Se alle
elezioni politiche vince il PD, si completerà il dissanguamento monetario, la
strage delle pmi, la cessione di sovranità, capitali, aziende, risorse nazionali
dall’Italia al corporate capital franco-tedesco, e saremo
fritti.
Saremo
fritti anche se vince Berlusconi, perché la sua vittoria non andrebbe oltre a
una sostanziale parità in Senato, renderebbe il Paese ingovernabile,
scatenerebbe gli attacchi giudiziari e la speculazione internazionale e
aprirebbe la via, nell’emergenza, a un Monti bis + Troika commissariale, quindi
alla depredazione rapida e violenta di quel che resta di valido nel paese, e a
una susseguente, letale depressione.
Si
profila una drammatica convalida a breve del mio ormai decennale consiglio: chi
può, emigri.
Escludendo
chi segue personalmente il mio consiglio, Berlusconi a questo punto ha due
strategie di fondo, tra cui scegliere:
a)
Mettersi nella posizione di massima forza politica possibile per negoziare una
sua ritirata o collaborazione in cambio di una soluzione per i suoi processi e
per le sue aziende di famiglia; per tale opzione, il suo programma dovrà essere
ambiguo e oscillante tra il moderato e il populista;
b)
Cercare di rompere il meccanismo generale denunciando e spiegando che l’Euro,
come non-moneta ma sistema di blocco dei cambi, ha avuto, e si sapeva che
avrebbe avuto, effetti distruttivi sui paesi meno competitivi, che li ha
indebitati e assoggettati verso i più forti, che l’eurosistema e le sue
austerità sono un piano per asservire l’Italia e i suoi lavoratori agli
interessi del capitale franco-tedesco, che la Germania è forte perché nasconde
il suo enorme debito implicito e i buchi di bilancio delle sue banche, e che
quindi se non ci si ribella si è perduti, anzi, peggio: schiavi di un nuovo
sistema di Lager di lavori forzati al servizio del popolo
superiore.
Nel
secondo caso il suo programma elettorale dovrebbe dire:
Eleggeteci,
e noi proporremo alla Germania, alla Francia e agli altri Stati forti una
riforma dell’eurosistema che corregga i suoi squilibri soprattutto nelle bilance
commerciali (e i metodi ci sono: vedi la International clearing union proposta
da Keynes), che solidarizzi il finanziamento di un piano di investimenti
pubblici e privati a lungo termine, che ristabilisca la parità di diritti tra i
paesi membri. In cambio di riforme strutturali e morali, anche della politica e
dei partiti.
Se non
ci stanno, peggio per loro: nazionalizziamo gli assets strategici, usciamo
dall’eurosistema, torniamo alla Lira, torniamo alla banca centrale prima del
1981, e ai vincoli di portafoglio per le banche di credito, togliendo il
rifinanziamento del debito pubblico dai mercati speculativi, visto che da quando
l’abbiamo affidato alla speculazione il debito pubblico è raddoppiato senza
alcun beneficio per l’efficienza del paese, e visto che paesi che hanno un
debito pubblico molto più grosso rispetto al pil, come USA e Giappone, pagano
tassi di interesse molto bassi proprio perché il loro debito non è posto sui
mercati speculativi e la loro banca centrale garantisce il suo acquisto.
Dovremo, necessariamente, uscire anche dal Mercato Comune ripristinando controlli e limitazioni sull’ingresso di capitali stranieri, onde impedire che questi vengano a fare shopping degli assets italiani. Controllando la banca centrale e potendo regolare il credito, assicureremo liquidità agli investimenti sani, pubblici e privati, ridaremo fiato ai consumi, riassorbiremo la disoccupazione.
Dovremo, necessariamente, uscire anche dal Mercato Comune ripristinando controlli e limitazioni sull’ingresso di capitali stranieri, onde impedire che questi vengano a fare shopping degli assets italiani. Controllando la banca centrale e potendo regolare il credito, assicureremo liquidità agli investimenti sani, pubblici e privati, ridaremo fiato ai consumi, riassorbiremo la disoccupazione.
Berlusconi
non raccoglierà la forza per governare il paese, ma, con un’opportuna campagna
di informazione e denuncia, e magari bocciando la legge di bilancio, può essere
abbastanza forte da far saltare l’eurosistema e le euro strategie, le quali non
sono certamente nell’interesse nazionale italiano, ma di chi ha avuto la forza
di imporle.
Se vuole passare alla storia, questa è la via. Dove la via porti, non lo so.
Se vuole passare alla storia, questa è la via. Dove la via porti, non lo so.
11.12.12
Marco Della Luna
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