lunedì 3 dicembre 2012

RECITA BENE LA TUA PARTE



Seneca ha paragonato la vita a una rappresentazione teatrale della quale non ha importanza la durata quanto il modo come è eseguita.

“Non importa vivere molto, ma vivere bene” dice.

Ogni buon attore è tale se è capace di impersonare, di volta in volta, molti personaggi, così da far bene la parte di ciascuno di essi, quella del cameriere come quella del generale, del servo come del padrone, e così via.

E’ molto utile, nell’esistenza umana, quando è penosa, agire come se la situazione fosse diversa da quella che è.  L’esistenza, infatti, è come una bella o brutta commedia che lo Spirito, prima d’incarnarsi, si prefigge di recitare per assumere esperienze nella materia.

Chi sa questo, cerca di far bene la parte in cui viene a trovarsi sulla Terra. L’importante è di acquisire quelle virtus che gli saranno necessarie per il prosieguo del cammino nella sua evoluzione.

La prudenza, la giustizia, la fortezza, la temperanza sono i quattro cardini sui quali poggiare la propria vita che quando sarà del tutto permeata dall’Amore avrà raggiunto lo scopo della sua esperienza terrestre.
L’imperatore Augusto, vicino all’ultima ora, si rivolse ai presenti e disse loro: Ho recitato bene la  mia parte?” Certamente egli aveva la visione della vita che soltanto un saggio può avere.


GUARDA ALLO SCOPO

Una vita senza ideali è come  un viaggio senza mèta. Chi vive alla giornata, vive da èbete, nella dimensione meschina della banalità quotidiana. Ma non si può vivere lasciando alle cose esterne di disporre di noi come oggetti in loro balìa. Molti guai, dolori e difficoltà servono a svegliare i dormienti che si sono adagiati nell’inerzia e nell’ignavia. C’è chi si sveglia soltanto quando è toccato dal dolore. Allora comincia a chiedersi i perché, a interrogarsi, a guardarsi intorno.

E’ dopo un dolore maturato che comincia per molti la vera vita consapevole.

Guarda allo scopo della tua vita: esso ti darà energia e forza. La nave in navigazione che ha una mèta tende, con la forza dei suoi motori, diritta verso l’obiettivo da raggiungere, mentre quella senza mèta vaga secondo le onde mutevoli che l’agitano.

Indicate un punto da raggiungere a un errabondo, e lo farete camminare diritto e veloce; segnate una mèta a un uomo curvo, depresso, e lo raddrizzerete; date uno scopo a uno sfiduciato: lo avrete salvato.

La vita è un viaggio, un mezzo per un fine più grande, una mèta da conquistare. Chi scambia il mezzo con il fine corre verso il nulla, passa la vita tormentata mentre s’illude di trovare qualcosa dove non c’è.

L’uomo si qualifica dall’idea che muove la sua vita. Così per conoscere un uomo basta, talvolta, conoscere quello ch’egli persegue, le sue aspirazioni, le cose per le quali s’interessa e per le quali mostra attaccamento. I grandi ideali sono degli uomini elevati, mentre l’uomo meschino persegue scopi meschini, si riflette sulle cose che ama, in essi si specchia e si guarda.

Ai primi gradini dell’evoluzione cerca soltanto il proprio bene personale. Mentre sale, si sposta gradualmente dal piano dell’egoismo personale verso il piano universale.
Tutta la fatica del cammino umano si può sintetizzare in questo muoversi e spostarsi di piano in piano: è crisi di crescenza che comporta adattamento, travaglio, dolore e sofferenza.

Le idee che muovono l’uomo variano secondo la sua capacità di vedere. Man mano che progredisce, la maturazione induce a guardare orizzonti più vasti. I valori mutano e le cose tutte acquistano altro aspetto e valore.

Chi opera, mosso da motivi più elevati, spinto da ideali superiori, ha compreso il vuoto delle cose effimere, ma è pervenuto a quel punto dopo avere sperimentato personalmente l’insufficienza dei moventi inferiori. C’è chi ha scritto che sarebbe desiderabile che ogni uomo scrivesse in anticipo il proprio epitaffio, il più semplice e il più laudativo del mondo, ma che impiegasse tutta la propria vita a meritarlo.

Combatti serenamente la tua battaglia della vita. Và verso il tuo ideale come il ferro attratto dalla calamita. Superando ciò che ti ostacola, non ti arrecherà dolore. Per l’ideale, ogni sacrificio si trasforma in gioia. Se ti affliggi, perdi energie a tuo danno. Le energie devono rimanere integre per superare ogni prova. Lottando, devi rimanere sereno nel tuo interno.

Concentra la tua azione per non disperderla in troppi campi.
Stabilito lo scopo, fissa i mezzi per raggiungerlo: un programma è necessario. Sono come le tappe sulla strada da percorrere, per ogni anno, ogni mese, ogni giorno.

Eviterai dispersioni, impiegando utilmente il tempo, moltiplicandolo nella sua efficacia.


Tratto da LO SCOPO E IL SIGNIFICATO DELLA VITA di Amadeus Voldben
      


2 commenti:

  1. Purtroppo molti vivono per se stessi e il loro ideale e ricercare i piaceri , anche leciti della vita. Molti hannno ereditato condizioni di vita migliori di quelle dei loro padri e non si preoccpano di assicurare ciò ai loro figli. Molti si ricordano dei diritti solo quando li perdono, molti non sanno ciò che è bene da ciò che è male, ovvero ciò che fa degradare una società, una popolazione. Pochi invece lottano per molti senza che nessuno glielo chieda, questi recitano bene la loro parte...

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  2. Grazie. Bel commento... e purtroppo pure vero.

    Un saluto
    Elia

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