domenica 17 febbraio 2013

SE IL PAPA SI DIMETTE - O MUORE


Tra le decine di articoli - e di mail – che abbiamo scritto sulla e dalla Enciclica Spe Salvi in poi, abbiamo  trovato - per ora - questo scritto di Mario che sviluppa considerazioni sul il PAPA O SI DIMETTE O MUOREe che riprende e si collega ad alcune delle nostre precedenti considerazioni. 
Utile anche per chi - come ad es. un tale giornalista di nome  Walter Peruzzi - e per "sinistri" e "comunisti" che anche su Papa e come su tutto, sanno fare solo gli AMANUENSI DEL QUOTIDIANO .

SE IL PAPA SI DIMETTE - O MUORE (8 MARZO 2012)
“Il Papa morirà”entro un  anno, prevede un appunto confermato come vero .
Non è congiura fantasiosa, ma pressione politica vera quella che si esercita dalle parti di San Pietro”

Scritto e inviato un anno fa, quando i "sinistri" e i comunisti, "moderni" e "cibernantropi"  amanuensi dalle quotidiano - come tale giornalista di nome Walter Peruzzi - non c'erano o se c'erano non sentivano o dormivano.
I NUOVI AMANUENSI, "moderni" (sic), "tecnologici" e "cibernantropi" del XXI secolo, di un capitalismo che controlla la scienza tecnica e progetta, produce e controlla  la c.d. "Rete" informatica e la tecnologia computerizzata ingenere (compresi i vari Web, Blog e traduttori automatici) UMANIZZA LE MACCHINE E ROBOTIZZA GLI UOMINI  che si adeguano, diventando un prolungamento della "macchina", del "mezzo" che comanda e condiziona i contenuti, creando un Mondo a sua immagine e somiglianza - del capitalismo.
Dove, per dirla con Marx, nel processo di reificazione e alienazione – cosa che colpisce  ancor di più se ci si autodefinisce “progressista” o “comunista -   non  più l’uomo a rappresentare la macchina (la merce), ma è la macchina ( la merce) a rappresentare l’uomo che alienandosi da se stesso si esprime in forma tecnicamente e tecnologicamente determinata adeguandosi ad essa.

Ricordiamo, ancora, che a Ruini -  oggetto delle nostre critiche e “nemico”, come anche Bagnasco e Bertone, dell’attuale Papa - è stato impedito il Soglio in primis dal Card. Martini (pronto a tutto pur di evitare che Ruini fosse Papa), che viceversa contribuì in modo decisivo a far eleggere Papa Ratzinger: si che ai "somari" c.d. "progressisti" - sia laici che cattolici che da tempo sono  conservatori nel senso vero, cioè conservatori del sistema, del capitalismo -  che gli dicevano "ma è un conservatore",  Martini - fotografando in modo perfetto quel che avviene anche nella realtà dell’attuale politica - , rispondeva "meglio un conservatore intelligente e colto che un progressista incolto e inintelligente". Ben detto: osservazione che condividiamo da sempre e che vale anche in politica: dove spesso si trovano più somari nel campo progressista che tra i conservatori, molti dei quali  “conservatori” lo sono solo per la "sinistra" che considera “conservatore” chi intelligentemente la critica.  

Nota: sui chierici del clero romano e della CEI di Ruini, Bagnasco e Bertone che controlla lo IOR che vale quanto e più dell’essere Papa, dopo "...la pubblicazione delle lettere di fuoco scritte dall' attuale nunzio apostolico negli Stati Uniti, Mons. Carlo Maria Viganò, quand' era segretario generale del Governatorato (l' ente che gestisce lo Stato della Città del Vaticano), al Papa e al Cardinal Bertone, contenenti accuse di corruzione negli appalti e di malagestione dei soldi, affidata a banchieri che "fanno di più il loro interesse che i nostri" e che "hanno mandato in fumo in una sola operazione finanziaria nel dicembre 2009 due milioni e mezzo di dollari...La Santa Sede si è difesa con un lungo e dettagliato comunicato: "il Governatorato non è in balìa di forze oscure" (SIC!).

I nuovi amanuensi “comunisti” e della “a sinistra”,  in realtà, OLRE CHE LIMITARSI A DESCRIVERE IL QUOTIDIANO - come richiedono sia il giornalismo che i mercati finanziari -   non leggevano i testi. Si che non sapevano quel che il Papa aveva veramente scritto - anche se lo criticavano e credevano di sapere dalle interpretazioni giornalistiche di giornalisti incolti e prezzolati. Per cui tutti ma proprio tutti sono rimasti più sbalorditi  che sorpresi quando abbiamo loro trasmesso - sotto forma di DOMANDA DALLE CENTO PISTOLE -  in forma di domanda-quiz: "CHI HA SCRITTO QUESTO FRASE?", adatta alla superficialità informatica. Frase della Spe Salvi in cui Ratzingher ripercorre e analizza storicamente la grandezza della svolta storica che con Marx si realizza nella concezione del progresso umano, nelle scienze sociali, con una politica che conosce ed è intesa come conoscenza scientifica della società e delle forze che si muovono in essa,  “per rivoluzionare il mondo…” non solo a parole “ma col Partito Comunista” , per il benne supremo dell’umanità.
  
Mail dell’8 marzo 2012
Caro Angelo, ho provato a mettere giù qualche riflessione che ho ripreso da alcune delle tue valutazioni. Te le mando qui di seguito e poi, in successione. Un caro saluto. Mario A.
Re: caro Mario, come ti ho fatto sapere, ho purtroppo maldestramente cancellato il fail già completato ed irrecuperabile, in cui ragionando e commentando aderivo al tuo scritto che , senza attendere di riscrivere un commento, per non tardare oltre lo trasmetto a tutti quanti ho in indirizzo. Grazie e ciao.a.ruggeri.

Se il Papa si dimette

“Il Papa morirà”. Questo il contenuto choc dell’appunto riservato pubblicato da Il Fatto Quotidiano e che annunciava un “complotto omicidiario” nei confronti di Benedetto XVI. La notizia è stata commentata con grande prudenza dai media e lasciata sfumare senza clamore. Ma una nota del 28 Febbraio del vaticanista del “Riformista”, che si concentra sulla candidatura gradita di Scola, attuale arcivescovo di Milano legato a Comunione e Liberazione e sulla possibilità che solo le dimissioni anticipate di Ratzinger assicurino un Papa europeo, mi ha inquietato. Mi ha anche spinto ad interpretare l’isolamento del teologo tedesco nientemeno che in rapporto all’attuale conflitto interno al capitalismo globalizzato, dominato dalla finanza. Non ho certo la presunzione di penetrare mondi per me inavvicinabili, ma la lettura del pensiero del papa tedesco mi ha sempre colpito per l’intensità e originalità di alcuni suoi passaggi e per una presa di distanza meditata dalla direzione verso cui si muove il pensiero unico imposto dai potenti della terra. In fondo, la storia dei papi dal Novecento non è più romana, ma è tutta legata alle scosse storiche della geopolitica mondiale. Mi chiedo allora: perché mai - e al più presto – dovrebbe arrivare un papa europeo conservatore (più probabilmente italiano), se non perchè il vecchio continente è diventato nelle sue istituzioni il cane da guardia del liberismo più sfrontato, rispetto cui il pontefice attuale è manifestamente riluttante?
Benedetto XVI, l’autore dell’enciclica “Spe Salvi”, pochissimo conosciuta e che attribuisce a Marx il merito e la necessaria intuizione di andare oltre la Rivoluzione francese per allargare i confini della giustizia sociale, non è amato negli ambienti del capitalismo finanziario internazionale, specialmente americano e anglosassone, ma ancor più europeo, da quando la “troika” teorizza il superamento del modello sociale che era della Comunità. In effetti, anche se non interviene nelle vicende italiana, è visibile il contrasto del Pontefice con la conferenza episcopale italiana, cioè la CEI, che ha un nucleo reazionario collegato ai centri di potere finanziario che danno un sostegno netto a Mario Monti. La rivalutazione della questione sociale, il contrasto tra poveri e ricchi continuamente citato, una rifondazione dell'economia cambiando il paradigma secondo cui la chiesa agiva sulle ingiustizie facendo la carità anziché intervenire sulle cause, devono aver preoccupato quei poteri che attingono a risorse che vengono prodotte da grandi masse di popolazione (il 99%) e trasferite ad una elite (l’1%) a dispetto della dignità, delle condizioni materiali del lavoro, della sicurezza sociale. La circostanza poi che vede i governi essere protagonisti da un lato della vendita di armi e dall'altro a doverle acquistare in cambio di "aiuti" (come Grecia e Italia) mentre perseguono politiche di distruzione delle conquiste sociali e dello stato democratico, sta mobilitando e turbando il mondo cattolico, ma non in egual modo. C’è di nuovo una gerarchia che tace e una base che si oppone e sta dalla stessa parte del papa nella condanna contro i capitalismi finanziari anonimi, da lui indicati come “il primo pericolo del mondo odierno”. La spaccatura attiene al sociale più che al religioso, come sta a dimostrare lo scontro tra Bertone e Tettamanzi a Milano. Il “cattolicesimo” esibito dai tecnici al governo, in gran parte partecipi – pur se a diversi gradi - della trasversalità delle lobbies che medicano la crisi con le stesse ricette che l’hanno provocata, sta tutta dentro questi contrasti ed è il riflesso di uno scontro che volutamente confonde politica con religione. Il caos è grande e il papa preferisce star fuori dagli scontri di potere interni alla CEI. Ma se si leggono le due encicliche di Benedetto XVI, si capisce che l’applicazione tecnica priva di democrazia (una indicazione della “Trilateral”) di misure economiche per conto terzi (BCE, FMI, borsa di Londra) ad opera del governo attuale, non sostiene certo l’indicazione di “indirizzare l’economia ai fini di utilità sociale e al bene comune” (“Caritas in Veritate”) e di porre termine ad una terrificante socializzazione del debito, che assolve il capitalismo industriale e bancario in contrasto con l'art.41 della Costituzione ("l'iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale...e deve essere indirizzata e coordinata a fini sociali"). Parrà strano a chi ha in mente il prefetto conservatore del Sant’Uffizio, ma oggi il Concilio Vaticano II trova in lui almeno altrettante aperture sul piano sociale quanto trova chiusure dentro ambienti della CEI, di CL, dell’Opus Dei, delle istituzioni finanziarie e degli stessi professori che dopo messa entrano nei Palazzi della tanto screditata politica. Non è congiura fantasiosa, ma pressione politica vera quella che si esercita dalle parti di San Pietro… . 

Mario Agostinelli


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