"La settimana scorsa «il Giornale» aveva
intervistato Arrigo Molinari, in occasione dell’udienza presso il tribunale
civile su due ricorsi da lui presentati contro Banca d’Italia e Banca centrale
europea.
Ecco la testimonianza che stava per essere pubblicata.
Dica la
verità, avvocato Molinari: anche lei ce l’ha con Fazio. Infierisce.
«Neanche
per sogno. Io ce l’ho con la Banca d’Italia e con i suoi soci voraci banchieri
privati».
Cos’hanno fatto di così terribile?
«Hanno divorato l’istituto
centrale di Palazzo Koch, rendendolo non più arbitro e non più ente di diritto
pubblico. Con un’anomalia tutta italiana».
Ai danni dei risparmiatori.
«...che adesso devono sapere esattamente come stanno le cose».
Ci aiuti
a capire.
«Sta tutto scritto nei miei due ricorsi, riuniti ex articolo 700
del codice di procedura civile, contro la Banca d’Italia e la Banca centrale
europea per la cosiddetta truffa del “Signoraggio“, consentita
alle stesse fin dal 1992».
Ricordiamo chi era, allora, il ministro del
Tesoro.
«Era un ministro sottile che ha permesso agli istituti di credito
privati di impadronirsi del loro arbitro Bankitalia, e quindi di battere moneta
e di prestarla allo Stato stesso con tasso di sconto a favore delle banche
private».
Il “Signoraggio“ è questo?
«Il reddito da “Signoraggio“ a
soggetti privati si fonda su una norma statutaria privata di una società di
capitali, e quindi su un atto inidoneo e inefficace per la generalità, per cui i
magistrati aditi dei tribunali di Genova, Savona e Imperia non troveranno alcun
ostacolo derivante da un atto di legge. L’inesistenza di una disciplina
normativa consente di accogliere i tre ricorsi senza problema di gerarchia di
fonti».
Le conseguenze del “Signoraggio“?
«Rovinose per i cittadini, che
si sono sempre fidati delle banche e di chi le doveva controllare».
Tutta
colpa delle banche?
«Sarò più chiaro, la materia è complessa. Dunque: le
banche centrali e quindi la Banca d’Italia, venuta meno la convertibilità in oro
e la riserva aurea, non sono più proprietarie della moneta che emettono e su cui
illecitamente e senza una normativa che glielo consente percepiscono interessi
grazie al tasso di sconto, prestandolo al Tesoro».
Non si comportano bene...
«Per
niente! Ora i cittadini risparmiatori sono costretti a far ricorso al tribunale
per farsi restituire urgentemente il reddito da “Signoraggio“ alla collettività,
a seguito dell’esproprio da parte delle banche private italiane che, con un
colpo di mano, grazie a un sottile ministro che ha molte e gravi responsabilità,
si sono impadronite della Banca d’Italia battendo poi moneta e togliendo la
sovranità monetaria allo Stato che, inerte, dal 1992 a oggi ha consentito questa
assurdità».
Un bel problema, non c’è che dire.
«Infatti. Ma voglio
essere ancora più chiaro. L’emissione della moneta, attraverso il prestito,
poteva ritenersi legittima quando la moneta era concepita come titolo di credito
rappresentativo della Riserva e per ciò stesso convertibile in oro, a richiesta
del portatore della banconota».
Poi, invece...
«Poi, cioè una volta
abolita la convertibilità e la stessa Riserva anche nelle transazioni delle
Banche centrali avvenuta
con la fine degli accordi di Bretton Woods del 15 agosto 1971, la Banca di
emissione cessa di essere proprietaria della moneta in quanto titolare della
Riserva aurea».
Lei sostiene che Bankitalia si prende diritti che non può
avere.
«Appunto. Prima Bankitalia, nella sua qualità di società commerciale,
fino all’introduzione dell’euro in via esclusiva e successivamente a tale
evento, quale promanazione nazionale della Banca centrale europea, si arroga
arbitrariamente e illegalmente il diritto di percepire il reddito monetario
derivante dalla differenza tra il valore nominale della moneta in circolazione,
detratti i costi di produzione, in luogo dello Stato e dei cittadini italiani».
Un
assurdo tutto italiano, secondo lei.
«Certamente. Sembra un assurdo, ma
purtroppo è una realtà. L’euro, però, è dei cittadini italiani ed europei, e
non, come sta avvenendo in Italia, della banca centrale e dei suoi soci
banchieri privati».
Quasi tutto chiaro. Ma che si fa adesso?
«Farà tutto
il tribunale. Dovrà chiarire se esiste una norma nazionale e/o comunitaria che
consente alla Banca centrale europea, di cui le singole banche nazionali dei
Paesi membri sono divenute articolazioni, di emettere denaro prestandolo e/o
addebitandolo alla collettività. L’emissione va distinta dal prestito di denaro:
la prima ha finalità di conio, il secondo presuppone la qualità di proprietario
del bene, oggetto del prestito».
Lei, professore, ha fiducia?
«Certo. La magistratura dovrà dire basta!».
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Un Eroe Moderno
RispondiEliminaThanks for finally writing about > "IN RICORDO DI ARRIGO MOLINARI" < Loved it!
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