Si avvicina il momento
in cui – grazie alla crisi che chiede risposte concrete subito – gli italiani
incominceranno a interrogarsi in maniera realistica circa la loro identità e il
loro posto nel mondo.
Ritengo che il posto dell’Italia nel mondo non abbia più ragione d’essere in
una qualsiasi alleanza militare o comunque di blocco.
La guerra fredda è finita nel 1991, il blocco ” nemico” è sciolto, anche se c’è
chi sta faticosamente cercando di creare altri blocchi di cui ergersi a leader.
Desidero riassumere grossolanamente gli elementi base di questa scelta per
innescare una meditazione su questo tema in coincidenza col periodo feriale che
ci darà qualche giorno di tregua dalle fatiche di ogni giorno.
La base del ragionamento
è fatta per analogia con la dichiarazione di ” Roma città aperta” fatta durante
la seconda guerra mondiale. Esistono tesori di cultura che non possono essere
sacrificati. Se lo ha capito la monarchia fascista, possono capirlo anche
altri.
Ecco un aiutino
CONSIDERAZIONI
CULTURALI: l’Italia ha sul proprio territorio almeno il 60% dei beni culturali
esistenti al mondo e l’80% del patrimonio culturale dell’occidente.
Questi beni non possono essere preservati se il nostro territorio venisse
coinvolto un una guerra. Opere di pittura, architettura, reperti archeologici,
storici, biblioteche, musei, andrebbero persi per sempre.
L’esempio della Abbazia di Montecassino distrutta nel 1944 solo perché la sua
immobile serenità dominante gli eventi bellici dava ai nervi ai generali che
combattevano nella vallata, è illuminante. Non è possibile fare eccezioni : o
si evita il combattimento nelle zone culturalmente importanti o si distruggono
beni culturali non sostituibili. Si cancellerebbero molte tracce della storia
umana.
L’Italia intera è da considerarsi zona culturalmente importante. Un Patrimonio
dell’Umanità.
CONSIDERAZIONI
RELIGIOSE: l’Italia ospita la sede centrale della – ancora per poco – maggiore
religione mondiale in termini numerici. Si tratta della religione che ha ”
inventato” la non violenza , anche se per secoli non l’ha praticata.
La religione cattolica ( = universale) attraversa quasi tutti i paesi del
mondo, rappresenta oltre un miliardo di persone appartenenti certamente a tutti
i paesi eventualmente coinvolti in una qualsiasi guerra e sarebbe l’unica
istanza di mediazione possibile perché l’ONU situata negli Stati Uniti, sarebbe
certamente posizionata in un paese belligerante, dato che dal XX secolo gli USA
sono stati coinvolti direttamente in tutte le guerre occorse, tranne tre: quella
Anglo Boera, quella civile spagnola e quella anglo argentina della Tatcher.
La scelta neutralista dell’Italia darebbe nuovo slancio al cattolicesimo e
sostanza all’idea d’Europa .
Personalmente ho una mia religiosità individuale e l’Europa mi ha deluso, ma
non disconosco la forza trainante di queste due idee-forza che possono
coesistere e senza le quali l’Idea di unificare il continente è un nonsenso.
CONSIDERAZIONI
GEOPOLITICHE : di fatto, l’Italia è ormai tornata ad essere una espressione
geografica ( non solo l’Italia, tutta la UE) , le sue esigenze geopolitiche
mediterranee sono state disattese .
Il suo tradizionale spazio di influenza, diviso tra Inghilterra e Turchia.
Non avendo interessi diretti da difendere, non si vede perché o per chi
dovremmo batterici.
La nostra posizione
geografica é strategica come ponte commerciale e di scambi con i paesi del
mediterraneo e andrebbe sfruttata a fondo, vista la crisi e visto che almeno
sei paesi rivieraschi saranno grandi produttori di petrolio entro tre anni.
A far maturare questa scelta neutralista contribuirebbero involontariamente
anni di propaganda ” disfattista” finanziata dagli alleati negli anni 40 e dai
vari movimenti della pace cessati improvvisamente ( lo avete notato?) con la
fine dell’URSS.
Le popolazioni delle
potenze alleate ed europee vivrebbero un eventuale annunzio del disimpegno
italiano come una notizia scontata vista “la scarsa disposizione alla guerra”
che ci viene attribuita. Il paese diventerebbe attrattivo per gli investimenti
stranieri come lo sono Svizzera e Austria.
Sul piano difensivo, il nostro ” fronte nord” sarebbe in gran parte coperto
dalla Svizzera e dall’Austria ( che è impegnata alla neutralità in virtù del
trattato di pace seguito al secondo conflitto mondiale) .
Resterebbero ” vulnerabili” la frontiera ex Jugoslava e quella francese,
entrambe incorporate nelle UE e quindi indirettamente “protette.”
Sul fronte del mare, non
registriamo tentativi di invasione armata dal tempo della battaglia di Lepanto
( 1571), se si eccettuano gli sbarchi alleati del 43 fatti da potenze non
mediterranee.
La nascita, nel cuore
dell’Europa di un terzetto di paesi che dichiarino la propria neutralità e
siano disposti a difenderla, aprirebbe all’Europa intera una prospettiva
imitativa che darebbe a tutta la ” Eurozona” una vocazione e una visione
suscettibili di dare una valenza ideale a quella che per ora è un’accozzaglia
di bottegai spilorci.
Adenauer chiamava spregiativamente la Germania est ” Die zone” la zona.
La Merkel e i suoi soci fanno lo stesso con tutto il continente. Compra e taci.
Ripeto: se non cercassimo di costruire un nuovo modello di civiltà , la
costruzione dell’Europa sarebbe limitata a un corpo senza vita.
LA NOSTRA VOCAZIONE: fin
dal tempo della Repubblica Romana, gli italiani hanno mostrato una spiccata
vocazione universalista. Prima , Cesare, con le armi. Poi , dopo l’impero, con
la religione cattolica, ossia universale. Poi ancora con le Università, le
leggi, il Rinascimento, le banche, i grandi navigatori, l’arte, la musica. Tutto
è nato in Italia. Tutto quel che abbiamo inventato è stato mutuato dagli altri
popoli perché aveva una impronta universale. Persino nel campo della malavita,
abbiamo creato organizzazioni a livello mondiale ( ben quattro, contro una
cinese…) .
È il momento di
smantellare il modello di funzionamento imposto dalla tecnologia e dal
complesso militar-industriale, se volete anche per ragioni morali, ma
sopratutto perché non conviene.
Poteva andar bene duemila anni fa. Il dividendo della pace rende di più.
IL DISINTERESSE VERSO LA
POLITICA È DISGUSTO E VOGLIA DI NEUTRALITÀ : come mai uno dei popoli più
intelligenti del mondo, dopo aver insegnato a tutti i popoli come si fa
politica, ora offre lo spettacolo del disinteresse fino all’autolesionismo?
È il rifiuto collettivo e non violento di partecipare a ulteriori mattanze. È
il rifiuto di dare i propri figli in olocausto a Sabaoth il dio degli eserciti.
È il tentativo di comunicare il desiderio di neutralità nelle lotte tra popoli
barbari il cui contributo alla civiltà è stato la bomba atomica e che ancora
usano le armi per ogni disputa; è il rifiuto di accettare l’etica protestante
del ” io sono ricco perché Iddio mi ama e tu sei povero perché devi scontare i
tuoi peccati”.
Favorevoli alla politica delle alleanze sono solo i governanti che – nuovi
Erode – hanno bisogno dell’appoggio straniero per reggersi contro la volontà
dei loro popoli e non esitano a sacrificare gli innocenti.
UNA ITALIA NEUTRALE
potrebbe attrarre capitali come la Svizzera; potrebbe attrarre le sedi delle
grandi organizzazioni internazionali a partire dalla sede centrale dell’ONU –
la maggioranza dei paesi vuole fuggire da New York – come sta facendo Vienna
nella neutrale Austria.
Il focus della nostra economia diverrebbe la politica culturale : archeologia,
studio delle lingue, ricerca medica, turismo e tempo libero invece di stanziare
miliardi per Finmeccanica che finanzia la progettazione di aerei ( che si
svolge all’estero) e riceve in cambio ( quando va bene) commesse di poco più
che carpenteria metallica.
Risparmieremmo i fondi che spendiamo annualmente per la NATO e le spedizioni
all’estero in nome e per conto terzi, aliquote di truppe potrebbero ricostruire
il Genio Civile che un tempo gestiva i lavori pubblici, oggi sentina di corruzione
sistematica.
La Svizzera ha un esercito di tutto rispetto che in cinquecento anni nessuno ha
più sfidato.
L’Austria sta silenziosamente diventando un importante centro finanziario come
ben sanno i politici che vi ” inguattano” i loro fondi neri.
Le Nazioni Unite scelgono sempre più spesso Vienna come sede dei loro organismi
decentrati.
Noi abbiamo più sole, più spazio, più interlocutori mondiali a partire dal
Vaticano , dalla FAO , L’IFAD, il Programma alimentare mondiale ( PAM).
Anche la Svizzera ha la sua parte di organismi internazionali.
Noi abbiamo la FAO e collegate, ma sono l’eredità della iniziativa di un
privato ( ebreo-russo-americano) il signor Lubin , che riuscì a farsi
patrocinare da Vittorio Emanuele III nel 1908 una iniziativa mondiale di raccolta
di dati sulla produzione agricola mondiale e che funzionò, alimentata dalle
potenze coinvolte, persino durante la prima guerra mondiale.
Una oasi di
neutralità.
Antonio de MartiniFONTE: http://corrieredellacollera.com
si ma come si farebbe? come potrebbe iniziare tutto questo? molto interessante , ma manca quella parte, purtroppo è la parte che tutti quelli che trattano l'argomento lasciano e non capisco sinceramente il perchè. mi piacerebbe sapere come si mettono in pratica tutte queste belle idee, se ne sentono molte sul web ma nessuno affronto il punto in cui si dovrebbe parlare sul COME!! e soprattutto chi decide il COME?
RispondiEliminaElia come faccio a votare per un degno candidato a Monza-Brianza.
RispondiEliminaV
oi avete una vostra lista prefferita che esprime quello che tu dici nel tuo blog?
Non vedo il suo email per comunicazione.
saluti,
Enzo