Cominciamo intanto con il dire che ai “digiuni” fino alla morte di
Pannella non ci ho mai creduto (sarò padrone delle mie impressioni, no?) e, per
carità è un mio malevolo pensiero, ritengo che siano tutta una sceneggiata resa possibile dalla complicità dei mass media e da certi poteri forti, trasversali
che ne hanno interesse.
Forse sono troppo malfidato, ma ricordo ancora, decenni addietro, certe foto su Panorama, scattate con il grandangolare e dal basso per far apparire la siluette del digiunatore enormemente sfinata a causa del digiuno.
Ma che il nostro sia
un martire alla Bobby Sand (l’ irlandese lasciatosi morire con lo sciopero della
fame mi perdoni il paragone) o un “digiunatore della domenica”, è un fatto che
riguarda la sua coscienza. Io mi limito ad osservare, nel modo e nei contenuti,
questi suoi “scioperi” che, a quanto pare, se della fame sono interrotti ogni
tanto da un cappuccino, mentre se della sete, sono intervallati da qualche
flebo. Comunque sia, una cosa è certa: da 40 anni a questa parte, dopo ogni
conclusione di un numero impressionante di questi “scioperi” della fame e/o
della sete, il nostro, oramai un arzillo vecchietto, lo ritroviamo più arzillo
che mai.
Scendendo sul
politico, invece, ritengo che Pannella sia un guitto, anzi uno dei
due più grandi guitti politici che ha avuto il nostro povero paese: l’altro era
Almirante: ammaliatori di anime di sprovveduti, capaci di suonare le corde
giuste della retorica parolaia: uno verso le sensibili anime candide
progressiste e libertarie e l’altro verso il qualunquismo
giustizialista.
Che tra “digiuni” e
referendum il Pannella ne abbia fatti alcuni giusti e sacrosanti, e qualcuno ne
ha anche beneficiato, ha un valore relativo. Ma se facciamo alcune serie
considerazioni ci accorgiamo che questo individuo è stato uno strumento atto a
stravolgere tutta la cultura cattolica e borghese del nostro paese.
Una cultura oramai
moribonda e ammantata di ipocrisia, certamente, nessuno la difende, nè tantomeno
il sottoscritto, ma Pannella si è assunto il compito di dissolverla e
sostituirla con la cultura neoradicale, modernista, ovvero quel complesso di
idee, di atteggiamenti, di deformazioni mentali che sono funzionali ad una
società degenerata, multietnica, demenzialmente permissiva, priva di ogni valore
etico e spirituale, proprio come la vuole il mondialismo. Una società, che
proprio attraverso quelle ideologie, volenti o nolenti, finisce per tendere ad
un melting pot di razze senza originini nè tradizioni, possibilmente con una
maggioranza di individui bisexy, aperta ad ogni più squallida inclinazione
magari anche verso il consumo di stupefacenti. Una squisitezza di popolo per chi
deve dominarli e assoggettarli.
Le ideologie
neoradicali sono il cancro del mondo, sono la degenerazione totale
dell’individuo e della società.
L’ideologia di cui il
nostro è imbevuto, che lui pomposamente e orgogliosamente definisce non
violenta, laica, progressista e libertaria, è il cavallo di troia del
mondialismo.
Ogni atto di Pannella,
che lui ne sia conscio o meno, è andato in quel senso degenerativo per la
società.
Sia quando ostentò lo
spinello alla marjuana chiedendone la depenalizzazione o quando si fece prendere
a schiaffi sotto Botteghe oscure dal servizio d’ordine del
Pci.
Ora, come nel primo
caso, sulle droghe o para droghe possiamo avere varie idee, possiamo magari
anche ritenere la marjuna innocua (ma studi medici lo negano), o possiamo
ritenerla non più dannosa dell’alcool, o comunque considerarla una sciocchezza
da ragazzi che è inutile e controproducente ingigantire oltre misura o
addirittura comminare una condanna a un ragazzo perchè si fuma uno spinello. E
possiamo anche condividere che una sua liberalizzazione priverebbe il mercato
nero di questo business. Ma non è questo il problema: è il
contesto di questa società dei consumi, modernista, priva di valori, che finisce
per far si, che anche la marjuana, diventi un veicolo di disfacimento interiore
(anche se non per tutti ovviamente), un ponte verso droghe più pesanti. Lo sà o
no, il Pannella, che i ragazzi trasgrediscono soprattutto per “ribellione”, per
darsi una dimensione, chiamiamola così antiborghese, e che, spesso nel loro
giro, quell’uso “innocuo” dello spinello porta a passare oltre, a darsi ad altre
esperienze più pesanti?
Lo sà o no il Pannella
che nella comitiva di quelli che fumano lo spinello, non in via sporadica, ma
assidua, si è poi sollecitati a dar prova di “coraggio”, di trasgressione, con
il provare altro?
Questo dello spinello
era quindi è un tema che se non si doveva affrontare con i canoni borghesi e
stupidamente repressivi, non si doveva neppure affrontare con la
ostentazione dell’innocuo “fumo” mostrata da Pannella.
Per la provocazione
davanti alla sede del Pci, un partito al tempo ancora rigidamente inquadrato, fu
chiaro a tutti che l’intento di Pannella era quello di inquinare e dissolvere
l’ideologia marxista di quel partito (compito assolto in pieno) e al contempo
contestare la partitocrazia.
Ma i risultati, voluti
e cercati, sono stati la trasformazione del mondo comunista in qualcosa di
peggio della vecchia ortodossia marxista, la trasformazione della vecchia figura
del comunista, in questo moderno compagno, divenuto liberal, che si
compiace di eleggere un transessuale al Parlamento, si diverte con Benigni e la
Litizzetto e che praticamente ha svenduto ogni patrimonio ideale di lotta per il
mondo del lavoro.
E la stessa
partitocrazia che il Pannella avversava e che nel gesto dello schiaffo ricevuto
a Botteghe oscure voleva contestare, ha forse finito per sostituirla con una
diversa e migliore funzionalità e rappresentatività nel partito? No davvero, ma
la fine, di una certa partitocrazia, ha preparato il mondo politico nazionale a
quello che poi è oggi diventato con la Seconda Repubblica, dove i partiti, privi
di ogni aggancio sociale e ideale dal tessuto vitale del paese, sono ridotti a
meri aggregati di potere. Dove
i poteri
forti hanno ora ancor meno difficoltà di chiedere o imporre ai partiti certi
“favori”.
Le lotte di Pannella,
non a caso, mai hanno mirato al mondo dell’Alta finanza e bancario che oggi
vediamo tutti che mostro sia, mai che si sia battuto, non retoricamente,
per la salvaguardia dei posti di lavoro: le sue proteste non hanno mai
portato una vera pulizia nel ricchissimo mondo parlamentare a cui lui stesso e i
suoi sodali ci si trovano alla grande.
Ci sarebbero tante
altre cose da dire, ma termino con una sola constatazione emblematica: il
Pannella e i suoi sodali, li ho visti agitare e protestare per vari generi di
crimini e genocidi etnici che si verificano nel mondo, ma mai che abbia fatto
uno sciopero della fame o della ste per protestare contro lo spaventoso
genocidio dei Palestinesi, mai che abbia speso una parola per le lotte di
sopravvivenza dei popoli arabi. E questo è indicativo di cosa sia e cosa ci sia
dietro Pannella.
Ora il Pannella
protesta per la situazione carceraria. Protesta sacrosanta, in Italia le
carceri, oltre al sovraffollamento, sono una vera e propria cajenna con
conseguenze terrificanti per i detenuti. Ma pensa il Pannella di risolvere il
problema con una amnistia che rimetta in liberta, forse qualche innocente o
qualche poveraccio incappato in ritardi e disfunzioni del sistema giudiziario,
ma al contempo si liberano una massa di criminali che, ovviamente, metteranno a
repentaglio la sicurezza dei cittadini, già esposti a torme di delinquenti e a
vere e proprie bande di mascalzoni di etnia varia e senza
scrupoli?
Naturale che Monti lo
vada a trovare in clinica, non gli parrebbe vero di aprire le celle e
risparmiare (per devolvere al pagamento dell’usura bancaria ovviamente) sui
costi della detenzione, scrollandosi di dosso la responsabilità di questo
provvedimento e non preoccupandosi invece di dover varare una costosa riforma di
tutto il sistema carcerario.
Pannella è in
Occidente l’equivalete di quelle schifose Pussy Riot, le varie Ong, le
associazioni di femministe e gay che cercano, dall’interno, di scardinare la
Russia di Putin, ovvero è un elemento funzionale al mondialismo.
Però, sia pure
paradossalmente, Pannella almeno un atto simbolicamente valido lo ha compiuto:
quello di far eleggere Cicciolina, una puttana, al parlamento a simbolo di
quello che in effetti è il parlamento italiano.
MAURIZIO BAROZZI
perfettamente d'accordo....i media che ci hanno messo giorni per parlare dello sciopero dei malati di SLA oltretutto..
RispondiEliminaIl Pannella che si immola per i carcerati, mi sembra la barzelletta di fine anno quando, appunto come scritto dall'autore, è portatore di una ideologia che sta riducendo i popoli in schiavitù perché si può essere schiavi anche senza sbarre. Un ipocrita cameriere questo è Pannella
I rarely comment, however after browsing a few of the remarks here "I DIGIUNI DI PANNELLA".
RispondiEliminaI do have some questions for you if you do not mind.
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