irradia da loro. E pace essi portano ovunque vadano. Disgraziatamente non c’è ora nel mondo che un minimo numero di individui consapevoli, che sappiano realmente pregare. Gli effetti curativi della preghiera, in tutte le epoche, hanno attirato l’attenzione degli uomini. Ancor oggi, negli ambienti in cui si prega, si parla spesso di guarigioni ottenute per effetto di suppliche indirizzate a Dio o ai suoi Santi. Ma quando si tratta di malattie suscettibili di guarire spontaneamente o con le cure ordinarie, è difficile sapere quale sia stato il reale agente della guarigione. Solo nei casi nei quali qualsiasi terapeutica è inapplicabile o fallita, i risultati della preghiera possono essere constatati sicuramente. L’Ufficio Medico di Lourdes ha reso un grande servizio alla scienza dimostrando l’autenticità di queste guarigioni. La preghiera ha talvolta un effetto, per così dire, esplosivo.
Vi sono malati che sono stati guariti quasi istantaneamente da affezioni come il lupus al viso, il cancro, le infezioni renali, le ulcere, la tubercolosi polmonare, ossea o peritoneale. Il fenomeno si manifesta quasi sempre allo stesso modo: Un grande dolore, poi il senso d’esser guariti. In alcuni secondi o in poche ore i sintomi scompaiono, le lesioni si rimarginano. Il miracolo si manifesta con una accelerazione estrema dei processi di guarigione, mai osservata finora da
chirurghi e fisiologi. 
(fine della prima parte - da A. Carrel, La preghiera).

(Seconda parte - da A. Carrel, La preghiera).
Perchè questi fenomeni si producano, non c’è bisogno che preghi il malato. Bambini ancora incapaci di parlare, e non credenti, sono stati guariti a Lourdes. Ma, al loro fianco, qualcuno pregava. La preghiera fatta per altri è sempre più feconda di quella fatta per sè stessi. L’effetto della preghiera sembra dipenda dall’intensità e dalla qualità. A Lourdes (nel 1941), i miracoli sono molto meno frequenti di quanto fossero quaranta o cinquant’anni fa. Il fatto è che i malati non trovano più quell’atmosfera di profondo raccoglimento che vi regnava un tempo. I pellegrini sono diventati turisti e le loro preghiere sono diventate inefficaci.
Tali sono i risultati della preghiera dei quali io ho una sicura conoscenza. Accanto ad essi ce n’è una moltitudine di altri. La storia dei Santi, anche moderni, ci riferisce molti fatti meravigliosi. E non c’è dubbio che la maggior parte dei miracoli attribuiti, per esempio, al Curato d’Ars, siano veri. Quest’insieme di fenomeni ci introduce in un mondo nuovo, l’esplorazione del quale non è ancora cominciata e che sarà feconda di sorprese. Quel che noi già sappiamo chiaramente è che la preghiera produce effetti tangibili. Per quanto strano ciò possa apparire, noi dobbiamo considerare vero che chi domanda riceve e che a chi batte viene aperto.
Insomma tutto ciò accade come se Dio ascoltasse l’uomo e gli rispondesse. Gli effetti della preghiera non sono un’illusione. Non bisogna ridurre il senso Sacro all’angoscia dell’uomo davanti ai pericoli che lo circondano e ai misteri dell’universo. Nè bisogna fare della preghiera una pozione calmante, un rimedio contro la nostra paura della sofferenza, della malattia e della morte. Qual è dunque il significato del senso Sacro? E quale posto assegna la natura stessa alla preghiera nella nostra vita? In realtà è un posto molto importante. In tutte le epoche gli uomini dell’occidente hanno pregato. La città antica era principalmente un’istituzione religiosa. ... 
I nostri antenati del Medio Evo coprivano di cattedrali e di cappelle i territori della cristianità. E ai nostri giorni ancora, al di sopra di ogni villaggio s’innalza un campanile. Con le chiese, come con le università e le officine, i pellegrini venuti dall’Europa instaurarono nel Nuovo Mondo la civiltà occidentale. Nel corso della nostra storia pregare è stato un bisogno elementare come quello di conquistare, di lavorare, di costruire o di amare.
A dire la verità il senso Sacro sembra essere un impulso che proviene dal più profondo della nostra natura: un’attività fondamentale. Le sue variazioni in un gruppo umano sono quasi sempre legate a quelle di altre attività basilari, il senso morale ed il carattere, e talora il senso estetico.
Ma proprio a questa parte tanto importante di noi stessi abbiamo permesso di atrofizzarsi e spesso di scomparire.
Bisogna ricordare che l’uomo non può, senza pericolo, comportarsi secondo il piacere della propria fantasia. Per riuscire, la vita, dev’essere guidata da regole invariabili che dipendono dalla sua stessa struttura. Corriamo un grave rischio quando lasciamo morire in noi qualche attività fondamentale, sia di ordine fisiologico, intellettuale o spirituale. Per esempio la deficienza dei muscoli, dello scheletro, ed anche delle attività non razionali dello spirito, in certi intellettuali, è disastrosa quanto l’atrofia dell’intelligenza e del senso morale in certi atleti.
Ci sono innumerevoli esempi di famiglie prolifiche e forti, le quali non produssero che dei degenerati, o si estinsero, dopo la scomparsa delle credenze ataviche e del culto dell’onore.
Noi abbiamo imparato, attraverso una dura esperienza che la perdita del senso morale e del senso Sacro, nella maggioranza degli elementi attivi di una nazione, porta alla decadenza di essa e al suo asservimento allo straniero. La caduta della Grecia antica fu preceduta da un fenomeno analogo. È evidentissimo che la soppressione delle attività mentali volute dalla natura (Divina) è incompatibile con la riuscita nella vita.
In pratica le attività religiose e quelle morali sono legate le une alle altre. Il senso morale svanisce poco dopo il senso Sacro. L’uomo non può costruire, come voleva Socrate, un sistema di morale indipendente da ogni dottrina religiosa. Le società nelle quali scompare il bisogno di pregare, generalmente non sono lontane dal processo di degenerazione. Per questo appunto, tutti gli uomini civili, – increduli o credenti allo stesso modo – devono interessarsi a questo grave problema dello sviluppo di ciascuna attività basilare di cui l’essere umano è capace.
Per quale ragione il senso del Sacro ha una funzione importante nella riuscita della vita? Per mezzo di quale meccanismo la preghiera agisce su di noi? Qui lasciamo il dominio dell’osservazione e entriamo in quello dell’ipotesi. Ma l’ipotesi, sia pure audace, è necessaria al progresso della conoscenza. Bisogna ricordarsi che l’uomo è un tutto indivisibile composto di tessuti, liquidi organici e coscienza. E dunque esso non è interamente compreso nelle dimensioni dello spazio e del tempo. La coscienza infatti, pur risiedendo nei nostri organi, si prolunga allo stesso tempo al di là della realtà fisica. D’altra parte il corpo vivente che sembra indipendente dal suo ambiente materiale, cioè dall’universo fisico, è in realtà inseparabile da esso, essendo legato dal suo incessante bisogno di ossigeno dell’aria e di altri elementi che la terra ci fornisce. Possiamo credere di essere immersi in un’atmosfera spirituale della quale non possiamo fare a meno così come non possiamo fare a meno dell’universo materiale della terra e dell’aria. Quest’atmosfera spirituale null’altro sarebbe che l’Essere che rimane presente in tutti gli esseri e che tutti li oltrepassa, ....Dio.
La preghiera dunque, potrebbe essere considerata come il mezzo di comunicazione tra la coscienza ed il suo proprio ambiente spirituale e materiale.
Come un’attività biologica che dipende dalla struttura umana. Come una funzione normale del corpo e dello spirito.
Riassumendo il senso sacro riveste in relazione alle altre attività dello spirito un’importanza singolare poichè ci mette in comunicazione con la misteriosa immensità del mondo spirituale. Per mezzo della preghiera l’uomo va a Dio e Dio entra in lui. Pregare appare cosa indispensabile al nostro sviluppo completo.
Non possiamo vedere la preghiera come un atto al quale si affidano solo i deboli di spirito, i mendicanti o i vigliacchi. «È vergognoso pregare», scriveva Nietzsche.
In realtà non è vergognoso più di quanto lo sia bere o respirare. L’uomo ha bisogno di Dio come ha bisogno di acqua e di ossigeno. Giunto all’intuizione, al senso morale, al senso estetico e alla luce dell’intelligenza, il senso Sacro rende possibile il pieno sbocciare della personalità. Non c’è dubbio che la piena riuscita nella vita richieda lo sviluppo integrale di ciascuna delle nostre attività fisiologiche, intellettuali, affettive e spirituali. Lo spirito è ragione e sentimento. 
E' dunque necessario amare la bellezza di Dio. 

Eliseo Malorgio




1 commento:

  1. Articolo davvero molto bello.
    Vorrei ringraziare anche il signor Malorgio che si impegna per rendere molti temi fondamentali, semplici e capibili.
    Regine

    RispondiElimina

Scrivi un tuo commento: