giovedì 21 novembre 2013

LA DISTRUZIONE DELL'INFANZIA PER UNA SOCIETA' SEMPRE PIU' MANIPOLABILE



3 commenti:

  1. Solo i beoti, quelli irrimediabilmente persi, morti dentro, possono trovare "divertenti"certi programmi. Siamo assistendo allo smembramento dell'essere umano, alla sua totale distruzione operata già dai suoi primi anni di vita. Il problema non è semplicemente quell'orribile programma.Il problema è presente nella mente dei genitori di quei poveri bambini, nella mente dei membri della giuria e nella mente degli spettatori presenti davanti e dietro le telecamere. Persone perse, totalmente, figli perfetti del sistema che allevano figli dello stesso sistema altrettanto perfetti , destinati ad una vita robotica, infelice. La cultura in cui bene e male vengono visti come due facce della stessa medaglia, la cultura luciferina in sostanza, sforna genitori che credono che seviziare i propri figli, truccandoli da troie o da eunuchi e mettendoli in mostra su un palcoscenico, sia un qualche cosa di "giusto da fare e chissefotte del resto".
    Chi ancora non ha capito che tipo di guerra stiamo combattendo, a questo punto non lo capirà più
    AM

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  2. Non si fa alcun progresso se non si tien conto del più grande e mirabile valore dell'essere umano che è la fantasia. Ditemi, non vi pare che questa sia l'unica cosa pura che esista? Ma attenti: non pensate a fantasia come irreale. La fantasia non è altro che un mezzo d'espressione, anzi il mezzo eccelso, in quanto puro, con cui noi rappresentiamo l'intero universo. In questa c'è l'essere che diventa celebrante, e fa ciò con dei mezzi quali sono le arti e le scienze. Le arti derivano dalla bellezza della messa in luce del se e ciò caratterizza il vivere, mentre le tecniche dal bisogno del vivere che mette in ombra il se e ciò caratterizza la sopravvivenza.Se riflettiamo noi tutti durante la nostra esistenza abbiamo due sole esigenze:affettive e nutritive. La vita di tutti, quindi si compone di queste due in tutte le loro innumerevoli forme, ma l'interessante è appunto che queste forme sono individuali, sono soggettive e quindi proprie dell'animo. Mi spiegherò ancor meglio per non essere frainteso: le forme si dividono in tangibili e intangibili come il nostro essere si divide in corpo e mente. Se il corpo e la mete sono relazionati per mezzo dei sensi e quindi sono in evoluzione allora avranno esse caratteristiche parallele. Come il corpo è in continua mutazione anche la mente lo è e quindi quelle forme sono trascendenti la nostra volontà, ma appartengono direttamente al se e la manifestazione di tali forme avviene attraverso la fantasia. Impartendo tali forme si ombra il se e quindi si perde la fantasia, si perde quella luce con la quale il se si svela e si entra nella famosa grotta platonica in cui sei soggetto alla condizione e non soggetto della condizione. Oggi la razione e i suoi correlati sta dando vita a qualcosa di spaventosamente insensato in quanto non esiste più l'umano che ha fatto posto alla macchina, ha perso la sua essenza manifestatrice. C'era una volta un pazzo che era molto saggio che diceva: la bellezza salverà l'umanità. Cos'è la bellezza se non libertà, verità e attrazione? La grande discussione è tutta sul come, come manifestiamo, rappresentiamo, celebriamo tale universo, cioè ciò che è intorno a noi. Se neanche una madre non vuole più occuparsi dell'educazione del figlio, in quanto il lavoro prima di tutto, che speranza c'è ? Se il bambino si riempie di oggetti invece che soggetti, se il genitore non educa più ma legge un libretto di istruzioni e poi da le impartizioni, se tutto deve essere perfetto e l'imperfezione è da eliminare, l'imprevisto è da evitare e il diverso è da curare allora trasformiamoci in delle belle, perfette, insensibili macchine, così non avremmo più problemi, non avremmo più affetti, non avremmo più malattie e vivremmo fino a quando lo vogliamo, fino a che, stufi della vita, decideremo di morire. Forse sarò anch' io un po folle, ma al sopravvivere preferisco il vivere, e al giusto il vero e il libero.

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  3. Non si fa alcun progresso se non si tien conto del più grande e mirabile valore dell'essere umano che è la fantasia. Ditemi, non vi pare che questa sia l'unica cosa pura che esista? Ma attenti: non pensate a fantasia come irreale. La fantasia non è altro che un mezzo d'espressione, anzi il mezzo eccelso, in quanto puro, con cui noi rappresentiamo l'intero universo. In questa c'è l'essere che diventa celebrante, e fa ciò con dei mezzi quali sono le arti e le scienze. Le arti derivano dalla bellezza della messa in luce del se e ciò caratterizza il vivere, mentre le tecniche dal bisogno del vivere che mette in ombra il se e ciò caratterizza la sopravvivenza.Se riflettiamo noi tutti durante la nostra esistenza abbiamo due sole esigenze:affettive e nutritive. La vita di tutti, quindi si compone di queste due in tutte le loro innumerevoli forme, ma l'interessante è appunto che queste forme sono individuali, sono soggettive e quindi proprie dell'animo. Mi spiegherò ancor meglio per non essere frainteso: le forme si dividono in tangibili e intangibili come il nostro essere si divide in corpo e mente. Se il corpo e la mete sono relazionati per mezzo dei sensi e quindi sono in evoluzione allora avranno esse caratteristiche parallele. Come il corpo è in continua mutazione anche la mente lo è e quindi quelle forme sono trascendenti la nostra volontà, ma appartengono direttamente al se e la manifestazione di tali forme avviene attraverso la fantasia. Impartendo tali forme si ombra il se e quindi si perde la fantasia, si perde quella luce con la quale il se si svela e si entra nella famosa grotta platonica in cui sei soggetto alla condizione e non soggetto della condizione. Oggi la razione e i suoi correlati sta dando vita a qualcosa di spaventosamente insensato in quanto non esiste più l'umano che ha fatto posto alla macchina, ha perso la sua essenza manifestatrice. C'era una volta un pazzo che era molto saggio che diceva: la bellezza salverà l'umanità. Cos'è la bellezza se non libertà, verità e attrazione? La grande discussione è tutta sul come, come manifestiamo, rappresentiamo, celebriamo tale universo, cioè ciò che è intorno a noi. Se neanche una madre non vuole più occuparsi dell'educazione del figlio, in quanto il lavoro prima di tutto, che speranza c'è ? Se il bambino si riempie di oggetti invece che soggetti, se il genitore non educa più ma legge un libretto di istruzioni e poi da le impartizioni, se tutto deve essere perfetto e l'imperfezione è da eliminare, l'imprevisto è da evitare e il diverso è da curare allora trasformiamoci in delle belle, perfette, insensibili macchine, così non avremmo più problemi, non avremmo più affetti, non avremmo più malattie e vivremmo fino a quando lo vogliamo, fino a che, stufi della vita, decideremo di morire. Forse sarò anch' io un po folle, ma al sopravvivere preferisco il vivere, e al giusto il vero e il libero

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