venerdì 14 dicembre 2012

TOGLIAMOCI L’ELMETTO, LA GUERRA È FINITA: L’ITALIA POTREBBE PRENDERE ESEMPIO DALLA PROSPERITÀ SVIZZERA E DICHIARARSI NEUTRALE



Si avvicina il momento in cui – grazie alla crisi che chiede risposte concrete subito – gli italiani incominceranno a interrogarsi in maniera realistica circa la loro identità e il loro posto nel mondo.
Ritengo che il posto dell’Italia nel mondo non abbia più ragione d’essere in una qualsiasi alleanza militare o comunque di blocco.

La guerra fredda è finita nel 1991, il blocco ” nemico” è sciolto, anche se c’è chi sta faticosamente cercando di creare altri blocchi di cui ergersi a leader.
Desidero riassumere grossolanamente gli elementi base di questa scelta per innescare una meditazione su questo tema in coincidenza col periodo feriale che ci darà qualche giorno di tregua dalle fatiche di ogni giorno.

La base del ragionamento è fatta per analogia con la dichiarazione di ” Roma città aperta” fatta durante la seconda guerra mondiale. Esistono tesori di cultura che non possono essere sacrificati. Se lo ha capito la monarchia fascista, possono capirlo anche altri.
Ecco un aiutino


CONSIDERAZIONI CULTURALI: l’Italia ha sul proprio territorio almeno il 60% dei beni culturali esistenti al mondo e l’80% del patrimonio culturale dell’occidente.
Questi beni non possono essere preservati se il nostro territorio venisse coinvolto un una guerra. Opere di pittura, architettura, reperti archeologici, storici, biblioteche, musei, andrebbero persi per sempre.
L’esempio della Abbazia di Montecassino distrutta nel 1944 solo perché la sua immobile serenità dominante gli eventi bellici dava ai nervi ai generali che combattevano nella vallata, è illuminante. Non è possibile fare eccezioni : o si evita il combattimento nelle zone culturalmente importanti o si distruggono beni culturali non sostituibili. Si cancellerebbero molte tracce della storia umana.
L’Italia intera è da considerarsi zona culturalmente importante. Un Patrimonio dell’Umanità.


CONSIDERAZIONI RELIGIOSE: l’Italia ospita la sede centrale della – ancora per poco – maggiore religione mondiale in termini numerici. Si tratta della religione che ha ” inventato” la non violenza , anche se per secoli non l’ha praticata.
La religione cattolica ( = universale) attraversa quasi tutti i paesi del mondo, rappresenta oltre un miliardo di persone appartenenti certamente a tutti i paesi eventualmente coinvolti in una qualsiasi guerra e sarebbe l’unica istanza di mediazione possibile perché l’ONU situata negli Stati Uniti, sarebbe certamente posizionata in un paese belligerante, dato che dal XX secolo gli USA sono stati coinvolti direttamente in tutte le guerre occorse, tranne tre: quella Anglo Boera, quella civile spagnola e quella anglo argentina della Tatcher.
La scelta neutralista dell’Italia darebbe nuovo slancio al cattolicesimo e sostanza all’idea d’Europa .

Personalmente ho una mia religiosità individuale e l’Europa mi ha deluso, ma non disconosco la forza trainante di queste due idee-forza che possono coesistere e senza le quali l’Idea di unificare il continente è un nonsenso.

CONSIDERAZIONI GEOPOLITICHE : di fatto, l’Italia è ormai tornata ad essere una espressione geografica ( non solo l’Italia, tutta la UE) , le sue esigenze geopolitiche mediterranee sono state disattese .
Il suo tradizionale spazio di influenza, diviso tra Inghilterra e Turchia.
Non avendo interessi diretti da difendere, non si vede perché o per chi dovremmo batterici.


La nostra posizione geografica é strategica come ponte commerciale e di scambi con i paesi del mediterraneo e andrebbe sfruttata a fondo, vista la crisi e visto che almeno sei paesi rivieraschi saranno grandi produttori di petrolio entro tre anni.
A far maturare questa scelta neutralista contribuirebbero involontariamente anni di propaganda ” disfattista” finanziata dagli alleati negli anni 40 e dai vari movimenti della pace cessati improvvisamente ( lo avete notato?) con la fine dell’URSS.

Le popolazioni delle potenze alleate ed europee vivrebbero un eventuale annunzio del disimpegno italiano come una notizia scontata vista “la scarsa disposizione alla guerra” che ci viene attribuita. Il paese diventerebbe attrattivo per gli investimenti stranieri come lo sono Svizzera e Austria.

Sul piano difensivo, il nostro ” fronte nord” sarebbe in gran parte coperto dalla Svizzera e dall’Austria ( che è impegnata alla neutralità in virtù del trattato di pace seguito al secondo conflitto mondiale) .
Resterebbero ” vulnerabili” la frontiera ex Jugoslava e quella francese, entrambe incorporate nelle UE e quindi indirettamente “protette.”

Sul fronte del mare, non registriamo tentativi di invasione armata dal tempo della battaglia di Lepanto ( 1571), se si eccettuano gli sbarchi alleati del 43 fatti da potenze non mediterranee.
La nascita, nel cuore dell’Europa di un terzetto di paesi che dichiarino la propria neutralità e siano disposti a difenderla, aprirebbe all’Europa intera una prospettiva imitativa che darebbe a tutta la ” Eurozona” una vocazione e una visione suscettibili di dare una valenza ideale a quella che per ora è un’accozzaglia di bottegai spilorci.
Adenauer chiamava spregiativamente la Germania est ” Die zone” la zona.
La Merkel e i suoi soci fanno lo stesso con tutto il continente. Compra e taci.
Ripeto: se non cercassimo di costruire un nuovo modello di civiltà , la costruzione dell’Europa sarebbe limitata a un corpo senza vita.


LA NOSTRA VOCAZIONE: fin dal tempo della Repubblica Romana, gli italiani hanno mostrato una spiccata vocazione universalista. Prima , Cesare, con le armi. Poi , dopo l’impero, con la religione cattolica, ossia universale. Poi ancora con le Università, le leggi, il Rinascimento, le banche, i grandi navigatori, l’arte, la musica. Tutto è nato in Italia. Tutto quel che abbiamo inventato è stato mutuato dagli altri popoli perché aveva una impronta universale. Persino nel campo della malavita, abbiamo creato organizzazioni a livello mondiale ( ben quattro, contro una cinese…) .
È il momento di smantellare il modello di funzionamento imposto dalla tecnologia e dal complesso militar-industriale, se volete anche per ragioni morali, ma sopratutto perché non conviene.
Poteva andar bene duemila anni fa. Il dividendo della pace rende di più.


IL DISINTERESSE VERSO LA POLITICA È DISGUSTO E VOGLIA DI NEUTRALITÀ : come mai uno dei popoli più intelligenti del mondo, dopo aver insegnato a tutti i popoli come si fa politica, ora offre lo spettacolo del disinteresse fino all’autolesionismo?
È il rifiuto collettivo e non violento di partecipare a ulteriori mattanze. È il rifiuto di dare i propri figli in olocausto a Sabaoth il dio degli eserciti.
È il tentativo di comunicare il desiderio di neutralità nelle lotte tra popoli barbari il cui contributo alla civiltà è stato la bomba atomica e che ancora usano le armi per ogni disputa; è il rifiuto di accettare l’etica protestante del ” io sono ricco perché Iddio mi ama e tu sei povero perché devi scontare i tuoi peccati”.
Favorevoli alla politica delle alleanze sono solo i governanti che – nuovi Erode – hanno bisogno dell’appoggio straniero per reggersi contro la volontà dei loro popoli e non esitano a sacrificare gli innocenti.


UNA ITALIA NEUTRALE potrebbe attrarre capitali come la Svizzera; potrebbe attrarre le sedi delle grandi organizzazioni internazionali a partire dalla sede centrale dell’ONU – la maggioranza dei paesi vuole fuggire da New York – come sta facendo Vienna nella neutrale Austria.
Il focus della nostra economia diverrebbe la politica culturale : archeologia, studio delle lingue, ricerca medica, turismo e tempo libero invece di stanziare miliardi per Finmeccanica che finanzia la progettazione di aerei ( che si svolge all’estero) e riceve in cambio ( quando va bene) commesse di poco più che carpenteria metallica.
Risparmieremmo i fondi che spendiamo annualmente per la NATO e le spedizioni all’estero in nome e per conto terzi, aliquote di truppe potrebbero ricostruire il Genio Civile che un tempo gestiva i lavori pubblici, oggi sentina di corruzione sistematica.

La Svizzera ha un esercito di tutto rispetto che in cinquecento anni nessuno ha più sfidato.
L’Austria sta silenziosamente diventando un importante centro finanziario come ben sanno i politici che vi ” inguattano” i loro fondi neri.
Le Nazioni Unite scelgono sempre più spesso Vienna come sede dei loro organismi decentrati.

Noi abbiamo più sole, più spazio, più interlocutori mondiali a partire dal Vaticano , dalla FAO , L’IFAD, il Programma alimentare mondiale ( PAM).
Anche la Svizzera ha la sua parte di organismi internazionali.
Noi abbiamo la FAO e collegate, ma sono l’eredità della iniziativa di un privato ( ebreo-russo-americano) il signor Lubin , che riuscì a farsi patrocinare da Vittorio Emanuele III nel 1908 una iniziativa mondiale di raccolta di dati sulla produzione agricola mondiale e che funzionò, alimentata dalle potenze coinvolte, persino durante la prima guerra mondiale. 

Una oasi di neutralità.
Antonio de Martini

FONTEhttp://corrieredellacollera.com


2 commenti:

  1. si ma come si farebbe? come potrebbe iniziare tutto questo? molto interessante , ma manca quella parte, purtroppo è la parte che tutti quelli che trattano l'argomento lasciano e non capisco sinceramente il perchè. mi piacerebbe sapere come si mettono in pratica tutte queste belle idee, se ne sentono molte sul web ma nessuno affronto il punto in cui si dovrebbe parlare sul COME!! e soprattutto chi decide il COME?

    RispondiElimina
  2. Elia come faccio a votare per un degno candidato a Monza-Brianza.
    V
    oi avete una vostra lista prefferita che esprime quello che tu dici nel tuo blog?
    Non vedo il suo email per comunicazione.

    saluti,
    Enzo

    RispondiElimina

Scrivi un tuo commento: