mercoledì 4 dicembre 2013

SIA ANATEMA


Nella Chiesa Cattolica vige il principio assoluto, da sempre ritenuto tale, ma poi anche formalmente dichiarato dal Concilio Vaticano I (Cost. Pastor Aeternus – 18.7.1870), che il Magistero infallibile precedente vincola in modo definitivo il magistero successivo.
Il dossier dimostra, in proposito, che i Papi fino a Pio XII, di fronte all’incalzare del protestantesimo, prima, e del modernismo anticristiano, poi, hanno “sigillato” la fede cattolica con quel tipo di Magistero, per ancorarlo saldamente alla Tradizione.
Nonostante questa “blindatura”, i papi del concilio Vaticano II hanno forzato quei “sigilli”, dilapidando il deposito della fede, delegittimando i loro predecessori, incorrendo nelle loro scomuniche, producendo frutti di morte, e facendo così piombare la Chiesa e il mondo intero nelle tenebre più fitte.
E siccome Gesù il Cristo ha promesso l’assistenza divina ai successori di Pietro, che preserva in modo assoluto dall’errore in materia di fede e di morale, ne viene che i pontefici dal Vaticano II in poi, che hanno deliberatamente, ostinatamente e mortalmente contraddetto i loro predecessori in tale materia – cosa mai avvenuta prima nella Chiesa! –, non sono veri papi, ma impostori, anticristi!
Si sono così spalancate le porte degli ultimi tempi, che passano per una impostura religiosa e per un’apostasia generale (II Ts.), entrambe sicuramente in atto.
Tra i segni dell’impostura figura quello di Giovanni XXIII, che ha assunto il nome di un antipapa (!). Mentre il catechismo dell’ormai falsa chiesa cattolica parla della fine dei tempi in un modo che rispecchia fedelmente quello che essa ha prodotto ed a cui si va incontro:
Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti …  il mistero dell’iniquità si svelerà sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell’anticristo“.
Spiegazione che corrisponde esattamente agli avvenimenti in corso!
Il Papa Paolo IV, però, nella solenne Bolla “Cum ex Apostolatus Officio” del 1559, avverte che solo un falso pontefice dice eresie, che la sua elezione è radicalmente nulla, e che tale falso pontefice, ritenuto vero pontefice, è proprio quell’ ”abominio della desolazione” di cui parla Gesù (Mt. 24, 15), che conduce le anime all’eterna perdizione.
Mentre da un’attenta lettura della Bolla “Execrabilis” (1460) del Papa Pio II è d’obbligo dedurre che qualunque concilio della storia venga convocato per ribaltare la Tradizione della chiesa è assolutamente nullo. Il Vaticano II, che ha  ribaltato questa Tradizione, con parole false, è dunque nullo!
Ogni giorno che passa, tutto è sempre più iniquità che dilaga, che raffredda la carità di molti (Mt. 24, 12), aumentando, per questa via, l’iniquità, e che contrassegna l’apostasia generale predetta nella Scrittura (II TS 2,1-12); dove san Paolo, con parole terribili, dice che si perdono quanti non hanno avuto amore per la Verità che salva, perché Dio manda ad essi un influsso di errore, affinché siano tutti condannati(2,12)!
Le apparizioni mariane a La Salette, nel 1846, e a Fatima, nel 1917, dichiarate autentiche dall’autorità della Chiesa, nel mentre descrivono, con linguaggio profetico, tutto quanto finora avvenuto e sopra delineato, anticipano il modo in cui i figli veri della Chiesa, “Apostoli degli ultimi tempi”, andranno incontro al Signore, nella sua Parusia, ormai alle porte.
Ma come fu possibile e quali prove vi sono di tutto quanto sopra esposto? Esponiamolo in uno sguardo sintetico ma di ampio respiro.
E’ convinzione pressoché unanime nella sedicente Chiesa Cattolica che l’epoca in corso abbia registrato un processo di scristianizzazione senza precedenti nella Storia.
Ne è prova eloquente, innanzi tutto, lo stesso (comunemente ritenuto) magistero ordinario e straordinario; il quale si è ripetutamente e organicamente pronunciato sulla gravissima crisi spirituale e morale del nostro tempo, sul suo aggravamento dopo il Concilio e sul conseguente processo di scristianizzazione in atto, con accenti che non lasciano dubbi sulla forte negatività di un giudizio complessivo definitivamente acquisito (cfr, tra gli altri, G.S. 7, 19, 20 e 27; Evang. Nunt. 52 – 56; Rec. et Paenit. 18 e 28; Chr. L. 34; Lett. Fam. 13; E.V. 26, 27, 28, 70),  e dove si parla:
§  di interi Paesi del c.d. “Primo Mondo”, dove un tempo la fede cristiana era “viva e operosa”, “radicalmente trasformati dal continuo diffondersi dell’indifferentismo, del secolarismo e dell’ateismo” (Chr. L. 34);
§  di un’epoca caratterizzata da una “profonda crisi della verità” (Lett. Fam. 13);
§  dove gli stessi aspetti positivi (tante famiglie sane, volontariato generoso, centri di aiuto alla vita, progressi della medicina, etc.) costituiscono solo segni di contrasto di uno scenario ben più ampio, dominato da una “cultura di morte” (E. V. 26 e 27);
§  di ventesimo secolo in cui “i falsi profeti e i falsi maestri hanno conosciuto il maggior successo possibile” (E. V. 17);
§  di “scontro immane e drammatico tra il bene e il male, la morte e la vita, la cultura della morte e la cultura della vita, con l’ineludibile responsabilità di scegliere incondizionatamente a favore della vita” (E.V. 28);
§  di false democrazie (come quelle della società Occidentale) dove non esiste nessuna verità ultima che guida e orienta l’azione politica, e le convinzioni vengono strumentalizzate per fini di potere (E.V. 20);
§  di alleanza tra democrazia e relativismo etico, “che toglie alla convivenza civile ogni sicuro punto di riferimento morale” (E.V. 70).
Ne rappresenta prova scientifica la ben nota indagine del 1995 sullareligiosità in Italia,  realizzata dalla Cattolica di Milano e pubblicata dalla Mondadori, la quale mostra il numero incredibile di coloro che si dicono cristiani (84%), una serie sterminata di negazioni morali che riducono al 13% i cattolici “ortodossi”, un irrisorio 2-3% di autentici figli della Chiesa (come stimato in un mio saggio critico del 16 aprile 98 ai vescovi italiani, molto apprezzato dal segretario del tempo, mons. Antonelli – 26.5.98).
Ne è conferma autorevole, in ambito ecclesiale e socioculturale, il libro-intervista “Il Sale della Terra (1997), nel quale Joseph Ratzinger, Prefetto (ritenuto) della Congregazione per la dottrina della Fede, poi Benedetto XVI, ha dischiuso scenari apocalittici (pp. 18, 250, 313, ecc.), che l’avanzato processo di scristianizzazione, da un lato, e i tanti “cristianesimiadattati” (come li chiama), dall’altro, sembrano attirare.
All’unanimità dell’analisi, tuttavia, non corrisponde l’unanimità di giudizio sulle cause.
L’analisi corrente, infatti, induce per lo più a ritenerle esogene alla Chiesa, almeno dall’epoca del concilio Vaticano II.
Altri, invece, e tra questi chi scrive, sono in possesso di elementi tali da far concludere, non solo ad un uomo di Dio, ma anche e più semplicemente ad una persona di “buona volontà”, meritevole destinataria della “pace in terra” annunciata dall’Angelo, che le vere cause della disastrosa situazione sono, da quell’epoca, tutte interne alla comunità ecclesiale.
Lo scenario ecclesiale e socioculturale dei nostri giorni è peraltro il punto di arrivo di un lungo processo di scristianizzazione iniziato con l’età moderna, per cause molteplici, esterne e interne alla comunità ecclesiale.
Fino ad un certo momento, le cause interne furono degli errori, anche gravi, ma sempre riconducibili alla comune limitatezza della natura umana e, quindi, almeno comprensibili, se non del tutto scusabili. Ci fu un momento, però, in cui esse divennero peccati mortali di una gravità inaudita; e fu da tale momento che la crisi assunse un aspetto “bulgaro”, conducendo l’intero Primo Mondo post cristiano e, per l’“effetto di trascinamento” tipico delle culture dominanti, il mondo intero, in un immane precipizio.
In che modo fu possibile?
Prima di rispondere a tale domanda, occorre premettere subito, per ragionare in termini di pura teologia cattolica, che il punto fondamentale nella genesi e nello sviluppo di questa crisi è sempre la natura decaduta dell’uomo, che, dopo essere stato inserito nella Vera Vita dell’Amore trinitario in Cristo Gesù, per mezzo della Chiesa, non corrisponde alla Grazia.
Nella Chiesa, però, vi è una responsabilità notevolmente maggiore di quanti, insigniti del sacramento dell’Ordine, la governano, con il compito di pascere il gregge (Luca 12,48). E questo per la semplice ragione che quando la non corrispondenza alla Grazia origina proprio in coloro che guidano la Chiesa i danni sono massimi.
Proprio quanto avvenuto nella crisi attuale, con la corruzione del clero gerarchico (cardinali, vescovi), la cui fede si è indebolita per la cattiva disposizione d’animo, che li ha visti cedere agli attacchi del demonio, in presenza di rivoluzioni e guerre catastrofiche.
Ma andiamo con ordine, riportando uno schema sintetico in dieci punti, che costituiranno, successivamente e negli allegati, materia di approfondimento e di verifica.
1. Col Rinascimento nasce una nuova “religione”, pagana, antropolatricae naturalista, che si oppone a quella Cristiana, Monoteista, Trinitaria e Cristocentrica.
L’uomo “progredisce” e si sbarazza del cristianesimo, sempre più sbrigativamente visto come il trionfo della soperchieria e della superstizione.
2. Nel “secolo dei lumi” la nuova “religione” si rafforza e si afferma, diventando sempre più cultura dominante.
Si predica il trionfo della dea “Ragione” sulla religione. La c. d. Rivoluzione Francese segna un momento parossistico di tale processo, che accelera fortemente il processo di scristianizzazione dell’Europa cristiana.
3. La fede cattolica resiste strenuamente nei Pontefici Romani, che la precisano e la difendono, fino a Pio XII, con magistero da sempre ritenuto e poi anche formalmente dichiarato “infallibile” dal concilio Vaticano I (enciclicheMirari VosQuanta Cura con Sillabo degli Errori condannati, Immortale Dei,Libertas HumanaProvvidentissimum DeusPascendiQuas PrimasMortalium AnimosMystici Corporis, solo per esemplificare) .
La fede, tuttavia, s’indebolisce in strati sempre più vasti della società e della stessa Chiesa. Non solo per la cattiva disposizione di molte anime, che non oppongono resistenza al demonio, anime che si corrompono sotto l’aggressività della nuova “religione”; ma anche in seguito ad una serie di disfatte sociali (guerre, rivoluzioni) ed ecclesiali (fine potere temporale dei papi).
All’interno della Chiesa nascono e si consolidano i fiancheggiatori della nuova “religione” anticristiana, i c.d. cattolici “liberali”, costringendo i pontefici a severe misure (per esempio, “motu proprio” Sacrorum Antisticum di san PIO X, che impone ai preti un giuramento antimodernista).
4. Inizia un processo di scristianizzazione delle masse, che indebolisce la fede di molti uomini mal disposti dello stesso clero gerarchico (cardinali, vescovi, preti), soprattutto dopo l’affermarsi di movimenti atei rivoluzionari (comunismo) e reazionari (nazi-fascismo), i quali scatenano eventi bellici disastrosi (guerre mondiali, sterminio degli Ebrei).
Questi chierici iniziano intimamente a meditare sull’intera esperienza della fede cattolica, ritrovandola inadeguata, se non addirittura impostata su basi false, per l’esistenza di vincoli dottrinali dubbi o ingiustificati (modernismo). Molti cardinali e vescovi, che pur personalmente dissimulano questo loro intimo credere, non trovano, ovviamente, la forza morale d’impedire che lo facciano i loro preti. La fiumara del male, così, s’ingrossa.
5. Si annebbia, perciò, l’importanza della fedeltà alla Tradizione e alla stessa Scrittura. In molti preti e vescovi cattolici s’insinua il dubbio temerario e inconfessato che la Tradizione abbia potuto errare per autoesaltazione; prima, nel trasporre per iscritto la fede degli Apostoli e, successivamente, nella stessa interpretazione dei testi scritti.
6. Nasce, così, alla fine della seconda guerra mondiale, un’altra chiesa (la “c” minuscola è d’obbligo), silenziosa, parallela ed eretica, che vive all’ombra di quella vera, e che attende l’occasione propizia per prendere il “timone” di “Pietro” ed imprimere una svolta radicale al corso degli eventi.
7. L’occasione è fornita dall’elezione al pontificato di Giovanni XXIII, il cui nome è fortemente emblematico, non solo perché è quello di un anti-papa (!), ma anche perché chi lo portò in precedenza (Giovanni XXII) fu a stretto contatto di eresia (dalla quale, tuttavia,  uscì per iscritto, dicendo che si trattava di un’opinione personale poi accantonata)!
Dato come papa di “transizione” per la sua età avanzata (77 anni), e perciò eletto molto rapidamente, “papa” Roncalli è fortemente imbevuto di spirito liberale, che manifesta con grande affabilità e naturalezza, attirandosi l’appellativo di “papa buono”.
Il “papa buono”, però, non è un buon papa (!). Egli, infatti, parla, per la prima volta:
di una “pace” che è semplice assenza di guerra e che, dunque, non è quella di Cristo;
di un amore per l’uomo fine a se stesso, che può prescindere dall’amore per Dio (lettera a Kruscev per la crisi di Cuba);
di una Chiesa che deve portare il Vangelo al mondo non con la (se)verità, ma con la “misericordia”, accogliendo il peccatore così com’è;
di necessità imprescindibile di un dialogo con l’uomo e le religioni, che punti su quello che unisce, e cioè sul nulla, perché Gesù Cristo non è in comune e, dunque, divide!
Affermazioni, queste, decisamente quanto subdolamente eretiche, che, dato il terreno fertile rappresentato dalla chiesa eretica/ombra del pre-concilio, trovano ampio accoglimento nel successivo concilio Vaticano II, conducendo, poi, nel dopo concilio:
ad una pace falsa, perché tutta e sola umana;
ad un amore falso, che è tutto e solo terreno;
ad una misericordia senza Verità e, dunque, falsa, che, avendo escluso l’esigenza anche dell’ammonizione fraterna (vera opera di “misericordiaspirituale”), non punta più al recupero del peccatore, perché si converta e viva, e disprezza totalmente le esigenze assolute del bene comune, che è il vero bene di tutti, anche dell’iniquo peccatore, scatenando le forze del male;
ad un relativismo religioso senza precedenti (ecumenismo e indifferentismo), assolutamente contrario allo spirito e alla stessa lettera del Vangelo (Mt 28, 18-20; Mc 16,15-16), come rettamente interpretati dalla Tradizione bimillenaria della Chiesa.
8. Su queste false premesse, Giovanni XXIII convoca il Concilio Vaticano II per “aggiornare” la Chiesa, in un’apertura che si rivelerà sempre più una “consegna” a quel mondo di tenebre e di peccato che avrebbe dovuto illuminare. La sua prolusione di apertura è tutta impregnata di quelle sue idee sopra esposte, che avrebbero condotto del tutto fuori rotta.
Il concilio, invero, scatena la furia della chiesa eretica modernista ed ecumenista, che esce allo scoperto e prende il sopravvento su quella vera, imponendo i suoi “papi” e relegando ai margini dell’insignificanza il dissenso dei veri cattolici.
L’intero Concilio è ispirato, sostenuto e, poi, attuato in base agli insegnamenti eretici del personalismo cristiano di Maritain e di Guitton, nuovo volto delcattolicesimo liberale, che “separa Dio da Cesare, lega il cristiano a Cesaree annulla l’Inferno, perché non si fida della bontà di Dio!” (Cfr. E. M. Radaelli, Il Mistero della Sinagoga Bendata, p. 280).
9. Come espongo di seguito, e come documento ampiamente nel primo allegato, il concilio Vaticano II opera una frattura insanabile con le due fonti della divina Rivelazione e, in modo particolare, con la costante Tradizione della Chiesa, violando spudoratamente il magistero infallibile pregresso.
Resta, alla fine, una nuova e falsa religione universalista, che dilata a dismisura la via della salvezza, “apre” al mondo peccatore, agli eretici e agli scismatici, che, in pratica, non hanno più bisogno di conversione dottrinale, sostiene la libertà di religione per tutti, e si “scava una fossa da morto”, lamentandosi, poi, stoltamente, di esserci finita dentro (cfr. i lamenti di Paolo VI, dopo la rivoluzione conciliare, l’abbondante magistero apocalittico di Giovanni Paolo II e quello simile del cardinale Ratzinger in Sale della Terra).
Le eresie proclamate e indotte dal Vaticano II si riassumono, infatti:
a) nella libertà religiosa in foro esterno, quale diritto biblicamente fondato che gli Stati devono riconoscere per legge, assolutamente contraria al Vangelo (san Marco 16, 16) ed al magistero infallibile della Chiesa (Quanta Cura e Sillabo), che apre ed ha storicamente aperto le porte all’indifferentismo religioso ed al conseguente relativismo etico, mali gravissimi che hanno distrutto la civiltà cristiana;
b) nel falso ecumenismo, che legittima gli eretici ortodossi (i quali rinnegano ildogma petrino), definendoli “vera chiesa” locale, ed estende a costoro ed agli eretici protestanti (che hanno stravolto la fede della Chiesa!) la via della salvezza (appartenendo essi, semplicemente, ad una diversa e arricchente tradizione ecclesiale: Giovanni Paolo II a Paderborn in Germania, nell’incontro coi rappresentanti delle chiese evangeliche del 22.6.1996!); e ciò con il massimo danno possibile alla Chiesa di Cristo, perché, pur essendone gli eretici teologicamente fuori, il mondo li percepisce come interni “dissidenti”, e si convince che possano esistere cristianesimi diversi, con buona pace dell’unica Verità;
c) nel falso dialogo interreligioso, che intende partire da supposti quanto insignificanti elementi comuni, per scadere nel sincretismo, nel relativismo, nell’irenismo e, conclusivamente, nell’apostasia: un dialogo con l’uomo e con le religioni che parta, infatti,  da quello che unisce è fondato sul nulla, perché Gesù/Verità che salva divide (san Matteo 10, 34-39);
d) nel rifiuto dell’ammonizione fraterna (mai più scomuniche! urlava Giovanni Paolo II), quale azione medicinale tesa alla salvezza delle anime, che nega direttamente il Vangelo (san Matteo 6, 48 e 7, 5), e cancella quell’opera di misericordia spirituale che si chiama “ammonire i peccatori”, biblicamente fondata (Gc 5, 19-20);
e) nella separazione di Cesare da Dio, e nella conseguente accettazione di uno Stato laico separato dalla Chiesa e indifferente verso le diverse religioni, tutte considerate aventi la stessa dignità; separazione assolutamente contraria al magistero infallibile della Chiesa (Sillabo n. 55);
f) nello stravolgimento del rito della Santa Messa, in direzione dell’eresia protestante (oscuramento: della messa quale sacrificio espiatorio; del sacerdozio ministeriale; della stessa realtà della Transustanziazione), e in palese violazione delle norme del magistero infallibile poste a salvaguardia del rito (solenne Bolla Quo primum , 1570, di san Pio V);
g) nella negazione sostanziale dell’Inferno, che esiste ma è … vuoto, essendone stato tratto fuori (da Giovanni Paolo II, cat. 28.7.99 e Benedetto XVI, cat. 18.10.06) perfino Giuda – “il figlio della perdizione” (Gv 17,12) –, che la Tradizione della Chiesa ha ritenuto vi sia di sicuro dentro, per unanime indicazione evangelica; e tutto ciò quale logica finale conseguenza del relativismo introdotto, che lo rende del tutto incompatibile con la nuova concezione dell’uomo e del mondo (!).
L’illustrazione analitica di tutto ciò è riportata nel primo allegato alla presente.
10. Avendo rinnegato la Tradizione bimillenaria della Chiesa e la stessa evidenza Scritturale, e cioè le due fonti della divina Rivelazione, i falsi papi del Vaticano II hanno mortalmente offeso Dio e sono incorsi nelle seguenti tre scomuniche dei loro predecessori:
a) Quella specifica del Papa Pio IX e del Concilio Vaticano I, Costituzione apostolica Pastor Aeternus (18.7.1870), che punisce severamente chi contravviene, direttamente o indirettamente, alla definizione dell’infallibilità del Papa ivi proclamata: Se poi qualcuno oserà, che Dio non lo permetta!, di contraddire a questa Nostra definizione: sia anatema.
Dove il contraddire ha riguardato, direttamente, la “libertà di coscienza e dei culti”, che il Papa Pio IX, nell’enciclica Quanta Cura, avendo ritenuta contraria alla Sacra Scrittura, alla dottrina della Chiesa e dei Santi Padri,  ha condannato senza appello e con le dure parole che seguono: “Pertanto, con la Nostra Autorità Apostolica riproviamo, proscriviamo e condanniamo tutte e singole le prave opinioni e dottrine ad una ad una ricordate in questa lettera e vogliamo e comandiamo che tutti i figli della Chiesa cattolica le ritengano come riprovate, proscritte e condannate»”; e, indirettamente, l’infallibilità pontificia, contraddetta dal disprezzo della Quanta Cura.
b) Quella specifica del Papa San Pio V, la cui Bolla di promulgazione delMissale Romanumda valere in perpetuo, messale approvato subito dopo il Concilio di Trento, per difendere la fede cattolica, insidiata dall’eresia protestante, contiene il seguente duro monito:
Nessuno dunque, e in nessun modo, si permetta con temerario ardimento di violare e trasgredire questo Nostro documento: facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto, dichiarazione, volontà, decreto e inibizione. Che se qualcuno avrà l’audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell’indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo (Quo primum , 14 luglio 1570).
c) Quella generale di San Paolo, che è Parola di Dio, contro chiunque annunzi un diverso Vangelo:
“Ma se noi stessi o un angelo disceso dal Cielo vi annunciasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia maledetto!” (Gal 1,8).
A queste tre scomuniche sono indissolubilmente associate altrettante maledizioni che vengono da Dio, e che, privando canonicamente, le une e le altre, della Grazia santificante, rendono assolutamente inutile per la vita eterna qualsiasi azione buona venga compiuta da coloro che sono responsabilmente incorsi nell’apostasia, e preludono alla pena dell’Inferno.
Per evitare di venire scoperti, il sovvertimento conciliare viene mascherato in tutti i modi possibili: col definire il Vaticano II concilio pastorale e non dogmatico; con false dichiarazioni di fedeltà al Concilio di Trento e al Concilio Vaticano I, che vengono nei fatti respinti; con false dichiarazioni di fedeltà alla Scrittura e alla Tradizione (Dei Verbum), “Fonti” che vengono costantemente richiamate e silenziosamente “scremate”; con uno stile letterario bonario ed ottimista, che, dando tutto per pacificamente acquisito, “setaccia” le verità di fede, demolendo la Chiesa Cattolica dalle fondamenta (!).
Tra gli effetti immediati e duraturi del Concilio si rinvengono: svuotamento dei seminari; “abbandono” di preti e suore; laicizzazione dei preti, crollo della tensione mis­sionaria; ecumenismo paralizzante; relativismo etico; anarchia dissolutrice; paganesimo trionfante.
La libertà di coscienza e religiosa conduce alla più sfrenata idolatria della libertà.
Essa, infatti, induce gli Stati a ritenere inesistente un’unica vera religione, depositaria esclusiva dell’unico sistema morale trascendente ed oggettivo, e, per questa via, a paganizzare i loro ordinamenti, legalizzando, sotto gli occhi inebetiti, spesso compiacenti, della falsa chiesa eretica uscita dal concilio, le istanze più immorali e pervertite di gruppi ed individui senza Dio (attacco generalizzato alla famiglia e conseguente progressivo sfascio sociale, con la depenalizzazione dell’adulterio, il riconoscimento dei figli adulterini, la banalizzazione del sesso e dei ruoli, l’assoluta parità marito-moglie, del tutto contraria alla Tradizione bimillenaria della Chiesa e alla stessa Scrittura, il divorzio, l’aborto, il libero amore con la legittimazione delle convivenze di fatto e perfino omosessuali; la pornografia, l’eutanasia, il nudismo, l’immoralità pubblica dilagante ovunque). Queste depravazioni precipitano sempre più nel pattume la società, distruggendo la civiltà cristiana!
Un falso e idolatrico amore per l’uomo, svincolato dalla imprescindibile collocazione al primo posto dell’amore per Dio/Verità, e, sociologicamente parlando, dell’amore per il vero bene comune,  ha indotto un  dissennato clima di perdonismo automatico, radicalmente contrario al Vangelo, che impone invece il pentimento prima del perdono (san Luca 17, 3-4), clima potentemente favorito dalla negazione ostinata dell’Inferno, che ha trasformato l’intera società in una vera e propria associazione per delinquere!
Nella stessa comunità ecclesiale si sviluppano effetti devastanti, quali: la corruzione del clero cattolico (preti e religiosi in forte crisi d’identità, che tutto fanno tranne che i preti e i religiosi, e che scandalizzano con gravi peccati sessuali, quali omosessualità e pedomania: la falsa chiesa americana ha dovuto rimettere un patrimonio in risarcimenti per tacitare le vittime dei falsi preti pedomani); l’aumento vertiginoso degli annullamenti dei matrimoni religiosi; i tentativi di aumentare, addirittura in via amministrativa (cfr. Ratzinger in “Sale della terra”, pp. 234-237!) tali annullamenti e di ammettere alla comunione i divorziati risposati, purché pentiti (!); e quelli di ridurre l’intera morale della Chiesa ad un gruppo di precetti essenziali da rispettarsi in ambito ecumenico (Ratzinger, Colonia 19.8.05): uno scellerato concordismo che conferma nell’errore la coscienza nera di quanti vi si trovano, e che trasforma la morale in politica, contro l’insegnamento dello stesso falso concilio Vaticano II, il quale reclama assolutamente da tutti il primato del rispetto dell’ordine morale oggettivo (I.M. 6)!
I papi del dopo concilio (Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI) hanno poi oggettivamente ingiuriato Dio: rimproverandoNe l’assenza (Paolo VI al funerale di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse dopo una vita politica di tradimento della Chiesa; Benedetto XVI nei campi di sterminio di Auschwitz); vergognandosi oggettivamente e nei fatti, e qualche volta anche nelle parole, degli Apostoli, dei Padri della Chiesa, e, in ultima analisi, di Dio stesso, per la loro mancanza di carità verso gli … Ebrei (così il cappuccino apostata Cantalamessa davanti a Giovanni Paolo II, che non lo smentisce pubblicamente, in occasione del venerdì santo 1998); rifiutando la “dottrina della sostituzione”, sulla quale poggia e si giustifica l’esistenza stessa della Chiesa di Cristo, e impostando quella dell’”attesa messianica parallela”, per compiacere gli Ebrei(!); trasformando il Purgatorio da luogo di pena a … Paradiso incompleto (dove una marginale espiazione è ampiamente compensata da una intravista e beatifica visione di Dio); negando ostinatamente l’Inferno, che esiste ma è … vuoto, essendone stato tratto fuori (da Giovanni Paolo II, cat. 28.7.99 e Benedetto XVI, cat. 18.10.06) perfino Giuda – “il figlio della perdizione” (Gv 17,12) –, che la Tradizione della Chiesa ha sempre ritenuto vi sia di sicuro dentro, per espressa e unanime indicazione evangelica!
I mali gravissimi seguiti al Concilio sono prova ulteriore e sicura che le dottrine insegnate a partire da esso sono eretiche, in virtù del principio evangelico “Tale l’albero, così i frutti”, che smaschera i falsi profeti (Mt 7).
Si schiudono così le porte della  “fine dei tempi”; fine che passa per un’impostura religiosa  e per un’apostasia generale (II Ts 2, 1-8), entrambe sicuramente in atto (v. infra amplius).
Il trono di Pietro, infatti, manca di un vero Papa da ben 55 anni, essendo precipitato in una “vacatio diabolica”, si abbia o no questa percezione. Su di esso siede una figura oggettivamente malvagia, circondata da un esercito sterminato di apostati, più o meno consapevoli, alcuni del tutto ignari; figura che annuncia sinistra la fine dei tempi.
Quanto sopra esposto trova singolare conferma nelle profezie dell’Apocalisse (cfr. quarto allegato), che fanno rizzare i capelli sulla testa!
Nel testo giovanneo, tra l’altro, si parla di una triade del male, composta da:
un  “Drago”, che simboleggia Satana;
da una “Bestia”, che simboleggia l’odierno Stato ateo, e, in ultima analisi, l’uomo stesso che rifiuta il Cristo e si fa Dio, essendo lo Stato null’altro che la comunità organizzata degli uomini;
da una “Altra Bestia”, chiamata anche “Falso Profeta”, che costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia (uomo, Stato ateo).
A questa triade viene poi associata “Babilonia la grande”.
Babilonia è il simbolo della più sfrenata idolatria, della prostituzione per eccellenza (unione nel male = porneia), personificata in una donna, sulla cui fronte è scritto: “Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra”.

Contro questa prostituta si scaglia l’ira di Dio, che riempie più di una pagina dell’Apocalisse.


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