"E’ finito il 2012, anno
tremendo per molti ed anche per me. Penso che lo ricorderò come uno degli anni
peggiori della mia vita per una serie di motivi, primo fra tutti l’astio che
quello che scrivo ha prodotto, non solo tra gli estranei, ma anche tra amici
cari di vecchia data.
In questo anno di profonda
recessione la franchezza con la quale ho sempre esposto le mie analisi mi ha
procurato tanti nemici. Non è la prima volta che tutto ciò succede, un tempo
scrivevo su molti giornali ed a tutti piacevano le mie analisi, poi,
improvvisamente, quando ho iniziato a criticare non più l’economia canaglia
estera, ma quella nostrana, i direttori di giornali e riviste mi hanno detto
che non c’era più spazio per i miei pezzi. Davo fastidio ai loro capi politici
e quindi la mia voce sulle loro testate è stata messa a tacere. Anche in
televisione chi prima mi invitava sempre ha smesso di farlo.
Il motivo? Faccio collegamenti
pericolosi tra economia e politica. Alla stampa piacciono gli economisti puri,
quelli che sciorinano numeri e parlano un gergo incomprensibile, oppure gli
economisti di parte, pro Monti, pro Berlusconi, pro Bersani ecc. Una come me
non la controllano e quindi meglio non averla in trasmissione. Nel 2012 anche
alcuni amici mi hanno sbattuto la porta in faccia per gli stessi motivi. Dò
fastidio anche a loro che sono ben inseriti nel sistema attuale, o in pensione
da quando hanno 55 anni. Molti vengono dalla sinistra extraparlamentare, ma
quasi tutti oggi sono pro-Monti perché’ devono difendere la poltrona. Ai miei
amici storici non piacciono le mie critiche a Monti ed al suo governo, finche’
andavo contro Berlusconi erano tutti contenti ma adesso che apertamente critico
l’impalcatura dell’euro, adesso no, non mi sopportano più. Nel giro di poco
meno di un decennio sono diventata una persona scomoda per molti. Eppure nulla
è cambiato da quando ho scritto Economia Canaglia, anzi tutto ciò che ho
scritto fa parte di quello stesso filone, solo che adesso scavo alla ricerca
del marcio in Italia non più nel mondo.
Sarebbe molto più semplice
essere un economista di regime o di parte, agganciarmi a qualche personaggio o
gruppo politico importante ed offrir loro i miei servigi. Non mi riferisco solo
ai partiti tradizionali, ma anche ai ‘movimenti’ di cui spesso la stampa mi
attribuisce l’appartenenza, ebbene io non sono ben accetta da nessuno di questi
‘movimenti’ ed infatti non vedete mai sui loro siti il mio nome, nessuno ha mai
fatto pubblicità ai miei libri o mi ha citata.
Certo se fossi di parte verrei
ugualmente attaccata da chi sta sulle barricate opposte, ma avrei una difesa
solida alla spalle. Invece sono sola e mi attaccano tutti, e vi confesso che
non è una situazione facile. A volte quando leggo qualche Twitter offensivo o
scopro che qualcuno su Wikipedia ha scritto cose assolutamente non vere su di
me o quando qualcuno telefona all’università di Cambridge chiedendo prova che
io insegni lì (è successo anche questo!), o quando a Il Venerdi arriva un’email
di insulti contro di me, mi domando: da dove arriva tutto questo astio? Chi mi
odia a tal punto? Certo devo dare molto fastidio. Ed ho provato la stessa
incomprensione quando all’indomani dell’ascesa di Monti a presidente del
consiglio una mia carissima amica che lavora spalla a spalla con il governo mi
ha detto: basta discussioni politiche io sono diventata pro-regime.
Per completare Democrazia
Vendesi sono letteralmente scappata in America, sulle montagne del Montana
accompagnata da una ragazza di 24 anni, Francesca Fogli, che ha
lavorato con me a questo libro. Prima di partire sono passata per Roma a
trovare mia madre ed ho avuto l’ennesima conferma che la borghesia italiana mi
detesta ed anche capito il perché’: io sono lo specchio del fallimento
dell’esperimento Italia democratica. Ma non basta, anche la vecchia sinistra,
quella in cui militavo da giovane, non mi può vedere per lo stesso motivo.
Confesso che con Francesca
abbiamo parlato di quanto sia difficile per entrambe e per motivi diversi avere
a che fare con l’Italia, ma alla fine abbiamo capito che nessuna di noi ha
intenzione di gettare la spugna e regalare il paese ai berlusconiani o ai
montiani. E mentre lavoravamo con il gruppo, Chiara Ricci, Pierluigi Paoletti, Paolo Musumeci, Dario Tamburano abbiamo avuto
l’ennesima conferma che c’è bisogno di voci come le nostre, fuori dal coro,
senza dimora politica, che svolgono la funzione della coscienza del paese. E
poco importa se non siamo gradite in TV o sulla stampa tradizionale, il
messaggio se è buono, vero ed autentico arriva sempre. Il più grande
amplificatore è il passaparola non la TV ne’ Internet.
Certo il prezzo da pagare è
alto: l’astio tangibile degli sconosciuti e quello di vecchi amici. Ma ne’ io
ne’ i membri di questo gruppo di lavoro saremmo capaci di alterare la verità
per far piacere a qualcuno o per interessi personali. Ma la scoperta più
importante è che non sono sola, accanto a me c’è un’intera nazione fatta di
gente comune: casalinghe come mia madre, precari, disoccupati ma anche
professionisti seri, gente civile, che non difende la poltrona, ma che vuole
vivere in una società moderna ed equa.
Siamo tanti, la maggioranza e
nel 2013 inizieremo a riprenderci quello che ci è stato sottratto."
Loretta
Napoleoni
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