"SCOPO IMMEDIATO DELL'AZIONE DEV'ESSERE LA RIFORMA DEGLI ANIMI. SECONDO LA MENTALITA' ATTUALE , NON C'E' E NON PUO' ESSERCI NE' VERITA' NE' ERRORE. NELLE MENTI A TAL PUNTO INFETTE, BISOGNERA' INTRODURRE NOZIONI FONDAMENTALI COME L'ESISTENZA REALE DELLA VERITA', I SUOI DIRITTI E L'INGIUSTIZIA DELL'ERRORE"
martedì 30 aprile 2013
ANCHE I CARABINIERI DICONO BASTA!
Questo è da tutti i punti di vista, in ogni ambito, un
momento storico senza eguali.
Sentono forse le voci sempre più insistenti di una prossima riforma nella quale il potere accentrerà nella gendarmeria europea Eurogendfor, (già costituita silenziosamente con il trattato di Velsen del 2007 ratificato al Senato in Italia nel 2010 con la pressoché totale unanimità degli schieramenti politici) le funzioni finora a loro affidate.
I poteri che hanno governato finora ogni giorno che passa
sono sempre più incapaci di occultare le trame recondite con cui hanno
saldamente mantenuto il controllo della situazione.
Gli uomini che di tali poteri sono gli esecutori materiali,
e che la popolazione riconosce come leaders delle forze politiche, sono ogni
giorno più impresentabili, indipendentemente dagli schieramenti a cui
appartengono.
E le forze dell’ordine, critico elemento di cerniera tra il
potere e la massa dei cittadini, vivono un momento molto difficile.
Già, perché ai loro occhi coloro ai quali un sacro
giuramento li obbliga all’obbedienza diventano ogni giorno meno meritevoli del
loro consenso.
Ossia del consenso di chi deve difendere l’istituzione nel
quale il potere è stato finora identificato.
Un consenso senza il quale il potere stesso non ha
garantita la propria sopravvivenza.
Da qui l’estrema delicatezza di questo nodo storico.
Perché al di là di ogni considerazione di parte delle
strumentalizzazioni, delle polemiche, dei fatti tristi che in passato si sono
verificati, tutti devono convenire che i rappresentanti delle forze dell’ordine
sono esseri umani, sono cittadini, sono fratelli.
Nessuno può negare che nel petto di ciascuno di loro batte
un cuore come il nostro, e questo è il vero trait d’union emotivo, ancestrale,
umano con la popolazione.
Sono sulla stessa barca dei loro concittadini. Ma sempre
più spesso si vedono costretti da ordini a fare cose che forse non vanno
nell’interesse dei cittadini.
Si vedono costretti ad obbedire ad ordini che comportano
spesso il sacrificio della loro vita, e di converso vedono la loro dignità,
fatta di giusti diritti e di eque retribuzioni, sempre più calpestata
brutalmente dall’arroganza del potere.
Sentono forse le voci sempre più insistenti di una prossima riforma nella quale il potere accentrerà nella gendarmeria europea Eurogendfor, (già costituita silenziosamente con il trattato di Velsen del 2007 ratificato al Senato in Italia nel 2010 con la pressoché totale unanimità degli schieramenti politici) le funzioni finora a loro affidate.
E in questo caso sono i Carabinieri, – la benemerita,
l’arma che, nel bene e nel male ha un posto speciale nel cuore degli italiani –
a levare per primi la loro voce in nome della dignità. E a dire chiaramente
BASTA agli uomini del potere.
In questo quadro riteniamo giusto riprendere la lettera
aperta che il Cobar ha reso noto proprio ieri dal suo organo ufficiale.
Perché può essere un segnale affinchè si sappia che il
consenso dei tutori dell’ordine non è qualcosa da considerarsi un dato di
fatto, comunque tale anche di fronte all’arroganza ed al disprezzo che il
potere manifesta anche nei confronti di coloro che hanno prestato giuramento di
servizio.
Quel consenso è qualcosa che, perché il potere possa
disporne a suo piacimento, deve in ogni caso superare la prova della dignità.
Jervé
PRESIDENTE, SIGNORI MINISTRI INTERNI E DIFESA…
I CARABINIERI SONO STANCHI, BASTA.
La Dignità del Carabiniere.
La lettera
Pubblicata il 28/04/2013
La lettera a chi inizia con questo mandato governativo in una due
giorni all’insegna del sacrificio dei Carabinieri. Conflitto a fuoco per rapina
in corso, bersaglio per colpire il governo. Tutto questo con una dignità
minacciata dalle scelte recenti scelte di governo. I carabinieri sono stanchi,
i Carabinieri dicono basta.
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
AL MINISTRO DELLA DIFESA
AL MINISTRO DEGLI INTERNI
Enrico, Angelino, Mario, cittadini italiani, uomini di Stato,
uomini di Governo. Presidente del Consiglio, Ministro degli Interni, Ministro
della Difesa di questo Governo della speranza, per tutti i cittadini italiani,
per tutti noi, Carabinieri.
In questa settimana, come tante, passa avanti agli occhi dei
Carabinieri d’Italia tutto quello che è la nostra vita, il nostro ruolo in
questa società, il nostro sacrificio per questo paese, per il nostro paese.
Mercoledi a Torino alla scuola allievi carabinieri hanno giurato 75 carabinieri
, dei 240 che costituiscono l’arruolamento, il turn over del 2012 a fronte di
oltre 2000 unità che sono andate in pensione, scelta di Governo con la spending
review. Sabato il sacrificio di Tiziano della Ratta, Appuntato dei Carabinieri,
che per l’ordine e la sicurezza pubblica di questo Stato è stato chiamato ad
intervenire in una rapina. Un conflitto a fuoco lo ha condannato a lasciare
moglie e un figlio che ad un solo anno di età deve rinunciare al padre, eroe,
che ha dato la vita per lo Stato Italiano. Il Maresciallo capo Domenico
Trombetta, che era con lui, convivrà con 5 cicatrici da colpi d’arma da fuoco
sulla pelle. Domenica mattina, avanti a palazzo chigi, il Brigadiere Giuseppe
Giangrande e il Carabiniere Scelto Francesco Negri hanno dovuto fare da
bersaglio in un attentato mirato ad un uomo di Governo. Francesco, ferito, ha
subito un intervento chirurgico. Giuseppe, colpito al collo, dopo una delicata
operazione, dovrà superare la prognosi riservata per una lesione interna.
Non è la prima volta che un carabiniere sacrifica la propria vita,
non è la prima volta che un carabiniere rimane ferito, non è la prima volta che
la vita di un carabiniere è in gioco. Ma è la prima volta che un Carabiniere è
stanco di dover combattere per difendere la propria dignità di uomo in divisa
al servizio dello Stato.
E’ la prima volta che un carabiniere si trova difronte ad uno
stipendio non corrisposto per cio’ che gli compete. Il blocco del tetto
salariale del 2010 è stato “sanato”, per la nostra specificità, con uno
stanziamento “una tantum” che non è coperto e che non ha corrisposto il 50%
delle spettanze di avanzamenti, scatti di grado, indennità di anzianità ai
Carabinieri di ogni ordine e grado che per il triennio 2011-2013 aveva maturato
cio’ che gli spettava dopo anni di lavoro in questa istituzione al servizio
dello Stato. Nel 2013 sarà corrisposto solo il 13%, cioe’ nulla. Il blocco
contrattuale, fermo al 2006, si protrarrà sino al 2014. La pensione del collega
che ci ha lasciato è di 900 euro mensili. Non solo la sua, ma di decine di
migliaia di Carabinieri che ad oggi, sanno che fra 25 anni e piu’ questa sarà
la tanto maturata pensione. La ragioneria dello Stato ha fatto uno studio per
recuperare somme necessarie per l’economia del paese, prevede il taglio del 10%
della parte previdenziale dello stipendio del carabiniere.
Cari Enrico, Angelino e Mario, i carabinieri sono davvero stanchi
di assistere a questa violazione della propria dignità. Carabiniere è a difesa
della dignità dello Stato, della propria dignità di uomo dello Stato e di
cittadino italiano. Non possiamo andare avanti cosi’. Non si puo’ morire per il
paese e il paese ci riserva questo trattamento. Non è accettabile da chi è
tutti i giorni, con la propria vita, al servizio del paese, della sicurezza e
dell’ordine pubblico di una comunità che vede crescere giorno dopo giorno
criminalità e delinquenza. In queste ore i colleghi stanno esprimendo
sconcerto, delusione, malcontento. I colleghi ci chiedono di reagire nel far
sentire la voce dei carabinieri per la nostra dignità di uomini in divisa con
una propria specificità, calpestata dalle scelte di Governo.
L’economia del paese non puo’ passare per tagli alla sicurezza,
agli uomini del comparto. I tagli stanno facendo implodere le singole
amministrazioni che con le scelte di recupero economico vanno sempre ad
incidere sul personale. Non è accettabile che a fronte di tutto quello che
abbiamo visto e gli scandali dell’economia nazionale e politica vanno a pagare
gli uomini in divisa al servizio del paese. I nostri stipendi esigui che non
ripagano certo il rischio della propria vita non possono essere la salvezza
dell’economia del paese. I tagli vadano fatti nelle dinamiche economiche nelle
spese di Governo per affitti e costi di gestione di strutture pubbliche e
intrecci politici. Abbiate il coraggio delle scelte, abbiate il coraggio di
recuperare dove lo spreco è noto a chi governa e non dalle tasche delle
famiglie degli uomini al servizio dello Stato. Salvare banche, sottacere gli
scandali economici che hanno assorbito miliardi di euro di soldi pubblici con i
quali avremmo salvato il paese da una crisi provocata da governo e politica, e
non certo da chi ha servito e serve questo paese con dignità e senso del
dovere.
Siate responsabili, sentite il peso delle scelte, sappiate avere
il coraggio di fare le scelte, quelle vere, quelle per la gente di questo
paese. Sappiate dare dignità a chi rappresenta questo paese, a chi viene preso
a bersaglio per colpire lo Stato, la politica, il Governo.
Noi, carabinieri, siamo stanchi. Noi cittadini di questo paese
siamo stanchi. La nostra dignità la difenderemo senza alcun compromesso, per
noi, per le nostre famiglie, per i nostri figli.
Che il vostro sia un incarico di Governo che dia risposte a questo
paese, ai cittadini di questo paese, che ridia dignità agli uomini in divisa al
servizio di questo paese.
Vincenzo Romeo,
Appuntato Scelto nei Carabinieri, Appuntato per le scelte di
Governo,
Rappresentante nazionale dell’Arma dei Carabinieri
900 euro di pensione garantita fra 25 anni
200 euro in meno al mese per il blocco del tetto salariale
Dignità che sarà difesa come uomo e come cittadino di questo
paese.
pdf
originale: http://www.pianetacobar.eu/public/news/306/LETTERAgov.pdf
lunedì 29 aprile 2013
"LA CONOSCENZA E' UN'ARMA INVINCIBILE" - Intervista a WALLY BONVICINI
DIVULGARE IL PIU' POSSIBILE! GRAZIE.
Elia Menta
domenica 28 aprile 2013
DOPO IL "GOVERNO TECNICO" COSA CI ASPETTA?
Non meraviglia che di
Enrico Letta, proposto Presidente del Consiglio, sia stata segnalata una sua
partecipazione alla Commissione
Trilaterale, un gruppo di studi non governativo fondato da David
Rockfeller nel 1973, di cui fanno parte uomini d'affari e di cultura, politici,
ecc. provenienti da Nord America, Europa e Giappone (i tre lati del pianeta). A
quanto sembra poi, Letta avrebbe anche partecipato alla riunione del Gruppo
Bilderberg a Chantilly, Virginia (Usa).
Si da il caso che
Trilateral e Bilderberg sono una specie di “consorteria mondialista”, termine
per la verità improprio, che agisce in forma discreta, ma non totalmente
segreta, anche se i loro “raduni” e “congressi” sono a porte chiuse e vi
vengono invitati potentati e personalità rigorosamente scelte, non si sa bene
da chi e come.
Il Giornale.it del 24
aprile c.m., aggiunge anche che Enrico Letta si formò nell’entourage di
Beniamino Andreatta. Anni dopo ebbe una nomina a sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio nell'esecutivo di Romano Prodi (2006-2008).
Segue poi Andreatta nel
governo Ciampi (1993), andando a guidare la sua segreteria alla Farnesina. Dal
1996 al 1997 si sposta al ministero del Tesoro, dove diventa segretario del
Comitato per l'Euro.
Dal 2004 è
vicepresidente dell’ASPEN Institute Italia (una specie di think thank nella
migliore tradizione statunitense, quindi privato, apartitico, coacervo di vari
interessi e rappresentanze economiche, con un raggio d’azione a livello
internazionale, da molti messo indirettamente e in qualche modo in relazione
proprio con la Trilateral e il Bildberger).
Un pedigree
interessante, che nasce nel bozzolo di quei tecnocrati democristiani, apripista
nelle sfere governative dei cosiddetti “tecnici” già consulenti delle grandi
banche di affari e nel mondo finanziario e prosegue poi con partecipazioni in
governi (Prodi – Ciampi), interpreti principali di quello stravolgimento
Istituzionale, sociale e politico sopraggiunto con la Seconda Repubblica.
Ma lasciamo stare Letta
e consideriamo un momento questi Trilateral e Bilderberg perchè, a parte il
fatto che hanno struttura e funzioni affatto diversi, su di essi girano molte
esagerazioni e inesattezze varie, ma il sospetto che quanto sta oggi accadendo
in Italia sia stato in qualche modo “filtrato” da queste consorterie non è poi
così peregrino.
Per alcuni, questi
organismi, sono consessi quanto meno necessari, in un mondo moderno ad economia
globalizzata, per la risoluzione dei grandi problemi del pianeta, problemi che
si pretende siano risolti solo da certi “potentati” e da strutture che agiscono
al di sopra dei singoli governi e dei singoli interessi nazionali (assolvendo
però occultamente ben altri interessi, già per il solo fatto che i grandi
potentati che ne fanno parte, esponenti del mondo economico e finanziario non
potrebbero di certo mai operare contro i loro stessi “Imperi” privati).
Per altri invece sono
delle lobby dove si cospira un nuovo ordine mondiale da imporre a tutti gli
Stati della terra secondo gli interessi dell’Alta Finanza e delle
Multinazionali.
In realtà le cose non
sono così semplici come potrebbero sembrare.
Comunque sia,
periodicamente, in località precedentemente studiate e rigorosamente a porte
chiuse, si riuniscono i membri e gli invitati a questi Organismi. Stampa e
signore ingioiellate e impellicciate attendono fuori la conclusione dei lavori.
Gli argomenti che dicesi
sono affrontati in quelle assisi, sono i soliti: la risoluzione dei gravi
problemi economici e sociali nel mondo, lo sviluppo dei paesi economicamente
arretrati, la salvaguardia del clima, la lotta alla fame e alle malattie, la
salvaguardia della democrazia e della libertà, e via di questo passo.
Il tutto alla presenza
di un numero scelto di, chiamiamoli, VIP della politica, della cultura e
dell’economia, che sono stati invitati a partecipare alle riunioni.
Quel che è certo è che a
tutti costoro non viene chiesto di partecipare a cospirazioni e men che meno di
elaborare strategie massoniche, a cui poi, sostanzialmente, neppure sarebbero
all’altezza.
Quello che accade in
quelle sale può solo essere ipotizzato, ma con ragionevole realismo, mettendo
in conto e decodificando quel poco che di volta in volta è pur filtrato, ma
soprattutto tante vicende, con le loro cause ed effetto, che sono scaturite nei
periodi successivi a tali “raduni” a cui non è difficile metterle in relazione.
Si può quindi ritenere
che vengono esposte e discusse, sotto un linguaggio per “iniziati” e quindi non
a tutti percepibile in pieno, la messa in rilievo dei più urgenti problemi che
affliggono il mondo, il modo di procedere alla loro soluzione e gli obiettivi
da raggiungere a breve, medio o lungo termine.
Si tratta, infatti, di
strategie complesse e dalla esecuzione “mascherata” che sono state elaborate in
ben altri Centri segreti di potere, in genere da un pugno ristretto di grandi
famiglie dell’Alta Finanza che si avvalgono di “pensatori” e strateghi di
tutt’altro spessore.
Strategie che è bene
“filtrare”, preparare, edulcorare perchè altrimenti potrebbero trovare
difficoltà e soprattutto impatti devastanti o resistenze impreviste se fossero
proposte o addirittura attuate nelle singole nazioni senza un dovuto “filtro”,
senza una certa “illustrazione intellettuale”.
Si tratta infatti di
concedere o meglio imporre prestiti (ad usura, presentandoli come “aiuti”) a
determinate nazioni e negarli ad altre; sostenere certe iniziative belliche o
rivolte da qualche parte del pianeta oppure stroncarne decisamente altre
(dietro la maschera della lotta al terrorismo e la difesa delle libertà
democratiche); di investire in una certa aerea imponendo al locale governo
ferrei vincoli e piani di sviluppo a cui attenersi; portare avanti grandi
operazioni finanziarie che possono sconvolgere l’intera economia di una
nazione, ecc.
Presentando il tutto
come sviluppo dell’economia, lotta alla povertà, alla fame nel mondo, salvaguardia
del clima, della salute, controllo delle nascite, ecc., tutti specchietti per
le allodole.
In sede Trilateral e
Bildberberg, gli argomenti presentati e discussi devono convincere ed essere
accettati da tutti i presenti, in modo che poi le “personalità” invitate se ne
facciano portatori entusiasti nei loro ambiti professionali, circoli culturali
e partiti e politici. Ecco il vero motivo per cui sono stati invitati.
E state certi che i
“prescelti” se ne faranno portatori convinti, altro chè! visto che, intanto,
“quegli argomenti” sono in sintonia con il loro modo di pensare e poi perchè
questi “invitati” sanno bene che le loro partecipazioni così “straordinarie” e
di prestigio, avranno sempre un ritorno in termini di carriera e incarichi di rilievo
come, guarda caso, le cronache dei periodi successivi stanno spesso a
dimostrare.
Specificato questo e
saltando di palo in frasca, cosa dobbiamo aspettarci dal varo di un governo di
“larghe intese” dove, uscito un “predestinato” Monti, ne subentra un altro:
Letta?
Certamente ad un governo
di “tecnici” subentrerà un governo politico di “grandi intese”, con “tecnici”
sparsi qua e là, ma sostanzialmente, sia pure con un impatto meno drastico e
traumatico di quello imposto da Monti, non potrà che continuare il drenaggi
delle risorse del paese a vantaggio dei banksters, il che comporterà una
ulteriore erosione di quel che resta della Stato sociale e il procedere spedito
nella realizzazione di Leggi e accordi internazionali dai quali il nostro paese
non possa mai più sottrarsi.
Del resto non potrebbe
essere altrimenti vista la riconferma bipartisan di Napolitano, forse il
peggior Presidente che il paese abbia mai avuto, che è quello che ha eseguito
con grande maestria una specie di “golpe” eseguito nei crismi della legalità
costituzionale, che portò in un paio di giorni, prima al senato, e poi a
palazzo Chigi il “tecnico” Monti mai eletto da nessuno
Aldo Giannuli, dell’area
di sinistra, valente scrittore e attento osservatore politico, ha
esplicitamente affermato che la rielezione di Napolitano, anche secondo lui il
peggior Presidente, è stata una porcheria, con i partiti che hanno ignorato le
preferenze del popolo e della gente comune.
Ed in effetti se
consideriamo che quella rielezione era propedeutica, anzi indispensabile per
arrivare al grande inciucio, proprio di una porcheria si tratta.
Se si aggiunge poi che
fino ad ieri a sinistra hanno racimolato voti dagli scettici, delusi e
indecisi, con il ritornello “altrimenti vince Berlusconi”, così come a destra
hanno fatto la stessa cosa con lo spauracchio che “altrimenti vincono i rossi”,
la porcheria di questo inciucio risalta ancora più evidente.
Ma in realtà, questo
ragionamento presuppone l’esistenza di una sinistra “sana”, interprete dei
bisogni e desideri della sua gente, che ora avrebbe disatteso, cosa che invece
non è vera.
Tutti i partiti, oramai
“botteghe”, rimodellati dalla Seconda Repubblica, pur venendo da certe
tradizioni politiche e sociali, sono espressione di certi interessi, rispondono
a determinate lobby di potere e da ultimo, ma non ultimo, hanno una dimensione “ideologica”
perfettamente calibrata sui desiderata mondialisti. Non c’è posto, nè spazio,
per i veri bisogni del popolo.
Prendete ad esempio le
famose “liberalizzazioni” o privatizzazioni. Le vogliono tutti: le vuole
Bersani, le vuole Casini, le vuole Berlusconi. Questi sono oggi i nostri
politici, quando logica e buon senso vorrebbero che nessun uomo di Stato degno
di questo nome, nessun partito che sia vera espressione di larghi strati
sociali, potrebbe pensare di incentivare le privatizzazioni, che fanno fare
guadagni immensi alle grandi banche d’affari internazionali e mettono in mani
private importanti settori strategici della Nazione, come l’energia, i
trasporti, le comunicazioni, l’industria dei settori nevralgici, ecc.
Questa svendita del
patrimonio pubblico, tra l’altro a bassi ricavi per lo Stato, viene scusata con
il fatto che sotto la partecipazione statale il settore funziona male e che
invece, una volta privatizzato, ci sarà concorrenza, investimenti e per fare un
esempio spiccio, agli utenti le bollette potrebbero calare nei costi. Tutto
totalmente falso, ma più o meno asserito da tutti i partiti.
Intanto, le bollette,
dopo un primo momento di novità e assestamento, prenderanno a salire
vertiginosamente perchè la concorrenza avrà interesse a formare cartelli e
imporre i suoi prezzi. Ma peggio ancora, settori decisivi per la vita dei
cittadini o per lo sviluppo industriale verranno, una volta privatizzati, posti
nelle mani fameliche della finanza internazionale e delle multinazionali, che ristruttureranno
e organizzeranno le imprese dietro la logica del profitto. Inevitabile che vada
a finire, come è accaduto in alcuni paesi dell’America latina, che il
“privato”, per fare un altro esempio, non avendo interesse ad allacciare la
luce, il gas o l’acqua, investendo in certe zona non remunerative, le lascerà
nel sottosviluppate e così via.
Per tornare al tema del
nostro articolo, ci sembra quindi che, mutatis mutandis, il governo delle
“intese”, non potrà che proseguire la stessa linea lacrime e sangue di Monti,
anche se non si sa fino a che punto potrà reggersi visto i troppo eterogenei
interessi che vengono forzatamente messi insieme.
Quello che veramente
necessiterebbe, per riscattare un minimo di sovranità economica e finanziaria,
e liberare il popolo dall’usura dei banksters, sarebbe il riappropriarsi della
sovranità monetaria, sottraendola al monopolio delle Banche Centrali (private
ovviamente), quindi uscire dall’Euro. Questo consentirebbe di smascherare la
truffa del “debito pubblico” e risolvere il pesante passivo che viene accollato
allo Stato e che, proprio in virtù dei fraudolenti meccanismi con cui è
determinato, non potrà mai essere saldato, ed anzi aumenterà sempre più in via
esponenziale.
Ma questi intenti di
liberazione sono delle chimere, perchè qualora, per un miracolo impossibile, ci
fosse un governo che volesse procedere in tal senso, il paese verrebbe
immediatamente posto sotto ricatto internazionale, minacciato di distruggerne
totalmente l’economia, se non porlo sotto sanzioni, visto che tutta la nostra
economia, finanza e commercio, sono stati agganciati a questi circuiti di
economia europea e mondiale dai quali è impossibile sottrarsi senza danni.
Se questo poi dovesse
non bastare ci sono i “soliti” sistemi, da “strategia della tensione”, laddove
non si deve dimenticare che il nostro paese è totalmente sotto controllo delle
Intelligence Occidentali, ha accordi, protocolli e impegni segreti da cui non
può deflettere e per sua sventura è, strategicamente parlando, una portaerei
naturale nel Mediterraneo, con ben 113 basi Nato, anche nucleari, delle quali
non abbiamo alcun controllo, nè tanto meno il comando.
Ma, in definitiva, non
servirà neppure fare ricorso a questi mezzi estremi, perchè in un paese
“occidentalizzato” come il nostro, a consumismo avanzato, dove si è persa ogni
sana tradizione, ogni senso del dovere e dello Stato dove, di fatto, non esiste
più la gioventù, tatuata, stravolta dalle mode, dagli sport, dalla musica,
dalle discoteche, dalle droghe, dai video giochi, dagli Ipod, ecc., insomma da
tutte le sconcezze moderne e consumiste, oggi basta e avanza, da parte di
Lorsignori, l’uso della corruzione, del “comprarsi” il presunto nemico.
Senza dimenticare i mass
media, quelli che da decenni ci stanno tutti facendo vivere in una società
virtuale, ci drogano con spettacoli demenziali e quando occorre sanno bene come
sbattere certi “mostri” in prima pagina.
Tutto è perduto quindi?
Non è mai detto. Intanto
nella Storia agiscono sempre i grandi motori geopolitici che, seppur
lentamente, spingono i popoli a difendere i loro interessi primari.
Secondo poi vi è sempre
la eterogensi dei fini, quel fenomeno umano e storico per cui ad ogni azione,
risponde sempre una reazione, cause e azioni quindi si accumulano, generano
altre concause e con il tempo si possono sempre determinare fatti nuovi,
imprevedibili.
Ed infine, c’è sempre la
reazione che prima o poi dovrà scatenarsi da parte di consistenti frange di
popolo ridotte alla miseria dall’usura praticata dai banksters che impongono ai
governi di devolvere ogni risorsa dello Stato al pagamento del “debito
pubblico” ovvero alla loro usura praticata nella disgraziata nazione.
Oggi qui da noi,
l’impoverimento che sta gettando gli anziani (e non solo) a raccattare avanzi
nei mercati rionali e gli stessi ceti medi a comprare mondezza nociva nei
grandi Discount, oltre alle enormi aliquote di giovani senza lavoro, sta
determinando, invece, solo sterili proteste, e molti suicidi.
Già questi suicidi, veri
“suicidi di Stato”, sono un chiaro sintomo di come è stato corrotto il nostro
popolo dal consumismo e dall’immaginario collettivo del benessere prodotto dai
mass media.
Perchè è evidente che,
non in tutti, ma nella maggioranza di questi casi di suicidio, è proprio il
fatto che non ce se la fa a sostenere il drastico cambiamento da una vita che,
bene o male, procedeva nell’andazzo consumista, ma che ora improvvisamente
viene meno e aleggia la miseria.
E questo vale per
l’imprenditore, come per il semplice cittadino che ha perso la casa ed è alla
fame. In epoche passate, neppure troppo lontane, questa “carestia”, queste
disgrazie e privazioni, avrebbero determinato ben altri atteggiamenti, ben
altre reazioni che il rivolgersi contro sè stessi e suicidarsi.
E così la “baracca”
ancora regge, perchè i giovani senza lavoro, bene o male vanno avanti con la
casa e il sostegno dei genitori. Ma questo può ancora avvenire perchè i
genitori, hanno dei risparmi, hanno soprattutto una pensione, una casa di loro
proprietà.
Ma i figli dei figli, le
future generazioni, alle quali è stata tolta ogni garanzia sul lavoro, gli
hanno letteralmente dissolto le pensioni, che in futuro a mala pena basteranno
ai soli titolari per sopravvivere, come potranno mantenere i figli disoccupati?
Tutto non è ancora
perduto, ma un lumicino, un barlume di speranza, di riscossa del popolo, c’è
sempre. Almeno spero.
Maurizio Barozzi
sabato 27 aprile 2013
ORMAI SIAMO ALL'ANTICRISTO
Una
mail:
Gentile Direttore, su Radio Maria, Riccardo Cascioli,
parlando dell'incarico dato da Napolitano ad Enrico Letta, ha platealmente
sdoganato davanti alle orecchie dei radioascoltatori, Il Bilderberg, la
Trilateral e gli altri organismi mondialisti di potere e tutti i lori
componenti, dicendo che quanto si trova a livello di informazione, specialmente
su internet, è teoria complottista, mentre tali innocenti organismi aiutano la
prevenzione delle crisi finanziarie e hanno tanti altri bei lati positivi.
Sono rimasto di sasso!La prego faccia qualcosa!
Sergio A.
Che cosa vuole che
possa fare, io, caro lettore? Quali poteri mi attribuisce? Posso solo
sgomentarmi con lei della deriva di Radio Maria. Che peraltro non mi stupisce
più: dalle già note posizioni scioccamente americaniste-ufficiali sui
veri autori dell’11 Settembre nel 2001, alla linea sempre più giudizzante e
neocon, all’adesione alla tesi dello scontro di civiltà, doveva per forza
concludere nell’elogio della Trilateral e del Bilderberg, con connessa
demonizzazione dei complottisti.
Come vede, Radio
Maria nell’analisi delle cose internazionali s’è sempre tenuta sulla linea
dell’opinione ufficiale, politicamente corretta, che è poi quella emanata dalle
centrali di manipolazione globale dell’ideologia egemone: Washington,
Trilateral, Bilderberg ed eurocrazia, e Massoneria. È un abbaglio tragico:
questa emittente che annuncia spasmodicamente il verificarsi delle profezie
della Vergine di Medjugorje, ha molto in comune con i gruppi born
again christians americani. E come essi, identifica sé stessa e la
causa cristiana con l’Occidente, che a sua volta identifica con La Civiltà. E
ciò, proprio negli anni in cui la natura anticristica, omicida, di questa
civiltà, si manifesta con inaudita letale brutalità, dall’Iraq all’Afghanistan,
non meno che a Wall Street, l’idrovora che risucchia il frutto del lavoro degli
uomini, e nei laboratori Monsanto dove si brevetta la natura che Dio ci ha dato
gratis, per venderla: tutto insanguinando, avvelenando e sporcando
dell’uomo, per sete di profitto e nudo potere.
Ci manca che questo
tipo di potere globale che uccide, umilia e avvelena la dignità umana in tanti
modi (dalle nozze gay ai droni che assassinano da duemila chilometri senza un
perché, dalle occupazioni militari feroci, dai feti mostruosi provocati dal suo
uranio impoverito, alle destabilizzazioni che promuove deliberatamente, dalla
Europa che mette alla fame ed opprime i suoi popoli invece di liberare, ma ci
promette in cambio l’eutanasia come diritto e libertà, dopo averci dato
l’aborto) , venga incoronato come cristiano, e salutato come il Messia Atteso,
e allora si avrà l’Anticristo realizzato. L’Omicida fin dall’inizio che si
presenterà non solo come Princeps huius Mundi, che già lo è, ma
con la tiara: fino a sedere egli stesso nel tempio di Dio,
dichiarando Dio se stesso, stante la (vera) profezia di Paolo.
È un accecamento e
una deriva dolorosa, che costoro fanno a piccoli passi, ciascuno in per sé
insignificante. Per esempio, credo che la lode di Bilderberg e Trilateral dai
microfoni di Radio Maria, derivi dal fatto che di queste due organizzazioni
globaliste-plutocratiche fa parte, notoriamente, il probabile presidente del
consiglio, il giovane in carriera Enrico Letta; un personaggio in cui
radio-mariani riconoscono, anzitutto ed a sangue, il democristiano, un pollone
di quel partito di cui hanno mai sopita nostalgia. Insomma, temo che valga il
sillogismo seguente: Letta è dei nostri. È democristiano, dunque buono. E se è
buono e viene invitato al Bilderberg, anche il Bilderberg è buono.
Letta è democristiano
nel senso in cui lo fu il suo maestro e promotore in politica, Nino Andreatta:
democristiano del genere tecnocratico, laicissimo (in qualche modo, come
Napolitano era nel Pci) , da subito uomo di fiducia dei poteri forti
transnazionali. È stato Andreatta a fondare l’università di sociologia a
Trento, dove, da un grande esperimento sociale condotto da Francesco Alberoni
sugli studenti, nacquero le Brigate Rosse. È stato Andreatta, ministro del
Tesoro all’epoca, dopo il suicidio (omicidio) del banchiere Calvi, a liquidare
il Banco Ambrosiano invece di salvarlo con fondi pubblici, in pratica
regalandone le restanti ricchezze all’avvocato Gianni Bazoli, democristiano,
nel suo senso, costituendo un polo bancario cattolico, ma laicissimo, ci siamo
capiti. Soprattutto, è stato Andreatta, nel 1981, a rendere indipendente la
Banca d’Italia dal Tesoro, ossia dallo Stato, secondo gli
ordini ricevuti dalle centrali che Radio Maria ritiene ricche di tanti lati
positivi. La privatizzazione delle banche centrali, date in mano ai banchieri
speculativi, in pratica divenuti emettitori della moneta, è ormai un fatto
compiuto in tutto l’Occidente, ed è la causa prima della crisi finanziaria
epocale che ci sta distruggendo, ma che secondo Radio Maria, Bilderberg e
Trilateral evitano.
È istruttivo
ricordare che Andreatta accettò di fare il ministro (era così, come Giuliano
Amato: sceglieva lui in che governi entrare), con Spadolini e con Ciampi, suoi
laicissimi colleghi. Rifiutò invece di entrare nei governi di Bettino Craxi e
di Giulio Andreotti, giudicando il primo un nazionalista e l’altro troppo
vaticano: lui era internazionalista (nel senso Trilateral-tecnocratico) e
anti-clero. Ovviamente, fu Andreatta, per contrastare la discesa in campo di
Berlusconi, ad ideare l’Ulivo, una unità delle sinistre e democriste ostili al
Cav, e a portare al governo l’altro suo protetto e complice di lunga data,
Romano Prodi. Se nel dicembre del 1999 un infarto non lo avesse affondato in un
coma, da cui non si è più ripreso fino alla morte avvenuta sette anni dopo, nel
marzo 2007, sottraendolo alla vita pubblica, oggi Andreatta sarebbe forse capo
dello Stato, o venerato maestro e incensata riserva della repubblica; o forse
sulla poltrona di Draghi, dopo un breve passaggio in Goldman Sachs avrebbe
certo avuto occasione di diventare presidente del consiglio su indicazione del
presidente, come oggi il suo allievo.
Ora questa carica
spetta al suo allievo, Letta. Di questo non c’è molto da dire che già non si
sappia: ormai non si può parlare di cospirazione, i poteri sovrannazionali ci
hanno messo sotto aperta tutela.
Si sa che quando
Monti prese il governo dalle mani di Napolitano e della BCE, Letta il giovane
gli scrisse un bigliettino entusiasta: Allora i miracoli esistono!Mario, quando vuoi
dimmi in che modi e forme con cui posso esserti utile dall’esterno. Sia
ufficialmente (Bersani mi chiede per es. di interagire sulla questione dei
vice) , sia riservatamente. Per ora mi sembra tutto un miracolo!.
In pratica teneva lui i rapporti fra il delegato Bilderberg al governo e
Bersani, che non poteva o voleva farsi vedere direttamente amico. . . solo
riservatamente.
Ma che altro dire?
Dopotutto, il peggio ci è già avvenuto. Letta è solo un altro uomo del
Bilderberg dopo Mario Monti, e non farà peggio di lui, che ha già coventrizzato
l’economia italiana per tenerci nell’euro. Ovviamente, anche Letta vuole
fortemente gli Stati Uniti d’Europa, ossia la perdita di ogni briciola di sovranità
ed autonomia rimanente: ma la maggior parte, l’hanno già ceduta e svenduta
Berlusconi, Prodi, Ciampi, tutti coloro che ci hanno governato. Cedete
sovranità, è esattamente quello che ha continuamente preteso la Merkel; Letta
dice che occorre più Europa, non meno Europa, ed è ciò che dice il Bilderberg.
Letta si farà bello di poter andare in Europa e, grazie alle sue relazioni
internazionali, esigere che venga allentata l’austerità, che adesso ci vuole un
po’ di crescita. Ma non crediate sia un atto di coraggio; anche Barroso,
presidente dell’eurocrazia, ha già cominciato a dire che ci sono limiti
all’austerità. Nei piani alti è stato deciso un leggero alleggerimento del
rigore, un alleviamento della miseria che attanaglia tutti i paesi UE ai margini
dello stato-guida. Letta non farà che eseguire. È un piccolo esecutore ,
secondo e secondario, del gran regno della menzogna e della devastazione in
atto, che a Radio Maria credono sia LA Civiltà.
Mai come oggi le voci
della verità sono tacitate o disarmate. Sicché, cari lettori, è una grata
sorpresa scoprire che sull’Europa, l’ha detto nientemeno un banchiere. Il
banchiere si chiama Lars Seier Christensen, ed è l’amministratore delegato di
SaxoBank, una importante e dinamica banca danese che opera nel trading online
in tutta Europa. Nel suo blog, ha scritto da persona onesta e da europeista
della prima ora, tutto il suo disinganno:
Lars Seier Christensen
Inizialmente, i cittadini europei
avevano un’idea molto positiva della UE; nel tempo, questo sostegno ed
ottimismo è svanito. La massiccia burocratizzazione-centralizzazione,
l’arroganza della burocrazia europea, la mancanza di rispetto per
l’indipendenza, la storia e la cultura degli Stati nazionali ha distrutto la
fiducia nel progetto. Dobbiamo ammettere che, personalmente, ci abbiamo messo
troppo tempo a riconoscere la vera natura del progetto europeo; ma si deve
deplorare che molti altri sono ancora più in ritardo, e che i nostri politici
ovviamente non ci sono arrivati.
La grande domanda
è se la Ue sia più il problema che la soluzione alla presente crisi. L’euro ha mostrato la sua reale consistenza e
chiunque abbia un po’ di razionalità vede che l’unificazione valutaria è stata
un fallimento storico. Un fallimento che può trascinarci ad altre fatali
conseguenze per l’Europa e per la nostra competitività di fronte al mondo. C’è
una cosa, ed una sola, che può salvare l’euro, ed è una molto più completa
integrazione fra i Paesi europei; una politica finanziaria comune, una comune
emissione di debito pubblico, la volontà di pagare gli enormi trasferimenti
(necessari) dai Paesi ricchi ai poveri, o più precisamente, dalla Germania agli
altri stati membri.
Questa è la rotta possibile; ma non è desiderabile. È venuto il momento di avvertire gli europei
delle conseguenze future di questa scelta, in modo che gli europei ne capiscano
l’importanza. Spero personalmente di non doverla sperimentare mai. Ma oso
predire come sarà l’Europa“forte”,
se la Commissione Europea, il Parlamento Europeo, e i Barroso e Van Rompuy di
questo mondo avranno quel potere che sognano, e che sono sul punto di
conquistare.
Più tasse e più povertà. Ci sarà un
sistema di tassazione uniforme, e di livello molto più alto di oggi. La UE avrà
il potere di tassazione diretta, e il gettito andrà direttamente alla
Commissione e al bilancio Ue. Ci saranno gravi tassazioni d’uscita, multe ed
altre barriere contro coloro che volessero uscire dalla UE. E se qualcuno
comunque uscirà dalla UE, la UE esigerà diritti globali di tassazione.
Ci sarà più povertà in una quantità
di “regioni” che
un tempo si chiamavano Spagna, Italia, Grecia ed altre. Grandi e crescenti
poteri saranno concentrati nelle mani dei tedeschi (e dei francesi, per il loro
sostegno al progetto) . Gli Stati nazionali non avranno alcun diritto di veto,
e i piccoli Stati avranno ben poca influenza.
Stagnazione
economica. Tutta la UE
soffrirà di stagnazione economica. Il settore finanziario si sposterà in Usa,
Cina, Hong Kong e Singapore. L’industria finanziaria emigrerà in Asia, e i
giovani di talento e con alta istruzione se ne andranno via sempre più. In
compenso, la UE sarà la guida mondiale in attività irrazionali e simboliche: le
più basse emissioni di CO2, aziende “verdi” ed altre idee costose ed economicamente
perdenti.
Si sopprimerà sempre più la libertà
d’espressione e di critica riguardo ad altre culture, religioni e riguardo alla
stessa UE, e si perseguiranno atteggiamenti “devianti e antisociali” come
lo scetticismo sui progetti climatici, i diritti “sociali”e
così via. La political correctness raggiungerà vertici mai visti.
Sul piano internazionale, la UE sarà
un attore debole con poca credibilità e poco rispettato, e dovrà obbedire alle
grandi nazioni creditrici, in quanto l’Unione dipenderà fortemente da esse.
Nelle Nazioni Unite, la UE cercherà la collaborazione del terzo mondo perché
tenterà di trasferire il suo proprio sistema ad una istituzione globale.
Possiamo lasciare
che ciò accada? Gli europei
come popoli stanno facendo, e faranno, la scelta giusta (ossia il rifiuto del
progetto eurocratico, ndr) quando avranno chiaro fra quali vie scegliere. Non
sono tanto sicuro che i politici europei faranno la scelta giusta. E non ho
fiducia che si cureranno di chiedere il parere agli europei, se appena potranno
evitarlo. Sicché l’imperativo del momento è obbligare i politici a chiedere il
parere degli europei. È venuto il tempo di far capire bene agli europei quali
sono gli esiti futuri di questa prospettiva; e che gli europei capiscano il
rischio che probabilmente non avranno mai più la possibilità di decidere da sé
il loro destino. Io sono sicuro che riusciremo a mettere in guardia gli
europei. E penso che riusciremo la via d’uscita dall’Europa. (SaxoBank CEO: We Must
Re-Evaluate The European Union) .
È evidente che Radio
Maria, ma in genere quel che chiamiamo il mondo cattolico, non coglie queste
(né altre) parole di verità e contribuisce ad addormentare gli europei sugli
esiti del totalitarismo flaccido che l’eurocrazia ci prepara. . . ed è già in
avanzata realizzazione.
Ora, Enrico Letta ci
dirà che andrà in Europa a pretendere più crescita e meno austerità, ossia un
po’ di spesa pubblica in più (non sanno fare altro) . Ma questa, come ho già
detto, è ormai la linea dettata dall’eurocrazia stessa: due giorni prima,
il presidente della UE Barroso ha emanato la sua fatwa: L’austerità ha i suoi
limiti. L’allentamento che Letta esigerà ed otterrà, è già praticamente
concesso, e si traduce in un allungamento del ritmo di riduzione del deficit e
dei rimborsi dei prestiti: e non ha altro senso che guadagnare tempo, senza
affrontare i problemi fondamentali con risultati illusori, a cui seguiranno
altre misure di rigore di bilancio.
È solo un altro modo
di addormentare le opinioni pubbliche europee di fronte all’oppressione che
avanza. L’eurocrazia stessa giocherella con l’idea che loro e i politici
possano, semplicemente, manovrare alcune leve a livello macro per far
riprendere di nuovo l’economia UE. I problemi nostri non dipendono più,
purtroppo, dalla scelta dei tecnocrati verso l’austerità o la crescita. I
problemi della UE sono l’insolvenza bancaria e la demografia. L’Europa è una
unione di una ventina di Paesi con popolazioni vecchie o avviate alla
vecchiaia, alle quali tutte sono stati promessi generosi pagamenti sociali e
pensionistici. E queste popolazioni sono in fila per riscuotere i loro assegni
promessi, nel momento in cui lo scoppio di una grande bolla immobiliare
pan-europea minaccia di colare a picco il suo sistema bancario.
Angela Merkel ha
appena ripetuto che gli Stati devono cedere sovranità, se vogliono che l’Europa
duri. Ma ciò non ha senso. Cedere sovranità non risolverà i problemi europei di
cui sopra. La Germania non ha i fondi per tenere insieme la Ue, anche se
volesse, trasferendo le immense cifre necessarie alla Spagna, Italia e Grecia
(come avviene negli Usa, dove gli Stati ricchi trasferiscono agli stati poveri,
pareggiando i conti). Le Germania ha già un debito
pubblico salito all’81% del Pil; e se si aggiungono le promesse senza copertura
(promesse di pensioni), si sale al 200%. L’attuale prosperità tedesca, nutrita
esclusivamente dall’export, è a rischio data il rallentamento economico
globale. Se le cose si mettono realmente male, la Germania non ha i mezzi per
tenere insieme l’Europa.
Non sarebbe onesto
dire ciò chiaramente, alle opinioni pubbliche europee, a cominciare da quella
tedesca? Invece l’europeismo malato e totalitario propone nozze gay, riduzione
dei gas serra, energie rinnovabili e simili ubbie rosee, e blocco del discorso
nel limite politicamente corretto.
Che il mondo cattolico,
sia parte o complice di questo inganno, di queste sirene che addormentano le
cittadinanze mentre vengono spogliate, è un tragico errore. È davvero tragico,
per seguaci di Cristo, sbagliarsi su chi è l’Anticristo.
Maurizio Blondet
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