In
sintesi
Come se ne esce?
Semplicemente abbandonando immediatamente la opzione della triplice
deregulation (borsistica, valutaria e doganale) adottata nei vigenti trattati
europei in ossequio al liberismo più ottuso ed estremo.
Solo
così, infatti, si possono varare manovre keynesiane di sostegno dei mercati
interni bloccando alla radice, nel contempo, sia la emorragia di capitali che
la speculazione interna e internazionale che sempre accompagnano ogni svolta
keynesiana.
E’
possibile contenere l’inflazione con adeguate misure di calmierazione e perfino
neutralizzarla completamente nei rapporti esterni con svalutazioni che
accompagnino il differenziale d’inflazione residuo, per esempio tra Stati Uniti
e Unione Europea.
La
prevedibile speculazione borsistico-valutaria può essere bloccata da adeguati
vincoli; le esportazioni di capitali e le delocalizzazioni contrarie
all’interesse nazionale possono essere
contenute all’interno della UE dai vincoli valutario-doganali. Si potrà
cos finalmente fondare la ricostituzione del sistema produttivo europeo sulla
base della sua domanda interna, in regime di pareggio tendenziale
dell’export-import.
La
domanda interna può a sua volta essere finanziata in due modi:
sia
stornando risorse dai ceti possidenti, verso le fasce medio-basse, con riforme
a costo-zero quali la riforma fiscale progressiva e patrimoniale, o
calmierando i canoni di locazione delle grandi proprietà immobiliari piuttosto
che gli interessi bancari e i premi assicurativi; sia finanziando la spesa
pubblica con bond collocati a tassi netti minori o uguali a zero presso le
banche pubbliche. Perfino l’attuale trattato di Lisbona consente alla
BCE di prestare allo 0,50%, esattamente come li presta a tutte le banche
private dell’eurozona (è così che fanno regolarmente i tedeschi), o “alla
giapponese”, ossia forzosamente e al medesimo tasso, presso le banche private
che operano nei vari territori nazionali, quale prezzo della licenza bancaria.
Ciò che pesa del debito pubblico, infatti, non è il suo valore assoluto, o il
suo rapporto con il PIL, ma solo l’ammontare degli interessi annui netti e
sempreché questi siano alti e protratti nel tempo. L’assurdo consiste oggi nel
collocarli sui mercati finanziari, notoriamente speculativi. E’ la trappola dello spread. Per quanto
concerne l’Italia basterebbe riportare in mano pubblica la Cassa Depositi e
Prestiti, o creare un polo bancario pubblico in grado di ricevere il denaro al
tasso praticato dalla BCE per le banche private e si otterrebbe un risparmio secco
di 80 dei circa 90 miliardi € di soli interessi che vengono ogni anno regalati
alla speculazione
E’
chiaro che abbandonare le tradizionali ricette liberiste in favore di queste
ricette anti-liberiste, vuol dire fare l’interesse della stragrande maggioranza
della popolazione. E’ chiaro che, se queste misure venissero adottate dai 17
della Unione Europea, si dovrà regolare al loro interno il pareggio tendenziale
dell’import-export, che oggi registra uno sbilancio di circa 150 mld. € l’anno
dai PIGS verso la Germania. Se i paesi dell’euronord non fossero d’accordo, le
stesse misure possono essere adottate di comune intesa dai PIIGS, cui potrebbe
e dovrebbe associarsi la Francia: per questa parte dell’Europa c’è la necessità
di avere un euro “vero”, corrispondente ai loro interessi.
In Synthesis
How do we get out of is? Simply by immediately
abandoning the option of triple deregulation (Stock markets, currency, and
customs) adopted by the existing European treaties in compliance with the most
obtuse and extreme liberalism.
In fact, this is the only way to launch Keynesian
financial measure to support the internal markets by blocking at the source
both the hemorrhaging of capital and internal and international speculation
that always accompany any Keynesian turn.
It is possible to limit inflation with adequate
moderating measures and even completely neutralize it in relation with
devaluations that accompany the differential in residual inflation, for example
between the Unites States and the European Union.
The predictable stock market-currency speculation can
be blocked by appropriate constraints; capital exports and relocations that go
against national interest can be contained within the EU by currency-custom
constraints. Through this it will be possible to reconstitute the European
productive system based on domestic demand, maintaining the balance between
import/export.
The domestic demand can be financed in two ways:
By diverting resources from upper to the medium-low
classes, with zero-cost reforms such as progressive and patrimonial tax reform,
or moderating rent on large real-estate properties, or on interest and
insurance rates; or by funding public spending with bonds, with net interests
rates below or equal to zero, placed with public banks.
Even the current Treaty of Lisbon allows the ECB to
provide loans at 0.50%, exactly as is done with all the private banks in the
Euro Zone (This is what Germany regularly does), or “as the Japanese”, that is,
forcibly and at the same interest rate with private banks that operate in the
various national territories, as a return for their banking license. What
weighs on public debt is not its absolute value, nor its relation with the PIL,
but only the total amount of the annual net interest, provided that they are
high and protracted in time. What is absurd is placing them on the financial
markets, which are notoriously speculative. It’s the spread trap. As far as
Italy is concerned, it would be sufficient to put the Cassa Depositi e Prestiti
back in public hands, or the creation of a public banking pole that can receive
money at the same rates offered to private banks by the ECB. This would result
in a savings of approximately 80 billion of the 90 billion euro that every year
is lost in speculation.
Clearly, abandoning traditional liberal recipes in favor of the
anti-liberalist recipes would mean acting in the interest of the vast majority
of the population. It is clear that, if these measures were to be adopted by
the 17 members of the EU, the balance between import/export must be regulated
internally, seeing as how of today there is imbalance of approximately 150
billion euro per year between PIGS and Germany. If the countries in
“Euro-North” do not agree, the same measures can be put in place in accordance
with PIGS (which France could and should join): This part of Europe needs to
have a “real” Euro, which corresponds to their interests.
Nando Ioppolo
Eccellente: è anche ciò che dice la ME-MMT http://memmt.info
RispondiEliminaGrazie per il Vostro lavoro e impegno
Il mio testo "is blowing in the wind" è sparito, a cura di una manina misteriosa. Tento di ripeterlo e condensarlo in poche parole:
RispondiEliminaI dettami di Ioppolo sono corretti persino nel rispetto dei trattati europei, elaborati dalle banche. Ma neppure quelli vengono presi in considerazione. dato che l'Italia dev'essere distrutta.
Io sarei più radicale: Eliminazione completa della pratica dell'interesse, specialmente di quello composto che è una vera e propria truffa. (capitalizzazione dell'interesse precedente, trasformato in nuovo debito sul quale calcolare nuovi interessi), specialmente considerando che l'interesse aumenta col passare del tempo, sino a diventare impagabile. Il denaro è un'unità di misura, come il kilogrammo o il kilometro, non un bene in sè che possa essere incrementato con addizioni arbitrarie. Si tratta di una truffa. Non a caso le antiche religioni proibivano la pratica dell'interesse e persino Mosè nell'Esodo del Vecchio testamento ne proibiva la pratica quando si facevano prestiti agli israeliti. Solo a loro però, non agli altri, ai gentili.