Tra le decine di articoli - e
di mail – che abbiamo scritto sulla
e dalla Enciclica
Spe Salvi in poi, abbiamo
trovato - per ora - questo scritto di Mario che sviluppa considerazioni
sul il PAPA O SI DIMETTE O MUORE, e che riprende e
si collega ad alcune delle nostre precedenti considerazioni.
Utile anche per chi - come ad es. un tale
giornalista di nome Walter Peruzzi - e per "sinistri" e
"comunisti" che anche su Papa e come su tutto, sanno
fare solo gli AMANUENSI
DEL QUOTIDIANO .
SE IL PAPA SI DIMETTE - O
MUORE (8 MARZO 2012)
“Il Papa morirà”entro
un anno, prevede un appunto confermato
come vero .
“Non è
congiura fantasiosa, ma pressione politica vera quella che si esercita dalle
parti di San Pietro”
Scritto e inviato un anno fa, quando i "sinistri" e i comunisti, "moderni" e
"cibernantropi" amanuensi dalle quotidiano - come tale giornalista di nome Walter Peruzzi
- non c'erano o se c'erano non
sentivano o dormivano.
I NUOVI
AMANUENSI, "moderni" (sic), "tecnologici" e
"cibernantropi" del XXI secolo, di un capitalismo che controlla la
scienza tecnica e progetta, produce e controlla la c.d. "Rete"
informatica e la tecnologia computerizzata ingenere (compresi i vari Web, Blog e traduttori automatici) UMANIZZA LE MACCHINE E ROBOTIZZA GLI
UOMINI che si adeguano, diventando un prolungamento della "macchina", del "mezzo" che comanda e
condiziona i contenuti, creando un Mondo a sua immagine e somiglianza - del
capitalismo.
Dove, per dirla con Marx, nel
processo di reificazione e alienazione – cosa che colpisce ancor di più se ci si autodefinisce
“progressista” o “comunista - non più
l’uomo a rappresentare la macchina (la
merce), ma è la macchina ( la merce) a rappresentare l’uomo che alienandosi da se stesso si esprime in forma tecnicamente
e tecnologicamente determinata adeguandosi ad essa.
Ricordiamo, ancora, che a Ruini -
oggetto delle nostre critiche e “nemico”, come anche Bagnasco e
Bertone, dell’attuale Papa - è stato impedito il Soglio in primis
dal Card. Martini (pronto a tutto pur di evitare che Ruini
fosse Papa), che viceversa contribuì in modo decisivo a far eleggere Papa Ratzinger:
si che ai "somari" c.d.
"progressisti" - sia laici che cattolici che da tempo sono
conservatori nel senso vero, cioè conservatori del
sistema, del capitalismo - che gli dicevano "ma è un
conservatore", Martini - fotografando
in modo perfetto quel che avviene anche nella realtà dell’attuale politica - , rispondeva
"meglio
un conservatore intelligente e colto che un progressista incolto e
inintelligente". Ben detto: osservazione che condividiamo da sempre e che vale
anche in politica: dove spesso si trovano più somari nel campo progressista che tra i conservatori, molti dei quali “conservatori” lo sono solo per la "sinistra"
che considera “conservatore” chi intelligentemente la critica.
Nota: sui
chierici del clero romano e della CEI di Ruini, Bagnasco e Bertone che
controlla lo IOR che vale quanto e più dell’essere Papa, dopo "...la
pubblicazione delle lettere di fuoco scritte dall' attuale nunzio apostolico
negli Stati Uniti, Mons. Carlo Maria Viganò, quand' era segretario
generale del Governatorato (l' ente che gestisce lo Stato della Città del
Vaticano), al Papa e al Cardinal Bertone, contenenti accuse di corruzione negli appalti
e di malagestione
dei soldi, affidata
a banchieri che "fanno di più il loro interesse che i nostri"
e che "hanno mandato in fumo in una sola operazione finanziaria nel
dicembre 2009 due milioni e mezzo di dollari...La Santa Sede si è difesa con un
lungo e dettagliato comunicato: "il Governatorato non è in balìa di forze
oscure" (SIC!).
I nuovi amanuensi “comunisti”
e della “a sinistra”, in realtà,
OLRE CHE LIMITARSI A DESCRIVERE IL QUOTIDIANO - come richiedono sia il giornalismo che i mercati finanziari - non leggevano
i testi. Si che non sapevano quel che il Papa aveva veramente scritto -
anche se lo criticavano e credevano di sapere dalle interpretazioni
giornalistiche di giornalisti incolti e prezzolati. Per cui tutti ma proprio
tutti sono rimasti più sbalorditi che sorpresi quando abbiamo loro
trasmesso - sotto forma di DOMANDA DALLE CENTO PISTOLE - in forma di domanda-quiz:
"CHI HA SCRITTO QUESTO FRASE?", adatta
alla superficialità informatica. Frase della Spe Salvi in cui Ratzingher
ripercorre e analizza storicamente la grandezza della svolta storica che con
Marx si realizza nella concezione del progresso umano, nelle scienze sociali, con una politica che conosce ed è intesa come conoscenza
scientifica della società e delle forze che si muovono in essa, “per
rivoluzionare il mondo…” non solo a parole “ma col Partito Comunista” , per il
benne supremo dell’umanità.
Mail dell’8 marzo
2012
Caro
Angelo, ho provato a mettere giù qualche riflessione che ho ripreso da alcune
delle tue valutazioni. Te le mando qui di seguito e poi, in successione. Un
caro saluto. Mario A.
Re: caro Mario, come ti ho fatto sapere, ho
purtroppo maldestramente cancellato il fail già completato ed irrecuperabile,
in cui ragionando e commentando aderivo al tuo scritto che , senza attendere di
riscrivere un commento, per non tardare oltre lo trasmetto a tutti quanti ho in
indirizzo. Grazie e ciao.a.ruggeri.
Se il Papa si dimette
“Il Papa morirà”. Questo il contenuto choc
dell’appunto riservato pubblicato da Il Fatto Quotidiano e che annunciava un “complotto
omicidiario” nei confronti di Benedetto XVI. La notizia è stata commentata con
grande prudenza dai media e lasciata sfumare senza clamore. Ma una nota del 28
Febbraio del vaticanista del “Riformista”, che si concentra sulla candidatura
gradita di Scola, attuale arcivescovo di Milano legato a Comunione e
Liberazione e sulla possibilità che solo le dimissioni anticipate di Ratzinger
assicurino un Papa europeo, mi ha inquietato. Mi ha anche spinto ad
interpretare l’isolamento del teologo tedesco nientemeno che in rapporto
all’attuale conflitto interno al capitalismo globalizzato, dominato dalla
finanza. Non ho certo la presunzione di penetrare mondi per me inavvicinabili,
ma la lettura del pensiero del papa tedesco mi ha sempre colpito per l’intensità
e originalità di alcuni suoi passaggi e per una presa di distanza meditata
dalla direzione verso cui si muove il pensiero unico imposto dai potenti della
terra. In fondo, la storia dei papi dal Novecento non è più romana, ma è tutta
legata alle scosse storiche della geopolitica mondiale. Mi chiedo allora:
perché mai - e al più presto – dovrebbe arrivare un papa europeo conservatore
(più probabilmente italiano), se non perchè il vecchio continente è diventato
nelle sue istituzioni il cane da guardia del liberismo più sfrontato, rispetto
cui il pontefice attuale è manifestamente riluttante?
Benedetto XVI, l’autore dell’enciclica “Spe Salvi”,
pochissimo conosciuta e che attribuisce a Marx il merito e la necessaria
intuizione di andare oltre la Rivoluzione francese per allargare i confini
della giustizia sociale, non è amato negli ambienti del capitalismo finanziario
internazionale, specialmente americano e anglosassone, ma ancor più europeo, da
quando la “troika” teorizza il superamento del modello sociale che era della
Comunità. In effetti, anche se non interviene nelle vicende italiana, è
visibile il contrasto del Pontefice con la conferenza episcopale italiana, cioè
la CEI, che ha un nucleo reazionario collegato ai centri di potere finanziario
che danno un sostegno netto a Mario Monti. La rivalutazione della questione
sociale, il contrasto tra poveri e ricchi continuamente citato, una
rifondazione dell'economia cambiando il paradigma secondo cui la chiesa agiva
sulle ingiustizie facendo la carità anziché intervenire sulle cause, devono
aver preoccupato quei poteri che attingono a risorse che vengono prodotte da
grandi masse di popolazione (il 99%) e trasferite ad una elite (l’1%) a
dispetto della dignità, delle condizioni materiali del lavoro, della sicurezza
sociale. La circostanza poi che vede i governi essere protagonisti da un lato
della vendita di armi e dall'altro a doverle acquistare in cambio di
"aiuti" (come Grecia e Italia) mentre perseguono politiche di
distruzione delle conquiste sociali e dello stato democratico, sta mobilitando
e turbando il mondo cattolico, ma non in egual modo. C’è di nuovo una gerarchia
che tace e una base che si oppone e sta dalla stessa parte del papa nella
condanna contro i capitalismi finanziari anonimi, da lui indicati come “il
primo pericolo del mondo odierno”. La spaccatura attiene al sociale più che al
religioso, come sta a dimostrare lo scontro tra Bertone e Tettamanzi a Milano.
Il “cattolicesimo” esibito dai tecnici al governo, in gran parte partecipi –
pur se a diversi gradi - della trasversalità delle lobbies che medicano la
crisi con le stesse ricette che l’hanno provocata, sta tutta dentro questi
contrasti ed è il riflesso di uno scontro che volutamente confonde politica con
religione. Il caos è grande e il papa preferisce star fuori dagli scontri di
potere interni alla CEI. Ma se si leggono le due encicliche di Benedetto XVI, si capisce che l’applicazione
tecnica priva di democrazia (una indicazione della “Trilateral”) di misure
economiche per conto terzi (BCE, FMI, borsa di Londra) ad opera del governo
attuale, non sostiene certo l’indicazione di “indirizzare l’economia ai fini di
utilità sociale e al bene comune” (“Caritas in Veritate”) e di porre termine ad
una terrificante socializzazione del debito, che assolve il capitalismo
industriale e bancario in contrasto con l'art.41 della Costituzione
("l'iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con l'utilità
sociale...e deve essere indirizzata e coordinata a fini sociali"). Parrà
strano a chi ha in mente il prefetto conservatore del Sant’Uffizio, ma oggi il
Concilio Vaticano II trova in lui almeno altrettante aperture sul piano sociale
quanto trova chiusure dentro ambienti della CEI, di CL, dell’Opus Dei, delle
istituzioni finanziarie e degli stessi professori che dopo messa entrano nei
Palazzi della tanto screditata politica. Non è congiura fantasiosa, ma
pressione politica vera quella che si esercita dalle parti di San Pietro… .
Mario Agostinelli
Nessun commento:
Posta un commento
Scrivi un tuo commento: