Nel panorama già avvilente della politica italiana, sta emergendo – a colpi di battage
mediatico - un personaggio che rappresenta al massimo grado
l’evanescenza dell’uso moderno di concepire e fare politica, ridotta a
puro spettacolo per masse di smidollati. Si tratta del sindaco di
Firenze Matteo Renzi.
Intendiamoci,
nella sostanza vanno avanti – come dappertutto - i consueti intrallazzi
“legali” e “paralegali” con le banche, gli industriali, le varie
società “partecipate”, il mondo degli affari locali e nazionali
eccetera, senza i quali non esisterebbe nemmeno quest’ennesimo emulo di
Kennedy espresso dalla "sinistra" (vi ricordate di Rutelli o Veltroni,
per il quale parlarono addirittura di "veltronite" per definire la nuova
"mania"?).
Insomma,
un "sistema" incentrato sulla figura di Renzi, che al tempo stesso è –
come ogni bravo politico democratico - sia facciata che sostanza,
maschera e volto. E naturalmente non manca un ben “selezionato” sussurratore
che gli dice cos’è meglio fare e cosa no in materia economica... Ma
anche qui, nulla di nuovo, perché a destra e a manca è purtroppo normale
circondarsi di certi sinistri “consiglieri”, scelti da quelle parti in
cui il quattrino è da sempre preso a divinità.
Ma
per capire la vera novità costituita da Renzi, bisogna soffermarsi
attentamente, con un approccio tra l’antropologico e l’etologico, sulla
fauna bipede che lo circonda adorante e che ha popolato la Leopolda di
Firenze nei giorni addietro in occasione della kermesse
renziana: nessun notiziario o giornale ha mancato di sottolineare il
fatto che tutti i presenti alla Leopolda, in tempo reale, mentre si
svolgeva “l’evento”, “cinguettavano” a più non posso su Twitter,
realizzando l'agognata e salvifica “community” reale/virtuale.
Credo non ci sia cosa che faccia più schifo che vedere la politica ridotta a questo.
Cosa
possa aggirarsi nella mente di un individuo beato e soddisfatto di
“condividere” immediatamente i suoi pareri addirittura coi compresenti
in carne ed ossa, lo sa solo il satanasso che ha inventato questi
gingilli. Ma tutto si chiarisce appena uno di questi aedi della
“democrazia 2.0” viene interpellato: tra l’eccitato e lo stralunato, è
tutto un profondersi – con un linguaggio d’una vacuità sconcertante - in
lodi per la “democrazia” finalmente realizzata o in procinto di
realizzarsi grazie alla tecnologia. La stessa, per inciso, che potrebbe
‘regalarci’ la scomparsa del denaro contante, con la fine di ogni
libertà.
Ma
queste pinzillacchere non interessano certo a chi all’eskimo ha
sostituito un costumino da agente di borsa, col “pugno chiuso” dei bei
tempi andati riciclato quale sostegno dell’onnipresente “tablet”. Ovvio
che dalla “dittatura del proletariato” si sia passati, in quattro e
quattr’otto e senza porsi alcuno scrupolo morale, alla “dittatura delle
banche”.
Non
ci si stupisca più di tanto, tuttavia, perché nella sinistra hanno
sempre convissuto due anime, all’insegna dell’equivoco e di una
fondamentale ed insanabile lacerazione interna: l’una “sovietica” e
l’altra filo-americana, nel senso dell’amore per quella “America buona”
(dei Kennedy, del Martin Luther King, dei “diritti civili” eccetera)
contrapposta a quella “di destra” (Nixon, Reagan, Bush eccetera), che
ovviamente, nella mente mononeuronale di costoro, è l’unica responsabile
delle guerre scatenate di continuo e di tutti i mali che,
innegabilmente, l’America ha sparso per il mondo. Così, mentre la
componente “rossa” aveva almeno una sua coerenza (ed una minima sanità
mentale, perché non avrebbe mai plaudito a un “Gray Pride”, che infatti
in Russia ancora non si può fare), l’altra è quella che alla fine è
rimasta a caratterizzare tutta la “sinistra”, che in definitiva è una
costola dell’America, per non dire la sua quinta colonna inserita in
ogni nazione sulla quale essa esercita un’influenza. Ed agisce, come
dicevamo all’inizio, secondo il doppio binario della facciata e della
sostanza, della maschera e del volto: da una parte le magnifiche sorti e
progressive perennemente scorte all’orizzonte e sventolate sotto il
naso di una massa di creduloni (meticciato universale, “nuovi modelli di
famiglia”, droghe libere eccetera), dall’altra la realizzazione ovunque
di una replica dell’America, con tutto il suo spietato ordinamento
economico e sociale ed il suo parodistico “modello” di gerarchie.
Ma
attenzione a non dare tutta la colpa alla “sinistra” della frana che
stiamo facendo. Perché se quella ci propone alternativamente personaggi
di “apparato” (D'Alema, Bersani, Fassino) e dei “Kennedy de noantri”,
sempre più evanescenti e fumosi, la “destra” è quella che, dopo aver
liquidato ogni residuo di “filo-fascismo”, ha compiuto la svolta più
eclatante e meno scontata nel senso dell’americanizzazione, con la
"discesa in campo" del celebre venditore di promesse mai mantenute.
Tutto
un mondo di gente che si profondeva in saluti romani e "a noi" nel giro
di qualche anno conquistato da un abile affabulatore prestato
all'industria e alla banca, non può che essere indice dell’assenza di
qualsiasi sostanza, esattamente come la gente “di sinistra”. Guardate
come per anni un "anticomunismo" davvero fuori tempo massimo (quando i
comunisti erano già mosche bianche) è bastato per attirare facile
consenso “a destra”, mentre gli ultimi bastioni della sovranità
nazionale venivano demoliti a colpi di “più Europa per tutti” e
“globalizzazione”.
A
chi possiede una visione chiara della nostra storia e di che cosa serve
adesso, non può che fare un estremo ribrezzo sia questo che quell'altro
modo di abbindolare la gente. Renzi e Berlusconi, sinistra e destra,
uguali sono, e forse proprio per questo gli ammiccamenti tra i due non
mancano.
Il
bello è che ancora oggi – dopo decenni di truffa democratica -
raccontano che il Duce “dava spettacolo” quando si metteva a torso nudo
per mietere il grano coi contadini. Invece la scena la fanno questi
buffoni e venduti, perché basta dare un'occhiata ad una sbandierata di
Forza Italia e alle sue “hostess” o ai cretinetti che affollavano la
Leopolda col “tablet” in mano, per capire che siamo sideralmente lontani
da un tipo umano sano e virile nel vero senso del termine, che è
l’unico in grado di raddrizzare le sorti di questa come di qualsiasi
altra nazione.
P.S.: Dopo aver passato alcune ore nel campo, Mussolini – che viveva
dei proventi del suo giornale, “Il Popolo d’Italia”, e rifiutava perciò
l’emolumento di Presidente del Consiglio - firmava regolarmente i
documenti della giornata di lavoro... La gente è scema fino a un certo
punto, ricordiamocelo, e siccome Lorsignori lo sanno bene, non fanno che
promuovere incessantemente dei figuranti da strapazzo come quelli che
ci tocca sopportare da troppo tempo. Per la cronaca, la “Battaglia del
grano” fu vinta, e l’Italia divenne un paese autosufficiente dal punto
di vista alimentare. La democrazia delle banche, invece, ci offre gli
OGM.
Enrico Galoppini - 01/11/2013
FONTE:http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=46479
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