Non solo ci
fa personalmente piacere, ma è soprattutto estremamente importante per la
ricerca della verità storica, quanto affermato dall’ex magistrato Ferdinando
Imposimato, Presidente
onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, durante la presentazione
del suo nuovo libro "La repubblica
delle stragi impunite" edito da Newton
Compton.
Dopo aver, infatti, accennato che il
primo a scoprire cosa c’era dietro quelle stragi fu il giudice Alessandrini (che
indagò sulle trame “nere”, ma guarda caso fu ucciso da Prima Linea),
Imposimato specifica: <<Ormai sappiamo tutto della
strategia del terrore, che fu attuata dalla struttura Gladio (Stay Behind) in
supporto ai servizi segreti (non deviati) italiani. La strategia serviva a
spostare gli equilibri politici da destra verso il centro-sinistra, verso
sinistra ed era orchestrata dalla Cia>>.
Come è stato osservato da molti, ne
esce quindi fuori un quadro in cui abbiamo uno
Stato caratterizzato dai rapporti inquinati tra istituzioni e mafia, politica e
servizi segreti (Gladio, P2, Sisde, CIA), estremisti di destra e sinistra e
magistratura corrotta, senza trascurare il ruolo degli USA e della Chiesa
vaticana.
Non abbiamo ancora letto il libro di
Imposimato e quindi ci riserviamo di commentarlo in un secondo momento, ma già
queste brevi frasi sono di estremo interesse.
Primo: la conferma che non esistono “Servizi deviati”, ma solo
Servizi che eseguono ordini da uno Stato che, anche per la sua subordinazione
militare al sistema Atlantico, ne subisce le influenze. E in questo Stato c’è
tutto, anche Mafia, Servizi, oranizzazioni politiche tendenti al terrorismo,
logge massoniche.
Secondo:
che fermo
restando le stragi “false flag” da accollare ai rossi e agli anarchici degli ani
’60 (compresa la “madre di tutte le stragi, ovvero Piazza Fontana)
successivamente, dagli anni ’70 in poi il terrorismo è servito per spostare
tutta la società italiana verso una cultura e una ristrutturazione del paese in
senso progressista (Imposimato ha usato il termine “spostamento “da destra verso
il centro sinistra”).
Terzo:
la
conferma di una strategia stragista i cui disegni e fili erano tenuti da forze
atlantiche, occidentali o mondialiste che dir si
voglia.
Praticamente tutto quello che abbiamo
sempre sostenuto noi (come vedesi nel ns. ALLEGATO) circa una ambivalenza, una
duplicità dello stragismo, ma anche quello che sostiene Vincenzo Vinciguerra
circa le strategie d’oltreoceano atte a “destabilizzare al fine di
stabilizzare” la posizione del nostro paese nell’ambito
atlantico.
Ci preme qui precisare che quei
“neri”, quei terroristi di “destra”, accennati da Imposimato, sono una
generalizzazione, una semplificazione di un immaginario collettivo che dal
dopoguerra in avanti, causa ex propaganda di guerra e complicità di farabutti
vari, oltre all’opera nefasta del Msi, hanno contribuito a
disegnare un fascismo e dei “fascisti” che di “nero” hanno ben poco essendo
l’emblema del destrismo, del conservatorismo, del filo atlantismo. Ergo, la
negazione del fascismo!
Parliamoci chiaro, stiamo parlando di
persone, di attivisti, strumentalizzati e collusi con i nostri
Servizi militari e civili se non addirittura direttamente atlantici, che hanno
deambulato nei movimenti del neofascismo del dopoguerra.
Quindi sono cresciuti a “saluti
romani” e “viva il Duce” oltre a praticare un linguaggio dalle mille
sfaccettature che vanno da un certo “tradizionalismo”, a idee di destra
conservatrice o anche pseudo nazionalrivoluzionaria, da una esaltazione della
storia del fascismo e del nazionalsocialismo, ecc., ma tutto questo non è
sufficiente per definirli fascisti. Contano gli atti, conta la politica
praticata negli anni, anche se resta ancora tutto da stabilire il vero ruolo
avuto da questi “neofascisti” nella strategia della tensione, visto che non
possiamo di certo fidarci dei teoremi di una magistratura che ha dimostrato di
perseguire strade ben lontane dal fare
chiarezza.
E’ indubbio però che gli atti e la
politica praticata negli anni dai “neofascisti, a nostro avviso, nulla hanno a
che vedere con il fascismo e certi “intruppamenti” sono sotto gli occhi di
tutti.
Non è un caso che ex combattenti
della RSI, quelli della FNCRSI, hanno da sempre denunciato certe collusioni e
hanno da sempre condannato il destrismo del Msi e di certi gruppi
extra.
Sappiamo che questo è un discorso duro e crudo,
difficile da far accettare a tanti camerati che nel corso della loro esistenza
hanno avuto modo di conoscere e praticare certi personaggi. La politica è anche
un fatto emotivo, di relazioni umane, di solidarietà, amicizie e resta quindi
difficile voler credere a quello che non si vorrebbe credere. Ma le cose stanno
così e non è certo colpa nostra.
Per tornare a Imposimato, noi che
siamo sempre alquanto circospetti e diffidenti su uomini e personaggi che pur
sempre escono dal “sistema”, ci riserviamo di decifrare il suo pensiero e il suo
atteggiamento in questi ultimi anni, dove però è indubbio che ha il merito di
aver apportato un enorme contributo, vedi per esempio, alla decodificazione di
quegli infami “auto attentati” dell’11 Settembre in America.
Posizioni le sue che, come in questo
caso delle stragi in Italia, sono decisamente scomode per il
Sistema.
Di Imposimato, inoltre, non dobbiamo
dimenticare che, anni addietro, assieme al giudice Rosario
Priore, fece un sopralluogo nelle strade del ghetto ebraico di Roma, portandosi
dietro Elfino Mortati (considerato vicino agli ambienti toscani delle BR e
coinvolto nelle attività di “Lotta armata per il comunismo”), il
quale aveva rivelato esservi in quei luoghi un covo delle BR di cui non
ricordava l’esatta ubicazione.
Certe indagini, già avevano
portato a identificare una base brigatista nella zona del ghetto in via
Sant’Elena, a suo tempo abitata dai coniugi Raffaele De Cosa e Laura di Nola e
quest’ultima, extraparlamentare di sinistra e figlia di un commerciante
israelita, emerse come collegata con l’Intelligence
israeliano.
Insomma c’era molta carne
al fuoco per arrivare ad una prigione in cui negli ultimi giorni poteva essere
stato detenuto Aldo Moro, una prigione nel ghetto a cui aveva fatto cenno anche
il giornalista Pecorelli, come noto, informato da amicizie nei
Servizi.
Ma già il giorno dopo di
quel sopralluogo, ai due giudici venne recapitata una foto che li ritraeva con
tutto il gruppo d’accompagno durante quella ispezione per le strade del ghetto.
Era facile capire che si era in presenza di una intimidazione per far desistere
da ulteriori indagini in quella direzione. E così fu.
Insomma, Imposimato è uno
che “sà” o comunque ha tutte le conoscenze per contribuire a ristabilire la
verità su venti anni di stragi.
Maurizio Barozzi
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