"SCOPO IMMEDIATO DELL'AZIONE DEV'ESSERE LA RIFORMA DEGLI ANIMI. SECONDO LA MENTALITA' ATTUALE , NON C'E' E NON PUO' ESSERCI NE' VERITA' NE' ERRORE. NELLE MENTI A TAL PUNTO INFETTE, BISOGNERA' INTRODURRE NOZIONI FONDAMENTALI COME L'ESISTENZA REALE DELLA VERITA', I SUOI DIRITTI E L'INGIUSTIZIA DELL'ERRORE"
venerdì 31 maggio 2013
IL DIZIONARIO DEI BANCHIERI
CAPITALISMO = sistema economico dei banchieri, che dà tutto il potere al
capitale, ovvero alla moneta. Essendo la moneta creata dal nulla dai banchieri,
questi si danno tutto il potere. Nel capitalismo, tutte le decisioni vengono
prese in base a quanta moneta fanno guadagnare, senza pensare all'ambiente, la
salute, le tradizioni, le relazioni umane.
COMPLOTTISTA = qualsiasi persona non creda ai racconti dei banchieri e capisca
cosa fanno davvero.
COMUNISMO = forma di governo gradita ai banchieri; consiste nel sequestro di
tutti i beni privati, che vengono poi gestiti dagli uffici governativi in mano
ai banchieri. Questi decidono come e quanto far produrre alla massa di schiavi,
tenuti in miseria.
DEBITO PUBBLICO = il debito degli stati che, invece di emettere direttamente la
moneta, sono costretti dalle leggi volute dai banchieri a prenderla in prestito
dalle banche, a interesse. E' lo strumento principe con cui i banchieri
ricattano gli stati e, di conseguenza, gli schiavi che pagano le tasse.
DEMOCRAZIA = forma di governo gradita ai banchieri, che assicura il caos
costante e mette al governo i corrotti. Gli schiavi vengono manipolati al voto
dai media dei banchieri, e i politici di tutti gli schieramenti vengono da
questi comprati e ricattati. Qualora un politico non ubbidisca ai banchieri,
viene coperto di fango e tolto di mezzo, convincendo gli schiavi che era
cattivo.
DISCRIMINAZIONE = qualsiasi distinzione di buon senso fatta in base alle
capacità, al sesso, all'etnia, all'età, che serva al bene comune e a mantenere
salda la società. Per questo non si parla di discriminazione quando vengono
messi da parte i capaci, gli indigeni di una nazione (soprattutto i bianchi), e
i maschi. Eliminare le discriminazioni è importante per i banchieri, per
impedire che gli schiavi si difendano contro gli intrusi e si facciano guidare
dai loro consanguinei più esperti e capaci.
DITTATORE = qualsiasi leader metta in discussione le condizioni imposte dai
banchieri, e si azzardi a difendere la sovranità di una nazione. Esempi recenti
di dittatori: Putin, Gheddafi, Assad.
ESTREMISTA = qualsiasi movimento politico che voglia toccare gli interessi dei
banchieri.
FLESSIBILITA' = disponibilità del lavoratore a orari imprevedibili, stipendio
da fame, trasferimento ovunque, e licenziamento a sorpresa senza motivo.
INIBITO (o REPRESSO) = qualsiasi persona non sia ossessionata dal sesso sempre
e ovunque, ma lo sappia controllare con buon senso e decoro. Anche, qualsiasi
persona che non si lasci andare ai comportamenti più strampalati, ma badi al
buon senso e alle regole tradizionali. Gli inibiti/repressi sono nemici dei
banchieri perché promuovono la decenza invece che la degradazione sociale.
LAICITA' = il sistema per cui le chiese di tutte le fedi, in particolare quella
cattolica, non devono aprire bocca per difendere il bene comune, e devono
lasciare i banchieri liberi di sfasciare le società.
LIBERISMO = libertà dei banchieri di muovere i capitali dove vogliono,
sfruttare quanto vogliono, e decidere quello che vogliono senza alcun controllo
da parte dei governi e della legge.
LIBERTA' DI INFORMAZIONE = libertà dei banchieri di far circolare notizie false
e promuovere stili di vita dannosi per gli schiavi. Non vale assolutamente per
ogni informazione o idea controproducente per i banchieri, che viene
prontamente attaccata e, ove possibile, censurata.
MASCHILISTA = qualsiasi persona, uomo o donna, si rifiuti di negare le evidenti
differenze tra le attitudini dei due sessi. Qualsiasi persona pensi che la
divisione dei ruoli in tutte le società prima del '900 non dipendesse solo
dall'oppressione dei maschi. I maschilisti sono nemici dei banchieri perché
vogliono tenere i sessi uniti e complementari, invece che agguerriti e in
competizione tra loro.
MODERATO = qualsiasi movimento politico favorisca gli interessi dei banchieri,
generalmente tramite il >liberismo più spinto.
MONARCHIA TRADIZIONALE = forma di governo che i banchieri odiavano e infatti
distrussero, perché impediva loro di prendere il potere. E' stata sostituita
con la >democrazia, nelle repubbliche e nelle monarchie moderne, dove i
presidenti o i re sono marionette di facciata senza alcun potere.
OMOFOBO = qualsiasi persona si azzardi a dire che l'omosessualità è l'eccezione
e non la regola, che va accettata ma non incoraggiata, e che lo scopo della
famiglia è fare figli. Gli omofobi sono nemici dei banchieri perché vogliono
tenere le famiglie salde e fertili, invece che indebolire la società e far
calare le nascite.
PARI OPPORTUNITA' = le norme che assegnano le cariche non in base alla
competenza degli aspiranti, ma in base al loro sesso e alla loro etnia. Sono
utili ai banchieri per diminuire il numero delle persone competenti in carica,
che potrebbero capire troppo.
POPULISTA (o DEMAGOGICO) = qualsiasi proposta concreta per avvantaggiare gli
schiavi e ridimensionare i banchieri.
PROGRESSISTA = che fa progredire il piano dei banchieri per il dominio del
mondo, e quindi incoraggia il >comunismo e il >liberismo, la >laicità,
la competizione tra i sessi, il degrado sociale, ecc.
REGIME = qualsiasi governo ostacoli in qualche misura i piani dei banchieri,
generalmente guidato da un >dittatore. Alcuni regimi vengono accusati di
>terrorismo, così i banchieri hanno la scusa per attaccarli e farli
sostituire con governi a loro più sottomessi.
RAZZISTA = qualsiasi persona (soprattutto bianca) non accetti di vedere i suoi
consanguinei prevaricati o uccisi da altre etnie, o il loro patrimonio genetico
diluito e disperso tramite l'incrocio con altre etnie. Inoltre, qualsiasi
persona si azzardi a proteggere il patrimonio culturale dei suoi consanguinei
invece che adottare quello di altre etnie. I razzisti sono nemici dei banchieri
perché vogliono tenere i loro consanguinei uniti e ricchi di valori, invece che
dividerli e renderli stupidi.
SEXY = aggettivo che ha sostituito "bella" e "carina", che
non promuovevano abbastanza l'ossessione sessuale e l'oggettivizzazione della
donna. I banchieri devono convincere che l'unica funzione della bellezza sia di
essere attraente, perché il sesso deve essere l'unico pensiero degli schiavi.
La donna non deve essere bella e ispirare dolcezza, ma sexy e provocante, con
il seno e le labbra XXL.
TERRORISMO = atti violenti contro gli schiavi, organizzati in gran parte dai
servizi segreti al soldo dei banchieri, ma di cui vengono incolpati altri, che
servono ai banchieri per tenere gli schiavi spaventati e sottomessi, aumentare
la sorveglianza, far approvare leggi repressive e fomentare guerre.
TOLLERANZA = il comportamento imposto agli schiavi, che devono accettare tutto
ciò che a loro non piace ma piace ai banchieri: l'immigrazione, le leggi
ingiuste, il degrado sociale.
Mandragola
giovedì 30 maggio 2013
NON FATEVI CADERE LE BRACCIA!
Sappiate che ci sono forze che già contrastano questi
criminali; in Russia stanno lavorando per creare una forza che si oppone al
mondialismo e al liberismo, e nei paesi " caldi" c'è un piano contro
le rivoluzioni colorate finanziate dal Soros.
Al momento favorevole le cose si ribalteranno, così gli
strateghi russi affermano.
Anche loro hanno capito che devono lavorare con
"contrologge" per creare una nuova classe dirigente in grado di
sconfiggere il nemico di sempre.
Siamo ancora in piedi e non ci hanno sconfitti e la nostra forza sta nel
"non mollare mai" .
G.Q.
MA ALLORA IL DR. HAMER AVEVA RAGIONE?
Dal Forum “Sportello Cancro” del Corriere della
Sera – risponde il prof. U. Veronesi
****************************
Gabriele Marranci Venerdì, 23 Aprile 2010
Si è mai pensato?
Caro Professore, si è mai pensato alla chemioterapia, se mai un po’ più blanda, come metodo di
prevenzione in persone sane nella soglia di anni in cui statisticamente il
tumore colpisce in maniera più forte? Mi scusi se la domanda è un po’
“futurista”.
U. Veronesi Venerdì, 23 Aprile 2010
Caro Gabriele, no, perché i nostri sforzi stanno andando nella direzione
opposta: vale a dire ridurre la chemioterapia fino ad eliminarla. Il principio
della chemioterapia è la distruzione delle cellule, da cui gli effetti
collaterali tanto temuti. Dunque sicuramente il suo utilizzo va limitato e non
ampliato. Abbiamo altri metodi di prevenzione (stop al fumo, alimentazione
corretta, controllo del peso) e se tutta la popolazione li applicasse
sistematicamente prima di arrivare alla soglia dell’età a rischio, l’incidenza
dei tumori crollerebbe drasticamente.”
La stampa internazionale del 6 agosto 2012 ha riportato la notizia che la
rivista “Nature”, considerata la rivista scientifica a livello mondiale più
prestigiosa, ha pubblicato che, in alcuni casi, la chemioterapia può
addirittura favorire la crescita di cellule cancerogene. I ricercatori, in
attesa di un nuovo farmaco che limiti gli effetti riscontrati, consigliano i
medici di diminuire le dosi di queste cure.
Per avere espresso le stesse idee circa la chemio già decenni fa molti medici e
terapeuti, in primis il dr. Ryke Geerd Hamer, sono stati penalmente perseguiti.
(Da un commento di Paola)
MARRA: LA ROMA CHE HA VOTATO PER IL PD, CIOE' PER IL BILDERBERG, LE BANCHE, LA MASSONERIA E LA MAGISTRATURA SATANICA, E LE TASSE
Più mettiamo a nudo i crimini delle
banche, del bilderberg e della massoneria deviata, il cui tessuto connettivo di
fondo è ora risultato essere addirittura nelle pratiche satanico\pedofile, più
la gente li sostiene e li vota.
Come mai? Semplice: perché la vera divisione della società non è tra
destra o sinistra, ma tra impiegati, pubblici e privati, e disoccupati – ai
quali si è fatto credere che possono vivere solo con le tasse dei ‘ricchi’ (che
peraltro sono in via di estinzione) – e titolari di partita IVA, che le tasse
non le vogliono pagare; e siccome gli impiegati sono di più, vince la sinistra.
Una situazione in cui i titolari di partita IVA, nonostante non
vogliano pagare le tasse, evitano anche loro di attaccare le banche, perché
sono comunque sotto il loro ricatto economico. Senza contare che un bel po’
massoni, bilderberghini e filo bancari lo sono poi pure loro.
Come finirà? Finirà che il regime bancario\pdiessino\massonico\bilderberghino,
non risolverà nulla; il regime bancario\pdiellino\massonico\bilderberghino
neanche, e tutti questi regimi cadranno in breve sulla testa dura della società
e gliela romperanno.
A quel punto, che credo sia imminente, la società inizierà a capire, si
renderà che non ha bisogno delle tasse, perché esse sono anzi illecite e sono
la sua rovina, e andrà a prendere gli ‘onesti’ dirigenti del PD, ma anche degli
altri partiti e del PDL – in realtà delle cosche di sciagurati consci dei crimini
bancari\bilderberghini, ma proni alle logiche di questi delinquenti – e farà
fare a tutti la fine di Bettino.
Naturalmente qualcuno potrebbe osservare che la vittoria del PD dipende
dai voti di Grillo che sono andati a Marino, ma non è così, perché sarebbero
potuti andare verso i candidati anti-sistema, e non è accaduto.
27.5.13
Alfonso Luigi Marra
*******
Caro Alfonso, non so se hai
presente lo studio del 2008 (ma confermato sostanzialmente a febbraio 2013),
compiuto dal prof. Tullio de Mauro, illustre linguista, il quale rilevava che
nel nostro paese vi è:
- il 5% della popolazione italiana tra i 14 ed i 65 anni ANALFABETA (non in grado di distinguere tra lettere e cifre);
- il 38% che sa leggere ma ha DIFFICOLTA' EVIDENTI DI LETTURA;
- il 33% che sa leggere fluentemente ma ha DIFFICOLTA' DI COMPRENSIONE del testo
quindi consideriamo che intorno a noi vi sono circa
il 78% (cioè oltre 3 persone su 4) che NON SA NIENTE e QUELLO CHE SA E' FALSO
ed anche se ti sgoli a portargli cifre, numeri, citazioni si comportano come
degli IDIOTI, IGNORANTI, INOSSIDABILMENTE INFLUENZATI dall'IDEOLOGIA (quella
"brutta bestia che ragiona al posto tuo", come magnificamente disse
Jean-François REVEL) poi ho notato che sono tutte parole che iniziano con la
"i".
Con tali individui puoi sperare di comunicare solo con DISEGNI e/o FOTO-FILMATI:
io, infatti, quando scrivo un articolo del blog cerco di arricchirlo con
disegni, foto, etc, in modo che rimanga almeno un ricordo visivo, grafico.
Come vuoi che PECORE TRISTI di questo genere capiscano un messaggio così
complesso come il signoraggio e le complicità internazionali della classe
"digerente" (errore non casuale), oppure esempi virtuosi come il
rifiuto da parte dei grillini dei rimborsi elettorali o dell'avanzo di diaria,
etc?
Io lavoro in un'azienda diciamo "avanzata" dove la percentuale di
diplomati e laureati è molto alta ma ti vorrei far vedere lo sguardo vuoto
quando attacco qualche argomento inusuale (cioè non trattato da
"mamma" RAI, da "zia" Mediaset, da "La Repubblichetta
delle banane", da "Il Fessaggero", da "Il Corriere della
Serva", da "SoloBugie24OreAlGiorno", etc.).
Tutt'altra storia se gli parli di cibo/vino, calcio/sport, auto/moto,
sesso/pettegolezzi, soldi/cellulari (in ordine decrescente di padronanza del
dominio e di capacità dialettica): e come gli si accendono gli occhi e gli si
drizzano le orecchie!
Così stando le cose, di quel 50% circa che è andato a votare certo non vi
saranno 3 su 4 che non capiscono niente ma abbastanza da non confermare il
bisogno di cambiamento, la volontà di protesta, l'esigenza di riconquistare la
sovranità che era stato chiaramente espresso a febbraio 2013: siamo ancora,
l'ennesima volta, a "Franza o Spagna, purchè se magna"...
Un abbraccio
AlexFocus
mercoledì 29 maggio 2013
martedì 28 maggio 2013
LEGGETE BENE COSA SI INVENTANO! I "COMPLOTTISTI" (COSI CI DEFINISCONO) TENDONO AD ESSERE I PIU' CINICI, AFFERMA QUALCHE "STUDIOSO"
Vengono definiti "complottisti" coloro che
cercano la verità e non accolgono come scimmie ammaestrate le
"verità" confezionate da un sistema che ritiene di avere il monopolio
sul pensiero umano nonché il potere divino di sottomettere, schiacciare,
annullare, chiunque la pensi diversamente.
GODETEVI L'ARTICOLO. E' DEL 26 MAGGIO 2013. ROBA FRESCA.
Vengono definiti "complottisti" coloro che
cercano la verità e non accolgono come scimmie ammaestrate le
"verità" confezionate da un sistema che ritiene di avere il monopolio
sul pensiero umano nonché il potere divino di sottomettere, schiacciare,
annullare, chiunque la pensi diversamente.
GODETEVI L'ARTICOLO. E' DEL 26 MAGGIO 2013. ROBA FRESCA.
Elia Menta
___________________________Nella testa dei complottisti
Il New York Times racconta a che punto sono gli studi su cause ed effetti psicologici delle teorie del complotto: c'entra il cinismo e non fanno molto bene
Complottista è una parola che esiste da pochi anni,
nella lingua italiana. Si trova in qualche articolo di giornale nel
corso degli anni Novanta, ma è entrata nei dizionari solo a partire
dagli anni Duemila. Il dizionario Treccani ne dà questa definizione:
Chi o che ritiene che dietro molti accadimenti si nascondano cospirazioni, trame e complotti occulti.
Il complottismo, però, è tutt’altro che un’esclusiva italiana. Il New York Times ha pubblicato un articolo di Maggie Koerth-Baker, caporedattrice scientifica del sito BoingBoing, che illustra qualche risultato scientifico sulla psicologia di chi è incline a credere nelle teorie del complotto.
Negli Stati Uniti, infatti, il complottismo è particolarmente diffuso
ed è anche studiato da più tempo: uno dei grandi classici
sull’argomento è un saggio di Richard Hofstadter del 1965, The Paranoid Style in American Politics (qui l’originale in PDF). Negli ultimi anni è diventato di attualità anche da noi, se si pensa alla quindicina di interrogazioni recenti al Parlamento italiano sulle scie chimiche o alle teorie del complotto sull’11 settembre.
Nel resto del mondo, pare, non va molto meglio: in un sondaggio
effettuato nel 2004 in sette paesi a maggioranza musulmana, circa l’80
per cento degli intervistati ha detto di credere che l’attentato alle
Torri Gemelle è stato portato avanti dagli Stati Uniti o dal Mossad
israeliano (che viene tirato in ballo in un sacco di teorie cospirazionistiche).
Koerth-Baker parte dall’osservazione che, dopo l’attentato alla maratona di Boston
del 15 aprile scorso, sono circolate le teorie più diverse sulle
motivazioni dei suoi autori, i fratelli Tsarnaev: secondo alcuni erano
capri espiatori per alcuni sauditi che avevano conoscenze molto in alto;
secondo altri gli Tsarnaev erano parte di un’organizzazione più ampia;
per altri ancora i due fratelli erano innocenti e l’attentato era stato
organizzato dallo stesso governo americano.
Secondo gli studi psicologici, dice Koerth-Baker, chi si è convinto
che una delle teorie del complotto è vera tende a trovare plausibili
anche tutte le altre che spiegano lo stesso evento, nonostante molte di
queste siano tra di loro in contraddizione. «Una teoria del complotto
non è tanto la risposta a un singolo evento, quanto l’espressione di una
visione del mondo complessiva.» Come è stata definito in un’altra ricerca ,
il complottismo è un “sistema monologico di credenze”, cioè una specie
di griglia di regole in cui si possono facilmente inserire anche gli
avvenimenti nuovi, sui quali si hanno poche informazioni.
Questo permette ai complottisti di assimilare facilmente dei nuovi
fenomeni ed incasellarli nella propria rete di credenze. Chi è dotato di
un rigoroso sistema di questo tipo, non deve fare sforzi per studiare
la storia o la cultura di un paese sconvolto da un attentato o da una
guerra civile. Ha già una spiegazione pronta: è stata la CIA (o il
Mossad o il KGB, qualche anno fa).
Un simile sistema è altrettanto utile a evitare che le credenze
profonde di una persona possano venire danneggiate da fatti che
minacciano di metterle in dubbio, e questo è un altro dei meccanismi
psicologici fondamentali che entrano in gioco. Negli Stati Uniti, un
fanatico delle armi potrebbe credere che la sparatoria in una scuola è
stata messa in scena da nemici del secondo emendamento della
Costituzione americana (quello che permette ai privati, nella sua attuale interpretazione, la detenzione di armi), per tutelare la sua convinzione che le armi sono sempre e comunque un bene per la società.
Il cinismo del complottista
Le ricerche hanno mostrato anche qualche tratto caratteriale che si
associa più di frequente con le tendenze complottiste. Una ricerca del
2010 (qui
in PDF) ha concluso che i complottisti tendono ad essere più cinici nei
confronti del mondo e della classe politica. Le teorie del complotto si
diffondono più spesso in persone che hanno una bassa stima di sé e la
sensazione di non essere in grado di intervenire per cambiare il mondo
che li circonda.
È possibile che, in alcune persone, questi stati d’animo siano legati
a forme di psicopatologia: lo studio di Hofstader del 1965 ha ancora
molto credito nello spiegare perché il fenomeno del complottismo possa
sorgere più facilmente in certe persone piuttosto che in altre. Ma la
malattia mentale, da sola, non basta a giustificare l’estrema diffusione
di alcune teorie del complotto (come ad esempio quella sull’11
settembre nel mondo arabo) e una delle cose più interessanti del
fenomeno è proprio che persone che reputiamo perfettamente normali, o
persino molto intelligenti, siano convinte con facilità dalle
interpretazioni complottiste della realtà.
Infine possono entrare in gioco alcuni elementi esterni. Teorie del
complotto possono essere suggerite e propagandate da politici, religiosi
o altre figure mediatiche per favorire una precisa agenda politica. La
mancanza di affidabili informazioni può contribuire a fare sì che queste
teorie si diffondano. Purtroppo vale anche l’effetto contrario: un
eccesso di informazioni può avere un effetto contrario a quello che
normalmente ci aspetteremmo.
Internet, infatti, ha permesso una circolazione dell’informazione
molto più rapida e diffusa, ma le ricerche mostrano anche che la rete,
invece di frenare le ipotesi più bizzarre, sembra essere un grande
strumento per renderle più convincenti. Di conseguenza, il complottismo
sembra più diffuso che mai: l’articolo del NYT cita una ricerca
recente secondo cui il 63 per cento degli americani che sono iscritti
alle liste elettorali – quelli dunque più interessati alla vita
democratica del paese – crede in almeno una teoria del complotto che ha a
che fare con la politica.
Il complottismo fa bene?
Una domanda a cui tutte le ricerche cercano di dare una risposta è se il
complottismo, detto brutalmente, faccia bene o faccia male. Si tratta
di una domanda che prescinde dal fatto che la particolare teoria del
complotto a cui crede la persona sia vera o falsa. I due punti a cui
cercano di rispondere gli scienziati sono se chi crede a una teoria del
complotto ne riceva un vantaggio o uno svantaggio per sé, e se il
complottismo porti un vantaggio o uno svantaggio per la società.
La risposta sembra essere no a entrambe le domande. Alcuni
esperimenti hanno dimostrato che alcune persone, a cui venivano mostrate
teorie della cospirazione sul riscaldamento globale e la principessa
Diana (ma non le informazioni che le smentivano) in un secondo momento
erano più inclini a non farsi coinvolgere nell’attività politica e meno
inclini a comportamenti responsabili dal punto di vista ambientale.
Altre ricerche mostrano che gli afroamericani che credono al
complotto della diffusione dell’AIDS come arma contro di loro sono meno
inclini a fare sesso protetto; i genitori che credono che governi e case
farmaceutiche tengano nascosti i dati che mostrano quanto siano dannosi
i vaccini tendono a non vaccinare i propri figli: il risultato di
queste scelte sono sacche di morbillo e di pertosse e, in certi paesi,
di poliomelite, oppure la diffusione epidemica in alcuni gruppi di
popolazione di gravi malattie sessualmente trasmissibili.
Attualmente gli psicologi non sono sicuri di poter affermare che
tutto questo meccanismo cominci con un sentimento di impotenza o che sia
il complottismo a causare il sentimento di impotenza. La conclusione a
cui è giunta la gran parte degli scienziati con le ricerche attualmente
disponibili è che, indipendentemente da che cosa causi cosa, il
complottismo è spesso una forma di cinismo estrema e a volte patologica.
FONTE: http://www.ilpost.it/2013/05/26/nella-testa-dei-complottisti/
MASSONERIA E SETTE SEGRETE - DA LEGGERE
Epiphanius
Scriveva Honoré de Balzac, egli stesso martinista, nel romanzo Le illusioni perdute: “Vi sono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, la storia ad usum delphini, e la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa”.
Questa “storia vergognosa”, spesso grondante di sangue, è l’oggetto di questo libro. Viene descritto in dettaglio, a partire da documenti sicuri, come da diversi secoli potenti cenacoli anticristiani (la massoneria, il B’nai B’rith, il Bilderberg Group,
Ispirata dalla potenza delle tenebre questa vera Controchiesa si è impadronita a poco a poco di ogni centro di potere religioso, politico, economico e culturale. I suoi caratteri sono quelli dell’Alta Loggia e dell’Alta Finanza: Alta Loggia in cui domina il mago attraverso l’esoterismo e la magia, che pianifica, dirige, impartisce correzioni di rotta, e l’Alta Finanza che, concentrando nelle sue mani, ogni giorno di più, tutte le ricchezze mondiali, le orienta al fine della dominazione mondiale perseguita dall’Alta Loggia.
Sulla scorta di decine e decine di opere e di rari documenti, viene denunciato il complotto mondiale, indicando infine i mezzi per lottare e non cedere allo scoraggiamento.
Un’opera di ampio respiro, indispensabile ad ogni sincero ricercatore della verità dei fatti.
Presentata da Henry Coston, forse il massimo esperto in materia di società segrete e mondialismo, quest’opera, giunta in Francia alla sua terza edizione, è stata considerata anche Oltralpe il libro più completo e documentato su questi temi, delicatissimi e accuratamente occultati daimass media al gran pubblico.
Questa quarta edizione italiana, di un’opera divenuta ormai un classico, ampliata e aggiornata nel testo, esce con un corredo di foto e immagini ulteriormente arricchito.
Lettera-prefazione di Henry Coston.
Esistono vertici sovversivi occulti?
nel tardo Medioevo.
I Rosacroce. L’assalto al trono:
gli Illuminati di Baviera.
Le rivoluzioni del 1848.
Il Risorgimento italiano.
Le società segrete europee.
Saint-Yves D’Alveydre. Il socialismo.
La via cristiana alla Sinarchia.
La rivoluzione del 1917.
La lunga strada del comunismo.
Crisi, guerra, rivoluzione:
la seconda guerra mondiale.
Le Nazioni Unite e il Governo mondiale.
Pornografia, droga ed ecologia.
Chiesa postconciliare e Nazioni Unite.
Il razzismo nella strategia degli alti iniziati.
Il Lucis Trust e la nuova Era dell’Acquario.
Struttura delle società segrete.
Le principali associazioni mondialiste.
Numero di pagine: 1.000, con illustrazioni
Editore: ControCorrente
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LIBRO CONSIGLIATISSIMO SE VOLETE COMPRENDERE CIO' CHE STA ACCADENDO MENTRE NOI CI OCCUPIAMO DI ALTRO.
SIAMO DEI SUPERFLUI DELLA STORIA.
Elia Menta
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A PROPOSITO DI "ARTE": IL MULLA OMAR AVEVA RAGIONE?
Ormai
è un bombardamento a senso unico. Guarda caso, il primo premio d’un
celebre concorso cinematografico è andato ad una pellicola che presenta,
con abbondanza di scene di sesso spinto, la storia di un “amore lesbo”. Gli addetti ai lavori e il pubblico degli appassionati plaudono soddisfatti: il Progresso è in marcia!
Detto questo, la faccio breve e vado dritto al problema, senza indugiare sui dettagli.
Al
punto in cui siamo arrivati, sarebbe salutare una bella “resettata” a
un po’ di cose, tipo cinema, musica, arti figurative eccetera: ne
gioveremmo più di quanto ne soffriremmo.
Voglio
essere davvero sintetico e quindi evito una carrellata di tutto ciò
che, definito come “arte”, meriterebbe una puntuale disamina per
decostruirne l’intrinseca perversione.
In
mezzo a questo mare di mostruosità, rare isole felici emergono. Si
tratta, ad esempio, di quei film con riferimenti “iniziatici” o di
quelle canzoni con messaggi “spirituali”, che però sono di scarsissima
diffusione. La massa viene lobotomizzata con pellicole sempre più
subdole ed inquietanti al cui confronto il John Wayne del Settimo
cavalleggeri è d'una ingenuità disarmante.
Altre
opere, di segno opposto, quelle con riferimenti “contro-iniziatici”
destano l’attenzione di un pubblico selezionato e che intende
“elevarsi”. Eppure anche in questo caso starei discretamente all’erta,
perché se da una parte esse destano la nostra comprensibile curiosità,
dall'altro ci espongono comunque a delle influenze nefaste e
distruttrici. E fatto un bilancio tra benefici e danni, alla fine sono
più i danni, visto che non siamo in grado di sapere come agiscono in
profondità.
A
proposito della musica, poi, consideratane l'onnipervasività (si pensi
ai supermercati, dove ha la funzione di eccitare e disinibire) e
l'assoluta dissolutezza dei contenuti, forse è giunto il tempo di una
drastica abolizione. Guardate tutti questi “X Factor” e simili quali
abissi di lascivia e insulsaggine sono in grado di rappresentare. Tutti
vogliono diventare “cantanti”, dai vecchi ai bambini, esibendosi
buffonescamente in varie trasmissioni da ‘gran galà dei pezzenti’. Tutto
in un certo senso ha subito un'accelerazione con l'introduzione del
“karaoke”, che ha instillato in tutti quanti l'idea di poter cantare,
ovviamente ragliando e scimmiottando presunti “modelli” canori e
(purtroppo) di vita.
Cosa
ci sarà mai da “cantare”, mi chiedo? Canzonette d'amore? E non parliamo
dei “cantanti impegnati”, che mediamente hanno qualche idea appena
sopra la media dei loro colleghi presentata come l’oracolo ad un
pubblico quanto mai disposto a pendere dalle labbra di qualcuno…
Ma
anche quando la canzone moderna vuole elevarsi oltre l'ordinaria
passionalità o “l’impegno”, il risultato è praticamente fallimentare e
foriero di equivoci, perché il riferimento non è quasi mai divino.
Per questo, l'unica musica, l'unica arte figurativa ecc. degne di esistere dovrebbero essere solo quelle sacre, che è cosa diversa da quelle di mero “d'argomento sacro”, come s'è visto col Rinascimento, che ha introdotto una certa passionalità ancora assente nelle opere d'un Duccio o d'un Simone Martini[1].
Il modello, per tutto ciò che è “arte”, dovrebbero perciò essere quei popoli frettolosamente catalogati come “primitivi”, più o meno estinti e/o assediati, tipo i “Pellerossa”, i nativi dell'Oceania e anche quelli dell'Africa, o della steppa centrasiatica.
Per questo, l'unica musica, l'unica arte figurativa ecc. degne di esistere dovrebbero essere solo quelle sacre, che è cosa diversa da quelle di mero “d'argomento sacro”, come s'è visto col Rinascimento, che ha introdotto una certa passionalità ancora assente nelle opere d'un Duccio o d'un Simone Martini[1].
Il modello, per tutto ciò che è “arte”, dovrebbero perciò essere quei popoli frettolosamente catalogati come “primitivi”, più o meno estinti e/o assediati, tipo i “Pellerossa”, i nativi dell'Oceania e anche quelli dell'Africa, o della steppa centrasiatica.
L'Islam,
con le note limitazioni (nelle arti figurative, nella musica, e anche
nell'architettura), ha posto senz'altro un argine provvidenziale, eppure
anche quelle, considerato che nei paesi a maggioranza islamica si
agitano “cantanti” e “artisti” col relativo pubblico pagante e adorante,
sembrano ormai non bastare più.
Dicono
che in Afghanistan, dopo la presa del potere da parte dei Talebani,
vennero abolite la musica e la televisione. Che il Mulla Omar avesse
ragione?
Enrico Galoppini
[1] Chi intendesse approfondire l’argomento “arte sacra” potrebbe leggere questi classici: F. Schuon, Caste e razze (seguito da Principi e criteri dell’arte universale), (trad. it.) Arché, Milano 1979; A.K. Coomaraswamy, La trasfigurazione della natura nell’arte, (trad. it.) Rusconi, Milano 1976; T. Burckhardt; L’arte sacra in Oriente e Occidente. L’estetica del sacro, (trad. it.) Rusconi 1976; T. Burckhardt, L’arte dell’Islam, (trad. it.) Abscondita, Milano 2002.
FONTE: http://europeanphoenix.it/
800 SCIENZIATI CONTRO GLI OGM
Tradotto dal sito della Natural Society:
"Avete sentito parlare degli 800 stimati scienziati che hanno richiesto lo
stop della produzione di organismi geneticamente modificati? Che hanno chiesto
alle potenze mondiali di ripensare il futuro dell'agricultura pensando alla
sostenibilità invece che ai profitti? Non meravigliatevi se non ne sapete
nulla, perché i media si tengono alla larga dalla notizia.
L'Institute of Science in Society è un'associazione no-profit di scienziati di
tutto il mondo, finalizzata a mettere fine a quello che chiamano "il
pericoloso esperimento OGM". Nella loro lettera aperta al mondo, che
trovate qui: http://www.i-sis.org.uk/list.php spiegano perché i governi devono fermare le coltivazioni geneticamente
modificate SUBITO, prima che ci siano effetti irreversibili sulla salute della
popolazione e del pianeta.
La lettera aperta a tutti i governi richiede "l'immediata sospensione del
rilascio ambientale delle coltivazioni e dei prodotti OGM, sia nel commercio
che negli esperimenti in campo aperto, per almeno 5 anni."
Vogliono anche che i brevetti sugli organismi, le linee cellulari, e gli esseri
viventi siano revocati e proibiti. Tali brevetti "minacciano la sicurezza
del cibo, usurpano la conoscenza locale e le risorse genetiche, violano la
dignità e i basilari diritti umani, compromettono la salute, impediscono la
ricerca medica e scientifica, e pregiudicano il benessere degli animali."
Nel 1999, la lettera aveva solo 300 firme. Ora 824, da 84 paesi diversi.
Mentre la Monsanto e la Food & Drug Administration ci dicono che non c'è
niente di cui preoccuparsi, un numero crescente di stimati scienziati sembra
non essere d'accordo. Ma qualcuno li sta ascoltando?
La lettera è stata presentata a numerosi governi e organizzazioni, tra la
Commissione ONU per lo Sviluppo Sostenibile, la Convenzione ONU per la
Diversità Biologica, l'Organizzazione Mondiale del Commercio, e il Congresso
degli USA. Sembra che nessuno senta."
Eh già, questo è il "progresso" promosso dall'ONU, e questa è la
"democratica" America.
Sabato 25 aprile scorso si è tenuta in 52 paesi (tra cui Germania, Olanda, Gran
Bretagna, Francia, USA, Australia, Giappone, Sud Africa) la Marcia contro
Monsanto, cui hanno partecipato secondo le stime 2 milioni di persone.
Strano, ai nostri tg deve essere sfuggita.
Strano, ai nostri tg deve essere sfuggita.
Mandragola
lunedì 27 maggio 2013
CREDETE AI MEDIA DI REGIME? CAVOLI VOSTRI. MA POI NON VENITE A DIRE "NON LO SAPEVO"
ECCO COME IL FISCO DISTRUGGE LE IMPRESE
PREMESSA
Il caso
di seguito descritto rappresenta la pressione fiscale complessiva subita da una
piccola società con due soci, che ha realizzato, nell'esercizio 2012, un utile
di appena 32000 euro. Una miseria, insomma. Eppure la pretesa del fisco è tale
da richiedere alla società e ai soci il pagamento di circa 27 mila euro tra
tasse e contributi, ossia quasi l'85% dell'utile realizzato.
In questi giorni, visto l'approssimarsi delle scadenze
fiscali, sono molto impegnato con le dichiarazioni fiscali per il periodo di
imposta 2012. Questo periodo, oltre ad essere sempre intenso di lavoro, ispira
numerose riflessioni e altrettanti spunti sullo stato di
salute delle nostre imprese, sulla pretesa tributaria che patiscono, e sul
futuro che ci attende. In una di queste, sono giunto alla conclusione che, in
Italia, conviene non lavorare, non imprendere. Starsene
beatamente a casa curando i propri interessi, i propri hobby, e magari darsi a
qualche buona lettura, ripagherebbe molto di più che fare impresa. Sarebbe
molto più utile, almeno nello spirito. Perlomeno, fino a quando non accadrà
qualche shock di sistema, tale da riformare strutturalmente i meccanismi
fiscali al limite dell'incredibile, dell'immaginario e della
sopraffazione. Mi riferisco alla sopraffazione che il fisco pratica nei
confronti dei contribuenti e, nel caso specifico, di chi fa impresa.
Qualche giorno fa, mi è
passata di mano una dichiarazione di un piccola società di capitali: una srl,
con due soci che svolgono entrambi la propria opera all'interno della società.
La crisi, chiaramente,
anche in questo caso, non ha risparmiato l'impresa: i ricavi si sono
contratti significativamente, e anche l'utile è stato spinto al ribasso.
Tant'è che il bilancio al 31/12/2012, presenta un utile prima
delle imposte di appena 32000. Una miseria insomma, che non ripaga affatto
il sacrificio sopportato dai due imprenditori, che si dedicano alla loro
attività quasi 12 ore al giorno, immersi con impegno totale e dedizione in
questo lavoro, trascurando i propri interessi, i propri affetti e le proprie
passioni. Una storia di imprenditori onesti e laboriosi. Una storia come
tante altre, in Italia.
In questo caso, nella determinazione delle imposte da pagare a
carico della società in esame,nonostante l'esiguità dell'utile -
certamente non sufficiente a garantire la sussistenza degli imprenditori
e delle rispettive famiglie-, la tassazione pretesa dal fisco in capo alla
società è di oltre 15.000 euro. 15.593 euro, per l'esattezza. Di cui,
12.024 a titolo Ires, e 3569 per Irap. Quindi, la società subisce un carico
tributario di oltre il 48%.
Vi chiederete come sia possibile, immagino. E' possibile perché
il legislatore fiscale, sempre in cerca di nuova materia imponibile da
colpire, e quindi di nuovo gettito tributario, nel corso degli anni, ha
reso indeducibili una serie di costi, sia ai fini Ires che Irap. Solo per
enunciarvi qualche esempio, le società, ai fini Ires, nonostante abbiano
patito un incremento dei costi finanziari per via dell'inasprimento
delle condizioni bancarie, nella determinazione del reddito, non
possono portare in deduzione tutti gli interessi passivi che pagano, ma possono
farlo solo nei limiti del 30% del ROL (Reddito Operativo Lordo). Essendo
il ROL una variabile che dipende, tra l'altro, dai ricavi conseguiti,
diminuendo questi ultimi, ne deriva che si contrae anche il ROL, divenendo meno
capiente ai fini della deduzione degli interessi passivi, che comunque
aumentano. Invece, ai fini Irap, gli interessi passivi sono, in buona sostanza,
indeducibili nella sua interezza. Quindi, aumentano gli interessi (costi),
diminuiscono i ricavi, il reddito, ma si pagano più imposte.
Altro esempio emblematico riguarda le autovetture. Si pensi ai costi di
acquisto, gestione e manutenzione del parco autovetture. Questi, possono
essere dedotti solo per il 40% (deduzione ridotta al 20% dal primo gennaio 2013).
Oppure, ancora, all'indeducibilità dei costi del personale ai fini Irap,
per i quali, il legislatore riconosce comunque alcune deduzioni. Per queste
componenti di costo, enunciate solo a titolo esemplificativo, il
legislatore ha previsto l'indeducibilità ai fini della determinazione del
reddito tassabile, ancorché siano costi sostenuti nell'ambito del normale
svolgimento dell'attività di impresa, pertinenti e indispensabili al
conseguimento del fine imprenditoriale.
Per via della parziale deducibilità o dell'indeducibilità totale di questi
costi, accade che, paradossalmente, l'erario può fondare la pretesa
tributaria su un reddito non prodotto e su un utile realizzato.
Ritornando all'esempio
che ci occupa, la tassazione della società e dei due soci non si esaurisce con
i 15.593 euro di tasse in capo alla società. Ma anche i soci sono colpiti dal
imposizioni tributarie e contributive.
Già, per l'anno 2012, i
due soci hanno corrisposto i contributi Inps sul reddito minimale individuato a
circa 15000 euro. E quindi altri 3200 euro ciascuno di contributi Inps
facendo salire il conto a 21993. Oltre ai contributi pagati sul
reddito minimale, la legge prevede che, ciascun socio che lavora
nell'azienda debba versare anche i contributi Inps a percentuale sulla parte di
reddito eccedente il minimale. In questo caso, essendo il reddito fiscale di
euro 43722 per via della ripresa a tassazione delle componenti di costo pocanzi
enunciate, ne consegue che ciascun socio debba corrispondere all'Inps altri
1482 euro ciascuno, ancorché il reddito prodotto non sia stato prelevato in
forma di utili distribuiti. E l'imposizione fiscale complessiva, con un utile
di appena 32000, è già arrivata a quasi 25000 euro, ossia il 78%
dell'utile prodotto nel 2012.
Ma c'è dell'altro. I due soci, nel corso del 2013, volendo prelevare
l'utile netto realizzato nel 2012 , o meglio quel che rimane
(16.407=32.000-15.939) anche per far fronte alle proprie spese e al pagamento
dei contributi Inps in scadenza nell'anno, saranno sottoposti a un'ulteriore
tassazione. Prima di tutto dovranno registrare la delibera di
distribuzione dell'utile, pagando 168 euro. Poi, nel 2014, nella propria
dichiarazione dei redditi dovranno riportare l'utile imputato a ciascuno di
loro (8.203) che andrà a formare la base imponibile in misura del 49.72%
dell'utile prelevato, in quanto, in parte, già tassato in capo alla società.
Quindi, ipotizzando che lo scaglione di reddito da applicare sia il più basso
(23%), ciascuno di loro, al netto degli oneri deducibili pagati nel corso del
2013, dovrà corrispondere all'erario ulteriori 900 euro tra Irpef e
addizionali varie. Quindi, il conto delle imposte pagate sia
dalla società che dai soci, per un misero utile di 32000 euro, sale fino ad
arrivare a 27000 euro, euro più euro meno. Ossia l'85% dell'utile prodotto
dalla società nel 2012. Oltre alle tasse di cui abbiamo dato nota, c'è da dire
che l'impresa, durante l'esercizio, subisce altre forme di imposizione. Si
pensi, ad esempio, al diritto annuale della camera di commercio, alla tassa
sulla vidimazione dei libri sociali, all'eventuale IMU (indeducibile) e ad
altre contribuzioni obbligatorie per legge, che, tuttavia, sono già considerate
nella determinazione del risultato d'esercizio originario(32.000 euro).
C'è da dire che la pretesa del fisco non si esaurisce con questa
pretesa assurda e distruttiva, che oltrepassa di molto ogni limite di
sostenibilità e ragionevolezza. Invero, per i 5 anni successivi, il fisco potrà
esperire eventuali controlli sulla fedeltà fiscale dell'azienda, e magari
accertare ricavi superiori a quelli dichiarati, determinati in ragione agli
indicatori previsti dagli studi di settori a cui la società è sottoposta.
Se pensate che il caso appena descritto costituisca un caso limite,
vi state sbagliando di grosso. Benché il caso proposto offra dei piccoli
margini di ottimizzazione del livello di pressione fiscale, esistono
casi in cui le aziende, nonostante conseguano delle perdite anche
significative, sono esposte ugualmente al pagamento di un carico fiscale
eccessivo ed insostenibile. Tanto più in momenti di crisi profonda come quello
attuale. Ciò è possibile per effetto della ripresa a tassazione dei costi
che il fisco considera indeducibili, nonostante siano indispensabili e
strumentali al raggiungimento degli scopi imprenditoriali.
Al fine di riepilogare il ragionamento proposto, vi propongo questo schema
riassuntivo.
Paolo Cardenà
DOMANDE SEMPLICI SEMPLICI:
Ma solo Cardenà ha capito? Le altre migliaia e migliaia di commercialisti dormono?
Non capiscono che se continuano a far finta di niente andranno col culo per terra anche loro?
E ci andranno molto prima di quanto immaginano?
E.M.
domenica 26 maggio 2013
GRILLO COME ROBESPIERRE
Chi non
conosce la storia, non conosce l'attualità. Ecco perché non vogliono che la
impariamo, e ce ne rifilano versioni posticce a scuola e in tv. Per chi è
interessato a capire quali poteri hanno veramente diretto il mondo negli ultimi
secoli, ho tradotto e riassunto il capitolo sulla rivoluzione francese di
"Pedine nel gioco", scritto dal comandante canadese William Guy Carr
nel 1958. Infine il mio commento.
"Agenti degli Illuminati di Baviera entrarono in contatto con il marchese di Mirabeau, quale persona più adatta per servire i loro scopi in Francia. Questi era molto influente nei circoli di corte, e amico stretto del duca d'Orleans, che gli Illuminati avevano scelto come uomo di facciata per guidare la rivoluzione. Soprattutto, il marchese di Mirabeau non aveva morale, e i suoi eccessi lo avevano condotto pesantemente in debito.
Fu semplice per i banchieri far contattare Mirabeau, il famoso oratore francese, dai loro agenti. Fingendosi amici e ammiratori si offrirono di aiutarlo a uscire dalle difficoltà finanziarie. In realtà, lo incoraggiarono a sprofondare nel vizio e nello sperpero fino a renderlo completamente dipendente dalle loro richieste. Durante un incontro, Mirabeau fu presentato a Moses Mendelssohn, uno dei grandi finanzieri ebrei. Al momento opportuno, Mendelssohn presentò a Mirabeau una donna, famosa per bellezza e fascino, ma priva di scrupoli morali.
La bella ebrea era sposata con un tale Herz, ma, per un uomo come Mirabeau, il fatto che fosse sposata la rendeva solo più desiderabile. Non ci volle molto prima che questa spendesse più tempo con Mirabeau di quanto ne spendesse con suo marito. Pesantemente indebitato con Mendelssohn, tenuto in pugno dalla signora Herz, Mirabeau era completamente incastrato. Aveva abboccato perfettamente. La mossa seguente fu di iniziarlo all'illuminismo. Fu fatto giurare segretezza e ubbidienza illimitata, a costo della vita. Fu poi condotto in situazioni compromettenti, che misteriosamente divennero pubbliche. Questo metodo di distruggere l'immagine divenne noto come la pratica de L'infamie. A causa degli scandali, Mirabeau fu allontanato da molti del suo rango. Il suo risentimento produsse in lui il desiderio di rivalsa e fu così che abbracciò la causa rivoluzionaria.
"Agenti degli Illuminati di Baviera entrarono in contatto con il marchese di Mirabeau, quale persona più adatta per servire i loro scopi in Francia. Questi era molto influente nei circoli di corte, e amico stretto del duca d'Orleans, che gli Illuminati avevano scelto come uomo di facciata per guidare la rivoluzione. Soprattutto, il marchese di Mirabeau non aveva morale, e i suoi eccessi lo avevano condotto pesantemente in debito.
Fu semplice per i banchieri far contattare Mirabeau, il famoso oratore francese, dai loro agenti. Fingendosi amici e ammiratori si offrirono di aiutarlo a uscire dalle difficoltà finanziarie. In realtà, lo incoraggiarono a sprofondare nel vizio e nello sperpero fino a renderlo completamente dipendente dalle loro richieste. Durante un incontro, Mirabeau fu presentato a Moses Mendelssohn, uno dei grandi finanzieri ebrei. Al momento opportuno, Mendelssohn presentò a Mirabeau una donna, famosa per bellezza e fascino, ma priva di scrupoli morali.
La bella ebrea era sposata con un tale Herz, ma, per un uomo come Mirabeau, il fatto che fosse sposata la rendeva solo più desiderabile. Non ci volle molto prima che questa spendesse più tempo con Mirabeau di quanto ne spendesse con suo marito. Pesantemente indebitato con Mendelssohn, tenuto in pugno dalla signora Herz, Mirabeau era completamente incastrato. Aveva abboccato perfettamente. La mossa seguente fu di iniziarlo all'illuminismo. Fu fatto giurare segretezza e ubbidienza illimitata, a costo della vita. Fu poi condotto in situazioni compromettenti, che misteriosamente divennero pubbliche. Questo metodo di distruggere l'immagine divenne noto come la pratica de L'infamie. A causa degli scandali, Mirabeau fu allontanato da molti del suo rango. Il suo risentimento produsse in lui il desiderio di rivalsa e fu così che abbracciò la causa rivoluzionaria.
Il compito di
Mirabeau fu di convincere il duca d'Orleans a guidare il movimento
rivoluzionario. Doveva fargli intendere che, una volta fatto abdicare il re,
egli avrebbe governato la Francia. Gli Illuminati prestarono molta attenzione
affinché né Mirabeau né il duca d'Orleans venissero a sapere che il piano
prevedeva invece l'assassinio del re, della regina, e di migliaia di nobili.
Fecero credere loro che lo scopo della rivoluzione fosse di liberare la
politica e la religione dalla superstizione e dal dispotismo.
Il duca
d'Orleans era stato scelto come leader apparente della rivoluzione anche perché
era il gran maestro della massoneria francese. Mirabeau presentò il duca e il
suo amico Talleyrand all'illuminato Weishaupt, il quale li iniziò ai segreti
della massoneria del Grande Oriente. Alla fine del 1773, Filippo, duca
d'Orleans, aveva introdotto il rituale del Grande Oriente nella massoneria
francese. Nel 1788 c'erano già in Francia più di 2000 logge affiliate con il
Grande Oriente, e più di 100.000 adepti. Gli Illuminati ebrei organizzarono
quindi dei comitati rivoluzionari segreti all'interno delle logge. In questo
modo i direttori rivoluzionari sommersi erano pronti in tutta la Francia.
Una volta fattagli amalgamare la massoneria nazionale (detta anche blu) con i riti del Grande Oriente, Mirabeau condusse il duca d'Orleans lungo lo stesso percorso che lo aveva ridotto all'esclusione sociale. In esattamente 4 anni, il duca divenne così indebitato che fu convinto a esercitare ogni sorta di traffico illegale per recuperare le perdite. Ma, per qualche strana ragione, le sue imprese sembravano andare sempre storte, ed egli perdeva sempre più denaro.
Nel 1780 il suo debito era di 800.000 livres. Come con Mirabeau, i banchieri gli offrirono consulenza finanziaria. Con molta delicatezza, lo manovrarono affinché egli garantisse i loro prestiti con il suo palazzo, le sue tenute, la sua casa, e il suo palazzo reale. Il duca d'Orleans firmò un contratto in cui autorizzava i finanziatori ebrei a gestire le sue proprietà cosicché gli assicurassero entrate sufficienti a pagare i debiti e fornirgli un reddito adeguato. Il duca non era mai stato molto brillante in materie finanziarie. Il contratto gli sembrava un affare.
Il potere segreto che dirigeva la rivoluzione francese appuntò Choderlos de Laclos a gestire il palazzo reale e le tenute del duca. Si ritiene che de Laclos fosse un ebreo di origine spagnola, autore de "Les Liaisons Dangereuses" e altri lavori pornografici. Egli difendeva pubblicamente la sua estrema immoralità dicendo che il suo interesse per la politica dell'amore in tutti i suoi aspetti derivava dal suo amore per la politica.
Di fatto, Choderlos de Laclos trasformò il palazzo reale nella più grande e famigerata casa di malaffare il mondo avesse mai conosciuto. Vi tenne ogni tipo di laido intrattenimento, spettacoli spudorati, gallerie di pittura oscena, biblioteche pornografiche, ed esibizioni pubbliche delle più bestiali forme di depravazione sessuale. Il palazzo reale divenne il centro in cui i dettagli della campagna per la distruzione sistematica della fede religiosa e della pubblica morale vennero concepiti ed eseguiti. Questo fu fatto secondo la teoria cabalistica secondo cui il migliore rivoluzionario è la gioventù senza morale.
Associato con
de Laclos era un ebreo di Palermo di nome Cagliostro, alias Giuseppe Balsamo.
Questi convertì una delle proprietà del duca in una stamperia, da dove
propagava volantini rivoluzionari. Balsamo organizzò uno staff di
propagandisti. Oltre alla letteratura, questi organizzavano concerti, opere
teatrali, dibattiti pensati per assecondare gli istinti più bassi e portare
avanti la causa della rivoluzione. Balsamo organizzò anche le spie che
permettevano di applicare la strategia de l'infamie per la sistematica
distruzione dell'immagine.
Uomini e donne, accattivati nella rete da de Laclos e Balsamo, potevano essere ricattati e fatti ubbidire. Fu così che le tenute del duca d'Orleans furono trasformate nel centro della politica rivoluzionaria, mentre, sotto la copertura di sale di lettura, teatri, gallerie d'arte e club di atletica, le sale da gioco, i bordelli e le osterie facevano affari d'oro. In questo underground rivoluzionario, i potenziali leader furono individuati. Le tenute del duca erano diventate le fabbriche dove il potere segreto stava creando i pezzi che intendeva usare nel suo gioco internazionale di scacchi. Ma, per il pubblico, questo posto famigerato era proprietà del duca d'Orleans, il cugino del re. Solo una manciata di uomini e donne sapeva che era controllato dai banchieri che lo stavano usando per i loro scopi rivoluzionari.
Nel 1784, il corriere che stava portando i dettagliati piani sovversivi di Weishaupt da Francoforte a Parigi fu colpito da un fulmine mentre attraversava Ratisbona, e i documenti furono ritrovati dalla polizia, che li consegnò al governo bavarese. Il governo ordinò la perquisizione delle sedi degli Illuminati, e vi vennero trovate ulteriori prove delle vaste ramificazioni del movimento di rivoluzione mondiale. I governi di Francia, Inghilterra, Polonia, Germania, Austria, e Russia vennero informati del complotto rivoluzionario internazionale, ma, come poi accadde più e più volte, non agirono.
Uomini e donne, accattivati nella rete da de Laclos e Balsamo, potevano essere ricattati e fatti ubbidire. Fu così che le tenute del duca d'Orleans furono trasformate nel centro della politica rivoluzionaria, mentre, sotto la copertura di sale di lettura, teatri, gallerie d'arte e club di atletica, le sale da gioco, i bordelli e le osterie facevano affari d'oro. In questo underground rivoluzionario, i potenziali leader furono individuati. Le tenute del duca erano diventate le fabbriche dove il potere segreto stava creando i pezzi che intendeva usare nel suo gioco internazionale di scacchi. Ma, per il pubblico, questo posto famigerato era proprietà del duca d'Orleans, il cugino del re. Solo una manciata di uomini e donne sapeva che era controllato dai banchieri che lo stavano usando per i loro scopi rivoluzionari.
Nel 1784, il corriere che stava portando i dettagliati piani sovversivi di Weishaupt da Francoforte a Parigi fu colpito da un fulmine mentre attraversava Ratisbona, e i documenti furono ritrovati dalla polizia, che li consegnò al governo bavarese. Il governo ordinò la perquisizione delle sedi degli Illuminati, e vi vennero trovate ulteriori prove delle vaste ramificazioni del movimento di rivoluzione mondiale. I governi di Francia, Inghilterra, Polonia, Germania, Austria, e Russia vennero informati del complotto rivoluzionario internazionale, ma, come poi accadde più e più volte, non agirono.
Nel 1785 la sorella di Maria Antonietta scrisse a questa ripetutamente, avvertendola del complotto rivoluzionario, della connessione con i banchieri internazionali, del ruolo che la massoneria avrebbe giocato. Maria Antonietta non riuscì a crederci. Le rispose con lunghe lettere, in cui si legge: "Credo che, per quanto riguarda la Francia, tu ti preoccupi troppo della massoneria. Qui è lungi dall'avere l'importanza che potrebbe avere altrove in Europa."
Quanto si sbagliasse fu dimostrato dalla storia. Poiché rifiutò ripetutamente di dare ascolto ai moniti della sorella, lei e suo marito morirono sotto la ghigliottina.
La maggior parte degli studenti crede che Maria Antonietta intrattenesse molte avventure con gli amici di suo marito, e si lasciasse andare in spericolate stravaganze. Questa immagine è il frutto della propaganda di Balsamo. Tramite la tecnica de l'infamie questi istigò il popolo a pretendere che fosse giustiziata. Ma gli storici hanno dimostrato che quella versione del comportamento di Maria Antonietta è un mucchio di menzogne. La forza d'animo con cui sopportò le sofferenze che le vennero inflitte, la dignità con cui affrontò il suo destino, la rassegnazione e il coraggio con cui offrì la sua vita, non si conciliano con le caratteristiche di una donna frivola e immorale.
Per diffamare Maria Antonietta, Weishaupt e Mendelssohn escogitarono la storia della collana di diamanti. In quel periodo, le risorse finanziarie della Francia erano ridotte ai minimi termini, e il governo stava pregando i banchieri internazionali affinché concedessero ulteriori prestiti. Un agente segreto dei cospiratori ordinò una favolosa collana di diamanti ai gioiellieri di corte. L'ordine, il cui valore si stima fosse 250.000 livres, fu fatto in nome della regina. Quando i gioiellieri consegnarono la collana alla regina, questa rifiutò e spiegò di non saperne nulla. Ma la notizia della favolosa collana trapelò proprio come i cospiratori avevano inteso. Balsamo mise all'opera la sua macchina di propaganda. Maria Antonietta fu inondata di critiche, la sua reputazione distrutta. Mentre, come sempre, nessuno poteva alzare un dito sulle persone che avevano organizzato l'infamia. Dopodiché, Balsamo tirò fuori il suo capolavoro. La sua stamperia diffuse migliaia e migliaia di volantini secondo cui la collana era il regalo di un amante segreto della regina, come apprezzamento per i suoi favori.
Ma gli artefici de l'infamie escogitarono piani ancora più diabolici. Scrissero una lettera al cardinale de Rohan, con falsa firma della regina. Nella lettera veniva chiesto che il cardinale la incontrasse al palazzo reale a mezzanotte per discutere la faccenda della collana. Una prostituta del palazzo reale fu fatta travestire da regina e incontrare il cardinale. L'incidente fu propagandato nei giornali e volantini, e vennero fatti circolare i pettegolezzi più idioti riguardo due delle più alte cariche di Stato e Chiesa.
Una volta che
la collana di diamanti era servita allo scopo, fu portata in Inghilterra e
smontata. Si ritiene che la maggior parte dei preziosi diamanti di cui era
composta furono tenuti da un ebreo di nome Eliason.
Ulteriori
connessioni dei banchieri ebrei inglesi con il complotto che scatenò la
rivoluzione francese furono scoperte da Lady Queensborough, autrice di
"Teocrazia occulta". Mentre svolgeva delle ricerche, questa lesse una
copia de "L'anti-semitismo" scritta da un ebreo di nome Bernard
Lazare e pubblicata nel 1849. Secondo le informazioni ottenute da questo libro,
Lady Queensborough sostiene che Benjamin Goldsmid, suo fratello Abraham, il
loro partner Moses Mecatta, e suo nipote Sir Moses Montifiore, finanzieri ebrei
in Inghilterra, erano affiliati con i loro consanguinei in Europa nel complotto
per scatenare rivoluzione francese. Ulteriori prove furono trovate per
collegare Daniel Itsig di Berlino, suo genero David Friedlander, e Herz Gergbeer
di Alsazia con i Rothschild e il complotto. Sono così rivelati gli uomini che
in quel tempo costituivano il potere segreto dietro il movimento rivoluzionario
mondiale.
Capire i metodi usati da questi uomini per portare il governo francese in difficoltà finanziarie è importante, perché è lo stesso standard che poi seguirono in America, Russia, Spagna, e nei successivi paesi.
Capire i metodi usati da questi uomini per portare il governo francese in difficoltà finanziarie è importante, perché è lo stesso standard che poi seguirono in America, Russia, Spagna, e nei successivi paesi.
Sir Walter
Scott, nel secondo volume de "La vita di Napoleone", dà un chiaro
resoconto delle mosse iniziali. Egli riassume la situazione con queste parole:
"Questi finanzieri usarono il governo francese nello stesso modo in cui
gli spendaccioni falliti sono trattati dagli usurai, che, mentre con una mano
finanziano lo sperpero, con l'altra estorcono i compensi più irragionevoli. Tramite
una lunga serie di questi prestiti rovinosi, e i vari diritti stabiliti per
garantirli, le finanze della Francia furono ridotte alla confusione
totale."
Dopo che il
governo francese fu fatto enormemente indebitare per combattere guerre che
avrebbero favorito le ambizioni segrete dei cospiratori internazionali, questi
poi molto gentilmente offrirono il denaro, a condizione di poter dettare i
termini dei prestiti. In apparenza questi termini erano molto accomodanti. In
realtà un tarlo era stato introdotto nel legno, nella persona di un certo M.
Necker. Questi fu nominato primo ministro degli affari finanziari al consiglio
del re di Francia. I finanzieri ebrei promisero che questo mago finanziario
avrebbe tirato fuori la Francia dai guai in men che non si dica. In pratica
quello che ottenne nei successivi 4 anni fu di invischiare il governo con i
finanzieri ebrei al punto che il debito nazionale raggiunse le 170.000.000
livres.
Il capitano
A.H.M. Ramsay, in "La guerra senza nome" riassume la situazione così:
"La rivoluzione è un colpo sferrato a un paralitico. Quando la morsa del
debito è ben salda, presto segue il controllo di ogni forma di pubblicità e di
attività politica, insieme al controllo degli industriali (sia gli imprenditori
che i lavoratori). Lo stage è quindi pronto per il colpo rivoluzionario. La
corruzione morale facilita il processo."
Mentre Balsamo
infamava i più alti rappresentanti di Chiesa e Stato con la sua propaganda,
agenti degli Illuminati organizzavano gli uomini da usare come leader nel regno
del terrore che era stato programmato insieme alla rivoluzione. Tra questi
leader spiccavano Robespierre, Danton, e Marat. I dettagli del piano
sanguinario furono decisi tra le mura di un convento giacobino. Furono
compilate le liste dei reazionari da liquidare. Fu spiegato che, mentre i
criminali e i pazzi sarebbero stati liberati per terrorizzare la popolazione
con omicidi di massa e stupri pubblici, i sovversivi, diretti da Manuel,
procuratore del Comune, avrebbero sistemato tutte le figure politiche
importanti, i capi del clero, e gli ufficiali militari fedeli al re. Gli uomini
che sarebbero dovuti emergere dall'underground ebraico furono organizzati in
club giacobini. Sotto la direzione dei loro leaders, questi compirono le
atrocità di massa utili ai loro padroni occulti.
I giacobini presero il potere. Usarono il duca d'Orleans fintanto che questi era necessario per votare la morte di suo cugino, il re. Il duca credeva che egli stesso sarebbe stato incoronato re costituzionale, ma i giacobini avevano istruzioni diverse. Dopo che il duca fu fatto votare la morte del re, addossandosene quindi la colpa, i poteri occulti dietro la rivoluzione puntarono tutta la forza della propaganda a l'infamie contro di lui. In un attimo, anch'egli fu sulla strada della ghigliottina, deriso e infamato da tutte le classi.
Quando Mirabeau si rese conto di quale terribile strumento di vendetta aveva aiutato a mettere in moto, se ne pentì. Sebbene si fosse comportato da dissoluto, non sopportava la vista delle scioccanti atrocità che i giacobini stavano sistematicamente perpetrando su tutti quelli contro cui i loro padroni segreti puntavano il dito. Mirabeau di fatto era contrario acché venisse fatta alcuna violenza al re. La sua intenzione era di ridurre Luigi XVI a un monarca limitato, e di farsi nominare suo consigliere principale. Quando capì che i suoi padroni erano decisi invece ad ucciderlo, cercò di aiutarlo a scappare da Parigi e di metterlo sotto la protezione dei generali a lui fedeli. Il piano però fu fatto trapelare ai giacobini, e anche Mirabeau fu liquidato. Nel suo caso, la pubblica esecuzione non fu possibile perché mancava il tempo per costruire un'accusa nei suoi confronti, perciò fu semplicemente avvelenato. La sua morte fu fatta sembrare un suicidio.
Danton e Robespierre furono strumenti degli Illuminati per instaurare il regno del terrore, ottenere vendetta sui loro nemici, ed eliminare i personaggi che essi consideravano ostacoli. Tuttavia, una volta serviti allo scopo, anche i due rivoluzionari furono fatti arrestare e accusati delle atrocità perpetrate.
Nel suo "Vita di Robespierre", G. Renier scrive: "Il 28 giugno 1794 Robespierre fece un lungo discorso di fronte alla Convenzione, una filippica contro gli ultra-terroristi, nella quale egli mosse accuse vaghe e generali." Robespierre avrebbe detto: "Non oso dire il loro nome in questa sede. Non posso strappare il velo che nasconde questo profondo mistero di iniquità. Ma posso sicuramente affermare che tra gli autori di questo complotto vi sono gli agenti di quel sistema di corruzione e sperpero, che sono i mezzi più potenti inventati dagli stranieri per distruggere la repubblica: intendo dire gli apostoli dell'ateismo, e dell'immoralità che è alla sua base." Renier aggiunge: "Se Robespierre non avesse fatto quel discorso, probabilmente sarebbe rimasto al potere."
Ma Robespierre aveva detto troppo. Fu deliberatamente colpito alla mascella per impedirgli di parlare, e il giorno seguente fu trascinato alla ghigliottina. Gli Illuminati così eliminarono un massone che ormai aveva capito troppo."
Studiata la storia, si capisce che la strategia dei banchieri è sempre la stessa: sfruttare quella parte dei politici che è
I giacobini presero il potere. Usarono il duca d'Orleans fintanto che questi era necessario per votare la morte di suo cugino, il re. Il duca credeva che egli stesso sarebbe stato incoronato re costituzionale, ma i giacobini avevano istruzioni diverse. Dopo che il duca fu fatto votare la morte del re, addossandosene quindi la colpa, i poteri occulti dietro la rivoluzione puntarono tutta la forza della propaganda a l'infamie contro di lui. In un attimo, anch'egli fu sulla strada della ghigliottina, deriso e infamato da tutte le classi.
Quando Mirabeau si rese conto di quale terribile strumento di vendetta aveva aiutato a mettere in moto, se ne pentì. Sebbene si fosse comportato da dissoluto, non sopportava la vista delle scioccanti atrocità che i giacobini stavano sistematicamente perpetrando su tutti quelli contro cui i loro padroni segreti puntavano il dito. Mirabeau di fatto era contrario acché venisse fatta alcuna violenza al re. La sua intenzione era di ridurre Luigi XVI a un monarca limitato, e di farsi nominare suo consigliere principale. Quando capì che i suoi padroni erano decisi invece ad ucciderlo, cercò di aiutarlo a scappare da Parigi e di metterlo sotto la protezione dei generali a lui fedeli. Il piano però fu fatto trapelare ai giacobini, e anche Mirabeau fu liquidato. Nel suo caso, la pubblica esecuzione non fu possibile perché mancava il tempo per costruire un'accusa nei suoi confronti, perciò fu semplicemente avvelenato. La sua morte fu fatta sembrare un suicidio.
Danton e Robespierre furono strumenti degli Illuminati per instaurare il regno del terrore, ottenere vendetta sui loro nemici, ed eliminare i personaggi che essi consideravano ostacoli. Tuttavia, una volta serviti allo scopo, anche i due rivoluzionari furono fatti arrestare e accusati delle atrocità perpetrate.
Nel suo "Vita di Robespierre", G. Renier scrive: "Il 28 giugno 1794 Robespierre fece un lungo discorso di fronte alla Convenzione, una filippica contro gli ultra-terroristi, nella quale egli mosse accuse vaghe e generali." Robespierre avrebbe detto: "Non oso dire il loro nome in questa sede. Non posso strappare il velo che nasconde questo profondo mistero di iniquità. Ma posso sicuramente affermare che tra gli autori di questo complotto vi sono gli agenti di quel sistema di corruzione e sperpero, che sono i mezzi più potenti inventati dagli stranieri per distruggere la repubblica: intendo dire gli apostoli dell'ateismo, e dell'immoralità che è alla sua base." Renier aggiunge: "Se Robespierre non avesse fatto quel discorso, probabilmente sarebbe rimasto al potere."
Ma Robespierre aveva detto troppo. Fu deliberatamente colpito alla mascella per impedirgli di parlare, e il giorno seguente fu trascinato alla ghigliottina. Gli Illuminati così eliminarono un massone che ormai aveva capito troppo."
Studiata la storia, si capisce che la strategia dei banchieri è sempre la stessa: sfruttare quella parte dei politici che è
-avida
-corruttibile
-ingenua
e quella parte del popolo che è
-corruttibile
-ingenua
e quella parte del popolo che è
-credulona
-pettegola
-invidiosa
-emotiva
Quando i banchieri vogliono creare il caos per avanzare i loro interessi, manovrano i politici corrotti e prendono posizioni strategiche. Contemporaneamente instillano nel popolo l'idea che i loro governanti siano i peggiori possibili, fomentando l'odio e il desiderio di vendetta. Per farlo, usano i media e i grandi predicatori rivoluzionari (Robespierre, Marx, Di Pietro, Grillo) che sono ingenui o venduti, generalmente entrambe le cose.
-pettegola
-invidiosa
-emotiva
Quando i banchieri vogliono creare il caos per avanzare i loro interessi, manovrano i politici corrotti e prendono posizioni strategiche. Contemporaneamente instillano nel popolo l'idea che i loro governanti siano i peggiori possibili, fomentando l'odio e il desiderio di vendetta. Per farlo, usano i media e i grandi predicatori rivoluzionari (Robespierre, Marx, Di Pietro, Grillo) che sono ingenui o venduti, generalmente entrambe le cose.
Una volta che
la furia del popolo ha spodestato i governanti, i banchieri li sostituiscono
con uomini a loro più succubi, e scaricano i rivoluzionari. Esempio abbastanza
recente, tangentopoli e l'eliminazione di statisti come Andreotti, certo non
santi ma abbastanza benevoli da fare gli interessi dell'Italia, sostituiti con
politici asserviti agli atlantici, usando come grimaldello l'illuso Di Pietro,
poi scaricato. Esempio attuale, la campagna a l'infamie contro Berlusconi e la
classe politica in genere, usando personaggi come Travaglio e Grillo, che poi
saranno certamente scaricati.
Davvero, la strategia dei banchieri internazionali non si è spostata di un centimetro.
Ai tempi della rivoluzione francese, il popolo veniva ubriacato con parole che suonavano bene ma di sostanza ne avevano assai poca: libertà, uguaglianza, fratellanza.
Oggi, viene ubriacato con parole che suonano bene ma di sostanza ne hanno assai poca: democrazia, non-discriminazione, tolleranza, ecc.
Come allora convinsero il popolo che, una volta eliminato il re, avrebbe ottenuto il paradiso in terra, mentre la condizione del popolo in realtà peggiorò, oggi ci vogliono convincere che:
-dobbiamo eliminare gli stati, e avremo la pace mondiale;
-dobbiamo eliminare le differenze tra uomini e donne, e avremo la pace tra i sessi;
-dobbiamo eliminare le differenze tra le razze, e avremo la pace e l'amore fraterno;
-dobbiamo eliminare le differenze tra le religioni, e avremo la comprensione tra gli uomini;
-una marea di altre balle che possono sembrare vere solo agli idioti.
Mentre ovviamente NON ci dicono:
-dovete eliminare noi, i banchieri parassiti e spietati, noi che vi tassiamo, vi imbrogliamo, vi indebitiamo con la nostra moneta, vi riempiamo di balle tramite i nostri media, vi conduciamo in guerra, castriamo voi uomini e roviniamo voi donne e vi vogliamo ridurre tutti a schiavi multirazziali senza potere, famiglia, patria, onore e speranza.
No, non ce lo diranno mai.
O ci svegliamo noi, o è finita.
Mandragola
Davvero, la strategia dei banchieri internazionali non si è spostata di un centimetro.
Ai tempi della rivoluzione francese, il popolo veniva ubriacato con parole che suonavano bene ma di sostanza ne avevano assai poca: libertà, uguaglianza, fratellanza.
Oggi, viene ubriacato con parole che suonano bene ma di sostanza ne hanno assai poca: democrazia, non-discriminazione, tolleranza, ecc.
Come allora convinsero il popolo che, una volta eliminato il re, avrebbe ottenuto il paradiso in terra, mentre la condizione del popolo in realtà peggiorò, oggi ci vogliono convincere che:
-dobbiamo eliminare gli stati, e avremo la pace mondiale;
-dobbiamo eliminare le differenze tra uomini e donne, e avremo la pace tra i sessi;
-dobbiamo eliminare le differenze tra le razze, e avremo la pace e l'amore fraterno;
-dobbiamo eliminare le differenze tra le religioni, e avremo la comprensione tra gli uomini;
-una marea di altre balle che possono sembrare vere solo agli idioti.
Mentre ovviamente NON ci dicono:
-dovete eliminare noi, i banchieri parassiti e spietati, noi che vi tassiamo, vi imbrogliamo, vi indebitiamo con la nostra moneta, vi riempiamo di balle tramite i nostri media, vi conduciamo in guerra, castriamo voi uomini e roviniamo voi donne e vi vogliamo ridurre tutti a schiavi multirazziali senza potere, famiglia, patria, onore e speranza.
No, non ce lo diranno mai.
O ci svegliamo noi, o è finita.
Mandragola
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