Sono
le persone a reddito fisso (lavoratori o pensionati) la categoria che più di
altre paga il prezzo della crisi. Un’ulteriore conferma arriva dal bilancio de
«La scialuppa», la fondazione anti usura della Cassa di risparmio di Torino,
nata proprio per aiutare coloro che sono a rischio strozzinaggio.
Con il passare dei mesi le difficoltà aumentano: nel 2011
erano state 39 le persone che si erano rivolte per avere un aiuto nel gestire i
propri (pochi) soldi e i tanti debiti, l’anno scorso sono state 63. E di queste
34 sono lavoratori dipendenti privati o pubblici, 8 pensionati, 7 disoccupati e
un cassaintegrato. Poi 12 titolari di aziende e un libero professionista.
I problemi sono comuni: difficoltà a pagare il mutuo
della casa, l'affitto e le bollette, impegni verso Equitalia in scadenza. «Lo
scopo della Fondazione - spiega Giovanni Pacini, uno dei consulenti bancari che
ricevono ogni mercoledì mattina alla Camera di commercio - non è quello di dare
denaro, ma assistenza tecnica per trovare una soluzione che eviti il rischio di
cadere vittima degli usurai».
Una dozzina di anni fa l’indebitamento delle famiglie non
superava i 15 mila euro. Oggi nei casi migliori arriva a 40 mila con punte che
superano i 100. Le cause del fenomeno sono tante: banche e finanziarie con le
loro campagne di finanziamenti facili, le carte di credito revolving (cioè con
rimborsi rateali) , gli acquisti con pagamenti periodici a lunga scadenza e la
cessione del quinto di stipendio definita deleteria.
«Purtroppo - conclude Pacini - troviamo scarsa
collaborazione nelle istituzioni. Gli istituti di credito sulla piazza
provinciale non hanno mai risposto alle nostre richieste di incontri.
Da
sindacati, patronati e Caf invece abbiamo ricevuto soltanto vaghe promesse».
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