martedì 19 febbraio 2013

GRILLO COME MOSE' TRA MANIPOLAZIONE E DEMOCRAZIA

Nei momenti storici di grande trasformazione c'è sempre il grande leader che prende in mano un popolo per mano e lo tira fuori dalla schiavitù del Faraone egiziano e attraversando il mare, lo porta nella terra promessa. Per fare questo c'è la necessità anche a buona ragione di creare la condizione del consenso affinché una certa "massa" si possa fidare del nuovo leader lasciando quello vecchio. Non è facile per la "massa" realizzare la nuova visione del mondo. 


Come si farà a convincere una "massa" ad attraversare il deserto verso una terra che è solo promessa e magari questo viaggio dura anche quaranta anni.  Nelle similitudini ci sta dentro naturalmente anche la traversata a nuoto di Grillo che ha conquistato la Sicilia a nuoto. L'impostazione della manipolazione parte sempre dal "creare un problema" o evidenziarne uno al fine di vendere le propria soluzione. Per fare un esempio,  il cristianesimo crea il problema del peccato originale al fine di "vendere il servizio" della remissione, della salvezza, della redenzione solo attraverso la chiesa, ma non basta è necessario fidelizzare il cliente ossia non risolvi il problema con una prestazione "una tanutm" è necessario creare delle tappe dalla nascita (battesimo) fino alla morte (unzione degli infermi) affinché tu mai da solo potrai salvarti ed essere consapevole, ma dovrai essere sempre attaccato alla mio servizio. Questa teoria nota è spiegata bene nel libro "Gesu lava più Bianco". Solo che il marketing si evolve e la tecnologià ci offre sempre più mezzi e quindi anche la manipolazione diventa sempre più sofisticata. Il leader deve gestire la "speranza" della massa sulla soluzione del problema. Grillo in qualche maniera, nonostante ha preparato il suo percorso da oltre un ventennio, si è trovato il protocollo già spianto, in quanto non ha avuto la necessità di creare il problema per vendere il suo servizio, il problema è arrivato da se, ossia la crisi mondiale di sistema. 



Ma quale è il valore aggiunto che offre grillo, che altri non offrono nel gioco della manipolazione, rispetto al vecchio sistema manipolatorio dei suoi contendenti (Monti, Bersani, Berlusconi, Giannino). Il servizio di semplificazione ed interpretazione della realtà
I "vecchi" stanno applicando il sistema di "Tchakhotine", "Le Bon", "Bernays" riassunto in: AFFERMARE (senza spiegare)- RIPETERE (migliaia di volte sempre le stesse parole) - CONVIZIONE (invogliare il passa parole). La ingegneria del consenso ormai è una scienza matura e chi non la conosce, rischia di perdersi la visione complessiva. Il neomarketing e/o neuromarketing di Grillo che volutamente vuole trascinare  verso la rete ha tecniche più sofisticate che si basa su una banda portante di cui il suo blog è l'emettitore e serve a traduttore della realtà. Qui non stiamo analizzando una questione di bontà ne morale, ossia se l'interpretazione di Grillo sia giusta o sbagliata, ma se sia appropriato e lineare il metodo che lui e il suo movimento applica. La domanda è la seguente, il popolo (il suo popolo) sceglie liberamente oppure scegli dopo essere stato debitamente "emozionato",  "manipolato" e "fascinato" ma risulta libero?  Nella impostazione "comunicativa della propaganda"  c'è sempre  un nemico da definire ed individuare su cui far convergere l'attenzione della massa che Grillo vede nel "sistema" ma devia e concentra l'attenzione sul "politico", in primis ma poi mette insieme i dirigenti tutti di ogni settore dalle banche alle multinazionali, ecc. Vuole un nuovo sistema diverso da quello della politica e fa un "movimento" da non confondersi con il "partito". Nel movimento l'esercizio della discussione diretta (salvo  tra i capi) non c'è dalle sue stesse affermazioni, sembra che lui neanche li conosce chi siano i candidati, e che non si  conoscono neanche tra loro, anche se ne analizza i curriculum e ne fa il garante, e in un contesto democratico chi lo ha eletto garante? Non c'è una valutazione se non mediata dalla rete che fa da delega alla legittimazione dei suoi monologhi. Questo non è esercizio di Democrazia diretta, certamente riduce il sistema piramidale gerarchico che nel sistema grillo risulta molto schiacciato. Tutto questo comporta in termini di "quantità", "qualità" e "velocità" del messaggio tali da non realizzare la piena consapevolezza razionale (se non dopo lungo tempo e solo per una percentuale) ma semplicemente un aumento della massa critica sulla scia dello scontento. Dico cose banali sottolineando che anche grillo fa "propaganda". Grillo con la rete internet ha certamente un vantaggio sul fronte del FeedBack in quanto il sondaggio dei suoi "seguaci", coloro che sono entrati nella frequenza portante, lo ottiene in tempo reale e può cosi correggere il tiro del discorso sempre in tempo reale, i vecchi brontosauri (tutti gli altri) hanno mediamente un ritardo di 12 ore perché ancora si affidano al mezzo televisivo ai sondaggi e all'auditel. 




Per capirci se Berlusconi dai dati ha avuto un picco parlano di "equitalia" sul prossimo intervento aumenterà il tempo parlando di equitalia ma con un giorno di ritardo, Grillo questi report praticamente le gioca in anticipo avendoli dalla rete chi segue Grillo in parte va li perché sa già cosa dice e va li perchè vuole sentirsi ripetere quello, oltre a qualche battuta ironica che cambia ogni tanto per rinfrescare il repertorio. Certamente da qui a massimo 10 anni il sistema Grillo sarà vincente appena la programmazione mentale avrà il sorpasso su interente a causa di un ricambio naturale generazionale. Gli anziani che ancora sono teledipendenti passeranno a miglior vita e le nuove generazioni già crescono sulla manipolazione di internet. L'inganno di rappresentazione passa per un equazione truffaldina che vuole che "la partecipazione popolare" equivalga a "democrazia" (diretta). La storia dimostra che le masse non si muovono mai democraticamente, (ricordiamo che democrazia significa governo del popolo, governo significa qualcosa di organizzato di razionale) ma sempre su emozioni, su pressioni, su bisogni primari, su insofferenze. La relazione di rappresentanza esisterà sempre è sottosta sempre a una delega, e più è complessa la struttura organizzata  più diventa complessa e sofisticata la delega. La democrazia è una appendice della comunicazione se la comunicazione e libera lo sarà anche la democrazia, se la comunicazione è manipolata anche le "scelte" fatte esercitando la democrazia saranno manipolate. Il nodo sta nell'analizzate il tipo di comunicazione "proprietà, selezione, quantità, qualità e velocità" da cui poi derivano le scelte democratiche. Ci sarà un motivo per cui il potere finanziario non ha nessuna paura delle democrazie anzi le esporta anche con la guerra al fine di insediare una democrazia. Purtroppo c'è un punto che già Platone intravide nell'esercizio della democrazia che è proprio la manipolazione allora si chiamava "retorica". Lo stesso Noam Chomshy  ha detto: "La propaganda è per la democrazia quello che la violenza è per uno stato totalitario".  Della serie: "non ha ragione chi dice il vero, che alla fine è un dettaglio, ma chi riesce a convincere meglio la massa". Allora si ritorna al nocciolo della "comunicazione". Quali limiti ha questa  comunicazione? Perché il neoliberismo la vuole in mano ai ricchi? I  ricchi che tipo argomenti  possono inculcare?  La comunicazione deve nascere in comunità fortemente identitarie e limitate nel nuero, comunità autonome e sovrane. Quando si cresce nel numero già la comunicazione comincia da avere problemi di interferenza e servono le mediazioni (i media appunto) che lanciano in broad-cast ed il popolo non può rispondere ed interagire (il blog di Grillo , che è un new-media  molto più sofisticato, da questa "soddisfazione psicologica" di postare il tuo commento e quindi ti senti "partecipe direttamente" ma sulla scia di una frequenza base su cui stai navigando senza accorgertene. Questa interazione ha un effetto reale sulla politica di Grillo. Proviamo a dare lo stesso spazio a tutti i partecipanti della piazza (uno vale uno) ad un convegno di Grillo per parlare e dibattere sulle questioni e votare!? No per fare questo serve la mediazione controllata della rete che però è supportata dall'apparente equazione bagno di popolo uguale democrazia. La piazza è l'alibi  all'uso della rete, chi può controllare la votazione fatta in rete?


 Nessuno ma l'approvazione avviene dalla presenza in piazza. Il popolo nel deserto parlava direttamente con Mosè e metteva in discussione le scelte direttamente oggi questo sarebbe difficile. La comunicazione  diventa quindi un potere da gestire e possedere all'interno di una "democrazia" che riconosce anche il "diritto di persuasione". Quale è il limite tra persuasione e manipolazione, in un contesto in cui la comunicazione e mediata  nella selezione delle informazioni, nella quantità dell'informazione, nella qualità dell'informazione, nella velocità della informazione?  In un contesto di grandi comunità ( 59 milioni di abitanti) non può esistere la relazione "uno vale uno" se non mediata da un persuasore, un software è un popolo che confonde la partecipazione ad una piazza con esercizio della democrazia diretta.  Siamo sempre di fronte ad una politica emotiva, di pancia (loro direbbero "populista" ma anche questa è manipolazione come lo è "uno vale uno")   Il sistema più e complesso più deve necessariamente essere tassonomico e quindi ha necessità di deleghe temporali e spaziali per la sua organizzazione. La democrazia diretta prevede di essere tutti presenti allo stesso momento nello stesso spazio e alla stessa distanza con la stessa importanza. Uno esplicazione che ha dei limiti numerici naturali. Il persuasore, inevitabile in grandi comunità, può utilizzare i "bisogni del popolo" per fini personali  e basta oppure  per il servizio della comunità.  Non fare i conti con questa realtà significa cadere in una dittatura sofisticata e nascosta.  Non ha caso il neolibersimo  vuole grandi masse (europa) con stati snelli ed insignificanti che perdano la loro identità e capacità di comunicare tra loro. Anche se si prevede un periodo di transizione tra questo modello economico ed il nuovo, c'è la necessità di capire la direzione, il popolo chiedeva a Mosè dove ci stai portando? in una terra libera e vostra e non sarete più schiavi? Ma è il popolo che ha scelto con la democrazia diretta di liberarsi dal faraone cattivo, oppure ha scelto dopo che ha subito la persuasione di Mosè?  La rotta è decisa verso una nuova economia, oppure man mano che camminiamo lasciamo tutto alla emozione del popolo, oppure attraverso la nostra frequenza portante gli facciamo credere di decidere ma li portiamo verso la nostra nuova terra promessa? C'è nel programma di grillo un neoliberismo nascosto quando vuole abolire le province ed accorpare i comuni e chiedere al popolo se vuole rimanere nell'euro? Non lo sappiamo ma certamente più rendiamo diamo forza alla comunità piccole e le rendiamo autonome e sovrane più potranno esercitare la democrazia diretta, diversamente saranno sempre al gioco di una mediazione di un sistema (la rete) ed un fascinatore (Grillo) anche se di nuova generazione.  


Giuseppe Turrisi


2 commenti:

  1. State sereni il Mo-Vi-Mento 5 stalle farà la fine dei pagliacci che li hanno preceduti chi si ricorda dei girotonti, dei polli viola o degli indegnatos o di spider clown truman? NESSUNO!

    I 5 stalle alla prova dei fatti saranno spazzati via dalla loro stessa pochezza.

    Seguite cosa sta succedendo a parma... la disastrosa e sottomessa politica di pizzarotti sarà la stessa che verrà seguita dai 5 stalle in parlamento... col problema che chi ti ama quando si sente tradito negli ideali diventa peggio di una donna respinta e farà di tutto per vendicarsi.

    Aspettate e vedrete nel frattempo il pizzarotti si gode i suc-cessi della sua ottima amministraZIONe

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  2. In effetti è vero, Grillo è un catalizzatore del malcontento popolare, come se la classe politica fosse la causa dei nostri mali.
    Ma non c'è nessuna idea chiara del "futuro" e di che tipo di società desideriamo creare. E lasciamo che siano gli eventi a decidere per noi.
    Arriverà pure Grillo, ma se non cambiamo la moneta, dubito che ci sarà un vero cambiamento nel paese.

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