mercoledì 3 settembre 2014

IMPORRE AD UN POPOLO UNA CERTA VISIONE DELLA STORIA E PROSPETTARE UN CERTO CAMMINO DELL'UMANITA'



Sono ben pochi, anche fra le persone più colte, coloro che si soffermano a considerare cosa significhi in termini di potere la possibilità di imporre ad un popolo una certa visione della storia.
Prospettare un certo cammino dell'umanità invece di un altro significa indicare delle mete, e quindi stabilire parametri di giudizio, scale di valori e, di conseguenza, comportamenti. Ciò è tanto vero che in epoca moderna ogni regime, nazionalsocialista, fascista o comunista, nazionalista o liberal-democratico, ha delineato una propria specifica interpretazione della storia dando luogo a diverse concezioni di giusto e ingiusto, di bene e male.
Ben consapevole di ciò, George Orwell, nel suo "profetico" romanzo "1984" pone come una delle basi fondamentali dello stato da incubo da lui preconizzato, nel quale persino il pensiero e le emozioni sono sotto il controllo del "Grande Fratello", il motto "Chi controlla il passato controlla il futuro" e immagina un ministero in cui, all'insegna appunto della "mutevolezza del passato", vengono riscritti i giornali e i libri delle epoche anteriori.
Va peraltro rilevato che tutte le cennate concezioni della storia, al di là delle loro anche stridenti diversità, poggiano su un fondamento comune: la dottrina romantica e spenceriana del progresso e della modernità, e cioè la dottrina secondo cui l'umanità sarebbe in perpetua e infallibile marcia ascensionale, onde il presente, il "moderno", sarebbe sempre necessariamente migliore del passato e il futuro, del pari ineluttabilmente, migliore del presente.
Ne segue che il passato, l'antico, viene giudicato tanto più favorevolmente quanto più è simile al moderno e lo prepara, e tanto più negativamente quanto più se ne discosta e gli si contrappone.
E evidente quanto una simile visione della vicenda umana, che assurdamente bandisce il concetto di decadenza delle civiltà, sia funzionale a qualsiasi regime che detenga attualmente il potere, perché esso, in questa prospettiva hegeliana della storia, appare sempre come un legittimo punto di arrivo, un necessario gradino della scalinata del progresso.
In questo ordine di idee ogni salutare ripensamento, ogni sguardo rivolto al passato per stabilire confronti, suggerire soluzioni, denunciare errori o addirittura artificiose deviazioni e sopraffazioni, è irremissibilmente bollato come "anacronistico". Il motto fatale "indietro non si torna" nel contesto della dottrina del progresso indefinito e della infallibilità e ineluttabilità della storia, narcotizza lo spirito critico e fa sì che coloro che sono bensì malcontenti dello stato attuale delle cose, ma hanno assorbito dalla scuola e dai mass media questa filosofia, anziché volgersi indietro per individuare il punto in cui eventualmente la strada è stata smarrita, spingano ancor più oltre le tendenze presenti, interpretandole come altrettante frecce indicatrici del cammino infallibile del progresso della storia umana divinizzata.
Se quanto si è sin qui detto è esatto, e non pare facile metterlo in dubbio, se ne deve necessariamente desumere che chi orwellianamente manipola la storia, occultandone o deformandone eventi e creando miti, non crede affatto che essa sia sacra e infallibile, perché se vi credesse si guarderebbe bene dall'alterarla e dal violarla arrangiandola. Si deve dunque concludere - anche questa illazione si impone come inconfutabile - che costoro considerano l'umanità come divisa in due categorie: la loro, e cioè quella ristretta ed elitaria dei manipolatori e piloti, e quella sterminata e massificata dei manipolati, vittime del loro gioco illusionistico.
E invero sotto gli occhi di tutti il dato di fatto che lo stato centralizzato figlio della Rivoluzione Francese, sbandierando a ogni momento una libertà che invece combatte in radice aggredendola nelle intelligenze, impone propri standardizzati e rimaneggiati programmi scolastici in ogni disciplina, ma in particolare appunto in storia e in filosofìa, unificate all'insegna della citata dottrina hegeliana e romantica ma anche spenceriana e comtiana, e quindi positivistica, del progresso infallibile, correlata a sua volta e supportata, sul piano naturalistico, dall'evoluzionismo darwiniano.
Trattasi, a ben vedere, di una adattata riesumazione dell'antica credenza pagana nel fato, nel destino irrevocabilmente scritto nelle stelle; una dottrina che è oggi penetrata persino nella teologia cattolica del Concilio Ecumenico Vaticano II attraverso l'evoluzionismo biologico e sociale del gesuita Teilhard de Chardin, maitre à penser, grazie anche al suo discepolo e confratello de Lubac.
Abbiamo già illustrato l'effetto psicologico e politico di questa assolutizzazione e divinizzazione della storia e del suo divenire, in definitiva di questa religione dell'uomo, protagonista della storia, una religione che, eliminando ogni parametro trascendente e immutabile di giudizio e di valore, altra scelta non lascia, a chi ne viene irretito, se non tra la fuga veloce in avanti sulla strada già segnata e il rallentamento della marcia, sempre però nella stessa prestabilita direzione, dando così luogo alla nota dialettica tra "progressisti" e "conservatori".
Ora è evidente che non vi è schiavitù più sicura di quella di chi si ritiene libero scambiando per libertà la lunghezza della propria catena. Nella comune accettazione di questa Weltanschauung fondamentale è dato cogliere la profonda unità che, al di là di superficiali, anche se violente, contrapposizioni, lega le diverse ideologie e utopie richiamate all'inizio di questa prefazione.
Una volta ammessa l'esistenza delle due citate categorie di uomini, quella dei manipolatori che non credono affatto alla autonomia e ineluttabilità della storia e che dominano i programmi scolastici e mass mediatici per dirigerne la marcia, e quella dei manipolati, che invece fermamente vi credono, non si può non capir che il buon successo dell'opera dei primi è rigorosamente subordinato alla condizione che i secondi la ignorino, e postula pertanto un retroscena della cultura, della politica e anche della storia del nostro tempo in cui registi o, se si preferisce, burattinai invisibili al pubblico, dirigono le condotte dei personaggi che, consapevoli o inconsapevoli di quella regia, si muovono sul palcoscenico illuminato dalle luci della ribalta, a partire da coloro che vi appaiono come capi fino all'ultima delle comparse.
Il segreto, dunque, è la condizione prima e fondamentale del dominio dei manipolatori.
La seconda condizione, anch'essa indispensabile, è la piena disponibilità del potere finanziario e di quello politico che ne dipende, e, attraverso di essi, dei programmi scolastici e mass mediatici.
Ma il controllo, ovviamente più coperto e ignorato possibile, di tali programmi, non basta agli iniziati ai segreti nascosti alla massa profana.
Ci possono infatti essere dei deprecabili guastafeste che invece di accontentarsi del boccone già premasticato che viene loro amorevolmente ammannite, vanno a frugare tra vecchie carte dimenticate, giungono in possesso di documenti magari non segreti, ma riservati ai circoli degli eletti, e valorizzano notizie pubblicate bensì, ma relegate in qualche pagina interna dei giornali.
Un esempio italiano dell'opera di questi guastafeste è stata la riesumazione di fatti e documenti accuratamente "silenziati" per oltre un secolo relativi al cosiddetto "Risorgimento", un mito fondante di tutti indistintamente i regimi italiani posteriori all'unificazione della penisola. Quei ficcanaso, documentando rigorosamente le loro affermazioni, ridimensionarono quella che sembrava un'epopea degna dei poemi omerici, riducendola a una sordida storia di corruzioni, intrighi, delitti, sfacciate usurpazioni e inique repressioni, sanguinose e sanguinarie.
Non essendo bastati a soffocare del tutto lo scandalo inaudito né il silenzio delle grandi case editrici, né quello dei canali radiofonici e televisivi, ih dolorosa mancanza di dati storici utili a smentire quegli sciagurati, si levò contro di essi un grido virtuoso di esecrazione. Li si bollò come profanatori dei sacri ricordi della Patria, redenta dai secoli bui dell'oscurantismo cattolico liberticida, e come denigratori blasfemi della memoria di purissimi eroi come Mazzini e Garibaldi, da essi invece sovversivamente presentati come squallidi agenti della frammassoneria britannica.
Quella indignata reazione non toglie il fatto che da allora il mito del Risorgimento si sia notevolmente appannato e che oggi appaia molto più difficile e imbarazzante che per il passato cantarne le epiche glorie.
A causa di questo e di altri casi analoghi, anche più attuali e scottanti, si è sentita la necessità di erigere ulteriori barriere, oltre a quella del silenzio mass mediatico, per arginare e screditare l'opera demolitrice dei ficcanaso che, è bene ripeterlo, intacca in radice la fede nella dottrina del progresso e della ineluttabilità e infallibilità della storia divinizzata.
Il colpo di genio è stato quello di escogitare due parole esorcizzatrici che, pubblicizzate con opportuno battage, hanno lo scopo, che il più delle volte raggiungono, di neutralizzare in partenza le sgradite incursioni dietro il sipario dei sullodati ficcanaso e guastafeste e risparmiano ai custodi della "verità" ufficiale il penoso compito di contraddire le loro, spesso documentatissime, affermazioni e dimostrazioni. Queste due parole esorcizzatrici sono "complottismo" e "dietrologismo". Esse hanno, oltretutto, la virtù di fare di ogni erba un fascio, perché confondono in un unico calderone l'opera di ricercatori attenti e arcidocumentati e le elucubrazioni fantasiose di visionari e paranoici, magari opportunamente sguinzagliati per intorbidare le acque e screditare l'intera categoria artificiosamente creata da quelle due magiche parolette.
Per verificare però l'inconsistenza di quei due vocaboli, è sufficiente soffermarsi a considerare - in conformità a un ricetta cui nel mondo moderno è utile fare frequente ricorso per non lasciarsi manipolare dai professionisti della pubblicità e della propaganda - quale sia il campo che risulta legittimato e nobilitato dalla condanna dei "complottisti e dei "dietrologi". In altre parole: posto che i"complottasti" e i "dietrologi" (che riteniamo più proprio definire - se seri - i "ficcanaso" e i "guastafeste") sono i cattivi, chi mai saranno i buoni? La risposta a questa domanda è logica e inevitabile: i buoni sono i cittadini serenamente fiduciosi nella storiografia e nella cronaca del regime, disciplinatamente incolonnati nei partiti e nei sindacati in cui esso si articola; coloro che, candidamente, non vengono neppure sfiorati dal sospetto che le notizie e scene dei telegiornali e dei giornali possano essere manipolate, o che, se nutrono qualche sospetto, lo nutrono solo nel preordinato alveo che la parte politica cui aderiscono addita loro con infallibile autorità. Fra questi buoni i migliori sono coloro che, comprando ogni mattina il giornale loro gradito (in Italia il più consigliabile per essi è certamente la Repubblica di Carlo de Benedetti, preferito infatti da chi ha pretese culturali e ama farne sfoggio) ne assimilano i messaggi del giorno, eventualmente in contraddizione con quelli del numero precedente, e li fanno propri difendendoli, all'occorrenza, con calorosa convinzione. In un mondo in cui le tecniche pubblicitarie quasi sempre seduttive e deformanti, se non addirittura mendaci, dominano persino il commercio dei dentifrici, in cui "fiction" cinematografiche, fotomontaggi, realtà virtuale e persino messaggi subliminali sono presenti ad ogni angolo, questi "buoni" del sistema, di un sistema al quale, magari, si illudono persino di opporsi, non sono neppure sfiorati dal dubbio di poter essere presi per il naso e condotti al guinzaglio.
Alla luce di queste considerazioni si scopre che il campo dei "buoni" e dei saggi prudentemente e astutamente lasciato nell'ombra dai custodi della storiografia e della cronaca ufficiali, il campo cioè dei non "complottisti" e dei non "dietrologi", si identifica con quello degli ingenui e dei sempliciotti, per non dire, meno eufemisticamente, dei burattini e degli zombie del sistema.
Evidentemente non è per costoro che questo libro è stato scritto.
Già il suo solo titolo impedisce a questi vaccinati contro ogni forma di complottismo, o dietrologismo che dir si voglia, di prenderlo in considerazione. Esso è scritto invece per coloro che di fronte alle turbinose, caotiche e sconcertanti vicende dei nostrigiorni provano un senso di inquietudine e non si sentono appagati dalle spiegazioni ufficiali e tranquillizzanti sulla loro ineluttabilità e sostanziale positività, quasi che i destini dell'uomo fossero retti da una legge bensì benefica, ma altrettanto inesorabile e predeterminata di quella che regola la caduta dei gravi. I rivolgimenti epocali tumultuosamente accavallatisi a velocità crescente in questi ultimi quarantanni, la sovversione della bimillenaria scala dei valori che aveva ispirato e costruito la nostra civiltà, l'improvvisa autoliquidazione dello sterminato e minaccioso impero bolscevico e l'immediatamente successivo fenomeno della globalizzazione con la progressiva abrogazione su scala mondiale delle leggi in materia doganale e di quelle che limitavano i trasferimenti internazionali di capitali, le bibliche migrazioni di decine di milioni di persone, agevolate, anche in Italia, da opportune, miratissime modifiche legislative in materia di pubblica sicurezza, dovrebbero aver pur destato qualche sospetto...
Ebbene, chi si prenderà la briga di leggere questo libro troverà quei sospetti confermati e dimostrati, vedrà venire alla luce organizzazioni riservate e potentissime di cui ignorava l'esistenza o aveva letto solo qualche criptica notizia sulle pagine interne dei giornali; si familiarizzerà con denominazioni come "Council on Foreign Relations", "Cìrcoli Bìlderberg", "Commissione Trilaterale", "Pilgrims' Society' e tante altre, apprenderà l'essenziale sul famoso segreto massonico che costituisce la chiave di volta, o meglio, la radice dell'intero sistema occulto.
In esso coglierà anche l'importantissimo, essenziale collegamento - spesso trascurato da autori anche acuti - fra l'aspetto politico e quello religioso del piano e delle manovre degli "Alti Iniziati".
Soprattutto gli apparirà chiaro e logicamente collegato in unicità di disegno quanto fino ad ora gli era sembrato incomprensibile e contraddittorio, e vedrà secoli di storia sotto un'angolatura ben diversa da quella inculcatagli dai testi scolastici. Avrà modo, infine, di verificare come questo libro, la cui prima edizione risale al 1991 e il cui ultimo aggiornamento si ferma al 2002, non abbia perso nulla della sua attualità, indicando con sicurezza una rotta da cui la storia più recente non ha piegato e fornendo una cornice in cui legrandi tendenze e i grandi eventi di questi ultimi anni si inquadrano con continuità.
Anche coloro che non sono nuovi a questi temi e hanno letto opere di profondi studiosi come il Cretineau-Joly, il de Poncins, il Virion, il d'Assac, il Faillant de Villemarest e altri, troveranno in questo libro non solo la sintesi più completa, e quindi più illuminante, che sin qui sia stata fatta, ma anche aspetti di grande rilievo non affrontati da altri autori. Della sua qualità è garanzia la prefazione prestigiosa di Henry Coston, pubblicata per la prima volta nell'edizione francese dell'opera.
Vi è un ultimo motivo per raccomandare la lettura di questo libro: con la sua decisione-quadro sul mandato d'arresto europeo e le nuove inedite figure di "reati" ivi introdotte, l'Europa Unita appare decisamente orientata a sopprimere ogni voce di dissenso; non più parole esorcizzatrici, dunque, ma minaccioso tintinnio di manette.
E pertanto il caso di chiedersi fino a quando sarà possibile scrivere e documentarsi su questi spinosi argomenti, politicamente scorretti e sgraditissimi agli eurocrati e in genere agli "architetti" del Nuovo Ordine Mondiale.


IRENAEUS


Tratto dalla prefazione di "Massoneria e sette segrete"


8 commenti:

  1. Non accadra' nulla perche' la macchina che legge i pensieri ( passati e presenti) e' stata inventata ed e' posseduta da tutti. Per cui nessuno puo' piu' muoversi senza che tutti gli altri lo sappiano. Gli accadimenti odierni sono solo il colpo di coda del dragone prima del collasso definitivo.

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    1. I Troll si nascondono sempre dietro l'anonimato. Vero Anonimo?

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  2. Anonimo x

    Io lo ho letto ..e riletto....ottimo libro...serio e documentato scrupolosamente.

    Chi legge questo libro...ha una visione completa di un certo "potere oscuro"....io ne ho letti tanti di libri su questo tema...ma danno visioni parziali e frammentato..l'autore di questo libro ..ha fatto un ottimo lavoro.

    Consiglio a tutti di leggerlo...(costa un po perché è voluminoso...ma ne vale la pena )

    Ciao
    Paolo

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  3. negare l'influenza quotidiana del pensiero massonico è da veri complottisti...
    ciao Elia (:
    lelamedispadaccinonero.blogspot.it

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  4. Per chi fosse disoccupato e senza soldi:

    http://www.pdf-archive.com/2014/09/05/massoneria-e-sette-segrete-epiphanius/massoneria-e-sette-segrete-epiphanius.pdf

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  5. Se Elia lo riterrà opportuno,io segnalerei anche questo(è gratis).
    http://likarcontrostorie.myblog.it/2010/06/18/mauro-likar-presenta-l-ebreo-internazionale-di-henry-ford/

    Jimi

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    1. ok l'analisi di ford è abbastanza veritiera e con i piedi per terra ma...
      non era ford stesso sia giudeo che massone?
      c'è qualcosa che non mi torna
      lelamedispadaccinonero.blogspot.it

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