Il 14 maggio
2013 i media internazionali hanno diffuso la
notizia che la giovane nota attrice americana Angelina
Jolie si è fatta asportare entrambi i seni perché nel suo sangue è stato
riscontrato il gene BRCA1 che si presume responsabile di alcuni
tumori al seno. L’attrice quindi, pur non avendo alcuna diagnostica di
tumore, ha così deciso a scopo preventivo.
Ripropongo alcune
riflessioni divulgate nel 2010:
“Nature”, la più importante rivista
scientifica mondiale, ha pubblicato sul suo
sito online del 14 gennaio 2010 la notizia
che il genetista Tian Xu dell'università di Yale ha scoperto che i tumori
possono anche essere causati dallo stress emotivo e fisico. E' la prima volta che viene collegato, dalla medicina
convenzionale, lo stato emotivo all'insorgere di una patologia. Importante
anche che lo abbia dichiarato un genetista. Si precisa subito che la parola stress non deve indurre nell'errore di
pensare agli stress che investono il quotidiano di quasi tutte le persone.
L'insorgere di patologie è dovuto a traumi psico-emotivi acuti, drammatici. E,
sempre per evitare paure inutili (questi articoli si prefiggono proprio il
contrario) ripetiamo ancora che non tutti gli shock si trasformano in malattia;
dipende dall'intensità del conflitto e dalla durata. In base a quanto intenso e
a quanto lungo è stato il conflitto la fase
di riparazione sarà altrettanto intensa e impegnativa con sintomi rilevanti.
Se
il conflitto si risolve in breve tempo il corpo non avrà tempo per lavorare a
livello tissutale e conseguentemente anche la
fase riparativa sarà irrilevante. Si susseguono in questi ultimi tempi,
sorprendendo numerosi ricercatori, le notizie che più scienziati scoprono
correlazioni simili a quella del genetista Tian Xu. Ripetiamo, data
l'importanza, le recenti dichiarazioni del premio Nobel 2008 in medicina Luc
Montagnier : “I fattori psicologi sono di vitale importanza per sostenere il
sistema immunitario. E se eliminiamo questo sostegno dicendo a chi è malato che
è condannato a morire, basteranno queste parole a condannarlo.)
In un precedente articolo si è evidenziata la necessità di etica nella ricerca per evitare percorsi
e paure inutili con conseguente enorme dispendio di energie intellettuali e
finanziarie (si pensi alla recente presunta pandemia).
Si ritiene utile riportare anche le notizie pubblicate dalla
ricerca convenzionale per facilitare, attraverso la
comparazione, la comprensione delle
difficoltà delle ricerche se prescindono dall'aspetto psico-emotivo delle
persone e i conseguenti errori. A tale scopo trascriviamo un articolo
pubblicato da “Il sole24ore”dell’ 8 luglio 2007:
“Genoma di donna – Le ultime sui tumori”: “Sono più importanti il gene o
l'ambiente nel causare il cancro? Una risposta netta sarebbe attraente e se la scienza non è in grado di darla può sembrare
che non abbiano le idee chiare; o che vi sia in corso una diatriba che non
giova all'immagine della scienza e soprattutto è nell'interesse dei potenziali
pazienti che vuol poi dire poi noi tutti. Eppure non è difficile capire che la genetica e l'ambiente sono entrambi importanti.
La controversia potrebbe essere rinfocolata
da due lavori recentemente pubblicati su “Nature”
e “Nature Genetics”. Che ci siano persone ad
alto rischio genetico per il cancro del seno si sa da tempo e nel 1995 sono
stati identificati due geni chiamati BRCA1 e BRCA2. Ma non in tutte le famiglie
con eccesso di tumori del seno si trovano mutazioni di questi geni e da allora
si cerca un ipotetico gene “BRCA3”:
ebbene si sono trovati ora cinque geni che aumentano, di poco, il
rischio di cancro del seno............................................Ma dal
punto di vista pratico a che cosa serve conoscere i nomi di qualche gene in
più.?............il BRCA3, se esiste, è molto dubbio e ancora ci elude. Per il
momento è molto dubbio che trovare in una donna una di queste varianti possa
arrecarle un beneficio superiore dell'ansia che inevitabilmente comporterebbe:
ed è temibile che i rispettivi test vengano commercializzati e propugnati come
screening su vasta scala. Dobbiamo tornare allora alla questione di partenza.
Il cancro del seno insorge a causa di mutazioni del Dna che avvengono a caso:
per questo siamo tutti a rischio. Ad aumentare il rischio di base concorrono
fattori genetici e fattori ambientali.......................non possiamo
pretendere che i progressi della genetica superino rischi che da questa non
dipendono..........questo nuovo modo di identificare i fattori genetici di
rischio verrà esteso ad altri tipi di tumori e con il tempo farci inventare
nuove terapie e forse anche nuove misure preventive”.
Nessun accenno dunque ai fattori emotivi scoperti dal dr. Hamer, dal
biologo-genetista Bruce Lipton ed ora anche dal genetista Tian Xu citato da “Nature”. Quest'ultima notizia fa quindi ben
sperare in una ricerca più “olistica” che tenga conto, oltre che dei fattori
genetici e ambientali, anche di quelli psico-emotivi. E' solo questa la strada che potrà aiutare i ricercatori a
navigare in quel mare genetico senza fine che potrebbe portare l'umanità a
credere di essere nata “per caso” così come le malattie.
Pertanto riportiamo la seguente comparazione
fra le scoperte del dr. R.G. Hamer e quelle del dr. Bruce Lipton: “Le cinque
leggi biologiche e la nuova biologia
americana – Il capovolgimento diagnostico della medicina e la demolizione del programma del genoma umano: due
scoperte scientifiche diverse per un traguardo comune”(1)
“Spesso nel percorso delle scoperte scientifiche abbiamo assistito al
raggiungimento di risultati similari e complementari ottenuti, quasi
contemporaneamente, da scienziati diversi, oltre che per nazionalità, anche per
metodo di ricerca. Se questo ci fornisce da un lato la garanzia della scientificità delle scoperte, in
quanto reciprocamente comprovabili, dall'altro
ci conferma che quelle scoperte sono storicamente pronte per l'umanità. Kahlil
Gibran scrisse che non si può insegnare nulla che non sonnecchi già nell'alba
della nostra conoscenza. In questo senso possiamo dire che, grazie a due
scienziati, il dr. R.G. Hamer e il dr. Bruce Lipton, stiamo assistendo al
raggiungimento di uno straordinario traguardo comune: la definitiva prova scientifica
del coinvolgimento della psiche umana nei processi patologici e nei processi
biochimici del corpo umano.
Le conseguenze delle loro ricerche sono sconvolgenti, perchè con le scoperte
del dr. Hamer viene ribaltata la diagnostica
della medicina, mentre con la nuova biologia
americana del dr. B. Lipton viene annullato il determinismo meccanico
cellulare. I risultati raggiunti, l'uno in medicina, il secondo in biologia, si
avallano reciprocamente e soprattutto aprono la
strada ad uno straordinario percorso di rivalutazione dell'individuo e della
sua componente psichica. Le due scoperte nascono sulle ceneri di un metodo
scientifico di ricerca giunto ormai al capolinea. Ci riferiamo al sistema di
indagine riduzionistica sinora adottata da quasi tutti i settori della ricerca.
Possiamo convenire che, con l'Illuminismo e il Rinascimento, l'uomo si sia dato
delle nuove linee guida per lo studio della natura e dei fenomeni biochimici.
Venne abbandonata ogni connessione di indagine riferita a contenuti
interpretativi esoterici e religiosi, adottando invece i criteri della
verificabilità e riproducibilità dei fenomeni per la
classificazione di leggi certe e quindi ritenute scientifiche. Questa missione,
del tutto condivisibile ed encomiabile, trova la
sua massina identificazione nella frase pronunciata da Francis Bacon nel 1543:
“L'uomo dovrà dominare la natura”. Da allora
ad oggi la ricerca non ha più arrestato
questo sistema di indagine cercando di analizzare sempre più a fondo ogni
fenomeno e reperto, avvalendosi di strumentazioni sempre più sofisticate.
Questo sistema di indagine riduzionistica, ribadiamo validissima ed efficiente
nello scopo e nel merito, ha trovato però il suo limite e capolinea proprio nel
metodo della strumentazione adottata. Infatti sia che si riferisca al primo
rudimentale microscopio sia che ci si avvalga dei recenti e modernissimi
sistemi (TAC, PET, scintigrafia, microscopi elettronici) questo metodo di
indagine non può riguardare ciò che non si vede. Mentre solo ciò che si vede
viene considerato e quindi connesso ad una causa o ad un evento.
Ed è proprio sulla scorta di questo metodo che stiamo assistendo a tutte le
ipotesi di connessione tra eventi del corpo umano e strutture del DNA, secondo
il programma del genoma umano. La
conseguenza inevitabile è l'attuale concezione del determinismo meccanico della
cellula. E' un po' come se considerassimo le cellule del corpo umano del tutto
avulse dalla nostra volontà e dal nostro agire, rimanendo noi impotenti ad
osservare il loro comportamento. Per cui, quali vittime predestinate dal
destino, quasi per fortuna o sfortuna, non ci resta che attendere e osservare
l'evoluzione decisa dalle nostre 53 trilioni di cellule. Per converso tutto ciò
che non trova posto in un vetrino di laboratorio, e quindi in primo luogo la psiche umana, non viene in alcun modo messo in
relazione con l'evento organico.
Si comprende quindi perchè lo studio dell'individuo in quanto recettore ed
effettore di momenti emozionali e psichici sia stato oggetto di materie
scientifiche definite psicologia o psichiatria, staccate dal mondo clinico
della medicina o della biologia. Un riferimento vago ad una connessione tra le
differenti discipline lo ritroviamo solo quando sentiamo dire dalla medicina
ufficiale che “lo stress” in qualche modo incide sulla nostra salute,
ammettendo velatamente che quella “cellula”, pur nel suo programma
predeterminato da una sequenza dei nucleotidi del suo DNA cambia …..in
qualcosa! Credo che mai parola e mai connessione più vaghe siano state dette in
un panorama di ricerca scientifica. Quale
persona al giorno d'oggi può dichiararsi non stressata dalla vita moderna? Non
per questo ci si ammala e non basta certo andare a ricercare qualche
ultracentenario tra i contadini di qualche paese remoto sulla terra per ricollegare
una situazione di longevità al non-stress. E' pur vero che sino ad oggi si è
cercato, in diversi modi e attraverso vari settori della ricerca, una possibile
connessione tra la psiche e l'organo, vedi
ad esempio la psicosomatica, la PNL, la
Medicina Cinese, la Metamedicina.Ma nessuno
aveva trovato la riproducibilità e la verificabilità propri di una connessione scientifica.
“Ma tanto tuonò finchè piovve”. Il dr. Bruce Lipton, scienziato biologo, ormai
di fama internazionale, sta portando avanti in America la divulgazione della sua scoperta. Come tutti gli
scienziati che si sono occupati del programma del genoma umano, per cui tutto
viene ricondotto alla struttura del DNA, è partito dalla considerazione base
del dogma scientifico elaborato dopo la
scoperta del DNA da parte di Watson e Crick nel 1953: DNA – gene fisso – RNA –
riproduzione del gene nel citoplasma -proteine – sintesi riproduttiva.
Secondo questo schema il DNA dunque sarebbe le fonte di ogni segnale da cui si
origina il comportamento e la riproduzione
della cellula. Questa conclusione è in effetti l'unica consentita da un sistema
di indagine che, pur nella sua valenza scientifica
presenta il grosso limite, nella ricerca del rapporto causa-effetto, proprio
nell'impostazione riduzionistica. Mentre l'attribuzione di un'attività propria
del gene del DNA è solo una deduzione della visione di un determinismo
meccanico autonomo della cellula. E’ come se un extraterrestre che volendo
sapere la causa dell'incendio delle case
sulla terra si limitasse ad osservare chi sta intorno ad una casa che brucia.
Dopo aver analizzato a supporto del valore statistico circa 100 incendi ed aver
visto sempre la presenza dei pompieri,
mentre cambiano proprietari e curiosi, si vedrebbe costretto a sostenere che la causa degli incendi sono appunto i pompieri.
Allo stesso modo sostenere che il 25% dei carcinomi al seno può essere
attribuito alla mutazione di due geni autosomici (BRCA1 e BRCA2) non può
ritenersi una prova scientifica del tumore
al seno. In primo luogo perchè una percentualizzazione di un evento non ci
fornisce alcuna prova di riproducibilità scientifica,
ma soprattutto perchè, come rileva il dr. Lipton, siamo in effetti di fronte ad
una mutazione del gene causata da un altro
evento, sinora mai considerato: il segnale esterno alla cellula. Le
osservazioni del biologo americano nascono da un diversa, ma quanto mai
semplice, osservazione del fenomeno biochimico. Una cellula trova ogni fonte di
sostentamento e di vita non dal nucleo centrale, ma dalla membrana esterna.
Infatti è risaputo che se ad una cellula viene tolto il suo nucleo, essa
continua a sopravvivere. Mentre se vogliamo la
morte di una cellula dobbiamo operare sulla lisi della doppia membrana
fosfolipidica.
Inoltre, e soprattutto, il dr. Lipton osserva che proprio sulla membrana
esterna di ogni cellula troviamo la PIM
(proteine integrali di membrana) veri e propri canali recettori ed effettori
per l'entrata e l'uscita di segnali. La
sequenza dei nucleotidi di un DNA dunque viene a subire delle varianti e delle
modificazioni proprio dai segnali esterni. Questi segnali non si riducono solo
a molecole biochimiche, ma comprendono anche tutte quelle immissioni di energia
determinate dalle sinapsi dei neuroni, che se vogliamo possiamo ancora
ricondurre a reazioni biochimiche, ma che in effetti possiamo più facilmente
ricollegare alle emozioni e stati psichici provati dall'individuo. In sostanza la sequenza del processo biochimico del DNA non
vede quest'ultimo l'artefice primo dei meccanismi cellulari, ma semplicemente
un raccoglitore ed elaboratore di informazioni esterne. Un po' come l'hardware
di un computer che, in base ai dati ricevuti, immagazzina ed elabora i
programmi futuri.
Le conseguenze sono di tutta evidenza: il DNA non è un “signore” che regola in
modo predeterminato, a suo piacimento e a nostra insaputa, il divenire delle
nostre cellule, ma è una meravigliosa struttura atta a regolare e mediare i
segnali esterni, il tutto in un perfetto coordinamento con la vera centrale del nostro corpo: il cervello.
Per capire come questa fenomenologia biochimica si traduca in un processo
fisiologico, definito salute o malattia, troviamo la
risposta negli studi del Dr. Hamer. Il dr. Hamer, dopo la morte violenta e improvvisa del figlio, non si
accontentò di sentirsi dire che a causa dello “stress” subito, una “cellula
impazzita” avrebbe deciso di scatenare un tumore al suo testicolo. Dopo
continui riscontri nello studio di TAC cerebrali trovò la presenza dei focolai nel cervello che dimostravano
la connessione tra evento psichico e organo.
Da questa scoperta la sua ricerca ricevette
un impulso del tutto nuovo, ma il metodo d'indagine era del tutto diverso
rispetto a quello di un esame con un microscopio: occorreva chiedere al
paziente cosa gli fosse accaduto.
Ci vollero pochi anni per mettere insieme il mosaico, ma dallo studio sinergico
dell'embriologia e della filogenesi il dr. Hamer arrivò a dimostrare
scientificamente la causa vera (il dr.
Lipton direbbe il segnale esterno) che determina un cambiamento cellulare: il
collegamento psiche-cervello-organo. Le scoperte del dr. Hamer confermano
quindi la correlazione tra evento-segnale
esterno e riflesso organico, ma il vero significato e portata di questa
scoperta vanno al di là della semplice osservazione delle cause psichiche. La vera rivoluzione epocale che consegue alle
leggi biologiche scoperte dal medico tedesco è la
nuova accezione del significato del termine malattia. Da sempre la malattia è stata intesa come un errore della
natura, al quale l'uomo-medicina deve porvi rimedio e i rimedi sinora proposti
sono stati infiniti, ma tutti e comunque impostati sul principio suddetto del
“brutto male”. Inoltre ogni sintomo del male, che sia proliferazione o
riduzione cellulare, dolore o gonfiore, febbre o infiammazione viene trattato
come “sbaglio” della cellula e allora l'obbiettivo sinora ricercato non può che
essere unico: eliminare il sintomo. Dalla nuova accezione del rapporto
causa-effetto scoperta e convalidata dalle ricerche citate ne consegue il nuovo
modo di intendere il termine malattia: un Programma Speciale Biologico Sensato.
Per un'esposizione migliore del concetto rimandiamo il lettore più esigente ai
testi di Hamer .
Il Programma Speciale viene attivato da un evento shock, che ci coglie
impreparati, acuto, drammatico e vissuto con un senso di isolamento. Questo
momento è stato definito dal dr. Hamer DHS (Sindrome di Dirk Hamer) che ci
porta immediatamente in uno stato di simpaticotonia, per lo più asintomatico,
ma caratterizzato da una fase fredda: mani e piedi freddi, con difficoltà di
dormire la notte. Dopo la soluzione del conflitto psichico si manifesta la fase successiva, proporzionale per intensità e
durata alla precedente, e definita vagotonica, con evidenti sintomi di dolori,
gonfiori e febbre. Questa seconda fase è intervallata da un momento di ritorno
alla fase di simpaticotonia, determinata da una necessità di riequilibrio del
corpo umano, prima di attuare la fase ultima
di vagotonia e riportarci in carreggiata. Si resta attoniti quando
l'applicazione di queste scoperte diventa oggetto di continue verifiche le cui
conclusioni portano il ricercatore a riconoscere la
loro validità dimostrando ed avvalorando così il termine di Leggi Biologiche. La storia ci insegna che le rivoluzioni non
passano indolori ma alla fine il tempo e la
forza degli uomini liberi hanno sempre avuto ragione.”
Il suindicato articolo del “Il sole 24 ore” evidenzia che, per ora, si pensa
che “il cancro del seno sia dovuto a mutazioni del DNA che avvengono per caso”
Le scoperte del dr. Hamer invece rilevano che il tumore del seno è quasi sempre
dovuto ad un trauma psichico. Nel caso di tumore della ghiandola mammaria si
tratta generalmente di un conflitto madre/figli, verso partner, verso il
“nido”: Essendo la ghiandola mammaria legata
al foglietto embrionale del mesoderma antico il tumore prolifera in conflitto
psichico attivo e, cessato il conflitto psichico, si arresta la proliferazione e viene ridotto dai micobatteri
o si incista. L'immaginazione scatenata dal conflitto psichico dà ordine al
cervello di attivare la ghiandola mammaria
per produrre più latte utile a salvare la
vita delle persone che si avvertono in pericolo.
Nel caso invece di carcinoma duttale, ovvero carcinoma dei dotti galattofori
(dei dotti dove passa il latte) durante il conflitto psichico attivo i dotti si
ulcerano e riparano dopo la cessazione del
conflitto . In questo caso i noduli si trovano solo nella fase di riparazione.
Si tratta generalmente di conflitti di separazione dal partner, dai figli,
genitori, parenti o persone vicine. L'ulcerazione dei dotti si produce allorchè
l'immaginazione scatenata dal trauma psichico ordina al cervello di ulcerarli
per lasciar scorrere quel latte che non serve più ad alimentare quel partner,
quel figlio,quella persona a cui si è legati (si sono riscontrati casi in cui
il conflitto psichico è stato scatenato dalla morte di un animale a cui la persona era molto legata). Il cervello non
distingue tra realtà e immaginazione. Pertanto, come già spiegato nei capitoli
precedenti, nelle persone, a differenza degli animali, quasi tutti questi
traumi sono dovuti a fatti immaginativi, ovvero virtuali.
Le terapie possono essere infinite ma se si attua una corretta diagnostica la medesima diventa già di per sé parte importante
dell'atto terapeutico.
Paola
Botta Beltramo
-gruppo teosofico biellese
(1) C. Trupiano – Rivista scientifica Psiche-Cervelli-Organi n.1 /2006
Per la lobotomia ci ha già pensato autonomamente.
RispondiEliminaLa domanda è: "ma quanto è criminale il medico che ha assecondato questa sorta di prevenzione a dir poco demenziale".
E' come se un uomo a causa di alcuni fattori di rischio si facesse RIMUOVERE LA PROSTATA in via preventiva.
Poveretta... non lo sa che da quando nixon dichiarò guerra al cancro nel lontano 1971 allora gli ammalati di cancro erano 1/10 mentre oggi, sono 1/3 ?!?
E' aumentato il "gene" o sono peggiorate le condizioni ambientali (ecologiche, psicologiche e nutritive) per cui i fattori di rischio influenzano pesantemente l'espressione del fenotipo?!
Vuole essere un esempio ed allora dica al suo governo di spendere i soldi per la ricerca, sanità e scuola invece di buttarli in armi alla ricerca di inesistenti terroristi.
Mi dispiace che la "teosofa" Paola Botta Beltramo, nella sua approfondita disamina, abbia trascurato un piccolo particolare: la storia familiare della Angelina Jolie.
RispondiEliminaInfatti sia la madre Marceline sia la zia Debra dell'attrice hanno passato un calvario di parecchi anni (morte una a 56 anni l'altra a 61) oltre alla nonna Lois ed alla bisnonna Virginia, con lo stesso male: che avrebbe dovuto fare Angelina, aspettare a piè fermo di di fare una fine dolorosa, dando stress a sè ed ai parenti stretti?
Quindi facendoli diventare degli ulteriori soggetti a rischio di cancro?
Credo che ci si dovrebbe calare nei panni delgi altri se si intende sindacare delle loro scelte "personali" (infatti la Jolie non ha costretto quancun altro a fare qualcosa ma ha solo agito su se stessa, per accompagnare, assistere, osservare i propri figli più a lungo possibile), ed a tale proposito mi piace ricordare un detto pellerossa: "Prima di giudicare come qualcuno cammina, porta i suoi mocassini per un miglio".