mercoledì 16 gennaio 2013

PIANO, PIANO, PEZZO PEZZO, MA LA VERITA’ SULLO STRAGISMO VIENE FUORI




Non solo ci fa personalmente piacere, ma è soprattutto estremamente importante per la ricerca della verità storica, quanto affermato dall’ex magistrato Ferdinando Imposimato, Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, durante la presentazione del suo nuovo libro "La repubblica delle stragi impunite" edito da Newton Compton.
Dopo aver, infatti, accennato che il primo a scoprire cosa c’era dietro quelle stragi fu il giudice Alessandrini (che indagò sulle trame “nere”, ma guarda caso fu ucciso da Prima Linea), Imposimato specifica: <<Ormai sappiamo tutto  della strategia del terrore, che fu attuata dalla struttura Gladio (Stay Behind) in supporto ai servizi segreti (non deviati) italiani. La strategia serviva a spostare gli equilibri politici da destra verso il centro-sinistra, verso sinistra ed era orchestrata dalla Cia>>.
Come è stato osservato da molti, ne esce quindi fuori un quadro in cui abbiamo  uno Stato caratterizzato dai rapporti inquinati tra istituzioni e mafia, politica e servizi segreti (Gladio, P2, Sisde, CIA), estremisti di destra e sinistra e magistratura corrotta, senza trascurare il ruolo degli USA e della Chiesa vaticana.
Non abbiamo ancora letto il libro di Imposimato e quindi ci riserviamo di commentarlo in un secondo momento, ma già queste brevi frasi sono di estremo interesse.
Primo: la conferma che non esistono “Servizi deviati”, ma solo Servizi che eseguono ordini da uno Stato che, anche per la sua subordinazione militare al sistema Atlantico, ne subisce le influenze. E in questo Stato c’è tutto, anche Mafia, Servizi, oranizzazioni politiche tendenti al terrorismo, logge massoniche.
Secondo: che fermo restando le stragi “false flag” da accollare ai rossi e agli anarchici degli ani ’60 (compresa la “madre di tutte le stragi, ovvero Piazza Fontana) successivamente, dagli anni ’70 in poi il terrorismo è servito per spostare tutta la società italiana verso una cultura e una ristrutturazione del paese in senso progressista (Imposimato ha usato il termine “spostamento “da destra verso il centro sinistra”).
Terzo: la conferma di una strategia stragista i cui disegni e fili erano tenuti da forze atlantiche, occidentali o mondialiste che dir si voglia.
Praticamente tutto quello che abbiamo sempre sostenuto noi (come vedesi nel ns. ALLEGATO) circa una ambivalenza, una duplicità dello stragismo, ma anche quello che sostiene Vincenzo Vinciguerra circa le strategie d’oltreoceano atte a “destabilizzare al fine di stabilizzare” la posizione del nostro paese nell’ambito atlantico.
Ci preme qui precisare che quei “neri”, quei terroristi di “destra”, accennati da Imposimato, sono una generalizzazione, una semplificazione di un immaginario collettivo che dal dopoguerra in avanti, causa ex propaganda di guerra e complicità di farabutti vari, oltre  all’opera nefasta del Msi, hanno contribuito a disegnare un fascismo e dei “fascisti” che di “nero” hanno ben poco essendo l’emblema del destrismo, del conservatorismo, del filo atlantismo. Ergo, la negazione del fascismo!
Parliamoci chiaro, stiamo parlando di persone, di attivisti,  strumentalizzati e collusi con i nostri Servizi militari e civili se non addirittura direttamente atlantici, che hanno deambulato nei movimenti del neofascismo del dopoguerra.
Quindi sono cresciuti a “saluti romani” e “viva il Duce” oltre a praticare un linguaggio dalle mille sfaccettature che vanno da un certo “tradizionalismo”, a idee di destra conservatrice o anche pseudo nazionalrivoluzionaria, da una esaltazione della storia del fascismo e del nazionalsocialismo, ecc., ma tutto questo non è sufficiente per definirli fascisti. Contano gli atti, conta la politica praticata negli anni, anche se resta ancora tutto da stabilire il vero ruolo avuto da questi “neofascisti” nella strategia della tensione, visto che non possiamo di certo fidarci dei teoremi di una magistratura che ha dimostrato di perseguire strade ben lontane dal fare chiarezza.
E’ indubbio però che gli atti e la politica praticata negli anni dai “neofascisti, a nostro avviso, nulla hanno a che vedere con il fascismo e certi “intruppamenti” sono sotto gli occhi di tutti.
Non è un caso che ex combattenti della RSI, quelli della FNCRSI, hanno da sempre denunciato certe collusioni e hanno da sempre condannato il destrismo del Msi e di certi gruppi extra.
Sappiamo che questo è un discorso duro e crudo, difficile da far accettare a tanti camerati che nel corso della loro esistenza hanno avuto modo di conoscere e praticare certi personaggi. La politica è anche un fatto emotivo, di relazioni umane, di solidarietà, amicizie e resta quindi difficile voler credere a quello che non si vorrebbe credere. Ma le cose stanno così e non è certo colpa nostra.
Per tornare a Imposimato, noi che siamo sempre alquanto circospetti e diffidenti su uomini e personaggi che pur sempre escono dal “sistema”, ci riserviamo di decifrare il suo pensiero e il suo atteggiamento in questi ultimi anni, dove però è indubbio che ha il merito di aver apportato un enorme contributo, vedi per esempio, alla decodificazione di quegli infami “auto attentati” dell’11 Settembre in America.  
Posizioni le sue che, come in questo caso delle stragi in Italia, sono decisamente scomode per il Sistema.
Di Imposimato, inoltre, non dobbiamo dimenticare che, anni addietro, assieme al giudice Rosario Priore, fece un sopralluogo nelle strade del ghetto ebraico di Roma, portandosi dietro Elfino Mortati (considerato vicino agli ambienti toscani delle BR e coinvolto nelle attività di “Lotta armata per il comunismo”), il quale aveva rivelato esservi in quei luoghi un covo delle BR di cui non ricordava l’esatta ubicazione.
Certe indagini, già avevano portato a identificare una base brigatista nella zona del ghetto in via Sant’Elena, a suo tempo abitata dai coniugi Raffaele De Cosa e Laura di Nola e quest’ultima, extraparlamentare di sinistra e figlia di un commerciante israelita, emerse come collegata con l’Intelligence israeliano. 
Insomma c’era molta carne al fuoco per arrivare ad una prigione in cui negli ultimi giorni poteva essere stato detenuto Aldo Moro, una prigione nel ghetto a cui aveva fatto cenno anche il giornalista Pecorelli, come noto, informato da amicizie nei Servizi.
Ma già il giorno dopo di quel sopralluogo, ai due giudici venne recapitata una foto che li ritraeva con tutto il gruppo d’accompagno durante quella ispezione per le strade del ghetto. Era facile capire che si era in presenza di una intimidazione per far desistere da ulteriori indagini in quella direzione. E così fu.

Insomma, Imposimato è uno che “sà” o comunque ha tutte le conoscenze per contribuire a ristabilire la verità su venti anni di stragi.

Maurizio Barozzi


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