sabato 2 novembre 2013

IL TRISTE ED IMMONDO SPETTACOLO DELLA "DEMOCRAZIA"



Nel panorama già avvilente della politica italiana, sta emergendo – a colpi di battage mediatico - un personaggio che rappresenta al massimo grado l’evanescenza dell’uso moderno di concepire e fare politica, ridotta a puro spettacolo per masse di smidollati. Si tratta del sindaco di Firenze Matteo Renzi.
Intendiamoci, nella sostanza vanno avanti – come dappertutto - i consueti intrallazzi “legali” e “paralegali” con le banche, gli industriali, le varie società “partecipate”, il mondo degli affari locali e nazionali eccetera, senza i quali non esisterebbe nemmeno quest’ennesimo emulo di Kennedy espresso dalla "sinistra" (vi ricordate di Rutelli o Veltroni, per il quale parlarono addirittura di "veltronite" per definire la nuova "mania"?).
Insomma, un "sistema" incentrato sulla figura di Renzi, che al tempo stesso è – come ogni bravo politico democratico - sia facciata che sostanza, maschera e volto. E naturalmente non manca un ben “selezionato” sussurratore che gli dice cos’è meglio fare e cosa no in materia economica... Ma anche qui, nulla di nuovo, perché a destra e a manca è purtroppo normale circondarsi di certi sinistri “consiglieri”, scelti da quelle parti in cui il quattrino è da sempre preso a divinità.
Ma per capire la vera novità costituita da Renzi, bisogna soffermarsi attentamente, con un approccio tra l’antropologico e l’etologico, sulla fauna bipede che lo circonda adorante e che ha popolato la Leopolda di Firenze nei giorni addietro in occasione della kermesse renziana: nessun notiziario o giornale ha mancato di sottolineare il fatto che tutti i presenti alla Leopolda, in tempo reale, mentre si svolgeva “l’evento”, “cinguettavano” a più non posso su Twitter, realizzando l'agognata e salvifica “community” reale/virtuale.
Credo non ci sia cosa che faccia più schifo che vedere la politica ridotta a questo.
Cosa possa aggirarsi nella mente di un individuo beato e soddisfatto di “condividere” immediatamente i suoi pareri addirittura coi compresenti in carne ed ossa, lo sa solo il satanasso che ha inventato questi gingilli. Ma tutto si chiarisce appena uno di questi aedi della “democrazia 2.0” viene interpellato: tra l’eccitato e lo stralunato, è tutto un profondersi – con un linguaggio d’una vacuità sconcertante - in lodi per la “democrazia” finalmente realizzata o in procinto di realizzarsi grazie alla tecnologia. La stessa, per inciso, che potrebbe ‘regalarci’ la scomparsa del denaro contante, con la fine di ogni libertà.
Ma queste pinzillacchere non interessano certo a chi all’eskimo ha sostituito un costumino da agente di borsa, col “pugno chiuso” dei bei tempi andati riciclato quale sostegno dell’onnipresente “tablet”. Ovvio che dalla “dittatura del proletariato” si sia passati, in quattro e quattr’otto e senza porsi alcuno scrupolo morale, alla “dittatura delle banche”.
Non ci si stupisca più di tanto, tuttavia, perché nella sinistra hanno sempre convissuto due anime, all’insegna dell’equivoco e di una fondamentale ed insanabile lacerazione interna: l’una “sovietica” e l’altra filo-americana, nel senso dell’amore per quella “America buona” (dei Kennedy, del Martin Luther King, dei “diritti civili” eccetera) contrapposta a quella “di destra” (Nixon, Reagan, Bush eccetera), che ovviamente, nella mente mononeuronale di costoro, è l’unica responsabile delle guerre scatenate di continuo e di tutti i mali che, innegabilmente, l’America ha sparso per il mondo. Così, mentre la componente “rossa” aveva almeno una sua coerenza (ed una minima sanità mentale, perché non avrebbe mai plaudito a un “Gray Pride”, che infatti in Russia ancora non si può fare), l’altra è quella che alla fine è rimasta a caratterizzare tutta la “sinistra”, che in definitiva è una costola dell’America, per non dire la sua quinta colonna inserita in ogni nazione sulla quale essa esercita un’influenza. Ed agisce, come dicevamo all’inizio, secondo il doppio binario della facciata e della sostanza, della maschera e del volto: da una parte le magnifiche sorti e progressive perennemente scorte all’orizzonte e sventolate sotto il naso di una massa di creduloni (meticciato universale, “nuovi modelli di famiglia”, droghe libere eccetera), dall’altra la realizzazione ovunque di una replica dell’America, con tutto il suo spietato ordinamento economico e sociale ed il suo parodistico “modello” di gerarchie.
Ma attenzione a non dare tutta la colpa alla “sinistra” della frana che stiamo facendo. Perché se quella ci propone alternativamente personaggi di “apparato” (D'Alema, Bersani, Fassino) e dei “Kennedy de noantri”, sempre più evanescenti e fumosi, la “destra” è quella che, dopo aver liquidato ogni residuo di “filo-fascismo”, ha compiuto la svolta più eclatante e meno scontata nel senso dell’americanizzazione, con la "discesa in campo" del celebre venditore di promesse mai mantenute.
Tutto un mondo di gente che si profondeva in saluti romani e "a noi" nel giro di qualche anno conquistato da un abile affabulatore prestato all'industria e alla banca, non può che essere indice dell’assenza di qualsiasi sostanza, esattamente come la gente “di sinistra”. Guardate come per anni un "anticomunismo" davvero fuori tempo massimo (quando i comunisti erano già mosche bianche) è bastato per attirare facile consenso “a destra”, mentre gli ultimi bastioni della sovranità nazionale venivano demoliti a colpi di “più Europa per tutti” e “globalizzazione”.
A chi possiede una visione chiara della nostra storia e di che cosa serve adesso, non può che fare un estremo ribrezzo sia questo che quell'altro modo di abbindolare la gente. Renzi e Berlusconi, sinistra e destra, uguali sono, e forse proprio per questo gli ammiccamenti tra i due non mancano.
Il bello è che ancora oggi – dopo decenni di truffa democratica - raccontano che il Duce “dava spettacolo” quando si metteva a torso nudo per mietere il grano coi contadini. Invece la scena la fanno questi buffoni e venduti, perché basta dare un'occhiata ad una sbandierata di Forza Italia e alle sue “hostess” o ai cretinetti che affollavano la Leopolda col “tablet” in mano, per capire che siamo sideralmente lontani da un tipo umano sano e virile nel vero senso del termine, che è l’unico in grado di raddrizzare le sorti di questa come di qualsiasi altra nazione.
P.S.: Dopo aver passato alcune ore nel campo, Mussolini – che viveva dei proventi del suo giornale, “Il Popolo d’Italia”, e rifiutava perciò l’emolumento di Presidente del Consiglio - firmava regolarmente i documenti della giornata di lavoro... La gente è scema fino a un certo punto, ricordiamocelo, e siccome Lorsignori lo sanno bene, non fanno che promuovere incessantemente dei figuranti da strapazzo come quelli che ci tocca sopportare da troppo tempo. Per la cronaca, la “Battaglia del grano” fu vinta, e l’Italia divenne un paese autosufficiente dal punto di vista alimentare. La democrazia delle banche, invece, ci offre gli OGM.

Enrico Galoppini - 01/11/2013

FONTE:http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=46479


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