Eurogruppo,
Ecofin
e Banca centrale europea. Tutti organismi al soldo delle banche, tutti
prontissimi a salvarle con i soldi dei cittadini. Soldi provenienti
dalle tasse
o addirittura dai conti correnti. In questo consiste l'Unione bancaria
alla
quale hanno dato il via libera i capi di governo e ministri
dell'Economia
riuniti a Bruxelles. Se le banche falliranno, dovrà intervenire il
meccanismo
di garanzia e di salvataggio nazionale. Poi l'Esm, il fondo permanente
salva
Stati. E se questo non fosse sufficiente verranno utilizzati i soldi dei
titolari dei conti correnti. I soldi dei cittadini, considerati in tal
modo
corresponsabili delle porcate e delle speculazioni compite dai
banchieri. Il
meccanismo di gestione dei fallimenti bancari è stato al centro del
vertice di
Bruxelles con la Germania che ha pressato perché dopo un periodo
transitorio di
10 anni si arrivasse senza più esitare ad un meccanismo sovranazionale.
Una
fretta sulla quale ha frenato Fabrizio Saccomanni per non rischiare di
arrivare
ad una scelta che produrrebbe un meccanismo da lui definito “difettoso”.
Un
meccanismo, quello per gestire e pilotare i fallimenti bancari, che ha
avuto un
parto difficile, soprattutto per la coda di paglia della Germania, il
cui
modello di “banca mista” ha fatto scuola e si è diffuso ovunque. Un
modello nel
quale l'origine delle risorse raccolte da una banca ha poca importanza e
tutte
possono essere utilizzate indistintamente per fare operazioni
commerciali con
la clientela o operazioni di banca di investimento sul lungo termine,
con
l'acquisto di azioni e obbligazioni di società industriali e
commerciali.
Secondo questa impostazione, poco importa allora se quelle risorse siano
state
prese dai conti correnti dei risparmiatori o siano il frutto della
emissione di
obbligazioni o di azioni della stessa banca che le riversa nella stessa
cassa comune. Si deve però ricordare che è stata
proprio questa commistione tra raccolta ed impieghi a breve e a lungo
termine a
permettere ke speculazioni delle banche americane ed europee e a
innescare la
crisi finanziaria del 2007. La Legge Bancaria italiana del 1936 aveva
stabilito
una differenziazione netta tra banche commerciali e banche di
investimento,
proprio tenendo conto degli sfasci compiuti dagli speculatori del tempo,
Agnelli e Perrone, con i tentativi di scalata al Credito Italiano e alla
Banca
Commerciale per impadronirsi dei soldi dei correntisti e azzerare i
debiti
verso le stesse banche. Una Legge Bancaria che la politica italiana
cancellò
alla fine degli anni ottanta, dimostrando un colpevole e criminale
connivenza
con la tecnocrazia europea e con gli interessi dell'Alta Finanza. Quanto
deciso
dall'Eurogruppo e dall'Ecofin è quindi il fisiologico traguardo di un
cammino
iniziato da tempo (tutto il potere alle banche) e che ha avuto il suo
più
eclatante passaggio nel prestito triennale di 1.000 miliardi alle banche
europee da parte di Mario Goldman Sachs Draghi. Soldi regalati, perché
un tasso
di interesse dell'1% è un vero regalo, e che le banche hanno utilizzato
per
ricostruire il proprio patrimonio, intaccato dalle proprie speculazioni.
- See more at:
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=22813#sthash.uGOVC6Bv.dpufEurogruppo, Ecofin e
Banca centrale europea. Tutti organismi al soldo delle banche, tutti
prontissimi a salvarle con i soldi dei cittadini. Soldi provenienti dalle tasse
o addirittura dai conti correnti. In questo consiste l'Unione bancaria alla
quale hanno dato il via libera i capi di governo e ministri dell'Economia
riuniti a Bruxelles. Se le banche falliranno, dovrà intervenire il meccanismo
di garanzia e di salvataggio nazionale. Poi l'Esm, il fondo permanente salva
Stati. E se questo non fosse sufficiente verranno utilizzati i soldi dei
titolari dei conti correnti. I soldi dei cittadini, considerati in tal modo
corresponsabili delle porcate e delle speculazioni compite dai banchieri. Il
meccanismo di gestione dei fallimenti bancari è stato al centro del vertice di
Bruxelles con la Germania che ha pressato perché dopo un periodo transitorio di
10 anni si arrivasse senza più esitare ad un meccanismo sovranazionale. Una
fretta sulla quale ha frenato Fabrizio Saccomanni per non rischiare di arrivare
ad una scelta che produrrebbe un meccanismo da lui definito “difettoso”. Un
meccanismo, quello per gestire e pilotare i fallimenti bancari, che ha avuto un
parto difficile, soprattutto per la coda di paglia della Germania, il cui
modello di “banca mista” ha fatto scuola e si è diffuso ovunque. Un modello nel
quale l'origine delle risorse raccolte da una banca ha poca importanza e tutte
possono essere utilizzate indistintamente per fare operazioni commerciali con
la clientela o operazioni di banca di investimento sul lungo termine, con
l'acquisto di azioni e obbligazioni di società industriali e commerciali.
Secondo questa impostazione, poco importa allora se quelle risorse siano state
prese dai conti correnti dei risparmiatori o siano il frutto della emissione di
obbligazioni o di azioni della stessa banca che le riversa nella stessa
cassa comune. Si deve però ricordare che è stata proprio questa
commistione tra raccolta ed impieghi a breve e a lungo termine a permettere ke
speculazioni delle banche americane ed europee e a innescare la crisi
finanziaria del 2007. La Legge Bancaria italiana del 1936 aveva stabilito una
differenziazione netta tra banche commerciali e banche di investimento, proprio
tenendo conto degli sfasci compiuti dagli speculatori del tempo, Agnelli e
Perrone, con i tentativi di scalata al Credito Italiano e alla Banca
Commerciale per impadronirsi dei soldi dei correntisti e azzerare i debiti
verso le stesse banche. Una Legge Bancaria che la politica italiana cancellò
alla fine degli anni ottanta, dimostrando un colpevole e criminale connivenza
con la tecnocrazia europea e con gli interessi dell'Alta Finanza. Quanto deciso
dall'Eurogruppo e dall'Ecofin è quindi il fisiologico traguardo di un cammino
iniziato da tempo (tutto il potere alle banche) e che ha avuto il suo più
eclatante passaggio nel prestito triennale di 1.000 miliardi alle banche
europee da parte di Mario Goldman Sachs Draghi. Soldi regalati, perché un tasso
di interesse dell'1% è un vero regalo, e che le banche hanno utilizzato per ricostruire
il proprio patrimonio, intaccato dalle proprie speculazioni. - See more at:
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=22813#sthash.uGOVC6Bv.dpuf
Eurogruppo, Ecofin e
Banca centrale europea. Tutti organismi al soldo delle banche, tutti
prontissimi a salvarle con i soldi dei cittadini. Soldi provenienti dalle tasse
o addirittura dai conti correnti. In questo consiste l'Unione bancaria alla
quale hanno dato il via libera i capi di governo e ministri dell'Economia
riuniti a Bruxelles. Se le banche falliranno, dovrà intervenire il meccanismo
di garanzia e di salvataggio nazionale. Poi l'Esm, il fondo permanente salva
Stati. E se questo non fosse sufficiente verranno utilizzati i soldi dei
titolari dei conti correnti. I soldi dei cittadini, considerati in tal modo
corresponsabili delle porcate e delle speculazioni compite dai banchieri. Il
meccanismo di gestione dei fallimenti bancari è stato al centro del vertice di
Bruxelles con la Germania che ha pressato perché dopo un periodo transitorio di
10 anni si arrivasse senza più esitare ad un meccanismo sovranazionale. Una
fretta sulla quale ha frenato Fabrizio Saccomanni per non rischiare di arrivare
ad una scelta che produrrebbe un meccanismo da lui definito “difettoso”. Un
meccanismo, quello per gestire e pilotare i fallimenti bancari, che ha avuto un
parto difficile, soprattutto per la coda di paglia della Germania, il cui
modello di “banca mista” ha fatto scuola e si è diffuso ovunque. Un modello nel
quale l'origine delle risorse raccolte da una banca ha poca importanza e tutte
possono essere utilizzate indistintamente per fare operazioni commerciali con
la clientela o operazioni di banca di investimento sul lungo termine, con
l'acquisto di azioni e obbligazioni di società industriali e commerciali.
Secondo questa impostazione, poco importa allora se quelle risorse siano state
prese dai conti correnti dei risparmiatori o siano il frutto della emissione di
obbligazioni o di azioni della stessa banca che le riversa nella stessa
cassa comune. Si deve però ricordare che è stata proprio questa
commistione tra raccolta ed impieghi a breve e a lungo termine a permettere ke
speculazioni delle banche americane ed europee e a innescare la crisi
finanziaria del 2007. La Legge Bancaria italiana del 1936 aveva stabilito una
differenziazione netta tra banche commerciali e banche di investimento, proprio
tenendo conto degli sfasci compiuti dagli speculatori del tempo, Agnelli e
Perrone, con i tentativi di scalata al Credito Italiano e alla Banca
Commerciale per impadronirsi dei soldi dei correntisti e azzerare i debiti
verso le stesse banche. Una Legge Bancaria che la politica italiana cancellò
alla fine degli anni ottanta, dimostrando un colpevole e criminale connivenza
con la tecnocrazia europea e con gli interessi dell'Alta Finanza. Quanto deciso
dall'Eurogruppo e dall'Ecofin è quindi il fisiologico traguardo di un cammino
iniziato da tempo (tutto il potere alle banche) e che ha avuto il suo più
eclatante passaggio nel prestito triennale di 1.000 miliardi alle banche
europee da parte di Mario Goldman Sachs Draghi. Soldi regalati, perché un tasso
di interesse dell'1% è un vero regalo, e che le banche hanno utilizzato per ricostruire
il proprio patrimonio, intaccato dalle proprie speculazioni. -
FONTE:
http://www.rinascita.eu/index.phpaction=news&id=22813#sthash.uGOVC6Bv.dpuf
Proteggono lo Status Quo, lo stato attuale delle cose per tutelare loro stessi ed i loro privilegi acquisiti
RispondiEliminaCredo che bisognerebbe sfatare un luogo comune: le banche quasi sempre fingono di fallire. Esse di per sé non possono fallire, perché prestano denaro virtuale e risucchiano denaro e ricchezze reali. La storiella del fallimento va letta alla luce dei progetti mondialisti: simulando difficoltà, gli istituti di credito ottengono denaro a bassissimo interesse dalla BCE- Non solo, si consegue l'obiettivo di centralizzare il potere bancario che è concentrato in istituzioni sovranazionale. Problema (fittizio): crisi delle banche e scarsità di liquidità; reazione: è necessario salvare le banche e le economie nazionali; "risoluzione": centralizzazione del potere creditizio. Dallo status quo allo stato mondiale.
RispondiEliminaCiao
E' esatto! Proprio così.
EliminaStai bene caro Zret.
Elia